La tragica settimana asturiana

La tragica settimana asturiana La tragica settimana asturiana Il cannone tuona ancora per annientare le ultime resistenze -- Terribili scene raccontate da testimoni Barcellona, 15 notte. L'azione delle truppe nelle Asturie continua tuttora poiché in alcuni luoghi della regione i ribelli non hanno ancora deposto le armi e fanno fronte alla disperata ai soldati che operano da oltre una settimana in quella zona. Le truppe del generale Lopez Ochoa hanno conquistato Aviles e Oviedo ove si è stabilito il quartiere generale che dirigerà l'attacco ai gruppi di rivoltosi che infestano ancora il bacino minerario. La cacciatorpediniera Espana N. 4 sulle coste di Gijon trasporto nuove truppe che entrate immediatamente in azione, dopo lotte cruenti sono riuscite a mettere in fuga i ribelli che hanno abbandonato sui, terreno vittime e notevoli quantità d'armi e di munizioni. A Aviles sette case sono state incendiate dai fuggitivi che hanno subite notevoli perdite. Si è pure potuto appurare che i rivoluzionari hanno arrestato il noto docente di diritto e ex-ministro Pedregal e, a quanto sembra senza recargli danno alcuno, lo hanno trattenuto in ostaggio. La situazione completamente dominata nelle due città citate permaìie però delicata nei loro dintorni bombardati senza posa dalle artiglierie e dagli aeroplani, due dei quali sono entrati in collisione. Un apparecchio ha riportato solamente lievi danni, mentre l'altro si è sfasciato nell'atterraggio e il pilota ha riportato ferite gravi. Gijon, una delle più industriose cittadine spagnole dell'Atlantico, ove bivaccano numerose truppe, ha assunto l'aspetto di retrovia di un campo di battaglia. Da Madrid è giunto materiale per l'improvvisazione di ospeda letti da campo e oltre il corpo medico sono stati inviati sul luogo un gran numero d'infermieri e di suore. Da ieri sono stati inviati nelle Asturie nuovi rinforzi alle truppe del generale Lopez Ochoa; si tratta di una nuova colonna composta da soldati delle guarnigioni di Santander e Bilbao al comando di un colonnello del 14.0 fanteria e sarà rinforzata da un reggimento dì coloniali che ha pernottato a Madrid venerdj, notte e da mezzo reggimento della legione straniera partito da Barcellona sabato dopo aver sfilato per le strade principali della città fra tiepidi applausi dai passanti la maggior parte dei quali catalani che hanno assistito con malcelata soddisfazione alla partenza dei legionari ai quali venne affidata durante alcuni giorni la guardia al palazzo della Generalità. Questa nuova colonna è stata denominata dell'est poiché gli è stato affidato l'incarico di attaccare i ribelli da tale lato. Cinque ore di battaglia Intanto, mentre è assolutamente impossibile avere notizie precise sull'andamento della cruenta battaglia alcune persone che hanno presenziato i fatti di questa tragica settimana asturiaìia, tuttora sotto la tremenda impressione delle scene alle quali hanno dovuto assistere ne hanno raccontati alcuni particolari. Ecco quanto ha dichiarato il caporale della guardia civile José Moreiro Rodriguez che all'inizio del movimento si trovava di stanza nel piccolo paese asturiano di Villamanin: Allo scoppiare del movimento mi trovavo solo a Villamanin e in considerazione del minaccioso atteggiamento dei scioperanti presi posto in un autocarro militare che transitava per quella località a bordo del quale si trovavano 29 guardie civili comandate da un tenente. A Pajares ove i rivoltosi s'erano impadroniti del municipio piazzammo sull'autoveicolo una mitragliatrice azionata da due nostri compagni mentre gli altri 28 formarono alcuni gruppetti che parapettati dietro la carozzeria del camion continuarono la marcia verso Campomanes ove buona parte della popolazione armata di fucili, rivoltelle e bombe era scesa in istrada disposta a sbarrare il passo alle guardie civili il cui passaggio per Pajares dev'essere stato segnalato da qualche complice dei ribelli. Al nostro apparire una colonna di alcune centinaia di sediziosi che era preceduta da un nostro compagno colle mani legate fatto prigioniero in quel paese ci intimò di retrocedere ed immediatamente furono sparati contro di noi alcuni colpi. Tentammo di azionare la mitragliatrice ma disgraziatamente non funzionò. Era nuova e non era ancora stata provata. Ci rifugiammo nei portoni di alcune -case e durante cinque ore abbiamo potuto resistere al fuoco dei ribelli che ci attaccavano da due lati. Il capo degli insorti e diversi suoi complici caddero ma anche da parte nostra le perdite sono state notevoli. Verso le tre del pomeriggio rimanemmo senza munizioni e il tenente riuscendo a passare incolume sotto una pioggia di pallottole raggiunse il nostro autocarro e ci portò altre munizioni che ben presto si esaurirono. Le canne dei nostri fucili erano roventi. Quando fummo ridotti a pochi, ormai senza alcuna via di salvezza mi offrii al tenente per tentare di raggiungere il paese vicino e tentare di richiedere rinforzi alle autorità di Leon. Stri¬ a sciando, rimasto miracolosamente illeso nonostante fossero scoppiate alcune bombe a pochi metri da me, riuscii a raggiungere un casolare denominato El b'ìerro ove mi furono dati degli libiti da borghese da una buona vecchia semimorta dallo spavento e proseguii sino a Pajares da dove mi fu impossibile telefonare poiché tutte le linee telefoniche erano state distrutte. Proseguii ancora; in un campo vidi due miei figli che erano stati obbligati dai rivoluzionari a sommarsi al movimento ma dovetti non farmi vedere e soffocare ì miei sentimenti di padre poiché avrei ricordato a quelle jene che fra di loro vi erano i figli d'una guardia civile e forse avrebbero uccisi. Raggiunto Villamanin mi fu possibile informare le autorità di Leon e poco dopo giunsero in quel paese due compagnie di fanteria provenienti da Leon e da Astorga. Mi unii a loro e sulla strada del ritorno rivestii nuovamente l'uniforme che avevo nascosto in un prato. Giunti a Campomanes e messi in fuga i rivoltosi dopo una cruenta sparatoria si offri ai miei occhi una scena tale che mi sembrò impazzire. Il tenente e gli altri miei ventotto compagni erano stati tutti uccisi e i loro cadaveri orrendamente mutilati ». 30 rivoltosi passati per le armiScene di questo genere se ne sono registrate in altri punti ove il furore degli insorti s'è particolarmente accanito contro gli agenti e i preti. Lo stesso caporale José Moreiro Rodriguez ha dichiarato che nei pressi di Campomanes all'entrare in azione le artiglierie della colonna del generale Bosch un gruppo di rivoltosi dopo essere stato fatto fuggire da una chiesuola di campagna l'hanno fatta saltare in aria con della dinamite. Si devono registrare un'infinità datti di eroismo delle truppe inviate a ristabilire l'ordine. Le notizie secondo le quali il Go verno domina assolutamente la situa zione in tutto il resto del Paese e l'affluire di grandi contingenti di truppe hanno totalmente demoralizzati i rivoltosi che dispersisi in quel terreno montagnoso continuano disperatamente a far fuoco sui soldati unicamente poiché prevedono quale sarà il loro castigo se cadranno prigionieri. A Oviedo '30 rivoltosi fatti prigionieri sono stati passati per le anni. Tale notizia non è stata ufficialmente confermata ma è ritenuta certa poiché non sono state date notizie circa la sentenza emessa dal Consiglio di guerra che lha giudicati per via sommarissima. Nel resto del Paese la tranquillità è invece assoluta. Gli scioperi di Bilbao e madrid decrescono rapidamente e nella Catalogna l'ordine è stato rapidamente ristabilito. A. Giorgi

Luoghi citati: Barcellona, Bilbao, Catalogna, Madrid, Santander