Guerra ha vinto da dominatore il Giro di Lombardia

Guerra ha vinto da dominatore il Giro di Lombardia UN ATLETA E UNA CORSA DI GRAN CLASSE Guerra ha vinto da dominatore il Giro di Lombardia L'offensiva dello sfortunato Barrai e le prodezze di Mealli e Cecchi sul Magreglio - Il campione, respinto ogni attacco, risplende d'autorità e potenza sulle salite del Marchirolo e del Brinzio ■ Un'irresistibile volata con l'aiuto di Piemontesi - Cipriani è stato il più tenace avversario del mantovano - La cattiva giornata di Vietto e Olmo - Rossi e Merlini i migliori indipendenti —(DAL NOSTRO INVIATO) — Milano, 22 mattino. « Finalmente c'-c! \\ [Que'sTe'Jurono^ìc' prime parole cite dalla bocca di Guerra quan- uscite do, concluso con uva vittoriosa volata il Giro di Lombardia, secso di macchina come travolto dagli arrosti di applausi che faceva» ribollire gli spalli dell'Arena, accerchiato, quasi soffocato dei primi che gli si uivuoi' awiiu[ru«u n '.. ( inani «/il uh ••>• eran fatti incontro, mi stesela ma- \no aprendo il volto gagliardo a! più pieno dei sorrisi e il onore che tra- boccava all'onda della gioia più pn- ra. Voi avrete certo capito quel che voleva dire il vincitore con quelle cinque sillabe mozzate dal respiro bWH/HD etti mi/;: itiu^^uiL- itut it-oi/in» ancora affannoso: un sonno che da anni cullava, che ad ogni animino sfumava in cruda delusione c che . i pochi istanti prima era divenuto realtà: un'aspirazione lungamente[perseguita con pazienza e con tcna-\eia e che, alfine soddisfalla, illumi-hnava quell'angolo morto della sua\carriera in cui non era mai potutolentrare il mogio della vittoria; mi \ voto fatto alle schiere dei suoi owJmiratorì e una buona volta compia [to. L'atleta che si era cinto delia] del suo sbocciare alla fama hafut- to sua divisa di quella tricolore.^che ha posto la sua firma negli annali di onni corsa classica, fino a ventiquattro orc fa si rammarica va. quasi si mortificava di non over potuto domare col suo pugno robu- 'AI «mZ'JZ? MJ82£irZ\atola ribrle dea distributrice del- l'ultimo alloro dell annata. La figura del vincitore \\E Guerra l'ha data da gran si- -, gnore. d'i autorevole maestro, per- ! che indubbiamente è questa una'delle sue vittorie più convincenti,] una delle sue corse più belle. Con t la calma vigilanza nell'inizio impe-.tuoso, con la saggia ed energica', condotta nella fase di montagna,, che per lui si dimostrava più peri-^colosa, con la travolgente ripresache doveva spezzare il predominio dei Tilanco-cclesti scaturito dall'attacco di Barrai, sul Magreglio, con la sicura azione che gli ha dato il controllo della gara fino a Pente Tresa, con la dominante presenza in vedetta sulla trincea del Marchi-1 rolo, con la spavalda autorità che]mise a freno Camusso prima nella \ sua fuga giù per Grantola, poi nei'suoi tentativi su perii Brinzio, in-[fine con la volata all'Arena, capo-[Za t'oro d'intesa con Piemontesi.'Guerra ha detto chiaramente ad avr]versari ed osservatori che ieri non ic'era nulla da fare contro di lui e:che il successo gli spettava di pie-] no diritto. ìSe vi dirò che la grande classe] del campione d'Italia era ieri soste nula, oltre che da selvaggia volontà, da piena forma, sì da fare di lui la- più perfetta fusione di muscoli e di spirito; che l'uomo consideralo come il più adatto a ferirlo nel suo tallone d'Achille, Vietto. ebbe l'arma spuntata da insufficiente o errata preparazione; che i pochi altri che tentarono di sosti- tuirsi a lui in questo compilo de-, molitore della sua resistenza' ebbe-] ro buoni momenti di capacità offensiva, ma insufficienti per tra' margli seri pericoli P poi furon vinti dalla convinzione della inanità [di ogni sforzo: che le coraggiose] reclute tipo Cecchi e Merlini, che'contro di luì hanno alzato la punta] delle loro baionette non potevano \ giungere ad inferirgli un colpo àllcuore; che la forza del numero.I ranDresentata dalla potenzialità] dette squadre, si spuntò contro la corazza del gigante, che pur dai suoi non ebbe assistenza altro che al momento di cogliere il frutto della giornata; se tutte oneste vi di tò, a riassunto e indicazione deiìprincipali elementi di corsa, allora voi potete, farvi un'idea di come]questo Giro di Lombardia sia sla-]to dominato, da capo a fondo, da,una figura che eccelleva, e, come Utale, non abbia quasi mai potuto]toccare nrofondamentr i tasti del-\l'emotività, pur offrendo-i tutta la]b"V.ezza de1 generoso quanto vanodib"+tcrsi di anziani e giovani com-battenti e dell'incedere maestosodel dominatore che guardina dal-l'albo le vicende della corse, le cuiredini mai gli sfuggirono di mano.Un nrftfflrrnnK'fa mniipa+n un protagonisia mancato Ma, se mancò anche per un atti- mo solo il brivido dell'imprevisto, ilpungolo dell'incertezza, non misento davvero di farne colpa ad alcuno. Ho aia detto el'é ?' niù illu re degli stranieri, l'unico che] vrebbe potuto procurarci qualche ovità c quello sul citi nome si im-\ si iva alla vigilia il teina princiale delia corsa Vietto, ha in gran arte deluso. Il francese e stato ombra dell'uomo del Giro di Frana, e quasi il contrapposto, perche arciava ieri in piano più che in lita. Fermo rimanendo sul giudio che ho altre volle dato di questo , . -, . . % - . upendo pedalatore, si può spiega delusione che egli ci ha prò rato sia con l eccessivo lavoro e en}> ha. compiuto recentemente P&«. «« /errore che ha mmesso con I adottare un esage- to rapporto. Del resto, che egli , ■ • • t mn fosse nella sua migliore gior- ta lo dimostra il fatto che. nelle °"° orc * corsa non ha ma* —rtn„ cibane. A esso mano atte sue rte la prova fornita. Vietto era l'arrivo entusiasta della corsa qhaiia, ha, promesso di 1 ornare a ende,rsi la rivincita nella Saureo e ha rinnovato il suo proposito, bordinato al consenso della sua ^f • * untare la gran carta nel ro a Italia. Le disavventure di Martano senza estasiarla '*£$ ^ appem> m blvìo (Vl Belìagio, si è inerpicali sulla dura rampa Gneìlo. Ma prima dirò alla svel- come si erano svolte sin qui le se. Si era partiti da Milano in ™ mattinata luminosa e friziong .? G'e)1£ra?£ c„„,.„*„,.,-„ -ani n„,-\ „i,. accaro, Segretario del Coni, che l comm. Momo, presidente delia C.!., seguirà con l'antica-e senr e fresca passione tutta la corsa, n'ira di Dio di macchine turbonte ed. invadenti, rendeva quanto ai difficile il compito di precisare i autori dell'inizio velocissimo e elle prime schermaglie sul violone Monza, sul cui asfalto, dopo poi chilometri, si semina una maata di uomini a catafascio, fra i uali riconosco Sella, Fraccaroli, arti, Teani e Gerini. I primi dieci hilometri furono divorati a 40 ah: ora, a lunghe tirate e scatti tor-\ uosi degli uomini di testa; si di-\ inguevano in questa apertura dì stilità. Poi quest'ultimo si prodigò- egolarmente', ma energicamente, al omando, fin che Rovida, sull'ae-ì ottolato di Giussano {Km. 29),! olse di sorpresa la prudente fìla.ì estando l'immediata reazione di' iemontesi e Guarducci. Ma i 150 metri che il trio riuscì a prendere urono annullati dall'inseguimento] i Zucchini. Le sbarre abbassate del assaggio a livello di Inverigo fran-\ umarono la catena, ì cui anelli tar-' arono a riallacciarsi sino a Lura- o. Poco oltre, cadde Rimoldi G. ascinando a terra Martano. Il rimo ne ebbe una ruota rotta, il econdo il riacutizzarsi di una feria al fianco e l'aprirsi di altre al omito e alle ginocchia. Martano erse più di tre'minuti prima di riettersi in sella, ne riguadagnò no inseguendo da solo, ma nella scesa di Onno fece un secondo ca- itombolo che lo mandò a cozzare ontro il paraurti di una macchina he gli veniva incontro. La nuova rita alla gamba che ne riportò on gli permise più di continuare. compariva, così, una delle figure iù interessanti della giornata", Dopo il ponte della Malpensata Km. 43, media Km. 37,7) Za straa si insinuava fra i monti, danando sulle loro groppe. Si filò veoci sul bordo dèi pìccolo lago del cgrino, macchia cupa in fondo alla oppa scintillante della valle. Co¬ minciò per noi la- delìzia della polere e per i corridori la minaccia lle gomme. Sempre giocando alaltalena, da Longone a Asso, da isino a Valbronà, giungemmo ai¬ a temuta discesa su Onno, che mi e le ali ai piedi a Rimoldi e Magni, n lontananza potei vedere che CamUsso e altri due annullarono il odcsto vantaggio preso dalla copfo dei più audaci. Come dall'alto i una terrazza sfilammo dinanzi lIo stupendo scenario del lago, inalzando la semnre compatta schìea ansimante sulla salita di Limonut, giungemmo al bivio di Belìagio, ovc era atteso l'inizio delle più erie ostilità £e aprì, come ho detto, Barrai, s|- vWe Sli0n0 i„ nostra. «pulce* mpegnata a far sentire i suoi mor- ìfN'ella str^detta hwassata e tor- uosa l'omino s'arrampicava come u di una scala e tirava il collo alla \la che si allungava sempre più, si ontorceva, si spezzava. Chi tenne iù duro arili strapni di Barrai fu¬ ono Mealli e un certo Cecchi, pi-]rtoiese, il cui nome mi ricordava ilisflspvincitore della finale del Giro d'Ialia dei Giovani Fascisti; un ragazzo, quindi, un quasi sconosciuto, ma una meraviglia di arrampicatoe, un portento di coraggio. I due ottavano a cento metri da Barrai, non perdevano ne guadagnavano, mentre alle loro spalle era un subbuglio indescrivibile. Più vicino a oro si tenevano Astrua, Introzzi, Bovet, Olmo, Canavcsi, Balli, Maggioni; più indietro veniva su con alma, come se, non partecipasse ala mischia, Guèrra, che non si preoccupò neppure di essere lasciato da Molinar e Camusso e, per un momento, di farsi avvicinare da Giappone, Vietto, Vignoli, Grassi. Notevole il ritardo di Giacobbe, Bergamaschi, Gestri, Sella-, Cazzuani, Rimoldi, Rogora, Lesueur, Mara. A GuéUo, termine della prima parte della salita. Barrai precede sempre Cecchi e Mealli dì un ceninaio di metri; il toscano è lasciao dal, compagno, ma nella discesa su Civenna si riporta al suo fianco. l secondo nucleo inseguitore sì for- snscma con Bovet, Introzzi-, Balli, A-]trua, Vignoli, Olmo, ma, quest'ut-, imo sulle scale della Madonna del Ghisallo perde contatto. Mealli, che i era fermato a cambiare rapporo, riprende Cecchi e arriva quasi con lui al culmine, a cento metri da Barrai; seguono a 27" Bovet, Bali, Astrua e Vignoli; a 35" Olmo; a 1' 10" Molinar; a V 20" Magqioni e Sessa; a 1' 30" Guerra, Giappone, Vietto, Cannisso e Grassi. In discesa Balli rompe un freno e Ca- i musso fora. Quest'ordine vi dice 'che la prima salita, se ha messo in ; più importante, non ha ne creato]distacchi notevoli, ne una siinazio-\ ne nella quale essi possono essere]fruttati. Infatti, se il gruppo di\ Bovet ha raccolto nel suo avanzare utti gli uomini che lo precedeva- no, formando, così, un nutrito nu-,leo di fuggitivi, Guerra c;a parte :ua ha fatto piazza pulita di tutti gli intermediari; in discesa ha mes-Hso in difficoltà Vietto, che. ora pro-\cede da solo, e, cqnducendosi anche, Rimoldi, sopraggiunto, dopo Assof opera il ricongiungimento dei due:gruppi. In guesta violenta azione: rimangono vittime Cecchi, allo Mre-\rne delle sue forze, e Olmo, in crisi:per crampi alle gambe. Fase di assestamento A Como (Km, 108, media Km. \ 31,7) Za situazione e questa• J* gruppo dei primi, condotto da G-wer-l fauna a condurre. Un inspiegabile ritardo del campione al controllo, la schermaglia sulla salita di- San Fermo, la fatica che comincia a farsi sentire, cambiano notevolmente faccia a questa fase di corsa. Quando Guerra riesce a riportarsi al comando ci trova Vignoli. Giappone, Barrai, Mealli, Astrua, Bovet, Vietto, Rimoldi, Grassi; sono s-omimrsi, cioè, Sessa e Maggioni che pro¬ cedono isolati, Canavcsi, Camusso e<Più indietro è Olmo. Sulla salita di Malnate questo gruppo sì ridurrà a dodici uomini, ma ì rimanenti e altri ancora, fra i quali Olmo, sulla strada di campagna che porta a Porto Ccrcsio, si fanno rivedere in testa. Ma urini" dì essere in vista del lago, Mealli e vittima di una caduta e Barrai di una foratura. Quest'ultimo riprese prima di Ponte Tresa-, ma fu immediatamente e definitivamente eliminato da una seconda panne. Eravamo, infatti, ai piedi del Marchirolo. L'iniziativa dell'atlac co fu- presa da Merlivi e Molinar„che riuscirono a rimana s?-» c0» Guerra, Camusso e, Oipnani, wse-guiti da vicino da Cazzulani, .Giappone, Canavcsi, Vietto e Piemontesi, che si ricongiungono sul falso mano Un tentativo di Cannosonella discesa su Grantola e saffo-m1 «.'„,» ^, Pi/^iinn^si noi da cato prima da Piemontesi, poi ««Rimoldi, Guerra, Merlini e Cipriani, riportati avanti dal tricolore. E' questo il sestetto che attacca per primo il Brinzio. Fanno da- spartivento le quadrate spalle del mantovano, dietro le quali son giunti anche Cazzulani e V'ietto, finché Camusso cerca sfuggire alla ine- sorabile presa con uno scatto dispe- rato. Ma Guerra risponde con irrisoria facilità alla sfida, poi si rifanno sotto anche Cipriani, Cazzulani, Merlini e pure Piemontesi. Camusso è irrequieto, non si sa rassegnare all'inesorabile; ma Guerra partendo a fondo a sua volta, lo ammonisce dell'inutilità dei suoi sforzi. La potenza sfoggiata da Guerra fa perder contatto a Vietto e Rimoldi. Quest'ultimo torna ad ingrossare l'avanguardia all'entrata- di Varese, mentre Molinar e Canavcsi devono arrancare per tutta la traversata della città prima di coronare il loro inseguimento. Sembra ormai questa l'ultima fisionomia della corsa. Invece, Vietto prima di Solbiate, Scorticati e Rossi a Cavaria, completano la formazione d'arrivo. I dodici uomini che ho nominato sono, infatti, quelli che, procedendo a 34 all'ora, entrano poi in quest'ordine all'Arena: Piemontesi, Guerra, Cipriani, Camusso, Rimoldi, Vietto, Canavesi, Scorticali, Cazzulani, Rossi, Merlini e Molinar. La formazione non cambia sino 'all'uscita della penultima curva, dove Guerra prende tre o quattro macchine d'appoggio su Piemontesi, e attende l'attacco di Cipriani. Questi cerca- produco alla fine del rettilineo opposto, ma Guerra risponde e assume il comando, mentre Piemontesi prende la ruota, del capo. Ai cento metri il campione ha corsa vinta, che una decina di metri di vantaggio gli permettono di tagliare il traguardo voltandosi per assistere alla lotta per il secondo posto. Piemontesi arranca fino allo spasimo per non farsì rimontare, ma Cipriani ha un ritorno che non perdona, col quale si assicura un buon secondo posto- nell'ultima fase della gara, Detto ampiamente dei due uomi„,-( Guerra e Vietto, che ognuno guardava come i più probabili prò tagonisti, lumeggiato attraverso la cronaca l'andamento della corsa, scono chiare e lineari le ainotevoli risultanze tecniche p.Jntur;, tre „ auesto Giro. Impossibilitato a Hjar prova di sè Martano; tolto di aarn l'attore che la prima salita aveva indicato come sostituto del francese< Barrai, proprio al momento in cui avreooe potuto riaffer !ìrarsi nel ruoìo; gravato da una foratuTa camusso è impotente a creare serì ai favorito; fuori so]fanto w? re d ffl rire Piemontesi e abilissimo nel rena-cr forma Ólmo; migliore nella seconda che nella prima- parte Cipriani, che ha confermato di non essere <atletci promessa, anche se immatura, Cocchi; come al solito in calare alla distanza Giappone, come Astrua, che pur hanno avuto periodi ammirevoli; inferiori all'attesa Gotti, Giacobbe, Bergamaschi, che foise sentono il peso dell'annata. La- quale si è chiusa col Giro di Lombardia- senza darci l'uomo nuovo su cui fare sicuro affidamento e confermando la superiorità di un sione degli entusiasmi di folla nella terra lombarda ci ha detto che esso è più vivo che mai e ci fa chiudere in fede e in letizia questa annata ciclistica. Testo e fotografie di Giuseppe Ambrosini L'ORDINE D'ARRIVO 1. GUERRA LEARCO (Mantova), alle 15,44', impiegando ore 7,34' a percorrere i Km. 245 alla media oraria di Km. 32,378; 2. Cipriani Mario, di Prato; 3. Piemontesi Domenico; 4. Rimoldi „ g VicUo R 6 Camus* prancesc0i 7. scorticati Renato, 8. Ca|navesi Severino, 9. Cazzulani Giovanni, 10. Molinar Edoardo, 11. Rossi Romeo (l.o degli indipendenti), 12. Merlini Ernesto (2.o degli indipendenti), tutti con io stesso tempo del vincitore; , m Bergamaschi 15,46'; 14 Rovida, 15- Berretta 3.o degli indip.) alle |1kilft,9n„. 1r „„„„ e£„,„„ ,-,,„ B0 alle 168.. 40 Curino alle 16jl0._ 15.4 6'30"; 16. Bolis Enrico, 17. Giacobbe, 18. Grassi, 19. Mara Enrico, 20. Morelli, 21. Giuppone Ernesto alle 15,51'; 22. Grandi, 23. Sessa, 24. Cecchi, 25. Fontana, 26. Zanzi, 27. Olmo, 28. Pozzi, 29. Gotti, alle 16; 30. Minasso, 31. Buglia, 32. Lomazzi, 33. Barbieri alle 16,1'; 34. Zanzi, 35. Astrua, 36. Ciccotelli, alle 16,4'; 37. Rimoldi Giulio, 38. Brambilla, 39. Traver- CANAVESI, GUERRA, CIPRIANI, PIEMONTESI, MERLINI E RIMOLDI ALLA SVOLTA D'ATTACCO DELLA SALITA DEL BRINZIO IL GRUPPO DI TESTA, CONDOTTO DA GUERRA, TRANSITA PER COMO. BOVET CONDUCE GLI INSEGUITORI SULLE SCALE DELIA MADONNA DEL GHISALLO