Gli annunziati documenti jugoslavi

Gli annunziati documenti jugoslavi Gli annunziati documenti jugoslavi verranno presentati domani a Ginevra Ginevra, 26 mattino. Ieri una calma assoluta è regnata a Ginevra sia per la giornata festiva che per il fatto che ogni discussione è sospesa fino al 3 dicembre, data di apertura della sessione straordinaria del Consiglio, all'ordine del giorno della quale figura da ieri, con la questione della Sarre, l'esame delle accuse mosse dalla Jugoslavia all'Ungheria a proposito del regicidio di Marsiglia. Il voluminoso incartamento contenente le pretese prove raccolte dalle autorità jugoslave nel corso degli interrogatori di Polizia Bvolti in queste ultime settimane sarà presentato alla Società delle Nazioni martedì venturo. Si registrano frattanto diverse partenze da Ginevra, particolarmente nel gruppo della Piccola Intesa. Così sono partiti Titulescu, diretto alla volta di Parigi col delegato turco Tewfik Rudschi bey; mentre Jeftic ha rimandato la sua partenza fino al momento della presentazione del documento jugoslavo. Vivo compiacimento in Ungheria per l'atteggiamento dell'Italia Vienna, 26 mattino. L'Agenzia ufficiale ungherese comunica che la nota con la quale l'Ungheria ha chiesto alla Società delle Nazioni di iscrivere immediatamente all'ordine del giorno della prossima sessione straordinaria del Consiglio l'attentato di Marsiglia, riscuote il plauso unanime della stampa ungherese. Il « Pester Lloyd » dice che l'opinione pubblica dell'Ungheria saluta il passo compiuto a Ginevra dal Governo e condivide pienamente il desiderio che la questione sollevata dalla Jugoslavia venga discussa senz' altro. Il giornale nota inoltre che nella maggior parte dell'opinione mondiale si forma il convincimento che il metodo scelto dalla Jugoslavia urti contro l'idea della Società delle Nazioni e specialmente contro lo spirito dell'art. 11 del Patto. Questo punto di vista è sostenuto specialmente dalla stampa italiana ed inglese. Il « Magyarorszag », sotto il titolo « Due buoni amici » scrive, riferendosi al discorso di Schuschnigg alla Conferenza economica paneuropea: « Il discorso del Cancelliere ed il gesto deciso con cui l'Italia, come risulta dalla sua stampa, si è posta a fianco dell'Ungheria calunniata, saranno indimenticabili per la Nazione del Trianon. I nostri due amici non hanno esitato rè atteso che l'Inghilterra benevolmente neutrale creasse una atmosfera più favorevole e si sono schierati a nostro fianco subito e nel momento necessario ». Il « Viener Neuichkeits Welt Blatt » in un articolo editoriale in cui tratta della politica italiana continentale, scrive: « Mussolini, il Duce, che dà forma e nome alla nuova Italia, è l'Uomo delle grandi concezioni e dalle rapide benché meditate azioni. Tali elementi personali caratterizzano anche la Sua politica che non si esaurisce nei noti grandiosi compiti interni, ma che si estende coscientemente ad ima politica continentale, come si addice ad una grande Potenza europea. Mussolini persegue però, nella sua politica europea, a differenza — ed anzi si potrebbe dire con int.en zionale differenziazione tilStcmsadrcpmilmanmcrmSmbfcloqzccclefteicvCtttdtlzcpdtmbLclrnstradizionale politica di intese e blocchi delle altre grandi Potenze, la più agevole politica degli avvicinamenti culturali, della collaborazione economica e della giusta comunione di interessi », Il giornale illustra quindi i patti romani, che, dice, si basano su tali principia Esso li definisce un invito permanente a tutti gli Stati di Europa per la ricerca di una intesa sulla base della già sperimentata collaborazione tra l'Italia, l'Austria e l'Ungheria. Il carattere di tale invito è stato sottolineato in modo particolare, nel recente incontro di Roma, dal fatto che l'Italia ha lasciato in certo modo la precedenza all'Austria con la motivazione che sia di spettanza della storica missione austriaca l'opera di mediazione e che tale opera debba essere resa di nuovo possibile all'Austria. I prossimi viaggi del Cancelliere austriaco in alcune capitali europee, viaggi la cui data non è ancora fissata, seguiranno quindi in funzione di questa particolare missione austriaca. Roma attende che l'Austria possa agire come la migliore mediatrice per persuadere tutti gli Stati europei della necessità di un più ampio fronte della cultura e del modo di vivere europei. Il giornale continua affermando che l'Italia vuole togliere ogni squalifica pregiudiziale per dati Stati, riconosce 11 diritto germanico alla eguaglianza e dimostra inoltre, con il suo atteggiamento nella questione della Sarre — informato solamente a spirito di giustizia — che essa non vuole che il popolo tedesco, amareggiato, provochi da sè il suo isolamento. L' articolo conclude affermando che la politica culturale di Roma — che corrisponde alla gloriosa storia del mondo culturale latino — ha dei lineamenti cosi chiari e decisi che, nel suo spirito, deve poter venire liquidato anche il conflitto derivante dall'attentato di Marsiglia. In particolare, l'amicizia italo-austro-ungherese si potrà dimostrare per la prima volta in occasione di tale conflitto. della solita I L'atteggiamento tedesco di fronte al fuoruscitismo Berlino, 26 mattino. Alfredo Rosenberg si occupa in un notevole articolo del « Voelkischer Beo batchter » della questione del fuoruscitismo a proposito delia nota jugoslava alla Società delle Nazioni per il delitto di Marsiglia. « Il principio di un diritto di asilo politico — dice Rosenberg — in questi ultimi decenni ebbe una validità illimitata in quasi tutti gli Stati d'Europa. Se i fuggiaschi politici non ledevano le leggi del paese del quale diventavano ospiti, non si sono fatte difficol tà al loro soggiorno. Il solo fatto che il fuoruscitismo politico viva in un dato Stato e forse anche eserciti una segreta attività politica, ciò non significa ancora che quel dato Stato immediatamente favorisca o perfino organizzi l'assassinio politico. « Sarà probabilmente necessario — aggiunge poi lo scrittore — data l'odierna situazione politica, di sottoporre il diritto di asilo a nuovi criteri poiché il fuoruscitismo è ormai in tante parti diventato straordinariamente numeroso e costituisce non soltanto per il paese ma per tutti un incentivo all'eccitazione della opinione pubblica mondiale che in nessun modo appare atta allo sviluppo delle buone relazioni. Appunto la Germania avrebbe ogni motivo di essere soddisfatta se in quel campo si prendessero delle misure rigorose. Ciò che il fuoruscitismo si permette sotto la protezione di determinati Stati contro la Germania sorpassa a mano a mano la misura dell'ammissibile e minaccia di distruzione tutte le forme politiche nelle quali la vita sociale d'Europa deve svolgersi. Perciò la Germania saluta con soddisfazione ogni occasione adatta a creare nella questione del fuoruscitismo una situazione di cose pacifica, ben consapevole come essa è del fatto che lo stato di cose creato nel 1919 a Versaglia ha contribuito a introdurre in Europa non la pace ma. una maggiore inquietudine e una maggiore divisione ». In seguito ai commenti della stampa francese alle dichiarazioni fatte recentemente dal Cancelliere al capo degli ex-Combattenti francesi, Goy, circa la intesa franco-tedesca, commenti che accusavano fra l'altro di insincerità la volontà di conciliazione espressa dal Cancelliere, adducendo a prova il fatto che la conversazione non aveva avuto pubblicazione in Germania, la radio tedesca ha ora comunicato al pubblico del Reich l'intervista nella sua integrità. La comunicazione radio mette in rilievo i punti principali della conversazione che consistono nelle seguenti dichiarazioni : 1 ) che la Germania non pensa minimamente a ricorrere ad atti di violenza a proposito della Sarre. Hitler dichiara formalmente che la Germania si inchinerà al risultato del plebiscito qualunque esso sia per essere, La Germania non pensa a conquiste di chilometri quadrati di territorio; 2) se la Francia e la Germania si intenderanno, tutti i popoli del mondo trarranno un sospiro di sollievo, e la situazione economica d'Europa si solleverà di colpo. Dipende dai due popoli che questo sogno diventi realtà. a a e e e e n n i o e a e e — a e e l o o a e Retate di " terroristi „ compiute dalla Polizia in Jugoslavia Belgrado, 26 mattino. Nelle retate di « terroristi » eseguite dalla Polizia in tutta la Jugoslavia in questi ultimi giorni si trova il noto fisiologo prof. Ante Kaschich, arrestato a Sebenico. Il Kaschich venne tradotto nelle carceri di Belgrado giovedì scorso e da allora viene sottoposto a stringenti interrogatori. Egli è stato arrestato in seguito all'imputazione elevata contro di lui dalla Polizia di aver fatto da intermediario tra i « terroristi » interni e quelli residenti all'estero, fra cui il Pavelic e i fuorusciti « ustasi » a Berlino. Il Kaschich ha cinquant'anni ed è croato. Egli era molto ricercato dalla I clientela straniera, segnatamente da in- n a ti anl glesi e americani che dimorano nelle case di salute della Dalmazia. I giornali di Belgrado affermano che la Polizia si attende « importanti rivelazioni » dagli interrogatori del Kaschich. A Serajevo la Polizia ha tratto in arresto una quindicina di persone sotto l'imputazione di favoreggiamento per aver dato, cioè, alloggio e viveri al « terrorista » Gruijch componente della banda degli « ustasi » e membro per qualche tempo della colonia di « terroristi » jugoslavi nel campo di Janka Pustza. Jugoslavi espulsi dalla Francia e respinti alla frontiera spagnola Parigi, 26 mattino. Quattordici jugoslavi appartenenti a organizzazioni politiche del loro Paese, espulsi dalla Francia e partiti da Parigi per la Spagna, sono stati respinti a Port Bon dalle autorità spagnole che hanno loro vietato l'ingresso in quella Nazione. Gli jugoslavi sono tuttora a Chérbère sotto la sorveglianza della Polizia in attesa che una decisione venga presa a loro riguardo. Si dice che la loro espulsione verrà revocata, ma nes suna conferma ufficiale è stata loro no tifìcata, FivrtcsnsmgmmMustafà Kemal cambia il nome in quello di Ghazi Kemal Ataturk Ankara, 26 mattino. Da oggi per forza di una legge della assemblea nazionale di Angora, Mustafà Kemal ha cambiato nome. Con questa legge si è voluto creare un autore vote esempio, giacché dal l.o del pros Simo gennaio tutti i cittadini turchi do vranno aver scelto per se stessi un cognome e rinunziare a designarsi secondo la tradizione che era fonte di innumerevoli equivoci. Il dittatore turco è stato denominato dal Parlamento Ghazi Kemal Ataturk che significa Kemal Salvatore e padre dei turchi. Immediatamente lo stesso Kemal ha scelto un cognome per il suo primo Ministro Ismet Pascià il quale d'ora in poi non sarà più pascià perchè il titolo è stato abolito ma si chiamerà Ismqt Inumi, dalla battaglia di Inumi che egli vinse, Analogamente è stato deciso anche per gli altri membri del Gabinetto. Il rimanente dei turchi, se non l'hanno ancora fatto, dovranno affrettarsi a trovare un .nome. Il Governo ha compilato una lista di cognomi tutti in pura lingua turca giacché l'intento di Kemal non è solo di ravvivare con la sua disposizione il senso della famiglia, ma anche il patriottismo dei turchi. Chi ha nome di origine straniera farà bene a cambiarlo. Deve chiudersi per sempre l'èra durante la quale il più onesto e galantuomo delle decine di migliaia di Mustafà o Mohmed o Hamed spesso veniva citato in Tribunale a rispondere di delitti commessi da qualcuno delle migliaia dei suol omonimi.