La Lituania ieri e oggi

La Lituania ieri e oggi Sguardi gal Baltico La Lituania ieri e oggi Nelle trattative, durate una dozzina d'anni, per la conclusione di un accordo politico fra i tre Stali baltici — Estonia, Lettonia c Lituania — e conclusosi il 30 agosto di quest'anno col trattato di collaborazio.ne parafato a Riga ma non ancora ratificato, la Lituania ha sempre offerto i principali ostacoli da sormontare. Ed anche in tutto il complicato gioco diplomatico dell'Europa nord-orientale che avrebbe dovuto condurre alla Locamo baltica, que- sto piccolo Stato di poco più che 4Imilioni di abitanti è un'mportantej pedina. Sono gli eterni conflitti con la Polonia per Vilna e con la Germania per Memel, nonché problemi d'esportazione vitali per esso, le cagioni essenziali delle difficoltà. Ma, per spiegare come tali questioni non riescano a trovar soluzione soddisfacente, è indispensàbile rifarsi a ciò che fu la Lituania, perchè è soltan-i to riferendosi ad uni grandezza tra- montata da cinque setoli che il sen-ltimento nazionale lituano insorge lintransigente contro ciò ch'esso chia- ma prepotenza polacca ed invadenza germanica. La storia: una meteora Di assai maggior luce che non quella dell'Estonia e della Lettonia, brilla la storia della Lituania, che può paragonarsi ad una meteora risplendente all'inizio e via via affievolitasi. Sino all'XI secolo la storia del popolo lituano è avvolta nella oscurità; mentre si hanno prove che quella terra fu abitata nell'età della pietra, nessuna traccia si è trovata dell'età del bronzo; si scopersero invece tombe dell'età del ferro e numerose monete del tempo da Nerone ad Aureliano, unitamente a copiosi ornamenti d'ambra, indici di un attivo commercio della preziosa resina. Durante l'XI ed il XII secolo si sviluppa e si consolida un principato di Lituania, che lotta vittoriosamente contro i russi allargando notévolmente i confini verso oriente e diviene nel 1235 granducato indipendente. Nel 1252, dopo che la maggior parte della popolazione è passata al Cristianesimo, la Lituania diventa regno. Ha allora da lottare aspramente, ma con pieno successo finale, contro le forze dell'Ordine teutonico e questo, a differenza di quanto accadde in Estonia ed in Lettonia, fa sì che la questione terriera si è posta in modo notevolmente diverso. Nel XIV secolo continuano gli ampliamenti territoriali, tanto che i confini vengono spinti fin presso Mosca verso est, fino al Mar Nero verso sud, fino all'odierna Galizia edai confini romeni verso ovest. 11 periodo dal 1390 al 1430 rappresenta, sotto il regno associato di Jogaila e del nipote Witautas, il massimo splendore della Lituania. In unione colla Polonia lotta contro i Tartari; vince a Tannenberg (1410) definitivamente i cavalieri teutonici, coi quali stipula la pace, che fissa i confini tra Lituania e Prussia Orientale rimasti inalterati per secoli e che hanno staccato la Piccola Lituania (tra Niemen ed il confine) dalla Grande Lituania. Il trattato di Ver- sailles, portando il confine al Nie-men, ha riunito di nuovo le due Li-tuanie. Nel 1386 era però avvenuto unfatto dinastico, che ebbe conseguenze di capitale importanza per l'avvenire della Lituania e della Polonia. Jogaila ( che alcuni scrivono Jagello e Jagellone) sposa la giovane regina di Polonia Edvige, prendendo il nome di Vladislav. Invano, per evitare l'unione effettiva dei due regni, l'imperatore Sigismondo invita Witautas ad assumere da solo la corona lituana; Witautas anzi muore imrovvisamente. L'unione dei due regni rimane però personale sino al 3569, quando col trattato di Lublino diventa effettivo ed il re di Polonia prende anche il titolo di granduca di Lituania. L'influenza polacca Le conseguenze principali di ciò furono che la nobiltà lituana ebbe piena uguaglianza di diritti e di privilegi con la nobiltà polacca, il che consentì matrimoni fra i membri delle due nobiltà, l'estendersi della lingua e dei costumi di Polonia ed il prevalere della politica polacca; si ebbe un unico parlamento della nobiltà, pur conservando ciascuno dei due Stati le proprie leggi ed il proprio esercito. Ma queste differenziazioni andarono col tempo attenuandosi; la Podolia, la Volinia e l'Ucraina passarono a far parte della Polonia, Se però la nobiltà lituana adottò costumi e lingua di Polonia, il popolo rimase fedele alle proprie tradizioni ed alla propria lingua, così che al modesto ed ignorante agricoltore va il merito d'aver custodito il patrimonio spirituale e linguistico della nazione. Con la spartizione della Polonia alla fine del XVIII secolo, il granducato di Lituania passa a far parte dell'impero russo ed anche il nome di Lituania viene sostituito da quello di Provincia occidentale. Dovevano il crollo dell'impero russo e la sconfitta degli imperi centrali ridar vita autonoma alla nazione lituana sotto forma repubblicana. Fin dall'armistizio, la Lituania reclama come propria capitale Vilna, occupata con la forza dalla Polonia e considera Kaunas (o Kovno) come capitale provvisoria. Si comprendono molte rivendicazioni, ma questa di Vilna, se esaminata serenamente, appare esagerata. Nella « capitale irredenta » i polacchi rappresentano più della metà della popolazione, mentre il 40 per cento e costituito da ebrei ed il rimanente da russi, tedeschi e pochi lituani. Della Vilna lituana di cinque secoli fa sopravvivono oggi i ruderi del castello Gedimin, mentre l'evo moderno della sua storia sta scritto nei suoi edifici, che mostrano i capolavori del Rinascimento e del Barocco polacchi. Il frammischiarsi delle due razze ha creato un tipo caratteristico a sè. La storia di Vilna è la storia delle rivoluzioni polacche; Kosciuzko, l'eroe nazionale polacco, è nativo di Vilna; l'arte e la letteratura polacche hanno avuto a Vilna le manifestazioni migliori ; originarie della città contesa sono le migliori famiglie polacche: Radziwill, Skirmunt, Sapieha, Tyszkiewcz; il Dante polacco Adamo Mickiewicz ed il liberatore della Polonia Pilsudski sono pure figli di Vilna, hanno nomi lituani, ma nessuno dubita della loro anima polacca. Vano è dunque pensare che la Polonia possa cedere Vilna. Tutto quello che si può ottenere allo scopo di ricondurre la pace fra i due Paesi è nel senso perseguito in questi ultimi tempi da autorevoli persone fuori della politica militante: la creazione a Vilna di un centro culturale litua Ino, aperto a tutte le manifestazioni j dell'ingegno, i , , EESME&ffiL S K La questione di Memel Per quanto riguarda Memel, la questione è prevalentemente economica e politica. Il piccolo porto è l'unico' sbocco sul mare della Lituania. La vicinanza della Germania ha naturalmente favorito l'affluire di una lPotenze vincitrici duella guerra si so lno Preoccupate di possibili contrast f, Prepotenze ed hanno dato a Memel a e a e i o o e a e o a i e o o l'autonomia, con uno statuto preciso, sotto la tutela della Società delle Nazioni. Incidenti più o meno gravi si sono verificati da allora in poi; ma in questi ultimi tempi, l'ardore nazista aiutando, si sono aggravati. E' del luglio scorso una nota del Reich alle grandi Potenze, con la quale si invoca il loro intervento per metter fine alle continue violazioni dell'autonomia commesse dal governo lituano. E' dell'agosto un fiero discorso del Presidente della Repubblica lituana nella stessa Memel per proclamare i diritti dello Stato su di essa e negare le violazioni. Queste sono, tuttavia, in confronto della questione di Vilna, scaramucce Sono anche questioni di politica estera, che interessano il governo, i partiti politici, gli intellettuali. Il governo, se non vuole essere abbattuto dall'indignazione, deve tener alta la bandiera di Vilna. I partiti si agitano fuori legge, nell'ombra, perchè dal 1926 non funziona il Parlamento. Ma la popolazione è in fondo indifferente e tranquilla. La Lituania è" paese eminentemente agricolo e, se vi esistono industrie, sono quelle per. la lavorazione dei prodotti e dei sottoprodotti del suolo; all'infuori di queste non si contano che una fabbrica di panni, una fonderia, tre vetrerie ed una dozzina di officine meccaniche. Come s'è già detto, in Lituania non hanno attecchito i cavalieri teutonici ed i baroni balto-tedeschi ; la nobiltà terriera è lituana o polonizzata o polacca; quindi non esiste, come negli altri due Stati baltici, l'o- Ld|dio secolare verso i padroni. Di'con , a o e i e a seguenza anche la ripartizione delle terre, al tempo del dominio russo era più equa: il 38 per cento di terre padronali, il 50 di terre dei contadini ed il 12-di terre demaniali. Con tutto ciò la fame di terre esisteva anche qui e lo dimostrava la forte emigrazione, diretta specialmente in Inghilterra, negli Stati Uniti e nel Sud Africa, dove si sono formate importanti colonie, ma donde il contadino lituano ritorna alla sua terra a ìnon appéna abbia risparmiato quel - ; tant0i che gli consenta di comprar-'ne una parcella sufficente. Le espro-1 priazioni ed il frazionamento dei la tifondi sono avvenuti nel dopoguer- nirà senza scosse. Il problema grave è e o a e e l ò e e i a d i oggi quello di esportare il supero della produzione, il quale prima della crisi mondiale andava quasi tutto in Polonia ed in Germania; colle tendenze autarchiche odierne e con la concorrenza dei prezzi questi sbocchi sono chiusi ed anche l'Inghilterra, dove s'era diretta l'esportazin' minaccia di chiudersi, perchè esca pretende che la Lituania acquisti suoi manufatti. Per concludere, la Lituania potrebb'essere un paese relativamente felice, se non fosse, come tutti i pausi piccoli e giovani, roso dalla smania della politica e se non si trovasse, più ancora delle due consorelle, in mezzo a grandi Stati antagonisti fra loro. Sotto l'aspetto della smania politica, il governo ha dovuto da anni adottare sistemi autoritari ed appoggiarsi all'esercito. Sotto l'aspetto della politica estera e dei relativi contraccolpi, sulla situazione interna, il cammino verso un avvenire tranquillo è ancora lungo Giovanni Marietti j \! \[]I

Persone citate: Adamo Mickiewicz, Galizia, Giovanni Marietti, Nerone, Niemen, Polonia Edvige, Radziwill, Volinia