Al toscano Bartali il Gran Premio Fiume

Al toscano Bartali il Gran Premio Fiume Per un cosidetto primato regionale... Al toscano Bartali il Gran Premio Fiume Varetto, secondo, è campione piemontese II tìtolo di intra per il Campionato piemontese ha più nociuto che aiorato al G. P. Assicurazioni Fiume. Coppa- Vallerò, bella c ricca fiora che avrebbe l>en vissuta anche senza il pomposo, artificioso e vuota fregio e forse meglio. Anzitutto, brutta idea quella di voler designare il miglior corridore del Piemonte in epoca in cui la stagione si può dire ufficialmente chiusa; i primati regionali sono una simpàticissima e notevole cosa, ma bisogna, valorizzarli, non svilirli con intempestive organizzazioni, occorre farne comprendere l'importanza e non illudersi di crearla con provvedimi itti molto discutibili. Tale è quello col quale il Commissariato della F.C.I. aveva iscritto d'ufficio a questa corsa tutti i migliori professionisti e indipendenti della sua zona. Lodevole la buona intenzione di dar lustro a questa gara, mg bisognava metterla cosi calendario e informare tempestivamente gli interessati ed evitare, che, nonostante l'iscrizione d'autorità. Piemontesi, ad esempio, tenesse fede a un contratto in pista, Mar. tano se ne stesse a passar la festa al suo paese, Marchisio lo imitasse, Faccianì e Bertolazzi fossero fra il pubblico in attesa dell'arrivo, Orecchia, Giuntela, Folco brillassero... per la loro latitanza. Voi capite a che cosa, si riduceva il campionato senza questi uomini, e con un Camusso, aggiungerò, e un Barrai che non maledirono certamente le forature che li fecero tornar presto a casa. Ma c'è di più. La corsa per il campionato piemontese è stata vinto da... un toscano. A mio avviso il bravo Bartali non avreìibe potuto prendere il « via ». Non faccio colpa al regolamento della corsa, che la lasciava libera a tutti. L'errore è di chi l'ha approvato. La promiscuità fra professionisti e dilettanti è ammessa solo nei campionati sociali e di zona, in corsa aperta è proibita. In altre parole, un professionista o un dilettante non può correre con dilettanti o professionisti di altra zona. Altrimenti, ad esempio, si potrebbe aprire a tutti un Giro di Lombardia soltanto facendolo valevole per il campionato lombardo. Il che, evidentemente, sarebbe un assurdo. In complesso, dunque, non si può essere pienamente soddisfatti della serietà e della regolarità di questa disputa di un titolo che dovrebbe essere orgoglio dei nostri miglio-ri corridori e incentivo a vivaci e sportive rivalità. Ma consideriamo brevemente la corsa all'infuori della sua veste ufficiale. La corsa si può dividere in Cinque fasi, in ordine decrescente di velocità e vivacità, se si toglie l'ultimo tratto. La prima, da Torino a Ivrea, è stata velocissima, dominata dalla piccola, ma coraggiosa e simpatica figura del dilettante Mollo, che, fuggito da solo prima di Cirié. diede molto da fare agli inseguitori, divisi in nptarBdfrsaspcsarRsrindrtotaglusigppleschirmprfllqcSèttrFadmcsgslicgcgIeccdnStfparecchi gruppi e non fu ripreso che pin vista di Ivrea. Non per questo il label corridorino piegò sulle ,iinocchia.\chè anche in seguito, in pianura e i-;^salita, fu tra i più irrequieti, i più energici, i più combattivi. Mollo è stato indubbia munte il più brillante uomo in campo. La seconda fase, dui ptmIvrea a Caluso, fu condotta a più mo derato tono, si che gli inseguitori tot narono a riaggrupparsi. Da Caluso a Caserma il colore alla gara lo diede vcMiala fuga di Buzzo e Bisio, annullata C ni piedi delle salite. Il quarto tempo fu segnato dallo sfoggio che Bartali volle fare delle suo doli di arrampicatore [già collaudate in una Bassano-M onte Grappa) sulla salita di Gallar et o, dove nessuno riuscì a frenarlo. Una volta spento, in discesa, anche questo episodio, per merito specialmente di Mollo e Giuppone, la corsa si poteva dire finita, che ni la salita di Moriondo, dove si impegnarono Molinai- e Sella, ne qnsila della Rezza, dove mancò la battaglia; riuscirono a impedire un numeroso arrivo in gruppo. La volala fu una cosa amena; nonostante l'annuncio dato e il suoni, della campana, quasi tutti credette, ro di dover fare due giri e un q-tarto; Bartali sorprese i più veloci scattando alla campana, ma, quando tagliò il traguardo non sapeva neppure lui di aver vinto... Varetto, secondo, si consolò pensando che il toscano non gli portava via il titolo di campione piemontese... G. A. BARTALI il vincitore della gara VARETTO campione piemontese

Luoghi citati: Caluso, Cirié, Fiume Varetto, Ivrea, Lombardia, Piemonte, Torino