Si può prevedere l'avvenire demografico delle nazioni?

Si può prevedere l'avvenire demografico delle nazioni? Si può prevedere l'avvenire demografico delle nazioni? Un matematico belga, il Verhulst, fin dal 1837, credette di poter spiegare le variazioni delle popolazioni come effetto della azione combinata di cause costanti, da una parte, quali la potenza genetica, il clima, i costumi e le leggi civili e religiose, e di cause variabili non accidentali, dall'altra parte, come le crescenti difficoltà di sostentamento col progredire della popolazione, vincolata, secondo lo stesso Verhulst, entro determinati limiti di capacità produttiva. Traducendo in linguaggio matematico questa relazione fra i due ordini di cause, ridotti a quantità, e servendosi dei dati demografici noti in quell'epoca, lo scienziato belga trovò che lo accrescimento delle popolazioni nel tempo poteva rappresentarsi graficamente con una curva a forma di esse maiuscola, (S), molto allungata (fig. n. 1), ossia, la po- polazione cresce nel tempo dapprima stentatamente, poi rapidamente, poi ancora lentamente. Dalle applicazioni fattene, specialmente dal Pearl, la curva ad S si è rivelata atta a rappresentare assai bene lunghi tratti dell'accrescimento reale delle popolazioni nel secolo scorso e per il primo quarto di questo secolo: in altre parole, la curva che traduce graficamente le cifre ottenute a calcolo combacia con la curva empirica che traduce le cifre osservate. Si può vedere, nella applicazione della curva fatta dal Pearl alla popolazione italiana e illustrata nel diagramma della fig. N. 2, come le cifre ricavate a calcolo e quelle osservate materialmente, presentino, per oltre un secolo, una concordanza davvero impressionante. Risultati analoghi si sono registrati nelle applicazioni della curva, fatte dallo stesso Pearl, alle popolazioni di un gran numero di altri Paesi. Come risulta, però, dallo stesso grafico della fig. n. 2, la concordanza, dopo il 1920, cessa; e possiamo aggiungere c^e per il futuro la previsione risulta troppo pessimista. Infatti, laddove in questi ultimi mesi del '34 la popolazione italiana tocca quasi i 43 milioni di individui, tale cifra dovrebbe, secondo la curva di cui sopra, essere raggiunta nientemeno che fra cinquant'anni, ossia dopo il 1980; e solo verso il 2000 gli italiani si avvicinerebbero ai 50 milioni. Previsioni assai meno pessimiste sono risultate da un altro recente adattamento della stessa curva alla popolazione del nostro paese, fatto, per altro, con spirito critico, da uno studioso italiano, il prof. Travagline per il quale intorno al 1980 gli italiani oltrepasserebbero i 56 milioni e nel 2000 supererebbero i 66 milioni. Ma anche questo calcolo prevede, per il 1941, poco più di 42 milioni di italiani, cifra che, fin da oggi, è già oltrepassata di quasi 1 milione. Gli è che la curva ad S non è valida ad indicare il movimento demografico in ogni tempo, .ma solo per determinati cicli di civiltà; onde si avrebbero nei secoli una o più curve ad S dipartentisi dalla curva generale. Ciò si vede, particolarmente, nel caso delle popolazioni della Germania e del Giappore, nella cui curva generale si innesta, dopo il 1870, un'altra curva, pure ad S, indicante il nuovo ciclo di civiltà industriale sviluppatosi a partire da quell epoca in entrambi i paesi. , Con uno dei metodi più razionali fra i tanti eseguiti anche all'estero, l'Istituto Centrale di Statistica tentò nel 1929, sotto la guida dell allora Presidente Prof. Gnu, di precisare le tendenze dello sviluppo futuro della popolazione italiana tino al 1961. Si presero, le mosse dalla popolazione distinta per sesso e per età Si calcolò il numero dei morti futuri in base alla tavola di mortalità che fornisce le probabilità di morte ad ogni singola età pei; ciascuno dei due sessi e si ricavo il nu- mero dei nati futuri in base ai quozienti di fecondità propri di ciascuna età, applicati alle donne in età feconda. Tenendo presente la situazione demografica alla fine del 1921 e regolandosi sull'andamento presentato dai fattori prescelti nel periodo 1921-1929, furono eseguiti i calcoli secondo tre ipotesi ben distinte: la prima, che la natalità e la mortalità per ogni gruppo di età avessero a mantenersi costanti nel futuro; la seconda, che la natalità diminuisse e la mortalità rimanesse costante; la terza, che tanto la natalità come la mortalità decrescessero. In tutti e tre i calcoli si fece tuttavia astrazione dall'influenza del movimento migratorio. Il primo calcolo prevede 24 milioni di aumento per il 1961 in confronto col 1921, risultando nel 1961 il numero degli abitanti di 62 milioni 962 mila 639. Il secondo calcolo (natalità decrescente e mortalità costante) dà, per il 1961, 49.710.914 abitanti, e cioè oltre 10 milioni e mezzo rispetto al 1921. E' questo il calcolo più pessimista, perchè il terzo (natalità e mortalità decrescenti) ; dà, per il 1961, 55.570.726 abitanti, ossia oltre 15 milioni e mezzo di accrescimento rispetto al 1921. I risultati di questo terzo calcolo per il 1941, il 1951 e il 1961 come di altre previsioni eseguite per le stesse epoche con metodi non dissimili — se pure, taluni, più grossolani —, per le popolazioni della Francia, (previsioni del Sauvy), dell'Inghilterra (previsioni del Bowley) e d'ella Germania (nrevisioni dello Statistiches Reichsamt), sono illustrati nel diagramma N. 3. Si vede in esso come soltanto la popolazione dell'Italia è destinata nei prossimi decenni ad aumentare, contro la sostanziale stazionarietà dell' Inghilterra e il regresso della Germania e, sopratutto, della Francia. Naturalmente, è impossibile dire oggi quale di queste previsioni si avvicinerà in maggior misura alle ci- fre reali che si riscontreranno alla fine di ognuno dei tre decenni considerali. Per quanto riguarda particolarmente il calcolo relativo all'Italia, se si dovesse giudicare dalla discordanza rivelatasi già nel 1931, tra le cifre previste per quell'anno da ognuna delle tre previsioni e la cifra effettiva ricavata in base al censimento che ebbe luogo nello stesso 1931, vi sarebbero da nutrire dei dubbi sulla attendibilità di un simile studio. Nessuna delle cifre previste nei tre casi si avvicina sensibilmente alla cifra che è risultata al termine del 1931. Infatti, contro 44 milioni e 265 mila individui previsti dal primo calcolo, 42 milioni 892 mila del secondo e 43 milioni e 553 mila del terzo, la cifra calcolata alla fine del 1931 fu di 41 milioni e 439 mila abitanti. Tutte e tre le previsioni hanno dimostrato, al primo confronto con la realtà, di aver peccato di ottimismo. Causa di questa discordanza è stata, essenzialmente, la mancata considerazione del movimento migratorio la cui influenza, non pertanto, dovrebbe in avvenire farsi meno sentire, sembrando plausibile l'ipotesi che il saldo fra espatrii e rimpatrii, nel futuro, si ridurrà in modo sensibile e eostante fino, forse, a trasformarsi da negativo in positivo, sicché le previsioni future potrebbero avvicinarsi di più alle cifre reali. E' evidente, in definitiva, che non è possibile precisare con esattezza lo sviluppo futuro delle popolazioni. Si deve, comunque, riconoscere che gli studi compiuti in tale campo servono a dare una idea della vitalità delle popolazioni, ossia di ciò che esse dovrebbero essere nell'avvenire, perdurando per ogni gruppo di età le presenti condizioni di fecondità e di mortalità; e, per averne appunto messo in luce che, in base alla attuale composizione per classi di età e agli attuali saggi di riproduttivita e di mortalità, -il progresso demografico delle Nazioni dell'Europa Occidentale si avvia presto, se non interverranno fatti nuovi, verso una base di stazionarietà, e, per alcune di esse, come è il caso della Francia, di grave decadenza, non si potrà negare che tali ricerche presentano realmente interesse ed utilità. g. ped. COME CRESCE TEORICAMENTE LA POPOLAZIONE NEL TEMPO PREVISIONI DEL MOVIMENTO DEMOGRAFICO DELLE A GRAND» POTENZE EUROPEE PER IL 1941, 1951 E 1961 "^•GERMANIA . ITALIA .INGHILTERRA .FRANCIA, ABITANTI /fLU»SO^rilORATORto\ 1 ÌOLI FRANCESI * 'M '51 *6I '-41 '51 '61 '41 '51 »6I '41 '51 '61 COME LE CIFRE OSSERVATE DELLA POPOLAZIONE ITALIANA COMBACIANO.PER IL PERIODO 1800-1920,CON LE CIFRE TEORICHE DALI700 AL2100 RAPPRESENTATE DALLA CURVA 60, „50 E c3Ó a) e 20 .2 N ■> a. I I I t (£ o 1700 70'^O '60 'oO 1800*20 SO *6I '81 I90T*20 vtO '60 '80 2000*20 HO '60 "80 2I0O Si

Persone citate: Sauvy