L'Ungheria giuoca a Milano per riconquistare il prestigio di un tempo

L'Ungheria giuoca a Milano per riconquistare il prestigio di un tempo GLI INCONTRI INTERNAZIONALI DI CALCIO L'Ungheria giuoca a Milano per riconquistare il prestigio di un tempo Budapest, 5 notte. La squadra nazionale ungherese affronterà domenica prossima a Milano la squadra « azzurra » per la tredicesima volta. Dal lontano 1910 sino ad oggi, le dodici partite disputate si sono concluse con cinque vittorie italiane, quattro vittorie ungheresi e tre incontri pari: solo il quoziente dei goals è rimasto, di poco, attivo per i magiari: 22 a 25. Sono dieci anni che,., Gli ungheresi hanno potuto assicurarsi la quattro vittorie nel corso del primo quindicennio, dal 1910 al 1925; nel periodo durante il quale il calcio italiano stava formandosi le ossa. Poi, dal pareggio del 1925 a Budapest (se non ci fosse stato quel calcio di rigore, concesso con eccessiva facilità da Slatvick, sarebbe stata la prima vittoria italiana stigli ungheresi) /rio ad oggi, è stata una serie di successi italiani, eccezione fatta per il pareggio conseguito a Budapest nel maggio del 1932. Nel centro di questo decennio di successi azzurri, vi è, poi, la storica vittoria del maggio del 1930, con la quale l'Italia riuscì a vincere la prima Coppa Internazionale, dimostrando in modo clamoroso che il calcio italiano aveva ormai raggiunto il suo grado di maturità. Gli sportivi ungheresi guardano a questo nuovo confronto italo-ungherese, (che, contrariamente a quanto è stato scritto su qualche giornale straniero, non è valido per la Coppa Intemazionale) con giustificato interesse. Fallite, infatti, le speranze di poter almeno entrare nelle semifinali dell'ultimo Campionato del Mondo, gli ungheresi sono andati man mano convincendosi che il loro sistema di gioco doveva subire delle innovazioni, se non si voleva cadere più in giù. Gli ambienti conservatori e tradizionalisti poterono ancora avere ragione per qualche tempo: ma il colpo decisivo venne loro ìnferto durante le partite per la Coppa Europea. Il Bocskay venne eliminato dal Bologna, VVjpest dalla Juventus. Il Ferenevàros che, stando ai « competentoni» di Vienna, di Praga e di Budapest, doveva vincere la Coppa con netta superiorità su ogni altra squadra concorrente, non riuscì neppure a giungere in finale, perchè venne eliminato — e sì ricorderà bene come — dal Bologna, il quale doveva poi vincere il torneo. Dopo il Campionato del Mondo si disse: aspettiamo una conferma dalla Coppa Europa. La conferma venne, ma i soliti « competentoni », per non dichiararsi vinti, dissero: vedremo Londra. Ed anche nella capitale inglese gli «azzurri» dimostrarono quello... che ormai noti occorreva più dimostrare! Dunque, si sarebbe proprio dovuta ammettere la superiorità del calcio italiano? Evidentemente si, ma si insinuò che gli « azzurri » vincono ovunque non perchè giocano bene, con tecnica, con intelligenza, con tattica: ah, no; queste sono le qualità intrinseche del « nostro » calcio, mentre invece gli italiani vincono giocando con violenza e seìiza tener conto dei regolamenti dell'International Board. Dopo la partita di Londra, uno di quei « competentoni» scriveva su di un foglio berlinese questo titolo: « Vero football contro fanatismo » e poi, nel resoconto della partita, ch'egli avrà forse « visto »... standosene alla radio, annunciava che i goals italiani erano stati segnati da Orsi e da Ferrari. Questo, tanto perchè possiate farvi un'idea della competenza di certi sapientoni del calcio universale. La situazione in Ungheria Ma torniamo, dopo questa parentesi, agli ungheresi. Anche qui, naturalmente, questa campagna contro le pretese violenze del calcio italiano ha trovato compiacenti sostenitori, soprattutto in certa stampa che, noti avendo, non potendo e anche non volendo riprodurre l'opinione italiana, si attiene a quella di Vienna, di Berlino c di Londra. Negli ambienti ufficiali, invece, si è di ben altro avviso. In questi giorni, per esempio, facendo notare ad un dirigente ungherese che la progettata squadra nazionale magiara risultava piuttosto una squadra d'attacco che non di difesa, questi ci diceva: «Questi sono termijii tecnici che hanno un valore relativo. Se i nostri giocatori sapessero giocare bene quanto gli italiani, i fattori attacco o difesa non avrebbero per noi la minima importanza ». Questa è infatti la situazione attuale del calcio magiaro. Dopo gli insuccessi nel Campionato del Mondo e nelle gare di Coppa Europa, alcune squadre si sono orientate verso il sistema di gioco italiano. I successi non hanno corrisposto all'attesa. Il tentativo non si può tuttavia considerare definitivamente fallito ma, per ottenere dei successi più concreti, occorre anche il materiale necessario. E questo, appunto, scarseggia attualmente, o non può es sere preparato in modo adeguato come avviene da noi in Italìu. La settimana scorsa, per esempio, il Commissario tecnico dottor Carlo Dictz, ha dovuto rinunciare a provare mi terzino perchè questo è attualmente costretto a fare delle ore straordinarie notturne nellft fabbrica dove egli è occupato. Cosi, mentre i nostri calciatori possono allenarsi e prepararsi atleticamente in modo perfetto, quelli ungheresi — salvo poche eccezioni — non possono fruire che di una preparazione superficiale e. spesse volte, insufficiente. Quindi, se dal lato tecnico la differenza fra gioco ita Unno e ungherese non è troppo grande, noi avremo però sempre il vantaggio di avere dei calciatori atleticamente meglio preparati. ira probabili e possibili Passando in rivista i probabili'« nazionali » ungheresi, otteniamo il seguente elenco: Portieri: linda. Vagì, Palinkas, Szàbò. Alberti, Kovùcs: Terzini: Bternherg; Gyori, Korànyi, Biro, Dudàt; Mediani: Làzàr, Szàla . "z'ìcs, Sere», Palotàs, Turai, Saro:. Vv.-.ntlMa, Kos. Koiar.yi II, Sas, Hot: U;:-:ì ri, Avàr, Sàrosi, Cseh, Vi.-ic.se. Toldt. Jàvor e Titkos. Le possibilità, di formazioni di squa¬ drchnapoditrdeStlacutrsoesri esmo SzLàlinnechè debaceprquchgiadniMquil qubiriopsuutroaldisttedrtomsepLhabonaforenbzTdkntrggnfaagillaatoatigce ksdssivinSninctrtdpdpmsfipsbinetCccpszlèmfnlcshslgtHSSatpqzsasrlpsartacinv. tu|eni a e, , , o l e e e a dra sono dunque infinite, tanto è vero che dieci dirigenti, richiesti da un giornale sulla squadra che essi avrebbero posto contro gli italiani, hanno dato dieci formazioni, una differente dall'altra. Tuttavia Ut, formazione che gode dei maggiori roti è la seguente: Hada; Stemberg, Korànyi; Làzàr, Sziics, Szàlai; Markos, Avàr, Sàrosi, Toldi, Titkos. Hada, sebbene abbia commesso alcuni errori nel corso dell'ultimo incontro di campionato, difficilmente verrà sostituito con un altro, che potrebbe essere Vàgi o Szàbò. Stemberg è fuori discussione, mentre Gyori potrebbe essere preferito a Korànyi. Per la linea mediana sono possibili duo soluzioni: o la formazione già riferita: Làzàr, Sziics, Szàlai, oppure Sercs al posto di Làzàr, di modo che si avrebbe l'intera' linea mediana dell'Ujpest innestata] nella Nazionale. Non crediamo, però,] che si possa lasciar fuori un Làzàr, che\ è uno dei migliori calciatori ungheresi' del momento, ne riteniamo molto pro-I ballilo la soluzione di mettere Sàrosi centro-mediano, dopo ch'egli ha sempre giocato centro-attacco. La linea d'attacco, invece, sarà alquanto difficile ad essere formata, perchè, sebbene gli elementi non scarseggino, non sempre il gioco dell'uno si adatta a quello del compagno. Le opinioni sono quasi tutte concordi per Markos all'ala destra e per Titkos a quella sinistra. Non rimane quindi che1 il trio centrale, per la formazione del quale si presentano le seguenti possibilità: Avàr, Sàrosi, Toldi: un «indirizzatore » al centro che, al momento opportuno, può mettere sui piedi dei suoi due cannonieri laterali i palloni utili da rete. Oppure, Vincze, Avàr, Sàrosi: uno sfondatore ed un cannoniere al centro e duo astuti ingannatori di difesa ai tati. Pochi sono coloro che sostengono la candidatura di Cseh ad interno sinistro. E' opinione generale che tuie squadra non abbia molte probabilità di vittoria contro gli «azzurri»: ma, comunque, essa si batterà con vigore e senza, affanno, perchè non ha alcun prestigio da difendere. Fredy Werner. CL'li lltfgtsetsrsl

Persone citate: Carlo Dictz, Cseh, Fredy Werner, Gyori, Orsi, Vincze