I progressi del nuoto torinese attraverso le affermazioni del G. U. F. nell'Anno XII di Aldo Marsengo

I progressi del nuoto torinese attraverso le affermazioni del G. U. F. nell'Anno XII I progressi del nuoto torinese attraverso le affermazioni del G. U. F. nell'Anno XII A voler considerare i progressi compiuti dal nuoto torinese nell'anno XII, vien da pensare a quella che era la situazione poco tempo addietro, cinque, sei anni fa. Nessuna piscina, allora, si apriva d'estate, e tanto meno nella stagione invernale, ad accogliere il non fitto numero di appassionati, se se ne eccettua una sola, quella dell'Ymca, che, per appartenere ad una società, non poteva logicamente essere frequentata che da un limitato numero di persone. Le stesse acque del Po che, tra parentesi, non hanno mai goduto, per varie ragioni, le eccessive simpatie del nuotatori torinesi, andavano deserte. Molti canottieri si, in comitive numerose e chiassose, a far bisboccia e ad arrostirsi al sole in quel di Moncalleri e sulle rive del Sangone, ma nuotatori pochini pochini, da contarsi sulle dita della mano. Non parliamo poi di gare; tutta l'attività natatoria torinese di una stagione si riduceva ad una gara sola, la eliminatoria della « Ceppa Scarioni », la quale, nemmanco a farlo apposta, raccoglieva una cifra non certo eccessiva di concorrenti e si svolgeva fra la generale indifferenza. Dodici piscine Ma questi sono ricordi di un tempo che, pur essendo di ieri, sembra già lontanissimo. D'allora, nel giro di pochissimi anni — potremmo dire quasi di mesi — 11 nuoto torinese ha bruciato le tappe del progresso, ha compiuto, per usare una frase trita ma che esprime esattamente le realtà, passi da gigante. Pensate: Torino, che allora non possedeva che una piscina, ora ne conta una dozzina; Torino, che allora era l'ultimo dei centri natatori d'Italia, ora è nelle primissime posizioni. Infatti, se come attività agonistica il nuoto torinese segue Roma, Trieste, Firenze, Milano, come valore e qualità dei suoi atleti è secondo solo preceduto da quel magnifico centro natatorio italiano che è Roma. Ma non è tutto. Quest'anno, ad opera dei nuotatori torinesi, sono stati battuti ben quattro rècord nazionali assoluti ed uno dei Giovani Fascisti. A che cosa si deve questo meraviglioso e rapidissimo cammino ascensionale del nuoto torinese? Le ragioni sono molte. Un primo importante impulso ad un'attività fin allora sconosciuta, venne dato dal' sorgere di innumerevoli piscine, costruite secondo i più moderni criteri e con precisi dettami tecnici. E' naturale che tale fatto invogliasse una massa fin allora digiuna di cose natatorie ad avviarsi gradatamente verso questo sanissimo sport. Il pubblico torinese, fin allora indifferente al nuoto ed alle sue gare per il semplice fatto che di gare vere e proprie non ne aveva mai viste, cominciò ad appassionarsi della cosa, a frequentare le piscine, a fare del tifo anche. Ricorderete lo spettacolo di folla entusiasta ed appassionata offerto dalle piscine dello Stadio Mussolini in occasione del Littoriali prima e dei Giochi Universitari mondiali poi. Fu la rivelazione. Certo, dopo l'atletica ed il calcio, le gare più seguite in quei giorni furono proprio quelle di nuoto. Ma ci voleva la grande manifestazione per far comprendere al pubblico torinese la bellezza insita nel nuoto, come ci vollero le piscine per avviarlo a considerare seriamente questo esercizio cosi diverso da tutti gli altri esercizi sportivi, che si svolge in un elemento che non è più la... solida terraferma, un elemento che bisogna combattere e vincere a furia di tenacia e di applicazione. In una parola, il grosso pubblico torinese cominciò — passatemi il termine anche se può prestarsi a svariate interpretazioni... — a prendere confidenza con l'acqua. L'enorme affluenza estiva alle varie piscine insegni, Ripresa in grande stile Era già un gran passo, d'accordo, specie nei riguardi della situazione di prima. Ma non era tutto. Che non basta avere le piscine gremite di gente per avere gli atleti, i campioni del nuoto, come non è sufficiente l'invasione domenicale dei nostri campi di neve per creare, 11 per lì, i grandi sciatori. Per creare gli atleti di uno sport, novantanove vòlte su cento, occorrono un metodo, una pratica assidua, una preparazione condotta secondo rigidi cri Ieri tecnici; questo sia detto, soprattutto poi, .nei riguardi proprio del nuoto, sport che più di ogni altro richiede un'applicazione tenace e continua, nutrita da un'illimitata passione. La propaganda, dunque, fra la massa era avviata, e bene. Occorrevano ancora gli atleti. E gli atleti ce ti diede un Ente, al quale alla fin fine si deve se lo sport del nuoto a Torino ha compiuto i progressi che ha compiuto: il Guf. (Alludiamo, beninteso, a progressi qualitativi, che, per ora, di progressi quantitativi, ad onta di tutta quell'affluenza alle piscine, non è il caso di parlarne... Se vi dicessimo quanti tesserati ha la F.I.N. non solo a Torino, ma in tutto il Piemonte, cadreste dalle nuvole!...).Ciò che ha l'atto il Guf per il nuoto torinese è veramente straordinario, se si considerano il breve tempo... e i non rilevanti mezzi avuti a disposiziono. Classificatosi non molto bene nei Littoriali del 1933 a Torino, il Guf si riorganizzava decisamente e si accingeva a riprendere con fede il terreno perduto, nei primi mesi del corrente anno. Si Incominciò con una provvidenziale ini¬ a o e a à ziativa: la prima « leva del nuoto » che il 24 febbraio scorso radunava nella piscina coperta dello Stadio Mussolini qualcosa come 185 giovani. Come prima « leva » era un bel risultato. Risale precisamente à quest'epoca l'assunzione dell'allenatore Bianchi, un giovane triestino che sa il fatto suo, al quale molto si deve se il Guf Torino è ora quotato cosi brillantemente nella scala valori del nuoto italiano. Il Bianchi, prendendo come punto di partenza la leva del nuoto, si metteva immediatamente al lavoro. Si giungeva così, dopo una serie di lunghi e severi allenamenti, ai Littoriali, in maggio, a Milano. Fin dalle prime battute, la squadra che un anno prima si era appena fatta notare, metteva subito fuori le unghie e si faceva rispettare... Conclusione: il Guf di Torino si classilicnva terzo nel nuoto, preceduto da Roma e Milano, e secondo nella pallanuoto, dopo Napoli. Come inizio d'annata non c'era male. Subito dopo, tre dei migliori nuotatori torinesi: Vecchi, Cenni e Mari, coglievano una buona affermazione in una riunione internazionale a Bologna. Poi, lunga sosta per gli esami. In agosto, il Guf s'iscrìve alla grande manifestazione nazionale: la Coppa Federale B, che riunisce la bellezza di 33 squadre di tutta Italia, divise in nove gironi. La squadra del nostro Guf, capeggiata dall'attivo fiduciario della sezione nuoto, Cenni, veniva assegnata al quinto girone, in compagnia delle agguerrite compagini liguri del Dop, An- saldo, di Albarese e di Rocco. Il primo incontro eliminatorio, disputato a Genova il 5 agosto, segnava un trionfo clamoroso dei goliardi torinesi: sei gare, sei vittorie. Il trionfo si rinnovava pressoché completo dieci giorni dopo, nel secondo incontro a Torino: su sei gare, questa volta le vittorie erano cinque. In più Vecchi, il migliore della squadra, riusciva a stabilire il nuovo record italiano dei 50 metri sul dorso in 34"3/10. Idem come sopra a Camogli, nel terzo incontro eliminatorio. Nel quarto, ad Acqui, il Guf, oramai vittorioso, si accontentava di mandare una squadra di giovani. Conclusione: la squadra di Cenni, vincendo nettamente il suo girone, entrava a vele spiegate e con molte speranze in cuore, nella semifinale della Coppa. Una ambita vittoria Le speranze non dovevano andare deluse. L'attesa semifinale, svoltasi nella piscina Mussolini, segnava infatti un altro chiaro successo della squadra torinese. Ravera, Benuzzi, Gambetta e .Vecchi conquistavano pel loro G.U.F. cinque vittorie sulle sei gare in programma; e nella staffetta si batteva il primato della Coppa Federale B. Era l'entrata in finale. E nella finale, a Roma, il 7 settembre, nella piscina dello Stadio del P.N.F., i nostri studenti, nuovi o quasi alle grandi competizioni nazionali, si battevano con magnifico slancio. Gara per gara il loro valore si affermava: Ravera, Benuzzi e Vec chi erano primi nelle rispettive prove mentre Gambetta finiva secando e Ma ri sesto. Tnfine la staffetta sanzionava clamorosamente la superiorità dei gii» vani nuotatori torinesi, che conquistavano l'agognata vittoria collettiva dinanzi a squadre nttrezzatisrirne ed an ziane come quelle della Società Ginnastica Triestina, della R. N. Napoli, della R. N. Rapallo, della Bologna Spor¬ tiva e della Libertas di Rimini. Che sperare di più? Prima ancora dell'ambitissima vittoria di Roma, un altro non meno brillante successo la squadra del G.U.F. aveva colto in una riunione nazionale a Sestri Levante. Di poi, le affermazioni non si contarono più. L'opera assidua ed appassionata dell'allenatore Bianchi produceva i suoi effetti. Così Vecchi, il monello della compagnia, mandato a Bari, ai Campionati dei Giovani Fascisti, vinceva i 400 metri stile libero battendo il « massimo * dei campionati e finiva secondo nei 100 metri, così, ai successivi Campionati nazionali assoluti a Roma, Ravera, Gambetta e lo stesso Vecchi conquistavano il titolo rispettivamente nei 200 metri stile libero juniores, nei 100 s.l. seniores e nei 100 sul dorso seniores, mentre le squadre allievi e seniores si affermavano onorevolmente nelle varie staffette e Dalmasso e Nicastro brillavano nelle prove dei tuffi. Una prova significativa, del resto, dell'ottimo comportamento dei nostri goliardi ai Campionati nazionali, era data dalla classifica generale jier società dei Campionati stessi che "vedeva il G.U.F. Torino nientemeno che al secondo posto, subito dopo la fortissima S.S. Lazio. Ai Giochi Partenopei, infine, magnifiche affermazioni coglievano Gambetta e Benuzzi II. A conclusione di una così lusinghiera annata sportiva 1 valorosi nuotatori dì Torino si attaccavano, in ottobre, nella nostra piscina coperta, ai «rècord1» nazionali delle staffette artistiche 3 per 100 e 3 per 50, riuscendo pienamente nel loro intento; nella prima, infatti, Vècchi, Benuzzi e Gambetta segnavano il tempo di 3'45"8/10 e nella seconda Vecchi, Benuzzi e Mari ottenevano quello di l'41"6/10. Allargare la propaganda Questo, il brillante bilancio tecnico e sportivo del Guf di Torino nell'anno XII, questa, la meravigliosa impresa compiuta dai nostri ragazzi in pochissimi mesi di dura e tenace preparazione. Ora il manipolo dei giovani nuotatori, seppur privato del suo miglior esponente, il diciannovenne Vecchi che è all'Accademia Militare di Modena, non dorme sugli allori conquistati, ma, guidato dagli indivisibili Cenni e Bianchi, si prepara silenziosamente a nuovi cimenti, primi fra tutti i Campionati piemontesi invernali, di prossima effettuazione. Gli elementi non mancano: Gambetta, Ravera, Piero Benuzzi (fratello di Felice, Gianni e Guido, altri tre ottimi nuotatori, tutti quattro «ranisti»), Cenni, Mari, Bertolucci, Tedeschi I e II, il sedicenne Burla, Ricolti, Jengo, per non dire che i migliori, son giovani sui quali il nostro glorioso Guf può legittimamente contare per la difesa del suo nome nelle competizioni avvenire La seconda « Leva », con i suoi più che 200 partecipanti, ha confermato che la passione del nuoto conquista nella nostra città masse sempre crescenti di proseliti ed ha un avvenire dinnanzi a sè. Il Guf, questa passione intende coltivare assiduamente, soprattutto fra gli studenti delle scuole medie, per mantenere e, se possibile, migliorare, le posizioni vittoriosamente raggiunte nell'anno XII. E negli altri campi? Bianchi, che oltre ad essere allenatore della squadra del Guf, cura pure i nuotatori (pochini, per ora) del Comando Federale dei Fasci Giovanili e del Dopolavoro Fiat, sta lavorando con quella passione che gli è caratteristica anche in questi due ultimi ambienti, ma il suo compito non è facile. Forse la passione per questo sanissimo sport (sport che, infine, a parte l'aspetto agonistico, ha un suo contenuto profondamente pratico che tutti dovrebbero comprendere) non è ancora abbastanza sentita; comunque la selezione è lenta perchè le adunate sono rare. Ora occorre che la situazione, nei riguardi dei Fasci Giovanili soprattutto, riserva inesauribile di energie e di entusiasmi, sia affrontata in pieno e risolta con rapidità di mezzi. I Giovani Fascisti torinesi devono giungere a fare quanto han fatto, nel loro ambito, i nuotatori del Guf. Aldo Marsengo cgmtsr9tnnddntstddfgFMgghllenElcGntnlsnlnsn6glA-l La squadra del G.U.F. di Torino. Da sin. a destra: l'allenatore Bianchi, Vecchi, Mari, Benuzzi II, Gambetta, Ravera VECCH. il miglior nuotatore torinese.