Perchè Lavai è tornato a Parigi

Perchè Lavai è tornato a Parigi Perchè Lavai è tornato a Parigi gParigi, 22 notte. j Lavai è tornato a Parigi nel pomeriggio di oggi per restarvi sino a domenica. Udiciosamente questo ritorno del ministro degli Esteri viene interpretato come una conse- guenza del suo colloquio di ieri con Litvinol'f e delle insistenze di que- st'ultimo affinchè la Francia non so- prassieda più oltre alla spedizione sdella propria nota di risposta a Var- savia intorno al Patto orientale.1 Pare infatti che tanto i circoli rus-, si quanto quelli francesi della Lega ] dcllc Nazioni siano stati sfavorevol- ! mente impressionati dell'assenza di | rBeclc da Ginevra durante la com-] memorazione di Barthou e di Re iAlessandro e ne abbiano dedotto che'importa riprendere al più presto la : azione diplomatica a Varsavia se non si vuol vedere il maresciallo Pilsudski legarsi mani e piedi alla Germania. Lavai sarebbe quindi tor-1 nato a Parigi per dare l'ultima ma- no e appórre la firma al documento che dovrà essere trasmesso al Go-1 verno polacco al principio della : prossima settimana. Nella realtà !delle cose tuttavia qui si inclina a ritenere che la ragione del suo viaggio non sia soltanto questa ma vada cercata sopra tutto nel desiderio di non trovarsi a Ginevra al momento della presentazione della nota .iugoslava sull'attentato di Marsiglia. Come è noto, il ministro degli Esteri francese ha fatto del proprio meglio durante il suo breve sog-1 giorno a Ginevra per conciliare i ' doveri morali dell'alleanza francojugoslava con le responsabilità della politica europea della Francia convincendo Jeftic ad attenuare nella misura del possibile i termini del suo documento senza tuttavia dar gli l'impressione che in un'ora così delicata n Governo di Parigi voglia lasciarlo solo, tJuesl opera ai per- suasione amichevole non e procedu- ta senza difficoltà. Lavai, in ogni caso, non è riuscito ad evitare che il collega jugoslavo mettesse in causa direttamente l'Ungheria e ha dovuto accontentarsi di vederlo rinunziare a menzionare specificatamente il Governo di Budapest limitandosi a parlare di ambienti ungheresi che potrebbero anche essere ambienti non ufficiali In tali circostanze pre- mendo sopra tutlo al Capo del Guai d'Orsav a che nè il Governo ungile- rese ne quello italiano possano rim- proverar^li di essersi ufficialmente associato al passo jugoslavo e"li ha preferito assentarsi durante l'esecu- ziono del medesimo tanto per ren- dcre più evidente che la domanda fatta alla Lega delle Nazioni è una,domanda della Piccola Intesa e non una domanda della Francia, sebbene! anche la Francia sia stata grave-' mente colpita a Marsiglia nella per- sona del proprio Ministro degli Este- ri. L'astensione della Francia, nono stante il proprio lutto, è parsa in- somma il ripiego migliore per far • ; contrappeso alla gravità delle recri • - ----- «inazioni di Belgrado ed evitare,.ehé esse assumano un carattere aliar-.mante. Il senso della mossa è stato d'altronde confermato dal fatto che anche l'Intesa balcanica ha rifiutato di associarsi al passo della ^Questa prudenza francese offre naturalmente alla stampa sciovini- sia tìarieinn il nretesto ner attac- care^avlì leriventìbr^ilSÌ'JB3£»tde Parte che aannetto delle sue sa aispeuo aeue bue buone parole, egli ha tenuto a ser- bare l'atteggiamento dello spettato- re », cosa che non gli farà certo fare una'buona figura nei Balcani. Ma la grande maggioranza dell op mone approva incondizionatamente il Mi- approva incondizionatamente il Mi- nutro degli Esteri e il Tcmps da il buon esempio evitando d; occuparsi della questione nei propri, editoriali affinchè la risonanza dell ayvenimen- to ginevrino non superi 1 limiti det- tati dal buon sensoe dalla coscien- 7n rlpll'interesse srenerale La nt^S che Incontra o"^ maggi^rcVedl?o\paVgTèche%0'a^ cordo con la Jugoslavia, la quale, rl'nllra nartP doveva mire accordare Ì^*SkÈZ!VìSS?^. l'opinionc pubblica interna, la Lega delle Nazioni riminderà là discus- ' cf„l„ S , = Sl aenso della tó^fl^ffi^^SS SS^SMin^i^ fP^H^lì^SP Provviden- Stamane manto una riunione del o-rnnnn rarliralp qnrialista è stata S FPn-J: „ui *SS?,^f jSlif&rf consacrata alle questioni militari. ;j. ^^°i-,^°TSafprin^r^ di una politica ai materiale pei evi- tare un prolungamento del servizio militare, ha protestato contro il fat- to che i crediti per il materiale che erano di seicento milioni sono stati _„ j,.nnn»<n m:i;n»; Pniton,n ridotti a duecento milioni soltanto, mentre i crediti degli effettivi sono stati aumentati. Si teme che dopo approvato il bilancio si tacciano loro votare con crediti supplementari i quattrocento milioni che sono stati diminuiti per il materiale. L'on. Pii- chard è stato designato per reclama-re il ristabilimento dei crediti rela- tivi al materiale. 11 gruppo ha desi-gnato pure una delegazione che sireeherà dal Presidente del Consiglioe dal Ministro della Guerra per chie-dere il ristabilimento di quei crediti, per insistere affinchè tutti i crediti militari figurino nel bilancio e infine S'^UftWStì'^pHSdeT^^oMiche la minoranza che si eleverebbe contro questa misura. Per contro la maggioranza del gruppo, forse con qualche difficoltà, seguirebbe il Governo in quella via. C. P.

Persone citate: Pilsudski