Due giocatori sostituiti nella squadra inglese

Due giocatori sostituiti nella squadra inglese A ventiquattro ore dall'incontro di Highbury Due giocatori sostituiti nella squadra inglese Il terzino Male dell'Arsenal al posto di Cooper Hunt sarà il nuovo centravanti in luoiro di Tilson E' possibile 11 miracolo? Londra, 12 notte. Il pensiero ricorro a due anni addietro, al momento in cui. la più valorosa e temuta avversaria del continente, l'Austria, si presentò in Inghilterra. Londra, dicembre del 19.">2, Stamford Bridge, campo del Chelsea Football Club. Si era venuti in 500 circa dal. continente ad assistere alla prova. La partita contro l'Austria - Era la prima ondata d'assalto che il calcio del resto del mondo veniva a portare alla Gran Bretagna, nella sua stessa roccaforte. Poco mancò che ciucila ondata non avesse successo. Ma essa fu essenzialmente una ondata fortunata. L'Inghilterra calcistica non aveva ancora aperto gli occhi sul valore del continente. Il calcio del rimanente del mondo — « of the rest of the world » — era uno di quegli argomenti su cui gli inglesi dormivano alla grossa. E la squadra che essi avevano delegato a rappresentarli si addormentò,'essa pure, a un dato momento della gara. Cominciò forte, accumulò un piccolo quantitativo di punti all'attivo, e poi lasciò fare all'avversario. Fu allora che l'Austria riprese animo, tornò all'offensiva, risalì lo svantaggio e sfiorò il pareggio. Noi tutti, sportivi continentali, eravamo così preparati nell'animo a vedere travolta la squadra austriaca in un disastro di ìnole maggiore o minore che salutammo il risultalo come un autentico successo dell'Europa nostra e ci affrettammo a considerare e a registrare l'avvenimento come un segno che i superbi isolani erano siati finalmente raggiunti in fatto di valore tecnico. Si esagerò un po' tutti, allora: si diede corpo e sostanza a quello che era il desiderio nostro. Gli inglesi confessarono candidamente di aver giocato male -— la loro squadra di quel giorno era in realtà una fortezza tutt'altro che inespugnabile — ma non batterono ciglio per quanto riguardava il loro atteggia mento generico verso lo straniero e il loro programma avvenire. Per svegliarli e per richiamarli alla realtà delle cose furono necessari il mezzo insuccesso di Roma e i due insuccessi di Budapest e di Praga, rispettivamente nella tarda primavera del 1933 e del 1934. Questi li toccarono nell'amor proprio. Invitati a partecipare al campionato del mondo si rifiutarono di prender parte alla competizione. Non approfittarono della porta che venne loro lasciata aperta nel regolamento fino all'ultimo istante. Lasciarono che gli altri combattessero fino all'ultimo sangue, guardarono freddamente dall'alto della loro posizione a quanto avvenne, permisero benignamente che l'estate se ne andasse e poi invitarono il vincitore a. misurarsi con essi in casa propria, nelle condizioni che più si confacevano al loro giuoco, subito subito, senza indugio. O accettare con precisione quanto proponevano o niente. L'Italia accettò per le ragioni morali che tutti sanno. Tutti sanno pure che ora l'Inghilterra la squadra, la vera souadra rappresentativa del suo valore, ce Ina. La migliore che sia stata messa in campo nel dopo guerra, è il parere concorde dei tecnici britannici. Una squadra da combattimento, una squadra costruita per il risultato. Tocca all'Italia affrontarla, non solo in nome proprio, ma in difesa del nome delle altre Nazioni calcistiche, europee e sud e nord americane. II moderno calcio inglese Ognuno degli sportivi italiani qui convenuti in anticipo per l'occasione — e sono già centinaia — si è affrettato a fare conoscenza, o a rinfrescarsi la memoria sul vero grado di potenza del calcio britannico. E l'impressione è stata una e concorde: quella di un grande, immenso rispetto per i nostri avversari. Il fatto che il calcio inglese vada visto e studiato in Inghilterra per essere conosciuto nella sua vera sostanza, ha avuto la conferma piena e assoluta. Il calciatore inglese è come il pesce: non ha vera vitalità che ìieU'ac([ua. Il buon calciatore inglese aumenta del ihiquanta per cento del suo valore, quando giuoca in patria. Le specialissime' condizioni in cui vive, quel particolare ambiente che è una sua forza, è pure una sua debolezza, quando egli varca il Canale. E', questa, una rególa che vale da anni e che nemmeno ora si smentisce. Ma a complicare la situazione per coloro che devono dare l'assalto alla rocca, è intervenuto il netto cambiamento dello siile del giuoco britannico. L'inglese ha modificato nettamente la sua condotta di giuoco in questi ultimi anni. La crisi finanziaria, le difficoltà economiche, l'aumento del numero delle società prendenti parte al campionato della Lega hanno fatto della grande competizione, basata sugli stessi princìpi nostri, un combattimento per la vita, una lotta all'i.limo sangue. Decadere di divisione, non venire promossa alla divisione superiore può voler dire per una società la rovina finanziaria. Lo spettro del disastro economico ha portato nei dirigenti una sacrosanta paura di perdere. La paura di perdere ha condotto al trionfo dei sistemi difensivi, alla supremazia di quanto è ostruzione e distruzione. Il calcio inglese moderno è lutto pervaso da questo spirito: lottare con estrema vigoria, impedire ad ogni costo all'avversario di entrare ih azione, fare di tutto per non perdere, anche se si fa poco per vincere. . Ila il calcio continentale armi sufficienti per far fronte all'applicazione pratica di tale concezione di giuoco? Secondo noi, nel momento attuale, la risposta deve essere negativa; e secondo noi pure sarebbe un grave, gravissimo errore il cercare di seguire gli inglesi sulla via su cui si sono m'essi. Saranno essi a cambiare fra non molto e tornare all'antico. Noi possiamo e dobbiamo fare qualche cosa per rendere più maschio il nostro giuoco, ma non possiamo, nò dobbiamo sacrificare l'intelligenza a favore della forza fisica. Velocità contro potenza Per intanto) però, la situazione a cui deve far fronte l'Italia è quella che è e nessuno la può variare. L'Italia rappresenta il punto di vista concorde del continente europeo e dell'America meridionale in questo argomento. E il punto tecnico più interessante della giornata di mercoledì e nello stesso tempo quello che può decidere la giornata è lì: può la vigoria fisica portata all'estremo, possono la velocità e le tattiche difensive distruggere il lavoro di costruzione, di intesa e di intelligenza? La squadra italiana, ne siamo tutti convinti qui, può dire — anche in un confronto con i maestri inglesi — cose interessanti nel campo della tecnica e della tattica, nel campo dell'intelligenza. Tutto sta a vedere se la forza e la velocità spinte all'ennesima potenza potranno permettere alla nostra squadra di parlare. Quello di Highbury è un problema tecnico del giuoco in discussione. L'incontro può avere anche altri aspetti interessanti; ma quello sopra accennato è certamente di tutti il più interessante. Vi è da dichiararsi spiacenti, schiettamente spiacenti, che una simile discussione pratica gli azzurri non la possono fare nelle migliori loro condizioni. La preparazione italiana è stata quella ohe le circostanze permettevano: sominaria e affrettata. E' tradizione che raramente la nazionale nostra abbia fatto eccellenti prove all'inìzio di stagione. Forse appunto perchè essa, ente serio e organizzato, ama fare le cose a mzqcataqfeQcdccdpcnppsmc modo e rifugge dalle improvvisazioni. Se gli azzurri dovessero superare questa prova, se essi dovessero far crollare la. resistenza britannica o anche soltanto non soccombere nel tentativo di farla crollare, la cosa avrebbe una punta di miracolo in queste condizioni. Di cose grandi i ragazzi che difendono i colori d'Italia sono capaci. Questo si può dire. E la battaglia che essi daranno a Highbury sarà degna del nome bellico del campo che li ospiterà, sarà degna dei colorì che essi difendono. Se una schiera di calciatori può materialmente compiere un : miracolo, superare l'ostacolo più difficile nelle condizioni meno felici, se la cosa è nei limiti delle possibilità umane, gli azzurri lo compiranno. I colori dell'Italia nostra saranno comunque difesi con fermezza e con onore. Sì può esserne certi. Vittorio Pozzo Orsi è uno di quei calciatori che, ovunque vadano, diventano di colpo popolari. Anche a Londra i giornali van pieni di notizie su < Mumo ». Una prova della sua popolarità ce la dà questa fotografia: I ragazzini, appena usciti di scuola, l'hanno stretto d'assedio, per esigere che sul loro libri, accanto ai nomi dei grandi personaggi storici ed alle formule algebriche, egli verghi la sua firma.

Persone citate: Cooper Hunt, Tilson, Vittorio Pozzo