D Duce all'esercitazione bellica di 160 aeroplani

D Duce all'esercitazione bellica di 160 aeroplani D Duce all'esercitazione bellica di 160 aeroplani Il superbo sviluppo tecnico dell'Aeronautica collaudato da un'audace e perfetta serie di attacchi e difese -- Mille bombe e 35 mila chilogrammi di esplosivo ■- Nessun incidente -■ L'alto elogio del Capo del Governo agli equipaggi Roma, 20 notte. Nella mattinata di oggi, 20 corrente, ha avuto luogo, sull'aeroporto di Furbara, alla presenza del Duce, I accompagnato dal Maresciallo Badoglio, da S. E. Galeazzo Ciano, dai Sottosegretari di Stato alla Guerra, alla Marina, all'Aeronautica, dal Capo di Stato Maggiore della Milizia, dai Sottocapi di Stato Maggiore e da numerosi ufficiali generali e superiori delle Forze Armate, una esercitazione bellica aerea, alla quale hanno partecipato i seguenti reparti, vincitori delle gare di addestramento bellico 1934: 45° Gruppo da bombardamento leggero, 27" Gruppo da bombardamento pesante, 90° Gruppo da bombardamento marittimo, 9° Gruppo aeroplani da caccia, 1° Gruppo da ricognizione terrestre, 85° Gruppo da ricognizione marittima. Hanno partecipato inoltre uno stormo di aeroplani d'assalto e un gruppo dello stormo da caccia di Campoformido. L'esercitazione contemplava l'attacco di un arsenale marittimo con una grande nave nel bacino di carenaggio, un agglomerato industriale e un campo di aviazione con reparti da caccia a difesa; il tutto costituito da elementi rappresentati, aventi dimensioni uguali al caso vero. L'attacco si è iniziato alle ore 8,30, con segnalazioni radiofoniche d'allarme da parte di aerei della difesa. La caccia contraerea è partita rapidamente per opporsi all'azione offensiva dell'attaccante. Nel frattempo la caccia dell'offensore attaccava le formazioni nemiche sul campo e gli impianti relativi. E' seguita un'azione della caccia della difesa contro il bombardamento marittimo, compiuta a mezzo di speciali bombe di interdizione. Gli apparecchi da bombardamento leggero, pesante e marittimo hanno compiuto quindi azioni celeri e martellanti, nei termini di tempo prestabiliti, contro l'intero centro industriale e l'arsenale. Infine l'aviazione d'assalto è giunta a volo rasente per completare l'opera di distruzione. Durante l'intera esercitazione gli aeroplani di ricognizione hanno eseguito fotografie che venivano subito sviluppate e stampate per dare al Comando della esercitazione la possibilità di seguire l'effetto dell'offesa. L'esercitazione si è chiusa con ardite e perfette evoluzioni acrobatiche collettive, compiute dallo stormo dei cacciatori di Campoformido. La dimostrazione del grado di perfezio namento raggiunto dai reparti della nostra Aviazione è stata compiuta, come previsto, con la massima efficacia e senza alcun incidente. Sono state lanciate all'incirca mille bombe, con un carico complessivo di circa 35.000 chilogrammi di esplosivo; il tiro è stato centrato al massimo grado. Alla esercitazione hanno partecipato complessivamente 160 apparecchi. Il Duce, dopo essersi recato a constatare personalmente l'effetto del bombardamento sull'obiettivo ed avere esaminato minutamente la mostra delle realizzazioni conseguite nel campo dell'armamento aereo, si è poi recato all'aeroporto di Cerveteri, dove ha passato in rivista i reparti schierati sul campo. Quindi ha tenuto gran rapporto esprimendo il proprio altissimo compiacimento e consegnando agli equi paggi vincitori delle gare di addestramento bellico il distintivo d'onore del Fascio Littorio. All'Aeroporto di Fiirbara Roma, 20 notte. Tra Cerveteri e Santa Marinella, in una zona suggestiva e pittoresca del lido laziale, dinanzi ad un pubblico d'eccezione, si è svolta questa mattina una manifestazione di grande bellezza e dì alto significato: alcuni reparti della Regia Aeronautica, vincitori annuali delle gare di specialità dell'Arma, rinforzati da squadriglie dei campi di idra più vicini, hanno offerto al Duce una prova dell'alto grado di addestramento raggiunto, mostrando come quella del progresso incessante sia in Aeronautica legge assoluta per cui nessun primato, nessun virtuosismo, nessuna abilità acrobatica, nessuna conquista tecnica assumono carattere definitivo e tutto si supera, sì perfeziona, si migliora. Apparecchi, motori, uomini, tutti sembrano partecipare a questa ansia di superamento, tutti obbediscono a questa norma imperiosa e inderogabile di continua ascesa. I presupposti Quando si scrive che alla manifestazione di stamane hanno partecipato i vincitori delle gare di specialità, il pensiero corre subito ad una adunata di campioni dell'ala. Nulla di tutto questo. Tali competizioni, che ogni anno si svolgono in un'atmosfera che è pari al fervore dei partecipanti, lungi dal rivelare l'esistenza di uomini fuori-serie, di piloti di capacità superiore alla media, documenta che tutta la massa degli aviatori è ad un altissimo livello di addestramento e che se esistono fatalmente delle élites, esse non distanziano che di pochissimo la massa dei sottufficiali e degli ufficiali piloti. Quelli che stamane operavano sotto gli occhi del Duce, erano certo i migliori, come diceva la loro qua- Zita di vincitori, ma il divario minimo che divide il punteggio conseguito dai primi da quello degli ultimi, dava la sicurezza che lo spettacolo non sarebbe stato inferiore per perfezione di particolari e potenza d'insieme se, in luogo delle squadriglie operanti, avessero preso parte all'esercitazione altre qualsiasi squadriglie delle identiche specialità. Questo era, senza alcun dubbio, un dato assai importante da tenere presente. L'esercitazione aveva, come ogni altra esercitazione del genere, dei presupposti. Si immaginava che la aviazione di un ipotetico Stato muo èfulatbcdbnvmnsasvesse all'attacco di un centro vitale \ddel nemico per distruggerlo e bom- lmper bardarlo. Il centro votato allo sterminio era indicato a circa un chilometro e mezzo dal poligono di Furbara, con una stecconata rettangolare dì tela, sagome policrome e palloncini rossi. Questi ultimi stavano a rappresentare l'aviazione da caccia adunata a difesa; gli altri segni delimitavano la zona in cui gli occhi della fantasia avrebbero dovuto vedere un arsenale, un bacino di carenaggio entro il quale si spingeva una grossa unità, uno scalo ferroviario, un deposito di nafta e altri fabbricati industriali. Le fasi preliminari Stabilito come obbiettivo dell'aviazione del partito attaccante, la distruzione completa di questi centri, si trattava di vedere in quanto tempo quella avrebbe assolto il suo compito, con quale rapidità le squadriglie d'assalto avrebbero eliminato la caccia avversaria, con quale precisione e con quali effetti le varie specialità da bombardamento avrebbero lanciato sul bersaglio ì loro esplosivi. Quest'ultima parte delle esercitazioni aveva un interesse particolare perchè si dovevano sperimentare nuovi tipi di bombe ad alto potenziale esplosivo, di bombe antiaeree per disgregare e vulnerare le formazioni in volo, e infine di bombe incendiarie. L'azione si compie rapida e serrata. Subito dopo l'arrivo del Duce (pochi minuti dopo le otto, Egli era già — attentissimo — sulla terrazza della palazzina centrale del Poligono di Furbara, circondato da un gruppo di autorità e di ufficiali generali) si svolgono le fasi preliminari dell'episodio. Un gruppo di ricognizione si leva dall'aeroporto del centro industriale per recarsi ad avvistare il nemico già segnalato verso nord, ne accerta l'approssimarsi, radiotelegrafa a terra l'esito positivo della sua ricerca. La città industriale è in allarme e il sibilare delle sirene copre il rombo dei motori dei caccia che si allontanano verso il nemico per contrastarne l'avanzata, mentre altri reparti restano al campo per fronteggiare possibili attacchi avversari che muovessero da altre direzioni. Si tratta di un'eventualità men che ipotetica. Mentre la caccia del partito B (quello che è sulla difensiva) affronta le squadriglie da bombardamento avvistate dalle squadriglie da ricognizione e impegna la lotta con la caccia avversaria, ecco che le scorte dei reparti cQmdqmtilssonusscsegfippecSlccfrldslegmaallnpnd'assalto del partito A irrompono da \ oriente e, protette dalla merlatura collinosa che sbarra l'orizzonte in quella direzione (è noto che le squadriglie d'assalto verniciate di verde malamente si scorgono contro il terreno) piombano fulminee sul centro. La scena dell'azione L'attacco viene effettuato da tre ondate di tre squadriglie ciascuna che si avventano scaricando la mitragliatrice sugli apparecchi da caccia avversari che vengono abbattuti. La via è libera al bombardamento. A nord, intanto, gli apparecchi da caccia del partito B sono sempre impegnati in combattimento con le squadriglie attaccanti e fanno uso di bombe gettate dall'alto sulle formazioni avversarie. Questi esplosivi scoppiano a mezz'aria, accendendo l'atmosfera di improvvisi bagliori e riempiendola di cupe detonazioni. Le formazioni sono scompaginate, qualche apparecchio precipita, la superficie del mare si increspa al cadere delle schegge in acqua. La lotta si protrae per qualche minuto, ma l'avanzata del partito A prosegue. Fallito il tentativo di arrestare la marcia delle squadriglie da bombardamento marittimo che\venivano da nord, scompaginata Waviazione rimasta sul campo a guar-\dia, la sorte del centro aereo navale\è segnata. Il bombardamento a%\svolge per ondate successive, men- \ tre le squadriglie caccia del partito A salgono ad alta quota restando jnel cielo dell'azione pronte ad ogni'intervento. Gli apparecchi da bombardamento terrestre diurno e notturno e da bombardamento marittimo si avvicendano intanto sul luogo dell'azione, venendo da ogni direzione nel giro di pochi minuti, e ogni squadriglia riversa sull'obiettivo tonnellate di esplosivo. In aria è una frenesia di ali; in terra è un furore di distruzione. La scena, di un crudo realismo, dà l'illusione del- tovula guerra vera. Immense colonne di]gterriccio sconvolto che salgono tur-'Qbiliose all'orizzonte con 'slancio di [ticupi zampilli; nuvole acri e dense'adi fumo tra cui si accendono rabidi]gbagliori, lìngue di fiamme sprigio nantisi dalle bombe incendiarie tra vapori biancastri: ecco la scena, mentre tutto intorno a noi la terra non è che un vasto rimbombo. A mano a mano che l'opera distruttiva procede, da bordo di un apparecchio se ne fotografano le fasi, e le fotografie lanciate a mezzo di un piccolQ paracadut vengono lmpidamente raccoUe> svnuppate dai comando del partito attaccante Questo ha così modo di valutare immediatamente gli effetti via via prodotti dal bombardamento, effetti questa volta radicali: dopo dodici minuti d'azione, le navi e il deposito di nafta, raggiunti dalle bombe incendiarie, sono in fiamme; lo scalo ferroviario e l'impianto industriale non sono più che un ammasso di fumanti rovine. A compiere la opera, lo stormo d'assalto del colonnello Mecozzi effettua sulla zona gli ultimi voli radenti, mitragliando senza pietà i superstiti e lanciando sul centro in agonia altre bombe incendiarie. Nulla di più emozionante dì questa rombante cavalcata, con cui la esercitazione si è chiusa: si vedono gli apparecchi lambire quasi le fiamme e schivare con vigorose impennate, improvvise esplosioni. Complessivamente, alle varie fasi della esercitazione, hanno partecipato poco meno di centosessanta apparecchi. Successivamente, mentre le specialità del bombardamento e della ricognizione si raccolgono nel vicino campo di Cerveteri, nel cielo si affollano i reparti caccia per compiere una serie di quelle acrobazie collettive che sono una particolarità della nostra Aeronautica. Di che cosa si tratti è superfluo spiegare ai lettori. Milioni di spettatori italiani e stranieri hanno assistito, soggiogati da un sentimento misto dì ammirazione entusiastica e di timore, allo spettacolo allucinante di una avizìone che diventa un'esaltazione lirica, poema, sublime miracolo. Tale spettacolo si è ripetuto stamane nel cielo laziale più vasto, più complesso, più vario. Il sopraluogo del Duce La più fantasiosa delle girandole non potrà mai dare il godimento estatico della meno ardua delle evoluzioni di questi stormi, che scompongono e ricompongono continuamente, contro la lavagna azzurra del cielo, la loro incomparabile geometria, incomparabile e rischiosissima anche, ma di un rischio necessario perchè è di acrobazia, che è fatta dall'aviazione da caccia e non si è buoni soldati dell'aria se non quando si può piegare l'apparecchio alle sfumature più sottili della prò pria volontà. In questi uomini che, nel cavo della carlinga, manovrano il congegno delicato e terribile del le macchine, il dominio della materia è assoluto. Cento volte siete si- \ curi di assistere ad una collisione e e e spaventosa e siete agghiacciati da un brivido di terrore: ma no, tutto era calcolato al centimetro, non ostante l'altissima velocità! Nei passaggi in formazione serrata, nella ruota semplice o doppia, negli avvitamenti, nelle spirali, nei voli rovesciati, negli improvvisi serpeggiamenti, nelle virate improvvise, nell'esercizio estroso della « bomba », nei « voli folli », in tutte le figure eleganti, o bizzarre, o complicate, o sconcertanti dell'acrobazia aerea, i piloti mostrano una magistrale padronanza di se stessi e dei mezzi meccanici. E' una visione che dà una ebbrezza indicibile, l'ebbrezza^ che solo l'audacia e il coraggio sanno dare. Prima di lasciare il Poligono dì Furbara, Mussolini vuole compiere snmcmandalclgt| dcptsppltdgtgvddcdRun sopraluogc sul terreno dell'azio-j ne. Egli passa con la Sua andatura sicura sul suolo tormentato, in mezzo ai cumuli di terriccio, gli avvallamenti, le buche profonde spesso metri e metri. Le tracce della distruzione sono più che evidenti. Sottoposto ad un martellamento intensissimo (alcuni Caproni da bombardamento notturno hanno lasciato ca¬ e\dere esplosivi per 350 tonnellate), WV^110 che fu un fiorente centro mi-\lltare e industriale e stato raso al e\suo10 in dodwl nunutt. L'azione non %\potrebbe essere in più alto grado - \ ammonitnce. Basta pensare che gli o apparecchi sorvolavano il bersaglio o ja circa 1500 metri di quo{a e nessun i'colpo è andato perduto, per Tender- si conto della potenza offensiva raggiunta dall'arma aerea. Su questo argomento, il Duce assiste anche ad altri notevoli esperimenti di tiro a terra e si interessa di alcuni particolari tipi di esplosivi in esperimento. Rivediamo il Duce qualche mimi- to più tardi nel vicino campo di Cerveteri su cui sventola, in mezzo ad una gloria di bandiere, l'azzurro ga gliardetto del Capo del Governo Qui tutto spira aria, di festa, di le[tizia, di militare esultanza. Siamo alla premiazione dei vincitori delle gare di specialità. i i a è n n o , o - e a o n i , e o i i a e o ì e Tutti gli apparecchi, che poco fa si avventavano nella battaglia, sono schierati in un immenso allineamento che si estende per qualche chilometro; i Caproni da bombardamento, gli « A.C. 3 » dei reparti di assalto spennellati di verde, marrone e di grigio, gli agili « C.R. Fiat » dal bel colore d'argento. Presso gli apparecchi, gli equipaggi. Mussolini li passa rapidamente in rivista, accolto col saluto alla voce. Compiuta la rassegna, gli equipaggi si stringono attorno a Mussolini, in quadrato, per il gran rapporto. Altissima e vibrante prorompe | dalle labbra del Duce la parola del compiacimento. Poi un ufficiale legge i nomi dei premiati che, di corsa, uno dopo l'altro, si presentano al Duce ponendosì sull'attenti. Mussolini appunta sul petto dei comandanti, di gruppo, sopra l'aquila che è il segno dei piloti, l'aureo distintivo ■—■ un Fascio Littorio — della vittoria. Ai coman-] danti dello stormo, cui appartiene il gruppo premiato, viene rimessa la targa. Al gruppo vittorioso nelle gare di bombardamento notturno, viene consegnata anche l'insegna del nastro azzurro. Ricevono il premio il 45.o Gruppo da bombardamento diurno (Ferrara) comandato dal maggiore Brunetti (14..0 stormo, comandante tenente colonnello Cappa); il 27.o Gruppo da bombardamento notturno (Poggio Renatico) comandato dal maggiore Altan (8.o Stormo, comandante colonnello Maceratini), il 30.o Gruppo da bombardamento marittimo (Puntisella) comandato dal maggiore Marini (30.o Stormo, comandante colonnello Guerritore) ; il 9.o Gruppo caccia (Gorizia) comandato dal colonnello Ceruti (i.o Stormo, comandante colonnello Bonola) ; il l.o Gruppo da ricognizione terrestre Centocelle sud, comandato dal maggiore Fortuna (l.o Stormo, comandante colonnello Jori); il 71.o Gruppo da ricognizione terrestre (Gorizia), comandato dal tenente colonnello Fiore (21.o Stormo, comandante ten. colonnello Poppi); Z'85.o Gruppo da ricognizione marittima Comando Aeronautico della Sardegna, comandato dal maggiore Liberati (comandante dello Stormo colonnello Cebrelli). Alle esercitazioni e alla premiazione hanno assistito, col Capo del Governo, i Sottosegretari all'Aeronautica, alla Guerra, alla Marina, il Capo di Stato Maggiore, ì tre Sottocapi di Stato Maggiore e il Capo dello Stato Maggiore della Milizia, il Sottosegretario alla Propaganda e Stampa S. E. Ciano, un foltissimo gruppo di ufficiali generali superiori delle varie Armi, tutti gli Addetti militari presso le Ambasciate e Legazioni estere nonché la Missione cinese, che è in questi giorni ospite a Roma. Quando il Duce ha lasciato il campo sulla macchina, e pilotando Egli stesso, si è diretto verso Roma, uno stormo di caccia si è levato in volo e Lo ha scortato per un tratto di strada, passando e ripassando a bassa quota sull'automobile. Era il'saluto degli aviatori al loro Capo, al primo aviatore d'Italia: Benito Mussolini. E. M. Il Duce riceve a Palazzo Venezia il Ministro ungherese degli Esteri e i capi della Polizia austriaca Roma, 20 notte. Il Capo del Governo ha ricevuto a Palazzo Venezia, il Ministro degli Affari Esteri di Ungheria signor De Kanya, e lo ha intrattenuto in cordiale colloquio. Il Capo del Governo ha ricevuto inoltre a Palazzo Venezia il Soctose- gretario per la Sicurezza austriaca -j signor Hammerstein e il presidente a o ¬ , l n o i o n - o d a - federale della Polizia austriaca signor Kubl, i quali sono venuti a Roma, con una rappresentanza della polizia austriaca, per rendere visita alla Polizia italiana. Dopo il volo Monfalcone-Massaua Vibranti telegrammi di plauso delle Camicie Nere bergamasche Bergamo, 20 notte. Il Segretai'io federale, appena ap presa la notizia del primato conquistato dall'asso bergamasco Mario Stopparli, ha inviato a S. E), il generale Valle il seguente telegramma: « Fascisti garibaldini, fieri della conquista del primato di lungo volo senza scalo della Camicia nera bergamasca Mario Stoppani, alzano al giatore della vittoriosa ala loro alala ». E al pilota Stoppani: « Camicie nere della tua tano la tua vittoria e ti loro « più oltre :> per la vittoriosa fascista, che il Duce ha donato P Italia ». Anche '.'Aero club di Bergamo ha inviato a S. E. Valle e a Stoppani entusiastici telegrammi. Duce, foritaliana, il città salugridano il ala al-