L'Italia e il Levante

L'Italia e il Levante IN OTTE BIBLIOGRAFICHE L'Italia e il Levante Tra gli storiografi del secolo scorso Ic del principio di questo secolo, che si dedicarono all'evo antico, si 6 manife- stnta una spiccata e ostinata tcnden- za, o piuttosto il partito preso, di ac-cusare i Romani, che. avessero irretito a Grecia e l'Oriente nelle maglie dimuna politica insidiosa, provocatrice e fedifraga, per imporsi infine con la sopraffazionc delle armi, e soggiogare civiltà e soffocare quelle vetuste »Jto rimperiaiiSmo vorace e Propria, cultura ventarlo, supinamente. Onde che tato. Una leggenda, anzi una caunnia, delle meno giustificate e elei- e più balorde; ma che ha tro- vate- fortuna insinuata avallata accrc- ditata da autori molto celebrati e spe- cio da quei tedeschi; cul > nostri un - vcrsitarf, tra Ottocento appunto e 11 Novecento, attinsero troppo spesso la soltanto in senza beneficio uente. Germania, allora, d'innon ttóttanto da noi, storiografi stl Si caratterizzarono romani òstanzialmentel■ più che scrivere la sto-ria, parvero impegnati a redigere la requisitoria contro que' nostri padri ù&?g%*JX ^ , deila riandare e rista-mure ie vicenue cne spinsero RomafJaIla Prima vittoriosa spedizione con- tro i Plratì iulricl della'regina Tenta,a»e guerre, e alla vittoria, contro i re macedoni, cui segui il totale assogget-tamento delIa Macedonia — che non riuscirà mai più, fino a oggi, a recu-guente costituzione " Grccia in Provincia romana, di ~ A.caJa; - e ali occupazione del rcS™ ^ Pergamo, e alla costituzione della provincia romana d — Asia, — e forR(- questa stessa denominazione amplificatrice rivela le maggior, ambi?.-°'V r'cl futuro; — e poi avanti, ayan-ti, fino a quelltmcs ara/,ir,«. le cui ve-stlRia, rU lfl d;ll "esorto, lungo lEufra-t? c attraverso la Mesopotamia,,,sono stato sicuramente identificato e rico-struito. dopo le parziali esplorazioni del BrUnnow e del Domaszewski, ora, recentissimamente, dal padre gesuita ^^^!^5^^V,™.rlS?}1 » " v^tni^ ^'""'^KR. »^ìp ili "V« «»7 tcrri- state riconosciute e il cui assetto è. opportunamente, dell'illuminazione p:u obliqua, nelle prime ore del mattino e nelle ultime del pomeriggio, e scen-dendo poi a verificare sul terreno i ri- sultati dell'osservazione aerea il dati delle fotografie panoramiche. Ivon e certo compito mio qui[.rifare> quella stona; ma precisamene ngua do a quella secolare. e^ giandiosa.ma eia di Roma neE euro?eo?1Ztico! a«àno°. torna- no ben acconcie, e sono perfettamen-te fondate, storicamente e logicamen: te esatte e lucide, alcune osservazioni areronientazionl di Sua Eccellenza Robo0rto paribenl Accademico d'Italia: «... Avrebbe dovuto Roma, per ri spettare una vecchia civiltà mqsfacelo, lasciar cadere tutto u cieuiio cne le proprie virtù militari e la propria buo na fama di giusta tutrice del diritto, dell'ordine, della pace, le avevano pro curato in Oriente? Di che mercantilismo o militarismo si va parlando? E conclusivamente, sempr ribelli' tp ancori- , , f „,.„,i„„(-„ Hi«... il riserbo cauto e piudcntc Oi un'assemblea di agricoltori tenact ma loritani da qualunque grandioso pianopolitica satanica, — nella sua mal dissi- di tardo barbaro, il il Pa-e il riparo... ». Altro che la — di cui cianciava, nudata rancura Niebuhr. riusci finalmente alla sovruma- _ in pace l'Oriente e l'impero. L'immen-so beneficio della tranquillità e della si- curezza non era stalo lino allora, nò fu mai più jn appresso esteso a tanta parte del mondo e per tanto lungo po- riodo di tempo... ,<... Roma aveva raccolto e salvato quanto di vitale le precedenti civiltà orientale e greca avevano apportato al progredire del vivere umano, aveva quei principii inserito in un suo nuovo, qua- drato, sicuro senso di indefettibile giù- stizia, e di tutto aveva fatto le basi granitiche della vita civile del mondo... ». Cosi, veramente così. c1 omaso Sillani apio - studi e documenti, Ma le premesse valgono per ricordare da quando e come si stabilirono i più stretti e vitali legami tra l'Italia e il prossimo Oriente, terre e popoli del Levante; e per convalidare dapprincipio la giusta affermazione culi cui la sua raccolta di intitolata appunto a L/fii.ir/ c tlLevante: Ventulue secoli di storia uni- scono indissolubilmente 1 Italia al Le- vante... >. Perche, superato poi quel temporaneo rallentamento delle rela- zioni, che segue alla caduta dell'Ini-pero Romano d'Occidente, e coincide con le invasioni barbariche, scambitraffici rapporti d'ugni genere si rista-biliscono e tornano liorentissìmi e strettissimi, nell'età di mezzo, soprat-tutto per opera delle grandi repub- bliche marinare d'Italia, Pisa e Vene- zia, Amalfi e Genova; poi Genova epiù ancora Venezia, rifondano nel Le- vante imperi coloniali, quali non s'era-no più visti da Roma in poi. Finché non ci si affacci il Turco, il Mediter- ranco orientale è mare italiano, illcon-tostatamente. E tale dura ancora. at- traverso un'alterna successione, for- midabile, di fortune e di catastrofi, du- ra per secoli, anche dopo la eadula di _ Costantinopoli e 1 trionfi della Mezza- '"«a. Se l'impero coloniale di Genova finisce col secolo decimpquinto, quello * Venezia dura fino al dec.mottavo E soltanto allora sui mercati levantini prevalgono Ulantlesi, francesi, In- Blesi. L'opera di compilazione del Sillani è riuscita pienamente allo scupo prefisso e preannunciato, di dare ,. ...il quadro generale e quanto più possibilmente preciso elei rapnortl tra. l'Italia e il Le- vante, nell'ordine storico, politico, cul turale ed economico, dall'antichità a oggi, con particolare riguardo alle tendenze secolari dell'espansione :taliana, verso cui risolutamente ritorna l'azione del Fascismo... . Quest'opera, che altamente onora la cultura italiana del nostro tempo, e validamente testi monia ridia rinata Italia fascista, rientra degnamente nella serie dei — vulumi speciali. — edizione della Knsse-Lini italiana, diretta dal Sillani: i vo-'itimi, tutti interessanti, tutti di eceel- lente pregio intellettuale e rli ricca eassodata informazione, ■■L'Italia di Vit-torto Emanuele III — 1925, — Lo Sto- /o Mussoliniano e le realizzazióni del Fascismo nella iasione— 1930, — La Libia in venti unni di occupazione ita liana — 19.'i2, — L'Affrica orientale italiana — 1933. — E questo, di recen tissima edizione, di questi giorni, Lltama e il Levante, pubblicato sotto gli auspici dell'Ente Autonomo della Fie ra del Levante, di Bari, costituisce, ri peto, un desiderato e idoneo accresci mento dell'ottima collezione. doperà, condotta secondo uno sche ma accuratamente studiato e fissato è divjsa in clue tì h p„r adatte! c;lpitolo )lc[. capitolo da diversi colla doratori, speda ista ciascuna della pa7 Scolare materia o del particolare ne rJod torlco. presentano però nell^n- sieme, una delineata continuità e una notevole, organicità. Fatica, questa, e morito rlel compilatore. E nella prima parte so,'° l'aggruppati i capitoli di j}ff ™ento P^,'Puaracnt_e_storico e po: ",1.".'•'. * :•■ T'elli _ come dichiara il Sillani st«so, nella sua Premessa, da cui i periodi sopracitati, sull'espansion,e romana in Oriente; e il minuzio 80 u i?r?e„ senatpre Camillo Manfro".', su L'Italiae il Levante dalle inva barbariche alla caduta della Re- pubblica di Venezia; e Corrado Masi, in un capitolo de' più appassionanti, f°rse comecché di storia contempora- - parte vissuta, patita da noi dal 1815 _iaci, azioliplomatica; e " Monti, della R. Università Mussolini di espone la questione dei Luoghi Santi; e Giuseppe Stefani ci parla de 7 porli dell'alto Adriatico nella politica deli'cspunsiohc italiana nel Levante, Trieste, Fiume e Venezia, che, oggi, « ... possono considerarsi come i tre moli di un unico emporio... >, ma la cui storia di ieri, quella ch'egli ritesse, è storia penosa... »; e Gennaro M. spansione'italiana nel Levante"e~Pie tro Romanelli, della R. Università di Roma, illustra i Urani d'Italia nel Le vanto europeo e mediterraneo, lungo il mH^™^-.™Ua JT°mMtt ,?* partiresuo Tsst.SJ>or"uilà.°PSvSf ri- nazione che rintracci, attraverso i paei di là dall'Adriatico, le memorie me¬ Bari, ci parla di Bari, rispetto all'e- numcntali, le vestigia i:-. :ancellabili e solenni di Roma, dì Pisa, di Genova, di Venezia; e per l'Egeo e il Mar Nero all'Asia, e tornando per l'Egitto: doVunque. « ... l'attività dei nostri nel Le vante appare mirabilmente viva e in tensa, e si dimostrano in essa quelle che furono [e gue impront0 più carat teristiche: sapienza costruttiva, deco ro e dÌRnita di forrnCi adcl.cnza agli scopi richiesti: impronte che rivelano appieno 11 intelligenza, l'equilibrio, la * r0mana 6 ; Nella seconda t , j poderoso libro, adorno di tavolo fuori testo, e carte e piante, sono ordinati i capitoli, diciamo il brutto neologismo, d'attualità, e che considerano i rapporti odierni, politici economici culturali, tra l'Italia e il Levante europeo, mediterraneo e asiatico. Il Ministro delle Comunicazioni, Sua Eccellenza Umberto Puppini, espone La politica delle comunicazioni marittime col Levante: Pie- ro Parini, Direttore generale degli Italiani all'estero, tratta delle istituzioni , culturali nostre nel Levante europeo e i mediterraneo; Ferruccio Lantini, Pre- sidente dell'Istituto Nazionale per la esportazione, esamina le relazioni eco, nomichc tra l'Italia e la Jugoslavia t anni, dal cinque all'otto per cento cir' ca della nostra esportazione comples: Siva, gli acquisti italiani in tali paesi si sono aggirati intorno a medie dal 9 1 per cento dell'esportazione totale per jla Bulgaria, all'll per cento del totale per la Romania, al 1(3 per cento per la I Grecia, al 23 per cento per la» Jugo- . università di Roma tratta delle reì'a zioni tl.a l'Italia e la Turchia- Vitto rio Bllti dcl Ro Governo delle isole italiane dell'Egeo tratta della funzio ; nu di Rodi 0 delle isole nostro dell'EIgeo, nelle relazioni tra l'Italia e il Le- vante; Selim Cattan, delle relazioni tra l'Italia e i paesi del Levante me- diterraneo, Palestina, Siria Trans ' giordania. Cipro; Aldo Cassuto, di quelle tra l'Italia e l'Egitto: Gennaro E. Pistoiese, di quelle tra l'Italia e il medio Oriente, Persia, Irak, Stati ara bi, Afganistan; Michele C. Catalano, j dell'estremo Oriente e del riassetto economico dei Pacifico; l'onorevole An1 tonio Larocca, Presidente dell'Ente Autonomo della Fiera dcl Levante, il- lustra la grandiosa istituzione fieristica barese, « ... risultato di una precisa e reale valutazione di aspirazioni e di necessità elaborate e concretate in diretto riferimento di condizioni storiche, ambientali e politiche... : ; e infiine Sua Eccellenza Araldo rli Crolla , ianza Ministro dei Lavori Pubblici, ... getta lo sguardo ne L'avvenire dei \rapportì tra lnialin c u Lcvaute: ,.... Vogliamo... imaginare che anche nel camp0 dei rapporti tra l'Italia e il Levante, coronamento degli sforzi, del lavoro costante, delle iniziative auda cj, che non dovranno, nell'attesa, mai , rallentare e sostare, sarà questa la lu ! ce mirabile che splenderà domani? la luce della concezione mussollniana, che, I passando dó Roma a beneficare la travagliata vita degli altri popoli del mondo, faciliterà le intese, porterà alle auspicate collaborazioni, darà fi linimento alle genti la pace dal volto virile e austero, la sola che la giovi, nezza della Patria rinnovata possa se rettamente accettare?», 1 l | Certo, la suprema parola del Duce è stata, come sempre, rivelativa e riso lutiva, nutrita di solida realtà e lumi uosa di futuro. C'è in mente a tutti il discorso alla seconda Assemblea quin! quennale del Regime: « ... Gli obiettivi storici dell'Italia hanno due llomi. Asi e Africa Sud e Oriente sono i punti cardinali che de vono suscitare l'interesse e la volontà degli Italiani... questi nostri obiettivi hanno la loro giustificazione nella geo grafia e nella storia...», E aggiungeva, per munito, scanden- rio nette le parole, parole profètiche e ili comando' | 1 Come .semine, la parola mussolinia !1H chiude la questione, e delinca dirit ta..la vla di, «'"!lmm: Sicuramente di- ritta, come la via romana. ' M. B. .. Nessuno fraintenda la portata di questo compito secolare che io assegno a questa e alle generazioni italiane di domani. Non si tratta ili conquiste territoriali; e questo sia inteso da tutti, e vicini e lontani: ina di un'espansione naturale, che deve condurre lalla collaborazione fra l'Italia e le genti dell'Africa, fra l'Italia e le nazioni dell'Oriente immediato e mediato... ».