J. Bodin e la sovranità dello Stato

J. Bodin e la sovranità dello Stato J. Bodin e la sovranità dello Stato I principi! politici familiari alla coscienza moderna si possono riportare quasi tutti ad un unico concetto fondamentale: quello della sovranità dello Stato, della sua giustificazione, dei suoi limiti, del suo esercizio. Come imperio di una legalità formale, che tutela e disciplina il" libero giuoco di energie individuali preesistenti ad ogni organizzazione politica, noi lo ereditiamo dall'illuminismo con le speciali determinazioni di dottrine contrattualistiche e giusnaturalistiche. Ma le origini del concetto sono alquanto più lontane da noi : esso è delineato la prima volta da un pensatore che quasi domina la cultura giuridica francese della seconda metà del '500, da Giovanni Bodin, interprete di quel tempestoso processo storico per cui dalla decadenza dell'unitario sistema feudale, dell'Impero e della Chiesa, emergevano nuclei nazionali distinti e forme nuove di regimi politici. Strana personalità quella del Bodin! Ha l'irrequietezza, i contrasti, le incoerenze di un'epoca di intenso travaglio spirituale. Come in molti pensatori nostri dell'Umanesimo e della Rinascenza in lui indugiano ancora fitte ombre d'una civiltà che tramonta e si accendono già le prime luci d'una civiltà che sorge. II Bodin avvolge originali concezioni giuridiche, politiche, storiche nelle fantasticherie dell'occultismo e della cabala. Compone una Demonomanie sui sortilegi e sulla magia con 10 stesso acume giuridico e con la stessa sottigliezza razionale della sua celebrata Republìque. Traccia in linee vigorose una spietata procedura contro le streghe, eppure si attribuisce virtù profetiche, crede agli spiriti maligni, si ritiene protetto da un buon Angelo. Ebreo per sangue e per educazione, è monaco a 25 anni, poi fautore di moti protestanti, consigliere del Duca d'Angiò, agente diplomatico. Ma porta in ogni indagine un nuovo accento. Con il Methodus historica si colloca tra i fondatori della storiografia moderna. Distingue dai fatti naturali e dall'azione divina la storia per la sua schietta umanità e volontarietà. Rivela la importanza delle lingue nazionali con un orientamento di pensiero che 11 Vico spingerà a originali altezze speculative. Determina i caratteri dell'azione morale e dell'azione politica ed abbozza un rapporto che potrebbe dirsi dialettico, con vedute interessanti ancor oggi. Alcuni con-, cetti sul diritto pubblico e privato sono il nucleo originario di dottrine, che per quasi tre secoli domineranno il pensiero giuridico e politico. Pure questo pensatore singolare ha avuto scarsa fortuna presso di noi. Hanno contribuito a lasciarlo nell'ombra discreta della cultura specializzata la tarda ed incerta formazione di una coscienza politica e la deviazione degli interessi culturali dallo studio della vita associata — che caratterizza il pensiero italiano del nostro primo Risorgimento — allo studio di astratti problemi gnoseologici, imposti dalla sopraggiunta prevalenza della filosofia tedesca. Forse non si continua tuttavia a schiudere ai giovani gli arcani della sintesi_ a priori, dei procedimenti dialettici, della nascita soggettiva degli esseri, anzi che a portare il loro interesse sui problemi dello Stato e della storia umana? I cenni generici sul Bodin dei trattati di diritto, qualche frammentaria citazione o qualche succinto paragrafo, il notevole brano polemico della Scienza Nuova del Vico non compensano gli studi speciali curati in Francia, in Germania, nei paesi anglosassoni. Ma nel nuovo risanatore clima politico la lacuna si colma. In un interessante volume, edito dal Corticelli in Milano, la personalità e l'opera del Bodin sono ricostruite con larga e precisa informazione da A. Garosci. Un eccessivo amore di obbiettività e di compiutezza diffonde una luce uniforme ed adagia sul medesimo piano — senza i rilievi di una selezione coraggiosa — quel che intorbida il pensiero del Bodin e quel che apre alla coscienza moderna nuove prospettive. Ma la nostra cultura politica potrà sempre attingere dall'accurato studio conoscenze fedeli e fondate. Sopra tutto per l'esatta interpretazione del concetto di sovranità, così come è determinato dal Bodin, nella forma che preannunzia le nuove esigenze e i nuovi orientamenti della storia. F' discussione oziosa se un concetto di sovranità sia preesistito. Do vunque e comunque la vita civile s; è organizzata hanno agito norme regolatrici e poteri dominanti. Anzi non vi è dubbio che nel Bodin vi siano risonanze notevoli del concetto della sovranità, già elaborato dal Machiavelli. Questi, con un senso più profondo e realistico della vita politica, aveva dimostrata operante nella storia una ragion di Stato distinta dalla morale. Ma il suo duro concetto doveva cedere il posto a quello legalistico e razionalistico del sopravveniente illuminismo, e restare per secoli in ombra, sommesso e falsato dall'angusta interpretazione, che lo configurava come un empirico viatico per le ambizioni autocratiche del principe. L'originalità del pensiero del Bodin non è nella creazione e quasi « invenzione » del concetto di sovranità : perchè concetti così vitali e così immanenti al processo storico non hanno origine soggettiva; è invece nell'adeguarlo all'attualità dell'umana esperienza, nel conferirgli quelle determinazioni per cui ancora oggforma il nucleo, spesso ignorato, ddominanti principii politici. La sovranità era ancora impigliata e compromessa da vincoli feudaliconfusa con la potenza personale deiclvlStfsavlvdsg principe, sperduta nelle pratiche delle investiture. Il Bodin la concepisce come un attributo dello Stato nella sua distinta individualità nazionale ; la differenzia; la libera nei rapporti esterni da ogni subordinazione all'Impero e alla Chiesa, nei rapporti interni dall'interferenza con organi corporativi. Si spinge sino a negare la sua dipendenza da un Diritto Universale, preesistente e trascendente l'effettivo esercizio del diritto dello Stato. Il Bodin, anticipando un motivo contrattualistico, individua la funzione della politica in una necessità utilitaria e giustifica così una autonomia del potere statale nella vita. Si era prima soliti di determinare la sovranità elencando titoli e privilegi, in parte ornamentali; diritti di precedenza, esclusività nell'uso di stemmi e decorazioni, potere di conferire benefici, virtù di compiere guarigioni ed anche di fare miracoli. Il Bodin la determina concettualmente, come « puissance de donner et casser la loy », da cui tutti gli altri diritti ed attributi derivano. E' la fine di un sistema più volte secolare di vincoli gerarchici, di relazioni giuridiche, di forme politiche, di orientamenti di coscienza. La breve e semplice formula della sovranità statale annunzia l'alba d'una nuova organizzazione della vita civile. Ed è quell'organizzazione al cui tramonto noi oggi assistiamo, fiduciosi o perplessi o accorati. Perchè la concezione del Bodin contiene già germinalmente i principii che, sviluppati e sistemati dal contrattualismo e dal giusnaturalismo, costituiranno i presupposti teorici del regime democratico. Per la nostra educazione politica è utile fissarne il fondamento ed intenderne lo sviluppo, affinchè nella lotta rinnovatrice del Fascismo i colpi raggiungano la radice e non si arrestino ai rami. Il Bodin ha viva coscienza di una funzione creatrice del potere dello Stato. E' disciplina che trasforma, dirige ed eleva originari caratteri naturali dei popoli. Ma la concepisce come un imperativo giuridico, giustificato da necessità utilitaristiche, insufficiente ad esprimere ed a realizzare le esigenze morali della vita, quasi sovrapposto a uno stato di natura, i cui diritti- sonò tutelati da Dio. Una libertà naturale è il presupposto storico della vita dello Stato, che sorge quindi come una necessaria violazione del suo spontaneo esercizio : perruptis naturac legibus. Gli intenditori possono riconoscere gli accenni tematici delle dottrine politiche, che trionferanno nel '700 e nell'800. Il carattere rigorosamente giuridico della sovranità prepara l'agnostico legalismo dei liberali. La funzione creatrice della disciplina — contenuta nella sfera del diritto — si ridurrà ancora ad una estrinseca tutela formale. Le origini autonome e la garenzia divina d'una libertà naturale, che già nel Bodin sono limiti della sovranità, diverranno il suo fondamento e la sua ragion d'essere. Il problema della sovranità sembra avere solo un interesse per la cultura storica. Abbandonato il suo fondamento divino, screditato il suo fondamento popolare, perduto il significato originario con il trasformarsi da attributo dello Stato in attributo del popolo, la sovranità appare quasi un rudero venerando, privo di valore attuale. Ma a misura che si formano nuovi rapporti tra consociati e lo Stato conquista un nuovo valore essa riguadagnerà l'interesse della coscienza e del pensiero. E se non essa ciò di cui essa, nella storia, è una particolare espressione; vale a dire la necessità di un centro attivo che unifichi, orienti, regoli la vita sociale. Forse rinascerà con determinazioni inusitate ; e il problema del fondamento di un diritto di comandare si configurerà come problema del fondamento di un dovere, ugualmente imperioso, e la funzione di un dominio estrinseco che assoggetta apparirà funzione di un servizio che obbliga ed eleva. Antonio Renda

Luoghi citati: A. Garosci, Francia, Germania, Milano