Ginevra lascia in sospeso le maggiori questioni in gioco?

Ginevra lascia in sospeso le maggiori questioni in gioco? Ginevra lascia in sospeso le maggiori questioni in gioco? Ginevra, 25 notte. La sessione ginevrina, apertasi esattamente due settimane orsono, è ormal a pochi giorni dalla chiusura: entro giovedì o al più tardi venerdì — ha ripetuto ancora oggi il presidente — i lavori dovranno essere terminati. Se la sessione societaria propriamente detta ha esaurito in modo più o meno completo il suo ordine del giorno ufficiale, altrettanto non può dirsi del programma delle conversazioni diplomatiche svoltesi in margine all'Assemblea. Il problema austriaco Sulla questione delle garanzie della indipendenza austriaca, che, come si ricorderà, è stata iscritta al centro dell'attività diplomatica ginevrina su espressa richiesta del rappresentante del Governo di Vienna non si è avuto finora nulla di concreto, nonostante gli sforzi spiegati dalla nostra Delegazione per una soluzione fondata sulla collaborazione internazionale. Dato che le conversazioni diplomatiche settembrine terminano tradizionalmente con la chiusura delle sedute degli organi societari, vi è pertanto timore che il bilancio di questa sessione, notevole per la presenza di diversi elementi attivi, a cominciare dall'entrata dell'U.R.S.S. in seno alla Lega, abbia a presentare una posta in sospeso, e proprio su di una dello voci più importanti come è appunto quella della definizione del problema austriaco. E' evidente che 11 proseguimento dei negoziati potrebbe avere luogo, indipendentemente dalla chiusura della sessione ginevrina, attraverso le normali vie diplomatiche; ma come si può ragionevolmente conciliare una tale eventualità con l'urgenza di una soluzione che è tanto profondamente sentita da tutti coloro che sono interessati alla causa dell'indipendenza austriaca, a cominciare, ripetiamo, dall'Austria stessa? Non è questo un argomento sul quale possa tranquillamente esercitarsi la politica ginevrina del rinvio. Chi si preoccupa seriamente dell'indipendenza dell'Austria, si rende perfettamente conto della necessità di evitare ogni dannosa mora. La nostra Delegazione, che già si è ispirata a questo punto di vista per mettere in luce i difetti di ogni procedura che sia troppo strettamente legata all'intervento degli organi societari, tendo ora nello stesso modo a far comprendere la necessità di una immediata definizione dello spinoso problema. Malauguratamente non tutti dimostrano di essere altrettanto sensibili alle esigenze del momento attuale. Accanto-a coloro che credono ingenuamente di poter subordinare la messa In giuoco del meccanismo delle garanzie per l'indipendenza austriaca ad una convocazione e ad un voto unanime del Consiglio societario senza rendersi conto del ritardo, forse decisivo, che ciò potrebbe significare nella deprecata ipotesi di un nuovo putsch a Vienna, si sentono altri parlare tranquillamente di rimettere la trattazione di questo problema ad una prossima sessione da tenersi.eventualmente a fine novembre-. L'Italia, che continua a seguire nel confronti dell'Austria quella sua chiara e insospettabile linea politica, dettata dal più vivo interesse all'indipendenza di questo Paese, eleva un mònito serio. Non si tratta per noi di spingere ad una qualsiasi manifestazione politica in odio a questo o a quel Paese; indipendente come è dalle contingenze politiche del momento, la nostra azione tende semplicemente a realizzare sul terreno pratico quel presupposto di accordo che è stato unanimemente dichiarato da tutti i principali Governi europei a favore dell'indipendenza austriaca. E' da augurarsi nell'interesse generale che il pessimismo manifestato da coloro che si trovano impegnati in questi delicati negoziati, abbia ad essere smentito nei prossimi giorni. I negoziati per la Sarre Per ora dobbiamo purtvoppo rilevare che una nota pessimista domina anche in un altro importante settore, quello dei negoziati relativi alla Sarre. Se si pensa che la Sarre costituisce col bacino danubiano proprio uno dei più temibili focolai di guerra dell'Europa attuale, ci si può rendere facilmente conto della delicatezza di quest'ultima fase ginevrina e della necessità che da parte di tutti i Governi interessati si faccia il possibile per arrivare ad una intesa. Registriamo comunque come un buon auspicio in proposito la decisione presa dal Governo tedesco di delegare un suo plenipotenziario, il Ministro a Berna Weiszacker, con mandato permanente per mantenere a Ginevra i contatti con il Comitato dei Tre incaricato di studiare il problema della Sarre. Un primo incontro del rappresentante tedesco col capo della Delegazione italiana, che presiede, come è noto, il Comitato dei Tre, è annunciato per domattina. Tra le difficoltà che presenta attualmente il problema della Sarre si cita oltre al memorandum francese, che domanda al Consiglio di prendere posizione anche di fronte alla eventuale situazione che si avrà nella Sarre dopo il plebiscito, l'inopportunità opposta dal Governo federale svizzero di una partecipazione di volontari elvetici per la costituzione di un corpo di polizia neutro. „ . VAgenzia Telegrafica Smzzera comunica infatti che il Governo federale ha esaminato oggi il quesito della legittimità di una partecipazione di elementi svizzeri alla costituzione di un tale corpo di polizia. « Si è constatato — continua il comunicato — che la legislazione in yieore non contiene disposizioni che vietino tale arruolamento. Tuttavia ci si è convinti, dopo esame approfondito della questione, che considerazioni di politica generale ( carsLalnumncplssltnriSGrdcecgtpicsicdlemBtcmcrStudisagdslmgpbLrsl«clrptvcGslgcontsLihlzsdadpcilludtigrictlfLtlei particolare il UDIILlU£i K cuw t*»w v *** r .. . . mantenimento della stretta neutralità della Svizzera, fanno considerare inopportuno che dei cittadini svizzeri tacciano parte della polizia o della gendarmeria della Sarre, al momento delle operazioni del plebiscito. Il Dipartimento politico federale comunica pertanto al Segretariato della Lega che la Svizzera è di opinione che si rinunci a cercare sul territorio della Contederazione elementi per rinforzare gli effettivi della polizia e della gendarmeria sarese ». I colloqui di Aloisi Tra gli incontri avuti oggi dal capo della nostra delegazione oltre al proseguimento dei negoziati per la questione austriaca si citano due colloqui^con i rappresentanti sovietici: nella1 mattinata il barone Aloisi ha avuto un èisgq colloquio con l'ambasciatore sovietico a Roma Potemkine, seguito nel pomeriggio da una lunga e cordiale conversazione col commissario del popolo Litvlnoff. Il nostro delegato ha pure avuto un lungo colloquio col capo della delegazione cinese Quo Tal Ci. Un avvenimento notevole della giornata societaria è stato la comparsa di una nuova candidatura alla qualità di membro della Lega: si tratta dell'Afganistan, il quale ha presentato telegraficamente domanda di ammissione, con preghiera di definire la procedura relativa prima della chiusura di questa sessione. La candidatura dell'Afganistan è appoggiata, a quanto si sa, dalla Turchia e dall'UR.S.S. Il Consiglio societario ha frattanto tenuto oggi ima lunga seduta pubblica, nel corso della quale si è esaminato il reclamo avanzato dal Governo elvetico in merito al rifiuto opposto da diversi Stati ex-belligeranti, in particolare: Germania, Francia, Italia e Inghilterra, di procedere ad una riparazione dei danni subita dal cittadini elvetici in conseguenza della guerra. Il Governo elvetico domanda che il Consiglio faccia intervenire la Corte permanente di giustizia dell'Aja per un avviso consultivo su questa materia. A questo proposito il delegato italiano ha contestato il fondamento della richiesta elvetica, che non è conforme al trattato italosvizzero di conciliazione e di arbitrato, in base al quale una procedura di conciliazione deve essere esperita prima di invocare l'intervento della Corte dell'Aja. Anche da parte dell'Inghilterra e della Francia si è contestato il fondamento giuridico della pretesa elvetica. Barthou ha approfittato di questo intervento per scagliarsi violentemente contro il delegato elvetico, al quale ha mosso rimprovero di difendere « una causa inopportuna e pericolosa per le relazioni della Svizzera con gli altri Stati ». La questione non è stata risolta e tutto si è limitato alla nomina di un relatore nella persona del delegato dell'Argentina, Cantilo, il quale riferirà in una prossima seduta. In memoria di Scialoja Nel corso della stessa seduta il Consiglio ha poi preso atto del dono fatto alla Società delle Nazioni dalla famiglia del senatore Scialoja di un busto del compianto delegato italiano. In questa occasione si è avuta una nuova calorosa manifestazione di omaggio alla memoria dell'insigne giurista Italiano. D'altra parte, si registra oggi un lungo comunicato diramato dai delegati partecipanti alla riunione dei Paesi del blocco aureo, Italia, Belgio, Francia, Lussemburgo, Olanda e Svizzera. Si riafferma anzitutto la intenzione, dei sei suddetti Stati di mantenersi fedeli alle parità auree attuali, dato che il « mantenimento di queste basi appare come una delle condizioni essenziali della restaurazione economica e finanziaria del mondo». Si preconizza, d'altra parte, l'allargamento degli scambi in' ternazionall, problema, questo, che dovrà essere affidato allo studio di una commissione composta dei delegati dei Governi interessati ». Questa commissione consacrerà la sua attività a due argomenti essenziali: l'allargamento degli scambi e il prògresso del turismo e dei trasporti, dato che la questione monetarla è già stata oggetto di un accordo firmato a Parigi nel luglio 1933 da parte dei Governatori delle banche di emissione dei Paesi partecipanti. G. T. crsdssvoddldgmpddlncPrcmmltadnpgnsdRz«lbmpRssvdiszhsDmcL Litti i tiflt

Persone citate: Aloisi, Scialoja