Notte di tregenda tra bufere e annunzi di morte

Notte di tregenda tra bufere e annunzi di morte Imst tragica sorte della spedizione Merkl Notte di tregenda tra bufere e annunzi di morte L'articolo che pubblichiamo — a conclusione della serie — è dovuto al capo della spedizione: Willy Merkl. Sono le ultime parole che il grande alpinista ha lasciate scritte prima della morte. Egli stesso, infatti, come è stato narrato nel proemio ai diari degli audaci e sfortunati scalatori da noi pubblicati nel giorni scorsi, cadde vittima del Nanga Parbat assieme al dottor Wilhelm Welzenbach di Monaco e a Ulrich Wieland di Ulm dopo diversi giorni di eroica lotta contro la violenza degli elementi. Nelle stesse circostanze, vittime delle bufere di neve, morirono anche cinque portatori, cinque dei più fedeli della gente di Darjeeling. Tristi ma non sgomenti per la perdita del loro amatissimo camerata Alfred Drexl — di cui qui si descrivono le ultime ore — Merkl e i compagni superstiti, dì balzo in balzo, avevano! portato 1 campi a 7000, a 7500, a 7600 e poi sino a 7900 metri di altezza. Lassù una furibonda tormenta travolse il campo e seppellì gli eroici alpinisti. Dopo quella di Willy Merkl, che noi pubblichiamo oggi, nessuna voce è venuta più a svelarci le insidie dell'Himalaya. Gli unici sopravvissuti della tragica spedizione, Brwin Schneider e Peter Aschenbrenner, hanno taciuto. Nulla di più si conosce quindi sino ad oggi delle drammatiche vicende della spedizione Merkl, l'unica nella quale più di 500 uomini hanno tentato eli scalare 11 Nanga Parbat, uno dei tredici Ottomila del mondo. 8 giugno. Nel momento in cui incomincio a scrivere qualcuno, dalla tenda vicina alla mia, grida: — Guardate, guardate dunque: precipita una valanga, una gigantesca valanga! — Il terrore improvviso mi mozza il respiro. La più grande valanga che io abbia mai veduta nella mia vita precipita giù dal fianco nord orientale del Nanga Parbat sul debole strato di ghiaccio che è davanti al nostro accampamento. Per pochi istanti non posso scorgere nulla perchè spesse cortine di nebbia nascondono la parete. Non si sente che lo sterminato spezzarsi dei milioni di metri cubi di ghiaccio che si sono staccati dall'alto e che, con un salto di più di mille metri sì sono trasformati in miliardi di miliardi di atomi. Poi su dalla nebbia si erge il terribile mostro largo ben due chilometri e alto novecento metri, e avanza verso le tracce lasciate dal passaggio dei nostri camerati passati un'ora fa. Grazie a Dio possiamo essere tranquilli per la loro sorte. Bernard e Mullritter con quattro uomini di Darjeeling sono già al di sopra della zona dei crepacci; quindi fuori pericolo. Essi vivono certo con noi ls ! i l'affannoso istante di. questo tragico scherzo della natura che solo l'Himalaya può offrire coi suoi fianchi di ghiaccio che si innalzano tremendi e minacciosi sino al cielo. Questa è la voce orribilmente bella, e infinitamente commovente dell'Himalaya! Questo ansioso stato d'animo è quello che certo accompagna Bernard e Mullritter partiti dal nostro campo — quello principale — verso quello numero 2 non appena avuta notizia delle gravi condizioni di Drexl. Alfredo, che si trovava al campo numero 3, nn aveva infatti ieri telefonato: — Mi sento molto male e voglio scendere al campo numero 2. Mandami su il medico. " Accorrete con l'ossigeno „ 9 giugno. Siamo giunti al campo numero 1 — io, Ulrich Wieland e il cotìsole Kapp — con la notte. Vi abbiamo trovato Mullritter già di ritorno dal campo numero 2, e da luì abbiamo saputo che Alfredo Drexl è giunto a tarda sera a quel campo, sfinito, in compagnia del suo servo, e che non può più trascinarsi avanti. Poiché dove è giunto il malato non vi è che un solo sacco a pelo per due persone, Mullritter è sceso al campo dove noi siamo giunti accompagnato dal portatore Nima di Darjeeling che ieri ha già fatta tre volte la stessa strada. Non abbiamo ancora scambiate le prime parole con Mullritter che vediamo venire verso la nostra tenda due portatori di Darjeeling. Corriamo loro incontro, ansiosi di notizie. Essi ci consegnano un biglietto di Fritz Bechtold. Esso dice: « Subito partito Mullritter, Alfredo è peggiorato. Nottata pessima. Egli è molto indebolito da violenti attacchi di tosse. Verso mezzanotte ha perso la coscienza, e delira. Drexl — dice Bernard che lo assiste e non lo abbandona un solo istante — è agli estremi. Il suo respiro è affannosissimo. Bisogna che tentiate con ogni mezzo di portare su alcune bombole di ossìgetio ». Il tempo è pessimo. Una bufera dì neve ghiacciata si scatena dalle cime. Due altre forme umane appariscono nella oscurità presso la corda che limita il campo, proprio là dove sono ammassati i carichi: sono Pasang e Palden, mandati giù dal medico, da Bernard. Hanno fatto miracoli per portarci al più presto un suo biglietto. Leggo in fretta le poche parole: « Accorrete, accorrete con l'ossigeno: si tratta della vita di Drexl. Vi mando Pasang e Palden perchè paventiamo, data la tormenta, che ai portatori inviati prima possa essere successo qualcosa... Speriamo che Dio li abbia protetti e che EgU protegga voi e noi... Fate presto ». Non perdiamo tempo. Ulrich Wieland si offre subito di partire. Pasang Kihuli, il suo servo, e Anhittsering, il nostro interprete, si precipitano (sono le sette di sera), malgrado la grandine e la bufera, verso il campo principale per farci giungere, già per le dieci, coi migliori camminatori le bombole di ossigeno. Intanto sì riposano quelli che dovranno affrontare nella notte la bufera-, il freddo e il faticosissimo cammino su fino al campo della morte: sono Wieland, Pasang, e Palden. Troppo tardi Alle nove la tempesta, come per un miracolo, cessa. Si schiarisce un po'. La punta orientale del Nanga Parbat si staglia nettamente nel cielo oscuro. Sono sdraiato, ma veglio preoccupato per la sorte dell'amico. Alle 10,25 odo ì tonfi rapidi della nostra gente che arriva. Faccio luce. Geg Ley e Dakschi scaricano le bombole davanti alla mia tenda. Mi sono grati per il tè e per le sigarette è e o U . o i . : r n a o . a e i e che offro loro. Hanno coraggiosa-] mente superato il ghiacciaio nella notte tremenda al chiaro di due semplici lampade a petrolio! Cornei ci si può fidare di essi! Grido a Wieland, che è nella fenda vicina, che tutto è arrivato: ossi-, gene, medicinali, lampade. Egli è\ pronto in pochi minuti. Il nostro \ cuoco del 1932, Ramona, un'anima fedelissima, ha preparato del cacao] bollente. Pasang e Palden vengono' svegliati, e alle 23 la carovana è già in cammino. Speriamo che arrivi ancora- in tempo. Stanotte non posso chiudere occhio: mi tormenta la sorte del mio amico e camerata- Drexl. Temo il peggio, e non posso liberarmi da questo presentimento. Prendo, perì tentare di calmare la mia inquietudine, il mio diario e annoto queste impressioni. Nella notte scura seguo con ansia estrema le minuscole luci delle lampade degli uomini che scalano il] ghiacciaio per arrivare al campo numero 2. Procedono straordinariamente veloci. Sono già in mezzo ai crepacci. Ancora due volte li scorgo; ma quando il mio orologio segna le tre e mezzo, e cerco con gl\ occhi nella direzione che ha presa la carovana, non scopro più nulla. Wieland deve dunque aver raggiunto con i suoi intrepidi uomini il campo numero 2. Che sarà del nostro povero Drexl? Alle cinque sveglio Ramona. Il console Kapp è già pronto per marciare, ma non può partire subito perchè i carichi devono essere divisi diversamente. Dei dieci baiti che devono fare la spola tra il cawir po numero 1 e il campo principale uno si dà ammalato. Lo mando indietro al campo principale con l'ordine che deve essere sostituito da uno più resistente. Finalmente alle sette siamo pronti per partire. La prima- parte dei nostri nomini è già sul ghiacciaio. In questo istante avvistiamo velocissimi due « coolies » che ci fanno segno di attenderli. Sono già al limite inferiore del ghiacciaio. Muovo loro incontro. Wongdi mi saluta mettendosi sull'attenti: — Lalaam, Bara Sahib! Drexl dead. Poi mi porge un biglietto di Bechtold: « Campo 2, ore 5,15. « Mìo caro Willy, « Vi ringrazio che non mi avete aaèegdccdtWcsgndmmficmcctpmcgcc abbandonato. UH è giunto al campo alle 3. Era già troppo tardi. Drexl è deceduto di polmonite alle ore 21 e 20 precise. «Informo contemporaneamente il gruppo di testa al campo mimerò 3 di fare immediatamente ritorno. « Vi preghiamo dì lasciare tutti i carichi e di venirci incontro a marcia forzata e con il maggior ninnerò di portatori possibile. Pensiamo di trasportare la salma alle otto. « Addoloratìssimi, i tuoi: Fritz, Wìll W. e Peter. « Giungete presto, senza carichi e con molta gente. — UH ». II pianto nascosto Leggendo queste righe mi sento soffocare. Le lagrime mi colano dagli occhi, ma gli occhiali da neve le nascondono. Mi faccio violenza per dominare la mia emozione e per mantenere un contegno da capo. Nel momento decisivo riacquisto una ferrea tranquillità e sicurezza. Ordino ai « coolies » di scaricare i bagagli al campo numero 1 e di accorrere al più presto al campo numero 2. Poiché aspetto la colonna che sale dal campo principale, e perchè devo sostituire con questi portatori coloro -che sono già partiti per il campo numero 2, è assolutamente necessario che io rimanga al campo numero 1. Al giungere del gruppo proveniente dal campo principale arrivarono anche gli affaticati portatori dal campo mimerò 2 con la salma del nostro scomparso camerata. Tutti gli amici di Alfredo Drexl hanno prodigato tutto se stessi per soccorrerlo, coscienti di compiere il loro dovere di amici fedeli. Quello che però, sopra ogni sforzo umano, hanno dato in fatiche, in obbedienza-, in fedeltà, per giornate ardenti di sole e per notti di bufera, i nostri bravi uomini di Darjeeling, non si può dire «lavoro da portatori» ma « camerotismo » nel senso più ampio e più nobile della parola. La loro è stata una vera fedeltà sino alla morte. Willy Merkl Capo della spedizione. (Testo e fotografìe di proprietà esclusiva de Lo Stampa per l'Italia. Riproduzione vietata). Merkl, il capo della spedizione. IN CORDATA SU UN MAGNIFICO COSTONE DI GHIACCIO IN UN FANTASTICO PAESAGGIO A 5100 METRI. VISIONE DANTESCA: TRAVERSATA DI UNA REGIONE DI GRANDI eftEPACCI A 5700 METRI.

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