L'urto tra l'Ungheria e la Piccola Intesa nel vivace dibattito ginevrino

L'urto tra l'Ungheria e la Piccola Intesa nel vivace dibattito ginevrino L'urto tra l'Ungheria e la Piccola Intesa nel vivace dibattito ginevrino l n e o è i e a n n i e o a a e i a è e i a à Ginevra, 7 notte. La campagna politica antiungherese iniziatasi all'indomani della tragedia di Marsiglia e condotta da parte della Piccola Intesa nella prima fase col fuoco di tambureggiamento di una stampa prezzolata, successivamente con l'appello alla Società delle Nazioni e la presentazione del così detto « memoriale documentato » del 28 novembre, ha culminato nell'attacco a fondo controil governo di Budapest sferrato oggidavanti al Consiglio della Lega da terzetto Jeftic, Titulescu e Benes. Il risultato, a giudicare dalle impres¬ . sioni di questa prima giornata di di- scussioni davanti ali esecutivo so- cietano, e stato tutt altro cne pru-lante per il gruppo piccolo intesista. Il Punto di partenza * r . . - Di fronte a un personaggio sciai-bo come il signor Jettic, U quale nonha saputo fare altro che ripetere convoce monotona e — ci dispiace perquesto campione dell oratoria ]UgO-slava — presso che inintelligibile,le argomentazioni contenute nel me-moriale già conosciuto, si è visto al-„„,.o,- TTnVhaf^f imr-a zarsi un uomo come Eckhardt vera-mente degno di personificare la ca-valleresca nazione ungherese, dal-l'cloquenza calda e persuasiva, per-fettamente sicuro di sè, tanto da nonesitare a passare alla controffensi-va, vibrando più di un colpo nettamente marcato nel campo avversario, come si è potuto giudicare particolarmente dalle reazioni del signor Titulescu. Benes, spinto dalla foga del delegato ungherese, si è visto costretto a sfoderare in gran premura un discorso che a giudicare dalla sua forma piuttosto abborracciata doveva essere tenuto in serbo per gli eventuali futuri sviluppi della discussione. Gli argomenti sviluppati dal causidico della Piccola Intesa non sono parsi dei più felici: quando pere li ro nle dal gioco absburgico», per cercare di mettere alla gogna il revisionismo dell'Ungheria straziata, tutthanno pensato alla Croazia e alle reazioni fatali che si accompagnano a tutti i tentativi di soffocare l'anima di un popolo che da una tradizione millenaria ha ricevuto piena coscienza di sè. A difesa dell'Ungheria ha risuonato oggi davanti al tribunale gine a [vertenza non può o ne i, ae. re esempio si e sentito Benesi parlaredi « fermento del sentimento nazio-naie», del «travaglio delle nazionin formazione dopo essersi liberatevnno la sola voce del rappresentante della nazione che da parte dellaPiccola Intesa ci si era illusi di poterconfondere agli occhi dell'opinionenubblica collo stecco ornnnn dei terSo^1 Marliglfa? Cchi è chiamato a dare if suo giudizio nellaiuò, ripetiamo, che rispeculazione politica tendente a trasformare in un complotto fomentato da Budapest quello che è in primo luogo il doloroso risultato delle sanguinose repressioni esercitate dBelgrado in Croazia. Questa stessopinione pubblica, e in particolarn-1 pensiamo all'Inghilterra, il cui rap■ presentante sarà probabilmente chia mato domani a occuparsi come relatore del Consiglio di questo proa- jblema, ha ormai giudicato particoa- ! larmente dopo le notizie delle crua deU vesgazioni di cui gono oggettra ; sudditi ungheresi in Jugoslavia Le. ! notizia delle espulsioni in massa' deeittaHini nnrrVim-oci comh.-a infa^Han 1 cittadini ungneresi sembra intatt fl|ayer sollevato un'ondata di indigna a zione ln Inghilterra. Si osserva giu stamente che è inconcepibile che s faccia appello alla Società delle Nazioni e si proclami a destra e a sinistra di volere qui lavorare per la pace quando laggiù si commettono dei veri e propri atti di guerra. Le accuse jugoslave cvScgvnLa seduta è stata aperta dal ^\\frreomap9è0nCntn°Sa', L^lS^ na, come e noto, al posto del signor !uBenes, presidente in carica del Consiglio, per tutta la trattazione del probiema sollevato dalla Jugoslavia, Vasconcellos, premessa la lettura dell'art. 11 sulla cui base la Jugo al slavia ha interposto appello alla So-1 cieta delle Nazioni| dà senz'altro la ; c paro]a a jeftic. Il delegato jugosla- ; gvo non fa aitro che ripetere quasi saua lettera le argomentazioni con- n tenute nel precedente memoriale: cl'azione terroristica denunciata dal- aha Jugoslavia era perfettamente no-'cta all'Ungheria; il Governo unghe- j p rese na aiutato i terroristi con la u concessione di passaporti, con la lo-'tlro installazione nel campo di Janka; j putza e successivamente nel campo d|di Nagy Kanitza; è stato da.questa Ig|TJca'iitl'cne sono Dartìtì"due"deTcoì^ t,Hl-du^?' L1"J s,u"° P»1 uue uei tuli c, giurati, ecc., ecc. Concludendo il de- p fegato jugoslavo afferma che il suo, Governo non ha mai svolto UTia po1 litica ostile nei confronti dell'Un ; gheria. L'appello interposto oggi al ; ia Società delle Nazioni non persegue alcuno scopo politico. Dopo brevi parole dei due delegati di Rumania e di Cecoslovacchia, che si limitano a dire di associarsi. al discorso del loro collega jugosla-hvo, ha la parola il delegato unghe- ! sse Eckhardt. ] Vigorosa controffensiva dì Eckhardt : Il delegato ungherese inizia con' un ; bel gesto cavalleresco di omaggio alla j memoria di Re Alessandro di Jugoslavia dicendo che il Governo e la Na- .rioni sTnlerereri,P~ l'aTtentat^di Marsiglia e associarsi al sentimento di j orrore e di sdegno che questo delitto ha provocato nel mondo civile. I Spiega quindi le ragioni per cui il suo Paese è soddisfatto che la Società delle Nazioni si sia indotta a esaminare sollecitamente l'attentato di Marsiglia.:Inoltre la situazione attuale esigeT un ' pronto intervento. Circa duemila emi-1 granti sono stati espulsi in questi gior-l ni dalla Jugoslavia e ridotti nella più assoluta miseria. L'atteggiamchto della Jugoslavia nel , riguardi di questi disgraziati è quanto di più duro si possa immaginare. Non si tratta infatti soltanto di cittadini :ungheresi ma anche di jugoslavi di ori-j ghfe ungherese o tedesca. Questi me- !ltodi meritano una severa condanna. ì! «Mentre io parlo al tavolo dell'or- jg.ano esecutivo della Società delleiNa- zioni — esc ama Tibor de Eckhardt — i gitala « di ungheresi si tro- Se^ugo^ve 1?MttS^l^k corsi che non giungono. L,'UnghÌr?a è o o a a e sollevata dalla Jugoslavia protesta contro le accuse che cercano di respingere sulle autorità ungheresi la responsabilità del delitto di Marsiglia, e contro il tentativo di fare dell'assassinio del Re Alessandro una questione politica. Per l'Ungheria non si tratta soltanto delle sue relazioni con gli Stati della Piccola Intesa ma si tratta sopra tutto di difendere il suo onore contro manovre politiche che tendono a comprometterne la reputazione e la sua Eckhardt -1 II delegato ungi: 01 appassoinata difesa dimostrando an- ai cora una volta l'ome è nell'atmosfera i ! Taì\tfr. n'ISSSJSSSI^JS' H ìgoslavo che è nato " terrorismo cioa- i j„ L'Ungheria invece ha saputo tra-- sformare le aspirazioni irredentiste in -lUn appoggio per la pace, in una poli-i tica costruttiva che ha dato al paese lierese conclude la sua BF„„„„ v-n „, „ , i Fntesa^"e Sovrebbero essere"tSt**1* , ■^SJ^-n^m^lSMt re-lltr^w^Tv^vitanu^ le accuse sen-!sza fondamento della Piccola Intesa i' Pcui attacchi costituiscono una mano- nvra politica e lascia al Consiglio della;adlla sua calma interna. L'Ungheria ha mantenuto il suo equilibrio morale vegliando nella vallata del Danubio a una pace da cui dipende in gran parte la rSocietà delle Nazioni la cura di giudi care in piena coscienza. Dopo il discorso del delegato ungherese, si assiste a un breve intervento del delegato turco, il quale non rendendosi conto del fatto che \\^ JS^JSmÌ,Ì^TL\^ ^ «sùmeT foladi 1 *!una necroiogia di re a1tepAlescTnrìrn Alessandro, so » . f,?fT- ™ ,7 Alefanaro.-! appare a tutti assolutamente fuori I I sbgTitulescu, sferzato al vivo da al- ìtluogo L'inquietudine di Titulescu 1 T cune affermazioni del delegato un- !t gherese, vuole rifarsi col cercare un ,l successo reclamando una cosa a cui;s nessuno aveva pensato di opporsi, \ cioè che si continui il dibattito fino ip alla settimana ventura, data la ne-|n'cessità di permettere ai delegati di! a j prendere conoscenza del memoriale 1 g ungherese annunciato per domat- ! p'tina. j P; «Dobbiamo poterci difendere — gri- ! N da I1 delegato rumeno — dato che non , dIgjf**,™ T^lrrL Taas™»UpninPea" IocdVasconcellos rimette bellamente a Itposto l'emozionato campione della1 Piccola Intesa precisando appunto che già era stata prevista la conti- ! nuazione dei dibattiti nella giornata : di domani e successivamente a lu- ! nedì. dE' ora la volta di Benes. Egli si'.. assassini perpe^ trati- ma*5 0minac?ie di assassinio a cul j nostri Sovrani e le nostre stesse persone sono continuamente esposte , Vasconcellos rimette bellamentf . preoccupa anzi tutto di dimostrare ! ha legittimità del fatto che la Ceco-' ! Slovacchia si è unita all'appello del-1 ] ia Jugoslavia; il suo Paese è stato ì sempre infatti preso di mira dalle t mene di elementi pericolosi che ne;: hanno cercato di porre in gioco la i ; integrità, particolarmente nella re- j Kione slovacca alla frontiera unghe- i rese. 1 Dono aver cercato di condannare il revisionTsmo magiaro per mezzoji di una citazione, non sappiamo quan- o to a proposito, di sir John Simon, il signor Benes conclude ricordando l che in base all'art. 10 del Patto, il à membri della Società delle Nazioni e _„_„ i™rvS<Tnati „ rionottaro o ai.:31 f?™ lmP^SMiti a ^PSM S n ' mantenere 1 indipendenza politica di -1 tutti gli Stati membri della Lega j -l Sono ormai le 8 e il Presidente! ù Vasconcellos decide di rinviare a do- ' mani ia continuazione de a d scus-il , a ! o slon€' ' n I a tpei britannica i La teS1 Dr,tannica -j Moiu cori,ito Hi Hnmini rfnvrpri- - !. 0^e"a,.,SQe,!ÌUta „d n„tomS 1 a i rf„ ì Der° Ppla.re' a, quanto si ba ì lap- - ìpresentanti delle principali Potenze|- \e cioè, oltre a Lavaj, anche Aloisi e, — Eden. Per quanto riguarda in modo- speciale il rappresentante inglese si1 ^k^ stasera che da parte dell'In-; è Shllterra p1 « sarebbe orientando o i a o a t |messe, non si può, evidentemente, prendere nessuna decisione, senza che siano completati i risultati dell'inchiesta giudiziaria in corso. Pertanto, secondo questa tesi, ogni esa- me dovrebbe essere rinviato fino ache il processo per l'attentato „ ~Marsiglia non. abbia chiarito, vera-mente quale sia la portata delle ac- cuse lanciate da parte della Jugosla-vj Éisognerà. naturalmente, vederen- parte del governo ungherese a que a sta tesi, data l'intenzione ferma- S' mente dichiarata dall'Ungheria dia- noter restare nifi i lim"Y> sotto a- t: poter restare mu a 'ungo sotton >' peso delle accuse lanciate da parte i-,della Piccola Intesa, e Per quanto riguarda la questione a quale sarà l'accoglienza fatta da . della Sarre, si precisa che l'esperto militare italiano incaricato di esaminare col Comitato dei Tre la questione della costituzione di un contingente di truppe internazionali per il mantenimento dell'ordine nel territorio durante il plebiscito è il maggiore generale Sebastiano ViscontiFrasca. L'esperto italiano sarà a Ginevra domani e'parteciperà senz'ai- KrSUtrS dSot da' ieri brigadiere generale Temperley. Detto corpo di polizia internazionale dovrebbe essere costituito, oltre che con due contingenti di truppe daparte italiana e da parte inglese, con elementi militari appartenenti all'O- l landa e alla Svezia. _ _ G. T.