La riforma sindacale dell'Anno dodicesimo

La riforma sindacale dell'Anno dodicesimo LIBRI La riforma sindacale dell'Anno dodicesimo e n o o ti el e e nsa a r Un libro utile agli' operai e agli industriali, ai tecnici e ai capitalisti: a tutte le persone, insomma, che concorrono alla produzione, vede la luce in questi giorni per i tipi della Casa G. B. Paravia: « La riforma sindacale dell'anno XII » di Carlo Antonio Avenati (1) Un libro utile perchè dellnea la riforma successiva alla legge sulle Corporazioni: perchè riassume dalla mole vastissima delle discussioni teoriche o degli esperimenti pratici la sostanza dell'ultimo ordinamento corporativo e lo segue, illustra, commenta sino alle sue fasi più recenti. Breve e denso, il lavoro dell'Avenati vuol essere un contributo pratico alla conoscenza della riforma sindacale ma turata durante il decorso anno dodicesimo. L'autore anzi ha voluto precisare e circoscrivere i confini della sua opera definendola « appunti sulla riforma dopo la legge sulle Corporazioni (agostosettembre 1934-XII) » e ciò rende chiaro l'animo dell'autore stesso che non ha voluto aggiungere un libro alle centinaia di libri che già esistono in ma feria, ma ha voluto accostare a una larga massa di lettori un argomento di interesse vastissimo e ciò non pertanto — perchè nuovo nei suoi ultimi sviluppi — non chiaro ancora alla menta di tutti. Lo spirito della riforma è noto: meno noti sono i caratteri pratici che la riforma ha assunto o sta per assumere. Ove si pensi che il campo d'azione del sistema corporativo si è allargato sino a investire tutta la vita economica della Nazione, appare chiaro che nessun elemento attivo della compagine nazionale, nessun individuo che viva e produca, può astrarre dal sistema e dal funzionamento del nuovo regime. La Corporazione secondo la storica legge del 3 aprile 1926 non poteva e non doveva superare il campo del rapporti di lavoro. All'inizio del 1934, il Duce presentava al Senato una relazione alla nuova legge in cui era affermata la necessità di « assegnare alle Corporazioni i poteri necessari per agire, oltreché nel campo dei rapporti di lavoro, sul terreno di tutti gli altri rapporti economici ». La relazione proseguiva precisando che «la Corporazione ha il potere di elaborare norme per il regolamento collettivo dei rapporti economici e per la disciplina unitaria della produzione ». Una breve scorsa al sommarlo del volume rende meglio edotti sul suo contenuto. L'autore tratteggia all'inizio 1 lineamenti fondamentali: il Sindacato elemento basico, l'autodisciplina delle categorie, l'organizzazione verticale e orizzontale. Prosegue illustrando la trasformazione in atto: categoria e Sindacato, come si realizza l'autonomia, composizione e numero dei Sindacati. Si occupa quindi del sistema dei rapporti: i Sindacati provinciali, le Federazioni nazionali, 1 contratti di lavoro, Confederazione e Unioni. Conclude esaminando e discutendo il sistema e le funzioni delle Corporazioni: il potere normativo, la mozione del 14 novembre Anno XII, l'iniziativa privata e l'intervento statale, l'interesse del popolo, i grandi cicli di produzione, gli sviluppi politico costituzionali, lo Stato Maggiore. A tale proposito, l'Avenati ricorda ancora una volta la mozione di novembre secondo la quale « lo Stato Maggiore della Corporazione deve comprendere i rappresentanti delle amministrazioni statali, del Partito, del capitale, del lavoro e della tecnica ». L'autore sottolinea quindi la necessità dell'intervento e la supremazia dello Stato ricordando che la legge stessa prevede la nomina del presidente delle singole' Corporazioni nella persona del Ministro per le Corporazioni. «H Partito, a sua volta — ricorda l'Avenati — diventato una istituzione dello Stato da quando 11 Gran Consiglio è diventato un organo statale, interprete sicuro e subordinato, per la sfera che gli compete, della volontà politica dello Stato, ha tre suoi rappresentanti nel Consiglio della Corporazione, a tutelare l'interesse generale del consumatori < ad invigilare l'azione politica dell'isti tuto che, giova ricordare, è un organo dello Stato fascista ». La presenza dei membri designati dalle Associazioni professionali signi' fica poi la conciliazione tra il principio autogovernativo delle categorie e l'in tervento statale. « Capitale lavoro e tecnica — osserva più oltre l'Avenati — rappresentano insomma le attività produttrici, le competenze, le categorie che, inquadrate nei Sindacati e nelle Federazioni nazionali, portano nella Corporazione la voce degli interessi dei gruppi operanti nel mondo del lavoro nazionale. Ma esse portano anche un'idea nazionale che è più alta dei particolari interessi ed hanno un senso di responsabilità ed una coscienza politica per cui sanno subordinare il privato tornaconto al benessere del Paese. Riconosceranno esse medesime, come riconoscono, negli istituti gli strumenti per l'elevazione spirituale e materiale del popolo: « Bisogna — dice Mussolini — che ad un certo momento l'operaio, 11 lavoratore della terra possa dire: — Se io oggi sto effettivamente meglio, lo si deve agli istituti che la Rivoluzione fascista ha creato ». Il lavoro, pur senza discostarsl dalla obiettiva valutazione della realtà economica e giuridica, appare tutto animato da fervida fede e nulla trascura perchè i segni della sana costruzione che il regime corporativo sta dando all'Italia siano posti nella luce migliore. Un'opera sintetica, quindi, ma completa, rapida ma non superficiale: un'opera chiara e precisa, destinata ad andare nelle mani di un grande pubblico e che si raccomanda e per la sostanza e per la forma nello stesso tempo. Il libro è dedicato alla memoria di un nostro caro compagno di lavoro: Federico Bresadola, diciannovista. m. s. Apprge19nelal'Inimdepetadoderilapostlintotutilisdicaneprtiperazalanostelacoqupaqustcopalevesu(lve(1) Carlo Antonio Avenati. — «La riforma sindacale dell'Anno XII», Casa Editrice Paravia, Torino, prezzo lire tre.

Persone citate: Antonio Avenati, Avenati, Carlo Antonio Avenati, Duce, Federico Bresadola, Mussolini

Luoghi citati: Italia, Torino