Dieci anni di radiofonia italiana

Dieci anni di radiofonia italiana Dieci anni di radiofonia italiana Gli albori della radio - Dalle trasmissioni locali alle trasmissioni transcontinentali » 190 Kw di potenza nell'anno XII; 450 nell'anno XIII La marcia verso il primato Dieci anni fa, e precisamente la sera del 6 ottobre 1934, dalla Capi-; tale s'irradiava la voce della prima radiotrasmittente italiana. A cele-brare il decennio, la scorsa set- j timana la nuova stazione di Prato Smeraldo, ha varcato, con le sue on-; de l'Atlantico per recare agli Italia- ni del continente americano la voce ! della Patria. Anche in questo cam-j do l'Italia procede decisamente. Il mondo è stato conquistato e do- minato dalla radio con l'evento del- le onde corte. Non esistono, in ap- l[parenza, più distanze. Non esistono difficoltà da supe quali, fasciano la terra collegando stretta- mente fra di loro, citta, stali e con- tinenti. i Il miracolo della radio è compiuto ! Il sogno di un uomo, che nel 1895 presentava agli increduli scienziati ; un piccolo e ingegnoso apparecchio; col quale, senza alcun visibile colle- ! gamento diretto, era in grado di prò- j vocare la trasmissione a distanza di i segnali « Morse », si è realizzato su- nerando ogni più ottimistica previ-isione. INe'l 1895 Guglielmo Marconi apri- va cosi una finestra sopra un nuovo je vastissimo orizzonte nel campo dell'elettrotecnica, e a quella fine- stra tutti i popoli civili si affaccia- Va^.°'- i r„„^,-a t o Poi venne la Grande Guerra. La guerra diede maggior impulso allaradio e la radio.fui utile ei necessaria!i?er^ nel dopoguerra si ebbe una sosta. A che altro ooteva servire questopotente mezzo di comunicazione dacché i popoli avevano deposto le armi? La sosta durò, fortunatamente, pochi anni. Guglielmo Marconi lavorava in silenzio e con fiducia. Fu la sua attività a vincere l'inerzia che si era creata in questo campo. Nuove forze vennero ad innestarsi al gruppo dei radiotècnici. Forze giovani, piene di entusiasmo e di energia che, con la loro attività, richiamarono fra le file gli ex-radiotelegrafisti di guerra: i veri pionieri della radio. I radiotelegrafisti di guerra, che avevano vissuto durante il periodo della conflagrazione europea in un mondo nuovo, quello delle onde herziane, dove era espresso un linguaggio fatto di fremiti e sussurri, sentirono nascere la nostalgia di riprendere contatto con quel mondo fasci¬ noso. In silenzioso raccoglimento, quasi timorosi, si misero al lavoro, Ognuno di essi, con mezzi talvolta inadeguati alla necessità, realizzòi primi ricevitori di fortuna. Chiuan ricorda, fra i dilettanti, con un senso di nostalgia le lunghe notti insonni trascorse con la cuffia radiofonica, tesi nello spasimo di riuscire a carpire all'etere un fruscio, un .. suono, un segno qualunque di vita, che era il premio più ambito della iore fatica? E l'alba, quasi sempre, sorprendeva questi pionieri della ra-dio ancor chini sui loro macchinosi apparecchi, smarriti in un labirintodi fili e contatti, e cogli occhi arros-eati dalla veglia. Così, a poco a poco, la radio, per la porticina di servizio, entrava nelle case e faceva nuovi proseliti. Eratili fenomeno naturale per i nostri tempi. Era il desiderio di penetrare i misteri di questa nuova e prof on-da scienza che nasceva nella gene-razione del nostro secolo. Il fascinodell'infinito che sempre, in ogni tem-po, ha sedotto l'uomo. E la radio è una delle scienze che più ha il sensodell'infinito. I dilettanti crebbero rapidamente, Sentirono il bisogno di conoscersi, di scambiare le loro idee, le loro pie- cole trovate e le nuove invenzioni chepiù tardi diventarono fonti di nuoveGnesutta, Ranieri, Ducati, Marietti, Salon, che contribuirono allo svi-luppo della radio Finalmente, nel 1924, per inizia-tiva di S. E. l'Ammiraglio Costanzo Ciano, Minislro delle Comunicazio-ni, alcuni pionieri intrapprcsero la costruzione della prima stazione ra-diofonica italiana. Impresa audace, allora, poiché la radiofonia non po- teva contare su alcun provento, in-quantochè nessuna legislazione enessuna convenzione era intervenu- ta fra lo Stato e la Società conces- ■tenaria. S. E. Costanzo Ciano fu ilprimo a comprendere l'importanza e fruttuose applicazioni nel fertile campo della radiotecnica. Furono quindi i dilettanti i primi volgarizzatori e i migliori propagandisti della radio. Dilettanti come Montù, della radiofonia, e non esitò ad inci tare con fede coloro che fornirono i capitali e diedero la loro prima attività al nascere della radio ita- liana, La stazione sorse così rapida-mente nel campo di San Filippo, ai Parioli, e quando iniziò la diffusione regolare dei programmi, si centu-plicarono nella città i radioama- tori che affollarono i pochi negozi apertisi contemporaneamente all'entrata in servizio della stazione, per la vendita delle prime radio. I dilettanti acquistarono rapidamente terreno. Si moltiplicarono in ogni parte della penisola. Si sentirono felici di poter ricevere, sia pure con difficoltà, perchè S. Filippoai Paridi era di 1 Kw. e mezzo di po- trnza, una stazione italiana. Tale era l'interessamento dei radioamatori che il Governo, il 14 dicembre 1924. con Regio Decreto, affidava all'Unione Radiofonica Italiana la concessione del servizio delle radioaudizioni con l'obbligo di impiantare oltre la stazione di Roma, anche una stazione a Milano ed una a Napoli o Palermo della potenza di Kw. 1,5 L'U.R.L, compresa dell'importan- za del servizio affidatole, nonostante i mezzi inadeguati poiché scarsi era no i proventi delle quote stabilite per i radioabbonati, affrontò con fede l'ardua impresa, iniziando la costru zionc della stazione di Milano che entrò in funzione un anno dopo la stazione di Roma, e precisamente nell'ottobre del 1925. Anche a Milano, quale conseguen za naturale, l'industria radiofonica gettava le sue radici. Apparivano i primi negozi di apparecchi riceventi e 1 radioamatori sorsero ovunque a vista d occhio. Fu il trionfo della galena. Era, l'apparecchio a galena, il ricevitore popolare; il ricevitore alla dAlzsRfzdcusato, di un apparecchio a valvole rAaiRded ed era maneggévole e di facile uso. L'industria radio però, ed è bene rilevarlo, non era certo all'altezza delle esigenze del mercato. Ebbe un torto, allora. Un torto le cui conse guenze si risentono ancora oggi. A buso, se così si può dire, della no vita. Speculò sulla novità. Gli appa recchi a galena, costruiti con poche lire di materiale, furono venduti sen-, za accessori a cento lire e più. per il pubblico si trattava di un appa-lIrecchio miracoloso e soltanto più; tardi si accorse che il prodigioso ap- j parecchio era composto di carta pa- raffinata e filo ramato. Cinque o| dieci lire di valore tuttocompreso•;, ^Prima^elk, ^g^^™^ necessità di aumentare di numero e potenza le sue stazioni. Venne per-! !ciò approvato con un Regio Decreto , , che K lmitiva sta7Ìone di Roma l^wu\™^im$£ i P„°!5n5^ cilt5^i "°7Z Zt™ la vecchia veniva trasportata a Torino. Nel marzo del 1926 la nuova stazione di Roma, 3 Kw, fu inaugurata; nel novembre dello stesso anno entrò in funzione la stazione di Napoli mentre la stazione di Milano venne attivata a 7 Kw nel dicembre 1927. : ! i : "m Intanto, nel gennaio del 1927, il ^T^^iiAiSS^S^ cedere alla completa riorganizzazio- ne dei servizi radiofonici la cui im- portanza cresceva di giorno in gior-1 no, nominava una speciale commissione che aveva l'incarico di studiare minutamente, dal punto di vista tecnico e dal punto di vista della propaganda patriottica, artistica e culturale le basi per il nuovo piano radiofonico nazionale. Il nuovo piano stabiliva che, oltre agli impianti già „„„„„ -_f_,j4-o. o ftp.! ! esistenti, venissero costruite, a ue j nova, una stazione di Kw. 1,5; a To- rino, una di 5 Kw., sostituzione del- lla stazione di Roma con un'altra dì 125 Kw.; impianto a Palermo di una|;ì,rnstazione di 3 Kw. e a Trieste di una1 di 7 Kw. Veniva pure costituito l'E.I.A.R. (Ente Italiano per le Au-1 dizioni Radiofoniche) e un Comita to superiore di vigilanza sulle radio ! diffusioni che aveva lo scopo di eser | citare la sua alta vigilanza sul ser vizio, di studiare e suggerire 1 prov- . vedimenti capaci di migliorare il ser- j vizio e favorirne lo sviluppo. \ ! L'Eiar attuò il piano di riordina;; 1mento su le seguenti basi: costruìj a Torino una stazione di 7 Kw. o.n-h i zichè di 5 e dotò la capitale di una | trasmittente di 50 Kw, anziene cu ! 25 (S. Palomba). Con larghi concet Iti, nel secondo semestre del ìswi, ! eresse a Trieste una stazione della 1 potenza di 10 Kw. anziché di i c 1 provvide, aderendo al desiderio ai ! S. E. il f™*™**"* gfflwal .zioni, ad impiantare una stazionea Bolzano e una Roma ad onae corte |! (.Prato Smeraldo). Inoltre iniziò il piano di collega- mento telefonico fra ivm stazioni, e fra le stazioni e ì teatri, sale di concerti, università, circoli i di cultura, campi sportivi, ecc. \' L'Eiar dispone oggi, nel suo rigo-jo-lin^n nnmnlnssn di un erutto di [gllOSO complesso, ai un gruppo ai |14 stazioni cosi suddivise. Ro-Lma, Kw. 50; Roma III, Kw. 1,8, Ml-|lano, Kw. 50; Milano II, Kw. 4; To- rino, Kw. 7; Torino II, Kw. 0,200 ;: I Genova, Kw. 10; Bolzano, Kw. 1; !palermo, Kw. 3; Napoli, Kw. l,5;l , Bari Kw 20 £*enz« *w 2(ffi ; ste, Kw. 10; Roma li e Roma Prato ■ Smeraldo. i1 L'ultima stazione inaugurata, quella di Prato Smeraldo, è fornita idi quattro antenne direttrice allo! | scop'o di favorire diretto collegamen- to con 1 America del Nord e 1 Ame-1 !rica del Sud, con l'Africa e con i-{->-\e;riente. Essa contemporaneamente, ' può effettuare due emissioni diverse ; della potenza di 25 Kw. ciascuna, su 'quattro onde differenti che vanno{ ; dai 15 ai 50 metri. |L'Eiar disponeva, fino allo scorso anno, di una rete telefonica di col- legamento fra le diverse stazioni di - 5000 Km. nella quale erano compre |se 18 stazioni dotate di amplificatori:i telefonici musicali. Attualmente so no stati effettuati altri collegamene ' ti, cosicché tutte le stazioni italiane 1 possono essere direttamente collega te fra di loro e valersi così di una , „ 'Zdno da ± unica trasmissione. Ma il complesso della radiotelefo- !nia italiana non ha ancora raggiun- :tn il min cnmnleto svihinnn che altre to il suo completo viluppo, cne aure stazioni stanno per essere attuate. Una sorgerà nella citta natale diMarconi, a Bologna, e avrà una po- lenza di 50 Kw. ; la stazione di Boi- e mezzo di potenza, Kw. sarà portata a 50 Kw. e Roma Santa Palomba avrà una seconda stazio-,ne che trasmetterà indipendentemente dalla prima e avrà 120 Kw. d: potenza. La potenza complessiva delle stazioni italiane fino ad oggi è di 190 che nessuna altra nazione del mon Kw, cosicché viene erogata per ogni abbonato 0,56 Watt. In questo cam-lpo l'Italia ha un primato inquanto-, do raggiunge questa proporzione, Alla fine dell'anno XIII la radio italiana. Avrà un complesso di potenza di 450 Kw. In dicci anni, il cammino percorso dalla radiodiffusione italiana, in Regime fascista, è ammirevole. E' il frutto di un complesso attivo di forze tendenti a conquistare, all'Italia di Mussolini, quel giusto primato che le spetta nel mondo. Gim

Persone citate: Costanzo Ciano, Guglielmo Marconi, Marietti, Montù, Mussolini, Palomba, Watt