L'inchiesta della polizia diretta a trovare il capo della congiura

L'inchiesta della polizia diretta a trovare il capo della congiura L'inchiesta della polizia diretta a trovare il capo della congiura Una mesta a punto ungherese o o a a e e a Ginevra, 15 mattino. L'inchiesta per stabilire la rete delle complicità nell'assassinio di Re Alessandro prosegue attivamente. Mentre i due complici arrestati a Thonon, Pospisil e Raicht, sono stati trasferiti nella prigione di Annecy, la polizia francese che non lascia la presa afferrata per un caso veramente fortuito si è messa in relazione con la polizia svizzera per stabilire l'importanza del passaggio e del soggiorno a Losanna dei due individui insieme al regicida, il sedicente Kaleman, e a Sili (che sarebbe il Nalis visto insieme al regicida ad Aix en Provence) e al quinto individuo che gli arrestati di Thonon chiamano il delegato. Le ricerche della polizia francese sono dirette specialmente su questo misterioso delegato che alcuni vorrebbero identificare addirittura con Ante Pavelic il capo del partito del diritto croato. In questa ricerca di precisazioni su individui notoriamente invisi alla polizia jugoslava, il capo della Sicurezza nazionale serba ha avuto un ruolo importante. Infatti ieri il signor Simonovic, direttore della Sicurezza nazionale di Belgrado, si è recato a Losanna insieme al commissario divisionale francese Petit e si è incontrato col commissario della polizia di Losanna Jacquillard. Alla fine dell'incontro è stato diramato un comunicato che dice: « Dopo una conferenza fra il direttore della polizia jugoslava Simonovic, il commissario di Losanna Jacquillard e il commissario divisionale francese Petit, assistiti dal commissario Marabuto, una base comune è stata stabilita per le varie misure da prendere per identificare i complici dell'assassino di Re Alessandro che, come è noto, sono passati per Losanna. Le investigazioni sono basate su alcune informazioni che saranno attivamente spinte nei prossimi giorni. Esse non sono ancora giunte a conclusioni in questo momento ma sembra che ci siano delle piste importanti e tali da portare a nuova luce. Si stabili che l'inchiesta progredirà attivamente. Sembra intanto sempre più evidente che i terroristi abbiano agito dopo un attento esame che ha tenuto conto dei minimi dettagli, e sombra che insieme agli agenti di esecuzione, designati precedentemente, si dovesse trovare un « cervello » che ha perfettamente messo a puntino un programma destinato a complicare le ricerche preliminari. Precedentemente sono state imbrogliate le piste ed è ormai certo che molti gruppi che si ignoravano fra di loro senostati formati con missioni diverse e sono stati inviati in Francia por diverse vie ». Tale comunicato conferma quantosiamo venuti dicendo: si cerca di stabilire che un capo responsabile della banda — che, come abbiamo detto, si verrebbe fosse Ante Pavelic — ha diretto tutte le operazioni dell'attentate di Re Alessandro. A proposito dell'inchiesta di Annemasse e dei commenti di una parte della stampa, gli ambienti ufficiali ungheresi comunicano le seguenti informazioni : « Vi sono dei profughi politici nel mondo intero (per esempio dei social- nazionalisti di Austria in Jugoslavia! Corti profughi jugoslavi di originecroata si sono raggruppati in una fat-toria presso la frontiera iugoslava, fat-toria affittata da uno dei loro conna zionali. Il Governo jugoslavo essendo si lamentato dell'esistenza di un cam- po di profughi di cui il Governo ungherese ignorava la presenza, il Governo ungherese ha completamente liquidato questo campo sin dall'aprile scorso. Il Governo ungherese non abbandona affatto il principio del diritto di asilo e ha fatto in una Nota in data 26 aprie la promessa formale al Governo jugoslavo di perseguire in avvenire come nel passato davanti ai tribunali popolari quegli immigrati che contravvenissero alle leggi ungheresi. Inoltre il Governo ungherese ha fatto conoscere la sua ferma volontà di rifiutare in caso di necessità il diritto di asilo. Avendo il Governo jugoslavo collegata davanti al Consiglio della Società delle Nazioni la questione dei profughi jugoslavi in Ungheria alla domanda del Governo ungherese circa un incidente alla frontiera ungaro-jugoslava ed'essendo il 21 luglio intervenuto un accordo completo tra i due Governi circa gli incidenti di frontiera, la questione dei profughi jugoslavi è stata chiusa e definitivamente liquidata. Per quanto concerne i falsi passaporti ungheresi le autorità di polizia ungherese hanno aperta una inchiesta minuziosa il cui risultato verrà pubblicato. Quanto alla circostanza che i detenuti di Anriemes«e secondo la loro deposizione erano detentori di passaporti ungheresi prima di essere possessori dei passaporti cecoslovacchi che furono trovati su di loro, sarebbe falso dedurne una connivenza ungherese qualsiasi così come a connivenza cecoslovacca. Il Ministro degli Affari Esteri di Ungheria ha d'altronde respinto questa suoposizione con indignazione e si è levato nel modo t>ìù categorico contro qualsiasi insinuazione tendente a stabilire un m*r.,rnn legame tra ' fragrici avvenimenti di Marsiglia e l'Ungheria ». G. T.