Insegnamenti di Londra

Insegnamenti di Londra "opo Italia. - Inghilterra. Insegnamenti di Londra Coloro fra i compatrioti nostri chc\passistevano per la prima volta ad unìpincontro calcistico su suolo brilan-ìcmeo, ebbero certamente un tuffo al\matore allo spettacolo che sì offerse\ìcagli occhi loro nel primo quarto d'ora-cdella gara di Highbury. A parte il,pfatto che il risultato accennava a ìsprendere una piega disastrosa pcr\ gli italiani, era il giuoco degli ìnglc- qsi che sbigottiva. E' la stessa ìm-l cpressione di sgomento che getta nel-,sl'animo dell'appassionalo ' contincn-Ystale il professionista britannico. la [aprima volto che lo si vede all'operai nell'ambiente suo. \zL'effctto è identico per tulli. Una rimpressione veramente grande. Parc'd— secondo questa impressione —{gche l'inglese possegga lui solo la ca-\apacità e l'arie d'intuire, di scattare,\adi correre, di saltare, di calciare, di\sragionare mentre, opera. Quel modoìlaparticalarc di scattare che fa appa-\ vrir Vuotilo come proiettalo da unaìrmolla e gli fa coprire i primi cinqueUno sei metri ad una velocità straordi-lilnòria, quell'atteggiamento caratteri-idsfico delle gambe leggermente ricur-ìela, quella capacità di eseguire passaggi da un lato all'altro del campo colla precisione del centimetro, quel ltmodo di smorzare con un tocco solo Upalloni fortissimi giungenti da ogni altezza e da ogni direzione, lasciano una impressione indelebile. La formidabile vigoria della carica, poi, fa rimanere addirittura'di stucco. ncrlrmnCi si ferma a pensare di front (T'adì™uno spettacolo simile, ed il pensiero ricorre subito irresistibilmente Il vero giuoco inglese d' ul f\rconfronto, atta possibilità dei calcia-\stori continentali in genere c nostri 'in specie di far fronte a tali metodi ied a tanta robustezza. Ci sì pensai0tanto, che toma logico lo scrupolo \'se sia prudente che, prima di una «gara contro di essi, i giuocatori no-]'1?slri vadano a veder gli inglesi (tifo-[fpera, l'ini contro l'altro scagliali, [rA'Londra, questa volta, trionfò il sprincipio di'lasciar che i 'giuooatori\tnostri vedessero chiaro nelle cose, il \mprincipio di dir la verità. insomma.\mTanto gli uomini nostri non sono de-\ gli aridi né dri/li impressionabili. Meazza e Ferrari furono spediti a' Derby al sabato, per studiare i loro ndiretti oppositori, centro mediano e'.tpterzino destro. Videro segnare un punto con una carica così spettacolosa, che palla, portiere e centro avanti finirono tutti in rete intontiti. A Tottenham, Monzeglio, Ferraris e compagni videro contatti fra uomo e uomo da far sprigionare scintille. Qualcuno si grattò la pera, altri si fregò le mani: imttlvcmntutti ritornarono dallo spettacolo\Sistruiti. tgMercoledì a Highbury, il vero e\vcaratteristico giuoco inglese si sca tenò al calcio d'invio ed infuriò per lina ventina di minuti. Una vera bufera, una cosa terribile. Vi era una squadra sola in campo. La palla era sempre agli inglesi, l'iniziativa era tutta inglese, il giuoco tutto inglese. Mancava di squadra Monti. Effettivamente egli mancò fin dall'inizio: ebbe tempo di tentar un allungo, subito intercettato, ad Orsi, e di intercettare 1111 passaggio al centro, e poi, nelle vicinanze della nostra area di rigore ricevette il colpo che lo mise fuori di combattimento. Siamo dei- qmtstmtanolcnl'opinione che, con Monti presente, tgli inglesi avrebbero segnato ugual-\smente in quel drammatico pcriodo'niniziale del. giuoco, ma non nella mi-\lsura in cui la cosa avvenne. Basta Lpensare al fatto che, non appena la {snostra difesa si potè riorgunizzarejtgli inglesi non passarono più, e elicliallorquando l'ordine e la fcrmczzuìlritornarono definitivamente in c.ssuMil meccanismo dei nostri avversari si\ainceppo del tutto. _ \satteggiamenti s[pVuol dire che esistono armi, modi e vie per fronteggiare con successo la situazione tecnica e tattica determinala dai modem britannici. L'inylesc, esaminato sulla prova'jdi Highbury, è e rimane calciatore ldi levatura supcriore. Sovrasta di un igradino il suo collcgu del continen-\tte, a qualunque nazione questuiti-\nmo appartenga. Quanto sopra, ben,Fs'intende, in linea generate, e con'riferimento a dicci sole delle undiciìsposizioni del giuoco, eccezione, cioè,' per la posizione del portiere. La sua gpadronanza della palla ■— di destro scome di sinistro, di testa come di'petto — è meravigliosa. L'i sua te-'nata fisica è eccezionale: essa costi- tuisce nel periodo attuale la vera bo- se della sua superiorità. Tira i no-, vanta minuti a velocità pazzesca, re- siflendo nel eorso f/; essi al marte!- nsisicnao net corso a. essi ut inai tei lamento di colpi tanto violenti da pa- rer fatti apposta per fiaccare le cner- gìe. Ma quando si è detto questo sì è detto, non tutto, ma ciitasi tutto'di lui. Risultato giusto Negli atteggiamenti suoi individua-'li ed in quelli te all'aitivi a^la Germania;o'^ colleglli scandinavi, certamente. Si riijcie E' uniforme unilaterale Lo si imo enS Irevedere in-^t?^»^J^^'J^d^^^l^\tuire, quando lo Si e studiato cristo,all'opera per mezz'ora, e, quindi, fermare, bloccare, neutralizzare. 1 giocatori che rappresentano i colori d'Italia non sono affatto gli ultimi venuti in tema di intelligenza e di comprensione delle difficoltà e di chi le crea. Mercoledì a Londra, pur sballottati malamente di qua e di là, come erano nel periodo iniziale, dall'imperversare della bufera scatenata dall'offensiva avversaria, ragionarono, compresero, ed operarono con criterio. E le conseguenze. non sì fecero attendere: con tutta la loro classe, con tutta la loro velocitàe vigorìa, gli inglesi si trovarono ad^un certo punto arginati — -, - - - _j_ . , fÌSa0 ìefZlW^ S,^iS^dS£™;ed ancora su veramente pericoloso: ~ un errore d'intesa dei difensori nò-cstri. In quel medesimo secondo tem- po .invece, gli azzurri segnarono due punti, e, se avessero tenuto gli occhi aperti e non fossero ad un certo momcnto apparsi quasi increduli delìc possibilità clic lo sviluppo del giuoco veniva loro offrendo, avrebbero potuto far tesoro di due altre occasìoni di spedire il pallone in réte, Se questo fosse successo, se, cioè, queste occasioni fossero state rae colte, l'esito della partita sarebbe|sstato ingiusto. Anche nel caso rie/[csolo pareggio. Occorre onestamente]0rngstsdèvrdI etnrimirata di tnner funeri, I fnosiutio ai sapei supeia^]slammétterlo Rimane, però, il fallo che gli azzurri han mostrato di saper supera- re c quindi di poter battere i cosicidctti -maestri dell'arte del calcio in genialità, in intelligenza, in varietà ai tono, nello spirito di adattabilità alle circostanze. Che cosa sarebbe successo agli inglesi, se, invertendo la situazione, essi, invece dei loro avversar i, si fossero trovati a giuocarein ambiente sconosciuto, a'lottare Un dicci nomini, ad aver sulle spalle il peso di tre punti dopo un quarto d'ora di combattimento? Avrebbero'ressi trovato moralmente e material-]<BnApdcrtmdlo, per colmare il distacco? Con tutta, fermezza, noi riteniamo di no. Bisogna aver provato a trovarsi Un quella situazione. Quei tre palio ni pesavano che pareva dovessero accasciare. Pareva non dovessero essere che un'avanguardia. Offuscavano l'orizzonte. E, per di più, Monti non ricompariva. Quando i giuocatori, al momento della ripresa, rientrarono nello spogliatoio, il nostro centro ™?'''.1"10. S"'« ,w eruttato evacuato, rndestinazione una clinica. Trovar la mu- forza per reagire, trovarla nei r seolie nello spirito, questo fu il mi 'f'™ 7!» !.~aS::nrri' '""r'?9'° P^M"|ti,(']'c della razza, occorre dire. Mira- t00'0 conscguente al clima spirituale -TJtcp'n si rive ora 111 Italia : clima che «e»'** ti senso della responsabilità '1?1 <*(1 combatte, che da fede, che conferisce vigor damino, che stimola la reazione, che trae dal cuore, dallo\pspirito e dal corpo tutte le doti, (ut- dte le risorse, tutte le capacità c/iejlmadre natura li a in essi riposte, elima> insomma, fascista. p„r i„ causa Hanno un bel dire gli inglesi, che Mscanoi più di tutti, ed al nostro segui tp qualcun altro, quando siamo in un incontro internazionale ci trasformiamo, sembriamo degli ispirati, lottiamo come se si trattasse della vita. Noi sentiamo la causa, questa è la verità. Come in casa daremmo la vita per l'onor della famiglia nostra, così nelle gare internazionali vediamo il buon nome, la riputazione, l'onor della Patria nostra da difendere Sì, sì fanno e si lasciano ispirare i giuocatori nostri, prima di una pro- va di responsabilità, dal pensiero di quanto li può guidare e dar gioia, la madre, la sposa, la famiglia, la città natia, la Patria. Ne son prova positiva le comunicazioni telefoniche e telegrafiche che circondano l'avvenimento. Ne sono prova, la cura e l'attenzione che occorre usare attorno ai giuocatori per tener da essi lontani fatti o notizie che li possano preoccupare od accasciare. esctsdcdlrsvmtgE' gente sensibile, che chiama al\slavoro il sentimento e l'impulso Diversa è la concezione inglese, che considera il risultato degli avvenimenti sportivi come cosa non aven- dm te valore assoluto, trascendentale, soverchiante ogni altra considcrazio-1ne od argomento. Diceva un gioriia- nlc inglese alla vigilia dell'incontro di Londra: «Se gli italiani saranno schiacciali sotto una valanga dipun- ti, come noi riteniamo e speriamo, i'Italia intera andrà in lutto. Quan-,li di noi viceversa non dormirebberoìMa notte seguente alla gara, se per'avvent,,ra dovessimo pèrdere? Nes- suno /orse». Proprio cosi. Ti; !' „,„,,: ;„ ,„„„„ bll azzurri,, in Campo Fu ventura che la struttura della squadra presentata a Londra abbia \ permesso gli spostamenti atti a con jinuar la lotta dopo l'incidente al l'uomo ricoprente la posizione pitti importante. Coi movimenti automa-] ticamente fatti la linea mediana, per-\ no dell'unità, resse, magnificamente.,| Ferraris si trovò presto a suo agio1 nel posto in cui. già tanto si era dì-\ ìstinto in passato, e Serantoni si con-\ verlì in 1111 mediano tenace, duro, an-\ goloso, deciso. Bertolini, da parte] sua, tenne benissimo a freno l'ala 'destra Matthcns. La seconda e lai 'terza linea nostra non regalarono] nulla a nessuno, particolarmente nel secondo tempo. ! , La prima linea fu la sacrificata, li suo giuoco vero non lo potè mai svol-, nere Oliando Ferrar, cerniva l',il--gite, yuanao terrari cercava '«'- tra mezzala per 1 impostazione dir di una di ciucile azioni che potevano] trar fuori di posizione il. centro »»e-|'diano e qualche altro difensore av- versario, non lo trovava. La sua via classica non lo potè infilare. Ed allora andò coraggiosamente allo sba i j!'TSt^USS^ILSBf^leJJ™£ll° Ie! V^'J f'L' u. +7?Z „'J.£\ lro mediano tenne la testa a posto in Utìe Periodo: un magnifico atleta,^\9HeBto Barker. Meazza che giuoco ,^ hlipllinp„„„ v}„xM „„,.A „",.,„„_ e , presse venir aijronnut ^ volta, 1 nostri giuoca ^ro un vantaggio enorr con intelligenza, riuscì però a sfug gire alla sua sorveglianza hi più diima occasione. ,.L'intera squadra inglese calo di tono coli'approssimarsi della fine, Partì a sessanta all'ora: terminò atrenta. La difficoltà di affrontare gli in- glesi in casa loro andava conosciutasoltanto a mezzo di esperienza. Questa esperienza è stata fatta a mezzo di una sconfitta che ha il colore di una vittoria. Se la stessa difficoltà dovesse venir affrontata una secontori trarrebbe dal ripercorrere la via ora percorsa. Per ora ;«»» abnegarne, un coraggio ed un valore che ha commosso il mondocistico intero Vittorio Pozzo