Evoluzione e rivoluzione economica di Mario Bassi

Evoluzione e rivoluzione economica LO SPOPOLAMENTO DELLA MONTAGNA Evoluzione e rivoluzione economica Inchiesta de «La Stampa» VARALLO, ottobre petaValsesia, povera in basso, nella zo-1 na del castagno; e misera in alto, cetra le rocce affioranti e strapiom- nbanti, per poche avare zone di terra Puproduttiva, tra canaloni e dirupi, [g— Eravamo precisamente rimasti ni«*•,**"—.* 'V f'"r jM— Conseguenze di tale eccezionale i mpovertà agricola, furono nel tempo, i vtempo, e sono attualmente, le seguenti: primo: la Valsesia, fino alla'fine del secolo decimottavo, usufruì sempm di numerosi privilegi, concessi dai Principi che la governarono, e specialmente dai Visconti di Milano. Tutti gli storici della valle ne parlano. Il canonico Nicolao Sottile, più desili altri, si è diffuso a illustrarli nel suo memorabi Quadro delia Valsesia. Specialmente interessante è il diploma 18 settembre 1415, accordato alla Valsesia dal duca Filippo Maria Visconti, secondogenito del duca Galeazzo: diploma composto di ventidue capitoli, che contemplano concessioni di vario genere, tutte ormai superate dai tempi: — C'è da crederlo: in cinque secoli e più, n'è passata d'acqua, e come no?, anche sotto questi ponti della Sesia, e della Sermenza e del Mastallone... Peculiarità della Valsesia — Secondo: la Valsesia alimentò sempre una forte corrente migrato- ria: tanto che, già nel 1802, lo sto-1 mrico Lizzoli, nelle sue Osservazioni (psul dipartimento dell'Agogna, seri-itoveya: « ...L emigrazione è considere-j cvole; un sesto della popolazione òttosempre fuori di patria...». E oggi ! zancora 1 emigrazione è la più forte i rejJ^.^^J-, le valli del Piemonte, e forse nd Italia. Lo dimostrai io stesso, in | cragdlomnsotozitimfacosibhcvdlemimtainsqun articolo statistico, raffrontando fra loro i ventuno ex-circondari del Piemonte. — L'articolo intitolato Valsesia. terra d'emigranti, pubblicato sul Corriere Valsesiano. — Precisamente. Continuiamo. Terzo: l'agricoltura valsesiana è molto arretrata, ed è tutta in mano delle donne, di cui i censimenti segnalano, nella popolazione presente, una forte eccedenza sui maschi: eccedenza che non ha confronti nelle altre vallate. — Com'è illustrato nell'altro suo precedente articolo, sullo stesso giornale, Valsesia, terra di donne. — Quarto: i maschi agricoltori sono rari: essi si dedicano specialmente all'artigianato, che esercitano nella valle, o in città della pianura, o all'estero. E' stato dimostrato che nessun ex-circondario del Piemonte, forse d'Italia, ha un saggio così elevato di artigiani, in confronto di uno così basso di agricoltori, come questo ex-circondario di Varallo. — E' stato dimostrato ancora in un suo articolo: Cosa fanno gli uomini in Valsesia ? — Quinto e ultimo: la Valsesia si trova in uno stadio di evoluzione più avanzato di quasi tutte le valli consorelle del Piemonte. Ritenga che in questa mia affermazione non entra affatto la vanità, l'orgoglio campanilistico. Le parlo da studioso del fenomeno economico e sociale, con la massima possibile obiettività, e prescindendo in modo assoluto che le parlo del mio paese. Veda: io stesso ho insistito, come lei sa, nella premessa alla mia monografia sullo Snonolamento montano nella Valsesia. che l'applicazione delle scienze esatte allo studio dei nroblemi economici non elimina s\\ errori, quando ci sia di mezzo l'interesse o la convenienza di ragionare in un modo piuttosto che in un altro. Ma dlummtotrcgvrtibsvcnctnlapimafapseltemdmlslltrsccio mi sento sicuramente libero da nslcontrollare personalmente e | asserisco lo sviluppato progresso "della Valsesia; come del resto ella ] spuò controllare personalmente e ; ™constatare La vita nelle stalle il,1gozzismo, il cretinismo, sono scom- f£S5«rt5 JlIXti.™ ^ fi f £' n» Plcv-ti "sta H cioè ve^r-NoÀ n oLPn Jononio ^o, ^hilit \ 4i- cso il cento pei cento, benumiua sp ne e della pulizia, spirito d'iniziativa costituiscono precipue doti dei Valsesiani; i quali, salvo le immancabili, ma rare eccezioni, onorano la loro regione, ovunque vadano. vnrie làncie in favore della sua tesi, Itesi di ottimismo, pur nella obiettiva j Esodo e ritorno E qui il dottor Spanna spezza va- considerazione di fatto, dello spopolamento della montagna, Egli sostie • ne in sostanza, per queste sue vai- late, che, « ...nella loro secolare emi- igrazione, i Valscsiani sono sempre andati fuori a prendersi la civiltà, e a portarsela nella loro valle; e con | la civiltà, essi hanno portato molti riqnarmi ermiimnmonte investiti in risparmi, connnuamenre invesuu ni i strade, in ville signorili, in scuole, |in ponti, in casette decorose, in cine- | se, in capuellette, in tante minuzie i che dimostrano la loro genialità eiil loro senso artistico... ». E con- riudp. .... . . . ! — La Valsesia costituisce quindi i la dimostrazione viva e palpante che j le fortune delia montagna non sono soltanto legate all'agricoltura, alla : pastorizia e alla bonifica integrale; j ma anche all'emigrazione e ai suoi redditi prodotti lontano, anche al turismo e a tutte le sue manifestazioni. Il dottor Spanna, riguardo al fenomeno dello spopolamento della montagna, — circostanza di fatto comprovata, questa, innegabile, — e prendendo le mosse particolarmente da questa sua Valsesia, crede di accertare — la legge del ritmo: — « ...legge universale..., per cui tutti i fenomeni hanno degli alti e bassi. Ihahrio dei periodi o cicli d'intensità '„;„„„ TnH-i ; fpnnmpni maggiore o minore. Tutti ì fenomeni lanno un andamento che può esseie ;rappresentato da una curva, ora,crescente ora decrescente, più o me- jno a forma di una sinussoide... ». |Egli sostiene — e su questo punto, I per quanta buona volontà io ci metta, non riesco a trovarmi daccordo — Perchè preoccuparsi se in un certo settore alpestre la popolazione diminuisce? La diminuzione non Pu° continuare indefinitamente. Raggiunto un minimo, si arresterà; e co- niincerà il nuovo ciclo ascendente. Molti sintomi fanno pensare che tale èm»'»mo, tale punto morto, in alcune | sva,In.le tdo1 Piemonte, sia già stato amaggiori, l'equilibrio'economico" fra proventi e spese è ristabilito, il punto morto è superato; e si nota una crescente tendenza al ripopolamento. Nei paesi bassi, invece, l'emigrazione più recente non ha potuto fare miracoli, l'equilibrio economico non è ancora raggiunto; quindi la curva demografica appare nel pieno raggiunto e superato Ora, applicando questo concetto generale alla Valsesia, anzi cercandone qua una dimostrazione pratica, o Spanna argomenta: — E' facile constatare che i comuni della zona che godono di tenore di vita relativamente superiore, sono quelli in cui le correnti migratorie hanno cominciato prima a funzionare intensamente, cioè quelli ali, in cui gl'inverni di sci mesi' e la maggiore povertà della terra hanno fatto cessare, prima che altrove, la convenienza economica di procurarsi un reddito in luogo. I paesi più bassi, posti nella zona del castagno, hanno potuto vivacchiare coll'agricoltura e colle piccole industrie fin verso la fine del secolo scorso. Poi, diventata anche per loro insostenie la concorrenza dei prodotti e dei manufatti del piano, hanno dovuto imitare l'esempio degli altri: alimentare cioè l'emigrazione, non più con ndividui isolati, ma con masse maschili compatte. Così ora succede questo: nei paesi alti, i redditi sono tscoqbststnngègdella sua decrescenza. Ma sullo sviuppo regolare della sinussoide demografica non c'è da dubitare. Se i montanari tornano nei paesi più alti, torneranno anche nei paesi che si trovano a minore altitudine: perchè, come scrive il Kipling, « ...una sola goccia di sangue montanaro nelle vene, di un uomo, finisce sempre col ricondurlo al suo paese... ». Vi ho detto: la tesi dell'ottimo ottimismo. Il che però non escluderebbe nulla; e tanto meno, al caso no- RdpncmnrzssvzzeIrtallscctdmitcasjtstro, che anche qui, come sempre, | rvalga l'aureo mònito dell'— aiutati che Dio t'ajuta: — ossia, al caso nostro, si tratta di agevolare, cominciando a rimuovere ostacoli, sollecitare e agevolare le naturali determinanti economiche e sentimentali, per la ripresa ascensionale della curva, per l'arresto dello spopolamento e il progressivo ripopolamento della montagna. Ma bisogna ajutare e ajutarsi. La strada e il motore Un punto, su cui ci troviamo perfettamente concordi con lo Spanna, anzi due punti, due temi, ma che si dldgqoqnscccppossono e debbono considerare uniti: strade e turismo: sviluppo stradale e sviluppo turistico. Innegabilmente, la strada costituisce, in un primo tempo, una delle cause più precise e maggiori dello spopolamento della montagna. Il fatto fu già osservato dall'ingegnere Brocca, particolarmente per la sua Ossola, e messo da lui nell'opportuno rilievo, in vari suoi scritti, — onde qualcuno di co loro che, o per ignoranza o per malafede, scambiano l'obiettiva constatazione d'un fenomeno per un'interessata propaganda, ebbe ad accusarlo nemico del progresso, quasi cchè egli traesse perciò l'assurda sconclusione, che nessuna persona mi- nimamente ragionevole potrebbe mai sognarsi di trarre, che, per ripopolare la montagna, si dovrebbero a il fatto fu an- j - in un primo | „aC3eJL^ i """e.* l." ... strada, va venta ™?'ne £™™|fica ne.la monta-1 1 e ra£p0ni? Come sempre, in fSesto argomento, prevalentemente ! le annota-jNoni del Brocca, talmente palmari, che parrebbero nuasi ovvie, e che „„„ ,„ „,„ nOCr,in nttrptt.ni. i <: ...Le strade, le ferrovie, i trasporti automobilistici, hanno fatto sì che 11 grani, le farine, il vino, la frutta, prò- : venienti dalla Lombardia, dalla Tosca- j na. dalle Puglie, dall'America, e tras-1 portatc nei più montani paesi dtìlOs- sola, costino meno degli stessi gcner nrodotti localmente. Ci furono periodi in cui la paglia, è ii fieno, e persino il latte e il burro, provenienti dalla pia-j Inura, facevano concorrenza ai prodotti j locali. Il petrolio e l'olio d'ulivo hanno soppiantato l'olio di noce, l'unico che fosse usato, un tempo, per bruciare e • condire. Il carbone fossile ha soppian |^to fi carbone di legna, che un tempo isi prnduceva sulle nostre montagne, e costituiva materia di esportazione. Gli stabilimenti enologici della pianura | inondano l'Ossola di grappa, a prezzi del cinquanta,perj^^.^^t-^-JS: sto del prodotto locale. Le lucide calze i . «•. stoffe ja lc\n venduta nei |^n0for'nili magazzini di Domodossola, | R ormaj d; ngni villaggio, costano tre o i quattro volte meno della solida ma igrossolana produzione familiare, « Insomma la strada ha rotto il cer chio della chiusa e piccola economia ! locale... La strada e la ferrovia hanno i a„jt0 da demolitori della debole econo j mja agraria dell'Ossola, basata su una terra avara, e povera quant'altre : mai... ». j Ma dovunque, in montagna, la ter- ra è povera, avara ; e debole l'economia agraria; e dovunque, invariabilmente, si è ripetuto e si ripete il fc- nomeno dell'Ossola. Ed ecco, per la Valsesia, lo Spanna: « ...1 strada carrozzabile è la causa dello spopolamento alpestre... perchè essa fa cessare la convenienza econo-mica di produrre, in luogo, certi prò- dotti... ». E ancóra, citando esempi: ..Ricorda il sottoscritto, che ha visr I suto la sua infanzia e la sua adolescen W a Eobello, » — qua, nella valle Ma- stallone, — .come a canapa, ancora v • f diffusissima. Ma¬ ; cerata| essi(!at fi]atU| talvolta anche , tessuta, dava lavoro alle donne, nelle j lunghe serate invernali. Ora è scom | parsa quasi ovunque, come sono scom I parsi i campicela di orzo e di avena, e è , „ sopra Alagn a rojileseice come sta scomparendo la patata. A che prò sottrarre al prato un pezzo di terra, zapparlo, concimarlo, gettarvi patate, rizapparlo, per poi estrarre si e no il triplo e il quadruplo di quel che si 6 seminato, quando le patate, grosse belle sane, arrivano in paese sugli autocarri e vengono vendute per fenuissima moneta? Riva Valdobbia, celebre stazione climatica — m. 1112, — ancora venti o trent'anni fa, possedeva una gran quantità di campicelli, a monte dell'abitato principale. Oggi sono scomparsi, sostituiti dal bosco di faggio. Nel centro principale di quel comune sono scomparse anche tutte le stalle — una trentina, — e sono sorte molte moderne rimesse per automobili. « La patata e i cereali poveri resistono ancora in alto, sulle pendici soleggiate, aove il trasporto delle derrate è lungo e faticoso. Chi va in vai d'Otro, a, resta stupito di vedere, cento metri di altitudine grandi distese di terra vangata e col¬ tivata. Ma se una strada rotabile dovesse giungere fin là, i magri campicelli scomparirebbero immediatamente... >. Ho replicato queste testimonianze, perchè il lettore abbia chiaro concetto della vera e propria rivoluzione economica, che la strada porta in montagna. Eppure voi cercate qualunque comune di montagna, non dico dell'Ossola, non dico di questa Valsesia, e non dico soltanto delle Alpi Piemontesi e Liguri-Piemontesi, ma di tutta intera la nostra cerchia alpina; e in qualunque comune e frazione, dove non giunga ancóra la carrozzabile, sentirete che la prima, la più viva e unanime aspirazione della popolazione, è la strada: la strada automobilistica, l'autocorrie ra, gli autotrasporti, le automobili j. irif o,,rjTv,,,» vsLt +„J;0fi e gli autobus dei turisti. Mario Bassi.

Persone citate: Brocca, Kipling, Lizzoli, Maria Visconti, Mastallone, Nicolao Sottile, Spanna, Visconti