Laval a Roma prima di Natale?

Laval a Roma prima di Natale? Laval a Roma prima di Natale? Intrighi oscuri e palesi contro l'amicizia franco-italiana fadealmlelasczinocosobuteedtaIParigi, 7 notte. Ampi e calorosi commenti continuano a salutare con gioia la conclusione dell'accordo sulla Sarrc e i giornali riportano come altamente significativo il telegramma di ringraziamento spedito da Lavai a Mussolini e le visite fatte allo stesso scopo al Capo del Governo italiano dagli Ambasciatori di Germania e d'Inghilterra. Con soddisfazione è accolta nel pubblico la breve nota dove l'ufficiosa Agenzia Havas, osservando che gli avvenimenti di cui è attualmente teatro Ginevra e lo spirito di conciliazione che ne emana sono la migliore preparazione per una presa di contatto diretta fra il Ministro degli Esteri francese ed il Capo del Governo italiano, lascia prevedere la possibilità che il viaggio di Lavai a Roma abbia luogo prima di Natale. Proprio yiesta mattina VExceìsior scriveva cne il riavvicinamento fra i due Paesi è reso ancora una volta di attualità dall'accordo sulla Sarre, negoziato a Roma sotto la presidenza del barone Aloisi, e che non bisogna a nessun patto lasciar sfuggire una così buona occasione. Secondo l'organo del mattino l'idea di Lavai sarebbe di recarsi a Roma non appena liquidata la vertenza ungarojugoslava, circa la quale il Ministro si mantiene ottimista nonostante la delicata situazione creata dalla procedura in corso. Da altre parti tuttavia si mostra di ritenere non ancora interamente dissipata la nube di intrighi che gli ambienti interessati a perpetuare la discordia tra Francia e Italia alimentano tra le quinte. Secondo taluni osservatori l'atteggiamento della Piccola Intesa nella vertenza per l'assassinio di Marsiglia sarebbe da mettere in rapporto con il desiderio regnante in alcune delle piccole capitali orientali che il riavvicinamento franco-italiano non abbia luogo ritenendosi che esso sia destinato ad agire in ultima analisi come un elemento negativo dell'influenza politica di quella costellazione, influenza sorta e sviluppata come tutti sanno proprio in funzione delle divergenze esistenti tra Parigi e Roma. Secondo altri, ed anche un giornale italiano si è occupato della questione, il lavorio contro il riawicinamento risalirebbe agli ambienti coloniali ed a quelli del Comité des gvrdilasifiGinrevcipnficssatraciraddtisesommcmsèsqForges, quegli stessi ambienti cioè j cche ad insaputa o con la consape-1 tuvolezza delle sfere ufficiali hanno in questi ultimi tempi proceduto fra l'altro all'armamento intensivo dell'Abissinia. A tale proposito proprio nel momento in cui giunge notizia qui del conflitto svoltosi fra truppe italiane e abissine alla frontiera somala, la London Paris Agency deplora gli intrighi in questione rinfacciando ai loro istigatori di « considerarsi a torto autorizzati a trattare l'Etiopia come un loro feudo ». « I poderosi interessi che considerano che la costruzione della Transahariana deve toccare loro — scrive l'Agenzia sullodata — hanno chiamato a raccolta gli appoggi che possiedono nei circoli coloniali. Si sono visti tutti gli esploratori da camera, gli ammiragli di battelli mosca ed i giornalisti che attingono i loro principii tecnici al Bosco di Vincennes partire in guerra contro il riavvicinamento franco-italiano, pericolo mortale pel nostro dominio africano. Alcune migliaia di chilometri quadrati di deserto, dei rari pozzi, e la nostra ritirata davanti all'espansione italiana nell'impero del Negus, valgono, ci sembra, un'intesa che consoliderà la pace in Europa e deve favorire la nostra politica di accrescimento dogli scambi. Noi abbiamo preso a Londra degli impegni che non compromettono per nulla la situazione dei nostri possedimenti dell'Africa cen trale; bisogna mantenerli se noi voglia sevsbddcdalaPad«mfcusqhrctamdndmo che la nostra firma non venga prò- gteiofntn A 1 f r»i rvi OYitt ir» miai wnrtHrt la ' ■testata. Altrimenti, in qual modo la nostra interlocutrice potrebbe prestar fede alle nostre eventuali promesse di simpatia? Quando si conosceranno la natura e l'estensione delle domande di Roma si potrà rendersi conto che il pretesto scelto era inconsistente; esso avrà tuttavia dato luogo ad una campagna che disorienta, se non scontenta, l'opinione italiana. Flandin e Lavai si trovano nella miglior posizione di chichessia per procedere ad una messa a punto rapida e netta. In tal modo sarà preservata la missione alla quale si è consacrato il signor De Chambrun ImtdldRbne potremo nuovamente considerare il ; sviaggio a Roma con piena fiducia nel-. le lue probabilità di successo e nella ifecondità dei suol risultati ». | pIn generale, l'impressione che si svada verso una ripresa di attività di negoziati fra le grandi Potenze tende j ^a confermarsi. Bertrand de Jouvenel, nin un artirnln <sn Vn>w Tpmni nel in un articolo su apire J- emps nei aquale si compiace vivamente dell'a-,dzione diplomatica di Lavai e lo m-idvita a persistere nella stessa dire- [pzione, osserva che « è praticando la1 gpolitica del Patto a Quattro e facen-iSrlo sentire all'Inghilterra e all'Italia | „che dovevano intervenire ner smor-1ozare il conflitto franco-tedesco che ! il Ministro degli Esteri francese ha Jottenuto l'embrione di esercito internazionale che farà regnare nella Sarre la pace ginevrina ». In quanto al protocollo franco-sovietico, VEcho de Paris spiega che esso rappresenta il compenso accordato dalla Francia all'Inghilterra per la sua adesione al mantenimento dell'ordine nella Sarre. Lo strumento diplomatico firmato da Lavai e da Litvinoff garantisce infatti, almeno temporaneamente, il governo di Londra contro il pericolo della conclusione di un'alleanza franco-russa, pericolo che da qualche settimana destava oltre Manica gravi preoccupazioni. C. P. tespclnsns

Persone citate: Aloisi, Laval, Mussolini, Negus