La Polonia precisa in un memorandum le ragioni della sua ostilità al Patto orientale

La Polonia precisa in un memorandum le ragioni della sua ostilità al Patto orientale La Polonia precisa in un memorandum le ragioni della sua ostilità al Patto orientale Vivi commenti alla dichiarazione per la indipendenza austriaca Ginevra, 28 notte. Quasi a confermare quella che è stata la caratteristica dominante della XV sessione dell'assemblea ginevrina, chiusasi ieri, cioè l'ammissione di nuovi ,membri nella Società delle Nazioni si è avuta oggi nella seduta del Consiglio la sorpresa di una nuova adesione: quella dell Ecuador. Veramente si sape- r„.Ìa qUflche tem,P° che «> Governo dell Ecuador aveva la ferma intenzione di aderire alla Lega, di cui e de re- sto, un membro originano, dato che 11 suo nome figura negli annessi del Pat-10 societario. Stamane dunque nella seduta del Consiglio, il presidente ha dato letturadi un telegramma pervenuto al Segre tario generale col quale appunto il Governo dell'Ecuador notificava la sua adesione. La nota polacca alla Francia Dopo la seduta del Consiglio, quasi tutti i membri delle delegazioni hanno lasciato Ginevra, così Barthou, Benes, Beck, Tewfik Ruscdy bey e Litvinoff. Il barone Aloisi è rimasto oggi a Ginevra dovendo partecipare ad una seduta del Comitato dei tre incaricato di proseguire l'esame della questione della Sarre. Come è noto, infatti, i negoziati per la decisione di questo proble- ma non sono ancora terminate. Essicontinueranno d'altronde a Roma tra il presidente del Comitato dei tre, barone Aloisi, ed i rappresentanti diplomatici della Francia e della Germania. Nel novembre prossimo, infine, il Comitato si trasferirà a Ginevra per riferire ài Consiglio nella sessione straordinaria prevista per la metà del mese. Tra gli ultimi avvenimenti della ses sìone ginevrina si segna.a frattanto il testo del « memorandum » rimesso dalla delegazione polacca alla Francia in merito alla posizione assunta dal Gover no di Varsavia sul Patto orientale. Il « memorandum » polacco si riassume nei seguenti tre punti, che precisano le condizioni generali poste dalla Polonia all'accettazione del Patto orientale: 1) Il Governo di Varsavia domanda anzitutto che tutti gli Stati interessati alla Locarno dell'est facciano parte dell'accordo. (Si tratta, come è facile capire, di una chiara allusione alla necessità di far entrare nel Patto il Reich tedesco). ,„2> " Pa"°. deve essere comPatlblIe con tutti gli impegni lirmati finora, (Anche questo è da interpretarsi come un'allusione alla situazione della Ger--mania e agli impegni firmati dal Go-verno di Varsavia con questo Stato). 3) Il Patto dell'est deve essere compatibile con i principi del Patto societario. Il Governo di Varsavia aggiunge che ulteriore che la Francia potrebbe faremirrile onesto, nronoste assolvano alleè pronto a studiare qualsiasi proposta purché queste proposte assolvano alle tre condizioni summenzionate. « Questa risposta — come scrive il Journal de Genève — per parlare chiaro, è negativa. Essa rifiuta senz'altro qualsiasi idea di un Patto orientale, dato che si tratta di un Patto di assistenza. La Polonia si accontenta difatti di un Patto di non aggressione sufficiente ai suoi occhi per garantirle la sicurezza. Per essa il Patto dell'est non potrebbe che indebolire la sua situazione. D'altra parte il « memorandum » lasciacapire che la partecipazione eventualedella rvrnslnvnnphin nnn viof.i della Cecoslovacchia non sarebbe vista con occhio favorevole a Varsavia. HLe garanzie per l'Austria ti i commenti relativi all'accordo inter venuto fra le tre grandi Potenze occidentali circa le garanzie dell'indipendenza austriaca. La dichiarazione delle Tre Potenze sulla situazione austriaca è oggetto di vari commenti negli ambienti societari e nella stampa. Il Journal de Genève scrive: « Come si vede la dichiarazione del 17 febbraio costituisce il punto di partenza, ma per darne una Interpretazione allargata bisognava mettere d'accordo il punto di vista dell'Inghilterra con quello dell'Italia che, interamente di accordo sul fondo, vale a diro l'indipendenza dell' Austria, divergevano quanto alle modalità. Gli Stati della SVa^lT^'negoziati, rimangono nella in cui erano il 17 febbraio La Suisse scrive: Si noterà in questa dichiarazione la frase finale nella quale si dice che la dichiarazione del 17 febbraio continua ad inspirare la politica comune dei tre Stati. Ciò indica nettamente P sen30 della decisione presa dalle tre Potenze per quarto riguarda q punto di vista del futuro», G. T. Profonda amarezza francese Parigi, 28 notte. Il Ministro degli esteri Luigi Bar- . thou, reduce da Ginevra, è giunto sta sera' Pari^ ,le 2222\ • gc , iornbali H ini non risparmia. le ]odi atfopirt. svolta dal Ministro dli est , francese suIle rive del Le m „ bilancio che essl fanno del]a | scssione ginevrina or ora conchiusa non rivela certo un eccessivo entusiasmo, Se VOl.drc si acccmtenta di lascial. 1 prevedcre una sistemazione più com 'piota e definitiva nel futuro, il Figaro ; d!ora che non sia t t t«rme ; sìf0. E' bene, scrive, che a Berlino scrive, che a Berlino si sappia che la Francia, l'Inghilterra e l'Italia continuano ad essere risolutamente opposte all'Anschluss. Ma è deplorevole che non si sia potuto andare più lontano, poiché gli Stati membri della Piccola Intesa non hanno sotto scritto la dichiarazione, come dapprima si sperava ». Li'Echo de Paris, constata, con amarezza che la diplomazia francese non ha potuto riuscire a armonizzare nell'Europa centrale l'azione dell'Italia e quella della Piccola Intesa: « In tal modo, scrive Pertìnax, tutti sono avvertiti. L'antinomia Italia-Piccola Intesa sussiste di fronte all'offensiva hitleriana in Austria. Essa non ; ha potuto esser risolta. Senza accordi con la Piccola Intesa l'Italia si fa forte di arrestare, se fosse necessario, una catastrofe. Ma siccome gli Stati della Piccola Intesa non vogliono saperne dell'egemonia dell'Italia nell'Europa Centrale, anche se l'egemonia della Germania dovesse essere scartata a tale prezzo, le probabilità di conflitto sussistono e così pure le probabilità di una vittoria hitleriana che approfitterebbe | ftft^MtS dato al pangermanesimo. Sarebbe sta to meglio non tentare nulla, piuttosto che approvare una soluzione simile ». Le chiose dei giornali parigini rivelano inoltre la profonda disillusione ■ causata in questi circoli dall'atteggia- mento della Polonia. Il Temps esprime cosi il disappunto dei circoli ufficiali francesi: « Il signor Beck ha fatto tenere a Barthou la risposta scritta del Governo di Varsavia circa il progetto di patto orientale di mutua assistenza, risposta che si aspettava fin dall'inizio della sessione di Ginevra. Non se ne conoi scono i termini che dovranno essere esaminati attentamente, ma tutte le in formazioni che si possiedono sono con | cordi nel constatare che la risposta po1 lacca consiste soprattutto in uno svii'uPP0 delle obbiezioni al progetto già I formulate dal signor Beck e nell'after- inazione delle preferenze del Governo di Varsavia per il sistema degli accordi bilaterali. Se tale è realmente il fondo della comunicazione fatta dal signor Beck a Barthou non si potrà non provarne qualche disillusione. E' per lo |f0^Vn\^ £oge?tTdi !p0]onia blocchi in certo qual modo da settimane i negoziati relativi ad un ac cordo di assistenza reciproca degli Stati dell'cst-ciropeo con delle esitazioni e dei temporeggiamenti che non si spiegano affatto. Da quando il Governo di Varsavia è stato informato della que- stione, esso ha potuto studiarla a fon- do e deve essersi fatto una opinione circa le condizioni alle quali la Polo-nia può subordinare le sue vedute par- ticolari all'intesa generale del consoli- l'^^S^^ to rJelHmME^resadal-, „u"ì™^ a £.lanc.Kl' °l compienaeia eoliamente in Polonia che l'opinione francese mostri qualche sorpresa per un atteggiamento che si accorda male, bisogna riconoscerlo, con lo spirito di collabora- H Sorta^r^p'l&e ?eafcin?e! sa franco-polacca ». Discordi giudizi inglesi Londra, 28 notte. La dichiarazione adottata da Inghil terra, Italia e Francia a Ginevra nei riguardi dell'indipendenza dell'Austria soddisfa coloro che qui in Inghilterra rimangono recisamente avversi all'as-sunzione da parte di questo paese di qualsiasi impegno oltre quelli già con-tratti ti Ginevra e a Locarno. Per con-tro desta una profonda delusione In quegli altri ambienti nei quali si pensa che l'Austria può trasformarsi in un non lontano futuro in un campo di bat- i^'l» e chejn Austria potrà scaturire quella scintilla che, come nel 1914, po- trebbe dar fuoco alla polveriera euro- pea. Secondo il Daily Telegraph, il quale ripete la tesi ufficiale non inter- ventista dell'Inghilterra, la dichiara-zione di ieri nulla aggiunge assoluta-niente di nuovo a quella del febbraio scorso. II giornale è persuaso che la dichia- razione di ieri è semplicemente una de- cisione di marcare il passo. Ma proprio per questo se ne allarma il collaboratore del New Chronicle, il quale so stiene: « Le Grandi Potenze hanno compiuto un passo che può aumentare i pericoli di una guerra europea. Esse non hanno deciso di garantire l'indipendenza dell'Austria, ma semplicemente di riaffermare il loro desiderio che tale indipendenza sia mantenuta. Nei circoli diplomatici — dice lo scrittore — è generalizzata la sensazione che la riaffermazione di tale desiderio farà più male che bene. Essa incoraggerà i nazionalsocialisti di Austria e di Germania a credere che nulla accadrà qualora essi riprendano la loro campagna contro il Governo austriaco ». Per lo scrittore la responsabilità dell'ambigua dichiarazione di ieri potrà essere fatta ricadere sul Governo inglese, poiché, a suo giudizio, è inevitabile che un'azione recisa e decisa del Governo britannico avrebbe potuto risolvere il 'problema austriaco. D'altra parte, senza una collaborazione inglese, il redattore diplomatico del giornale in questione, ritiene esistere pochissima speranza di un accordo fra Francia, Italia e Piccola Intesa. La Morning Post è forse l'unico giornale il quale si sforzi di giustificare la decisione ginevrina. Essa sostiene che l'indipendenza dell'Austria, secondo il Governo inglese, deve rimanere condizionata alla capacità delle Potenze interessate al problema austriaco di porsi d'accordo fra di loro ». Necessità fondamentale, quindi, di un accordo completo fra Italia e Francia e gli Stati successori. « Gli italiani — dice il giornale — non desiderano affatto sia di occupare l'Austria, sia di assumere interamente sulle loro spalle la responsabilità della salvezza austriaca. Essi sono pronti ad estendere il loro piano economico tripartito includente l'Austria, l'Ungheria e l'Italia agli altri paesi danubiani, senonchè l'ostilità della Piccola Intesa da un lato, il laburismo inglese e la restaurazione degli Absburgo dall'altro si sono dimostrati un ostacolo concreto ». Insuccesso: parola d'ordine per la stampa tedesca Berlino, 28 notte. La dichiarazione di Ginevra sull'indipendenza dell'Austria è commentata brevemente dai giornali in maniera uniforme sulla falsariga di una rapida nota ufficiosa diramata dall'Agenzia D.N.B. la quale dice: ■se Le Grandi Potenze dunque dopo lunghe e difficili trattative tra di esse e con la Piccola Intesa hanno finito per limitarsi ad avvalorare nuovamente la loro precedente dichiarazione del 17 febbraio 1934. Questo fatto rispecchia nel miglior modo le gravi difficoltà politiche che sono venute fuori dai contrastanti interessi delle Potenze in causa per gii obiettivi di potenza politica che le animano >. La comunicazione ufficiosa dice quindi ancora testualmente: ■x La politica tedesca non è toccata in ogni modo da questa dichiarazione. Da parte tedesca così ora come prima nessun pericolo ha mai minacciato l'indi- pendenza austriaca » | Pochi giornali aggiungono qualche 1 parola a questo testo ufficioso più o me no variato. La Deutsche Allgemeìne \Zeitung si domanda se i cosidetti uo \mini di Stato eul'°Pci si •■°mlono r^to essi abusano del buon senso della „_.-_, .„,, , pubblica opinione d'Europa quando credono di potei- facilmente presentare come successi insuccessi di questa fatta: Il giornale quindi termina dicendo che Vienna, ringraziando le tre Potenze, può essere contenta che i dissidi esistenti tra le tre Potenze stesse l'abbiano preservata dalla situazione pericolosa e umiliante nella quale voleva spingerla la manovra del patto di garanzia; e crede di poter vedere una allusione a ciò in una espressione del Cancelliere ! schuschnigg" dove" egli, ringraziandole i tre Potenze, accenna al .. mantenime* ; to di tale garanzia di progresso di tutto 1 quanto vi è di tedesco nel territorio au (siriaco ». Il medesimo giornale attrijbuisce quindi al cattivo umore per il 1 misero esito della garanzia austriaca l'uscita di Barthou nella questione del ;ia Sarre in una forma che — dice — ;« ricorda il più oscuro rapitolo dei do poguerra quando la Francia invase la | Germania ». Il giornale accenna con queste parole al richiamo pronunciato ; da Barthou in seno al Consiglio gine vrino di ieri alle risoluzioni del Consi ( glio stesso del 2f> e 26 facendo con ciò ; una chiara allusione a un eventuale in, tervento. « Bai thou, scrive il giornale, | crede di poter contare, ciò dicendo, sul 'sentimento unanime di tutto il suo pae- se »; ma il giornale si rifiuta di credere che il popolo francese abbia dimentica • to l'insuccesso della politica della Ruhr

Persone citate: Aloisi, Beck, Benes, Consi, Locarno, Segre