Le estreme onoranze a Re Alessandro

Le estreme onoranze a Re Alessandro Le estreme onoranze a Re Alessandro Nuove risultanze nell'inchiesta contro i terroristi Pavelic e Kwaternik fermati a Torino Roma, 1S notte. In seguito a richiesta dell'Autorità giudiziaria francese, sono stati fermati a Torino il dottor Ante Pavelic ed Eugenio Kwaternik. Sottoposti ad un primo interrogatorio circa l'attentato di Marsiglia, entrambi sì sono tenuti sulla negativa. Nell'attesa di ulteriori accertamenti, sono stati passiti alle carceri giudiziarie di Torino. (Stefani). II microbo del panico Parigi, 18 notte. La notizia del fermo di Pavelic e di Kwaternik a Torino, conosciuta qui alla fine del pomeriggio, ha suscitato in città profonda impressione. VIntransigeant scrive: <-.- Collaborando con la polizia francese le autorità italiane hanno dato prova della loro assoluta correttezza col loro desiderio di partecipare alla repressione di un delitto odioso ». I giornali prevedono che il Governo della Repubblica chiederà l'estradizione dei due cospiratori. Il merito dei fermi Secondo ogni evidenza il fulmineo successo della polizia italiana è accolto qui con compiacimento tanto più grande in quanto che esso permette alla polizia francese di attribuirsi una parte del merito relativo e di provare alla opinione interna e estera che i suoi mezzi di informazione non sono poi così deficienti come si pretende. Circostanza tanto più opportuna in quanto che la campagna contro la Sicurezza Nazionale è tutt'altro che cessata in Francia nelle sfere di opposizione e in buona parte della stampa. h'Eclaireur de Nice continua a stupirsi che la mattina del 9 ottobre un misterioso contrordine abbia impedito la parteeipazfone della solita scorta di agenti ciclisti al corteo regale. L'Acfioit Frangaise vorrebbe sapere se questo contrordine sia stato dato dal Direttore generale della Sicurezza Nazionale Berthoin o da chi altro, e si domanda se l'incuria assolutamente anormale della polizia, avvertita già del pericolo, non abbia avuto per scopo di lasciare che le cose andassero per la loro china nella speranza che un attentato di grande portata internazionale distrarrebbe definitivamente l'attenzione del paese dall'affare Stavislri e Prince di cui la Massoneria vuole a ogni costo il soffocamento. La nomina di Marchandau al Ministero degli Interni viene da questi stessi commentatori interpretata per l'appunto come un segno che la vigilanza massonica non è per nulla allentata, il Marchandau essendo un influente dignitario del Grande Oriente deciso a coprire col proprio grembiule ogni eventuale responsabilità nel senso sopra indicato. L'interesse dei Soviet Sia come si voglia, il colpo di scena di Torino non ha ancora avuto tempo di determinare qui reazioni di speciale interesse. I giornali sono pieni di lunghi dispacci sui funerali di Eelgrado e di resoconti sulle manifestazioni di omaggio della folla davanti al feretro di Poincaré e non dedicano se non poco spazio a considerazioni sul momento politico. Solo la London Paris Agency, associandosi a una voce raccolta nei giorni scorsi anche da altri organi parigini, prospetta l'ipotesi che le responsabilità ultime della tragedia di Marsiglia ricadano sopra i Soviet e sulle loro oscure manovre per scatenare la rivoluzione mondiale. « Nel momento in cui in Spagna arde la rivolta — scrive questo organo — e in cui in Francia il fronte sccialcomunista si agita disperatamente chi può avere interesse a provocare un conflitto internazionale se non i Soviet, il cui compito quotidiano consiste nel preparare la rivoluzione mondiale? Ad abbattere Re Alessandro nel momento in cui le relazioni italo-jugoslave sono tese all'estremo, significa lanciare un laido sospetto sul Governo di Roma, sospetto capace di condurre a una guerra. Col favore di una tale conflagrazione la Germania si lancerebbe sull'Austria forzando la Cecoslovacchia a intervenire e quindi la Francia. I marxisti avrebbero allora buon gioco per operare il loro movimento. Senza dubbio Barthou aveva creduto di fare un colpo da maestro conducendo l'URSS nella Società delle Nazioni; gli eventi proveranno ben presto che ha commesso un grave errore di giudizio ». La fucina degli allarmi Ma non si può accennare a voci del genere di quella raccolta dalla London Paris Agency senza aggiungere che in questo momento Parigi sembra essere il punto di mira di un'in¬ tensa diffusione di falsi rumori e di notizie allarmistiche. Vi segnalammo ieri sera quella propalata in giornata del preteso assassinio del can-| celliere Schuschnigg. Si è appreso stamane che essendosi i propalatori i di questa e di altre frottole fatti for-l ti di pretese informazioni dell'agen-) zia Radio, quest'ultima ha sporto querela. Il direttore dell'agenzia, signor Gabion, interrogato in proposito da un giornale della sera, ha detto che nel pomeriggio di ieri il redattore capo dell'organo personale del ministro dell'Interno VEclaireur de l'Est gli aveva telefonato per chiedergli se fosse vero che era morto il presidente del senato Jeanneney come era venuto a dirgli in quell'istante un tale attribuendo la notizia all'agenzia Radio. Il Gabion rispose\naturalmente che non c'era nulla di vero e spiegò la cosa come lo scherzo |di un qualche caposcarico. Senonchè[mezz'ora dopo ecco la redazione dilun giornale della sera chiamarlo al telefono per chiedergli se fosseivero ^.t.rH2£S*£ 3 mTfI,™£leAÌ era stato assassinato a Belgrado. Al.giornale in questione la notizia era)stata data per telefono da uno sco- ! nosciuto che parlava con accento ! straniero e diceva di averla appresacdall'agenzia Radio. Il Gabion non I potè se non rispondere anche questa ìvolta negativamente, ma impressio-\nato della coincidenza, decise di se-. gnalare il fatto all'autorità. In se.\guito anche altri giornali e fra gli altri il New York Herald ricevettero [le stesse misteriose comunicazioni: [ora si trattava della morte di Pietri,\ova di quella di Pétain, ora di quella ! di Caillaux, ora dell'assassinio di Schuschnigg, ora d! conflitti alla\frontiera ungaro-jugoslava. Nessuno negli ambienti informati prestò fedeja tali annunci catastrofici ma in Bor- sa i loro echi fecero un certo effetto e non si può dire che nemmeno oggi 'irrequietudine sia totalmente dissipata. I giornali di stasera si occupano tuttavia di questa campagna aliar- ; mistica chiedendosi se essa vada im- ; putata a speculatori di Borsa o a speculatori politici deliberati a scuotere il morale della Francia in un momento in cui si sa che la situazic- ne interna non è delle oiù serene. La Liberté scrive che Parigi è oggi un terreno d'elezione per la cultura del microbo del pànico e reclama con VIntransigeant e con altri organi lai ricerca e la punizione dei colpevoli di questi attacchi proditori contro l'equilibrio morale del paese. C. P. I[ ... ■ •> j -. . .. . . . .; :. .. '■■-■■■-X:r. [ [\[.I : ' j 'i!| I FUNERALI DI RE ALESSANDRO A-BELGRADO: LA FOLLA SI AVVIA A PALAZZO REALE