La Libia romana e italiana celebrata dall'Accademico di Francia Bertrand

La Libia romana e italiana celebrata dall'Accademico di Francia Bertrand Nel salone de "La Stampa,, La Libia romana e italiana celebrata dall'Accademico di Francia Bertrand Tripolitania', . dello scrit- Luigi Bertrand, Accademico di'gFrancia, ha iniziato ieri, nel salone de nLa stampa, il ciclo delle sue conferen- Tze m Italia, parlando su La. Libia ro- : '«urna e l'opera italiana in Tripolitania ve Cirenaica. La chiara fama dello scrit- gtore e l'interessante tema della confe- vrenài hanno richiamato nel vasto sa- dl0,ne ^ nostrn ««ornate gli uomini più {illustri e rappresentativi della nostra v una foiii di pubblico, tra W]™molte eleganti signor£ cne hanno sti-i Spato la bplla auia Le maggiori auto-' erità cittadine erano presenti: S. E. il prefetto Ciovara e la sua gentile algnora, S. E. Vallauri, vice-Presidente dell'Accademia d'Italia, il generale SEEfc comandanTelf^po ffÀrm^l fa e del comandante la Divisione, S. E. Bobba in rappresentanza di S. E. il primo Presidente, della Corte d'Appello, il Segretario Federale Piero Gazzotti, il mPreside della Provincia gTand'uff. Orazio Quaglia, il Podestà senatore Paolo Thaon di Revel, gli Accademici Farinelli e Jannacone, i senatori Di Rovasenda, Anselmi, Rebaudengo, Clan, Rubino, Tiscornia, Di Mirafiori e Fracassi, gli onorevoli Bardanzellu, Olivetti e Vezzant, il Rettore Magnifico dell'Università prof. Plvano, il console di Francia Destribats, il vice-console De la Croix, l'aw. Aroca, Procuratore del Re, l'ingegner Chcvalley e il conte Prunas Tola per la Sezione torinese del Comi- tatn Italia-Francia, il comm. Del Faoro, segretario generale, anche in rap presentanza del presidente senatore Borletto, il comm. Luciano Gennari, segretariogenerale onorario del^Gomitato France-Italie, il prof. Monnet Pres ■ dente onorario della «Alhance franga!- ™»' 11 generale Marietti, il generale Barbaro in rappresentanza dell Asso- ; eiezione Combattenti, il dottor Meda,; minicis, il comm. Ceragioh, il prof. Grassini, gli ingegneri Oaubrée, Gou long, Mazel e Charbonnet della *A1- Mance francaisc », il conte Cavalli d O- ■ «vela, l'ammiraglio di Sambuy, il ba-! rnne Casanai u °,archese Curi0i u mar. ; -^T;";Z Mo^sl T'^d"ùfl l cnese. Pallavicino mossi, u grana un.. , : Parvis e molte altre personalità del- rarte' della sclenza e del1 industria. i Avevano inviato la loro adesione i ; Borletti e Broglia, e I ■ ' La parola di S. E. Vallauri !senatori Agnelli, l'on. Mazzini. Gli ospiti sono stati ricevuti dal dot- i tor Signorotti, direttore de La Stampa, \ <-or oignoreuti, uucuw» ~"...>r-.- ! e dai membri del Comitato Italia- e oai mera». Francia. ; Appena l'oratore ha fatto il suo m- gressó nella sala, è stato salutato da una cordiale ovazione. S. E. Vallauri, l'insigne vice-Presidente dell'Accademia d'Italia, ha poi, con elevate parole, pre sentato il « collega » Bertrand, esaltan done l'alta competenza quale affrica] nista, il profondo sapere di archeologo, Hla chiara fama di scrittore, e rlcordan do recenti ed antiche memorie di co munita d'armi con la Francia. Dopo gli applausi che coronano il saluto dell'Accademico d'Italia all'Accademico di Francia, questi prende la: Darola per trattare, come annunziato, ' de La Libia romana e l'opera italiano' ae ■ u\""1 " 'y° in Trine-litania e Cirenaica. " , particolare al « giovine e veccnio ami-, U Luciano Gennari-, altrettanto noto benvoluto in Francia che in Italia; Luigi Bertrand esprime la sua con vinta e fervida ammirazione per l'Ita- »* mussoliniana. - .... un paese già „„ -fli0M,,0 rintrraziamentoi Premesso un caloioso aggraziamene agli organizzatori della riunione, e ini ™ -ticofare al * elevino e vecchio ami- tutto trasformato e vivificato da un soffio di giovinezza e d eroismo e che sotto la guida di un Uomo di genio, nel naufragio pressoché completo della no- stra vecchia civiltà, offre a tutti i po-; poli d'Europa e del mondo, insieme con ! l'unico mezzo di salvezza, un alto ideale ; di giustizia sociale e di rinnovamento; i un paese insomma, che, nell'ora pre- aent'e cosUtuisce uno de- più solidi ba- )uavdi oontro tutti i contagi e tutte le; aberrazioni antisociali e antiumane... ». Ma in particolare egli vuole esaltare, quella che a lui pare l'opera forse più • bella e più grande dai Cesari in qua, ! toriV^ < Tripolitania. ' [ I a rnlnnÌ77fl7Ìf)rlP italnna '] ua «'VlVilltiqtiuiic no «a : H Bertrand ha compiuto un viaggio in Libia; e riferisce le proprie impres- SteVsW^pr^ j disa<ri le disavventure, le peripezie, per ruY 0gni viaggio a/fricano offre sempre parecchie* incognite, quando non minacce. Egli ha trovato in Libia , città moderne, città sontuose, come .^?. »S S pialla colonia; ha trovato, nella nostra colo ]Tripoli e Bengasi, unaVete stradale, ammirevole per estensione e sistema- zione un'attrezzatura alberghiera, e ^li^iT^^L "SklSS aie agio di vita moderna: ... ... è una gioja ber me proclamarlo » — eeli esclama- P ■■\m?liviaggiato cosi con- cosi comodamente, in io non ho fortevolmente. nia mediterranea, sicurezza assoluta, ' comodità d'ogni genere, ogni conforto ' -•■-■■> •-■ - paese coloniale, come nella vostra Libia , italiana e romana... ». Egli — e con ra- ione, — sotto certi aspetti, preferisce tengasi a Tripoli, riconoscendo nella un ca7atterè'dTelevatO di no-IBengasi città nuova tono estetico, e al tempo stesso biltà severa e dominatrice — Ag- una lièta sororesa a «tata t»er » fc™to*'Francese Tarile-giunge: — «Non c'è niente di simile nè in Tripolitania, nè in Algeria nè in Tunisia. E, ciò è fatto di un niente:' ''.noe semplicissime, proporzioni indo- vle'" grange scrittore france vante e fortunato sviluppo agricolo della colonia, con frutti cospicui, e le {nienti e promettenti industrie E le vigne, e i vini, eh egli ha gustato a ™W e a Bengasi?*... Col.., dopo SSSgL'f^L-E?»0! ■? V*0?hi? ."W e,len,co. e ornano e ritornato trionfai-mente in terra d'Islam... *. E gli alle- vamenti di bovini, per cui ha gustato burro e formaggi che gli facevano pen- sare la Normandia. Ma ciò esce, dichiara l'oratore, dalle che volta e il pedante, 1 erudito senz'a-, n ima, senza vivificazioni, che in loro; prevale; ™ n,„>=tn a«,-,i„ta™™f„ „„„ iprattutto con gli occhi e con la pas-1 sione dell'archeologo e dell'artista, (Non sempre gli archeologi sono anche, sanno anche essere artisti; qua! ma questo assolutamente non Iì U c*so di Luigi Bertrand, artista vi-l Drftnte p snnisit-o mn» Hi nn»tn mi. ! brante e squisito, cuore di poeta, eul tore del be]lo colmo di ser,sibilita| e che dispone di eccezionali, preziose ed eloquentissime facoltà espressive: let- teràto e scrittore di classica maestria, | potentemente persuasivo, e di raffinata, eleganza, composto e avvincente. Un PPAla.fiipi,?nteÀ-Jc.°n.ocslli„e Pa-!si0,nel no^tra^a? fenica" greca, rorrtana.^ bisantina, araba, ita- i e---°. m.«»»...»to, «"«"», I liana; soprattutto romana e italiana, ge d(jUa Libia italjana dl questa dw_ tf, egli ha celebrato l'elogio nella pri-, ma parte dol]a sua orazione; adesso iegli passa a trattare della Libia romana. La civiltà di Roma Entriamo così nel campo di specifica competenza dell'oratore;"il quale non ha bisogno di ricordare al pubblico, che l'ha ben presente la sua superba opera illustrativa dell Affrica romana, cui egli ha oramai dedicato oltre un trentennio di geniale e fruttifera atti- vità. Ma egli desidera precisai e alcuni punti, mettere in rilievo alcune osser- vazioni capitali; e tra l'altro che, dopo l'Egitto, la Grecia e Roma — Roma 'soprattutto — hanno ridestato alla civiltà quest'Affrica settentaona- :_,,.„_, r,ni rinirTsiam semitico dnno <?0dK . te alla conquista islamica," l'Affrica set- tentrionale . » non ha ■ ... cessato di nv*" « " , tma; _ che, anche posteriormen vivere su questo vecchio residuo di ci- viltà, che issa ha comune con noi... ». Il Bertrand rievoca la commozione che suscitava in lui il nome solo di Ci- rene, sonante nell'ode trionfale di Pin- darò; e quella fonte d'Apollo, di cui Cirene si gloriava, fonte miracolosa attorno a cui si raccoglievano a mi- gliaia e migliaia i pellegrini. Ora, « ... io voleva vedere se la fonte d'Apollo sgorgava tuttora, e se il dolce giardino d'Afrodite — come dice il vecchio poe- ta — era tuttora fiorente... *. Cosi, pellegrino del ventesimo seco- lo, egli è tornato laggiù. Per tutto il paese, laggiù, si moltiplicano le me- morie monumentali di Roma. Ma que- ste assurgono a spettacolosa imponen- za nei tre centri di Sabratha, di Leptis Magna, di Cirene A questi special- ^ ce tesori di architetture e di figura- zioni artistiche, ricostruendo, con amo- rosa Pel'izia- dai ruderi confusamente sepolti, i maestosi monumenti. A Sa- bratha. templi, una basilica giudizia- ria, indi trasformata.dai «santini in il teatro. Nella parola del Bertrand, nitida e suggestiva, si avvivano le descrizioni eli queste città rinascenti dal sepolcro di terra e di sabbia, dall'abbandono e ^Ì^^j^^,*^Ai terra e di sabbia, dall'abbandono dall'oblio uHramillenario. E acquista il più meritato risalto 1 opera dei nostri archeologi, intenti a ridonare alla no-istrà ammiratone, al nostro commossoMa- tanta sovranità d'arte. E Leptis possibile lustro e splendore, creandola una delle più doviziose e stupende città dell'Impero, emula di Cartagine, di A- lessandria, di Antiochia. La meraviglio- gna, cui il nativo Settimio Severo, l'im- P«atore *fJ^f "°««i^nrt^fr*. r^andSa - " 1 1 sa basilica, risuscitata dalle sabbie che g'a l'avevano ricoperta, una delle più Fa«?di' f°/s anche la P»^ grande di tut- ' ^m?,^fS^^?r^»n la pomposa iscrizione, scolpita a lette- Ire cubitali nel bianco marmo, esalta la gloria dell'Imperatore Augusto, Cesa re Lucio Settimio Severo, vincitore degli Arabi, dei Parti, dei Bretoni... I Se Leptis è imperiale e romana. Ciirene è greca. ■■: ... Ed è ciò che costituisce la sua grande attrattiva e la sua incomparabile originalità, in quest'Ai frica settentrionale dove tutto era di- ventato romano, dove le vestigia an- tiche dell'ellenismo eran quasi sparite 'sotto l'impronta romana... >. Memore di Pindaro, il Bertrand scioglie anche ini il suo ir.no a. Cirene, ora che. si edissetato alla fonte d'Apollo, ora che ha 'veduto rifiorire, intorno alla fonte, il favoloso giardino d'Afrodite. Poi. l'inno s'intona al ritorno di Ro- ma nell'Affrica del suo impero. E l'Ac- cademico di Francia conclude: v... Og- gi, ecco, la nuova Italia ha ripreso lo- r/nS una d^fg^pr^ eie perdute dalla latinità.' Noi, che sia- mo con lei i continuatori dell'Impero, noi non possiamo che salutare gioio- samente questo ritorno in Affrica delle "S^fendWto e^iscteante «escono di Luigi Bertrand, interrotto spesso da- gli applausi del pubblico, che gremiva la. sala, sottolineato spesso da manife- !sti consensi, è coronato alla fine da una lunga e ripetuta ovazione Autorità e personalità si stringono intorno all'ora- raztò^e^e^a^Su'd^ tuale godimento, suscitato dalla sua eletta e ammalipnte parola.