La prossima inaugurazione dei restauri della Chiesa di Donna Regina

La prossima inaugurazione dei restauri della Chiesa di Donna Regina La prossima inaugurazione dei restauri della Chiesa di Donna Regina NAPOLI, novembre. (a. t.) L'11 novembre, alla presenza delle autorità di Napoli e di una rappresentanza dell'Ungheria, saranno solennemente inaugurati i lavori di restauro compiuti nella chiesa di Donna Regina, che è fra i monumenti più doviziosi dell'antica Napoli. I delicati lavori, che hanno importato una spesa di un milione e mezzo di lire, sono stati eseguiti a cura del Banco di Napoli, e sotto la illuminata direzione del comm. Chierici, Sopraintendente all'Arte Medioevale e Moderna della Campania. In questa occasione il prof. Chierici ha curato la pubblicazione di un sontuoso volume ricco di illustrazioni in cui le origini e le vicende storiche del famoso tempio ed i tesori d'arte che vi sono contenuti sono descritti con acuta competenza. Il volume vedrà la luce appunto ni novembre. La chiesa dì Donna Regina è particolarmente cara agli ungheresi poiché in essa trovasi 11 sepolcro della Regina Maria d'Ungheria che fu moglie di Carlo II d'Angiò. Le origini di questo singolare, vetusto sacro edificio medioevale, situato in luogo angusto, tra la vecchia via di S. Giovanni a Carbonara, piena di ricordi storici anche per la sua vicinanza a Castelcapuano, vecchia dimora degli Angiò, e la moderna, se non bella via Duomo, non sono ben definite, ma senza dubbio sono precedenti al mille. Fu nei primi anni immediatamente dopo il 300 che la Regina d'Ungheria rimasta vedova di Carlo II d'Angiò, si recò nel convento a trascorrervi gli ultimi anni di sua vedovanza. E in quella occasione, per suo volere, l'edificio subì notevoli trasformazioni specialmente nella parte architettonica e vari affreschi di pregevole fattura furono ricoperti d'intonaco e di stucchi. In seguito, prima un fulmine, poi un violentissimo temporale arrecarono danni al tempio. Nel 620 accanto alla vecchia chiesa fu costruita un'altra fabbrica, con annessa una nuova chiesa e le monache abbandonarono il vecchio edificio e si trasferirono in quello nuovo. Nelle varie trasformazioni e rifacimenti subiti attraverso il tempo, l'architettura del monumento si svisò e quasi tutti gli affreschi andarono distrutti, ad eccezione di quelli eseguiti da Pietro Cavallini e dai suoi scolari. Su questi affreschi fino ad una ventina d'anni fa si accesero vive polemiche per stabilire l'epoca e gli autori. Emilio Bertaux, che durante i suoi lunghi soggiorni a Napoli si dedicò allo studio; degli affreschi della chiesa di Donna! Regina, dopo di averli ritenuti in un primo tempo opera di artisti senesi, discepoli di Duccio e di Simeone Martini confermando, in un secondo momento, l'opinione espressa da altri autorevoli critici e studiosi, sentenziò essere essi opera del Cavallini e dei suoi scolari.I lavori di restauro hanno presentato difficoltà non comuni che sono state felicemente superate grazie alla perizia e alle amorose cure del comm. Chierici. Procedutosi alla demolizione di quella parte che divideva la chiesa in due parti, ima al di sopra dell'altra, è venuto fuori il grande coro delle monache che si sporge — e ciò non è comune — fin presso il presbitero dalle alte armoniose colonnette che precede la svelta abside poligonale, in fondo alla quale si trovava un tempo la tomba di Maria d'Ungheria scolpita da Tito di Camaino. La tomba, che è una cospicua opera d'arte trecentesca dei grande artista senese, dalla sacrestia della nuova chiesa Donna Regina, è stata ora rimessa al suo vecchio posto Inoltre, per poter ridare all'abside tutta la sua antica, snella bellezza è stato necessario provvedere al trasporto di un'intera parete, lunga circa otto metri e larga sette, sulla quale Francesco Solimene, agli inizi della sua carriera artistica, illustrò con senso realistico e con la vivacità della sua inesauribile tavolozza, un soggetto sa ero raffigurante S. Francesco che offre le rose al Santo Padre. Lo spostamento di questa parete ha richiesto un tempo lungo e un lavoro diffìcile e de- licato; cosi come pazienti e delicate in dagini si sono rese necessarie per tro vare e mettere in luce gli elementi strutturali originali. Per spostare il muro lo si è dovuto forare alla base in sette parti, facendolo poggiare su sette sostegni; quindi segata la parete alla base e in giro, essa è stata spostata, millimetro a millimetro, su un binario appositamente costruito. Chiesa di Donna Regina: Monumento sepolcrale della Regina Maria d'Ungheria. (Tino da Camaino).

Luoghi citati: Campania, Napoli, Ungheria