S.E. De Vecchi acclamato a Vercelli all'inaugurazione del Congresso Storico Subalpino

S.E. De Vecchi acclamato a Vercelli all'inaugurazione del Congresso Storico Subalpino S.E. De Vecchi acclamato a Vercelli all'inaugurazione del Congresso Storico Subalpino ( DAL NOSTRO INVIATO ) Vercelli, 14 notte. Vercelli sabauda e fascista, operosa ed eròica — questa città antica e giovine, che si gloria di tradizioni nobiissime e fiera s'inghirlanda del fulgido serto delle sue sedici Medaglia d'Oo — ha accolto stamane, con acceso e schietto entusiasmo S. E. il conte Cesare Maria De Vecchi di Val Cismon, Ambasciatore del Re d'Italia presso la Santa Sede, il quale è venuto a preiedere il XXVII Congresso della Società Storica Subalpina. Per ricevere il glorioso Quadrumviro ddcvstdgnstrthdella Rivoluzione, la città fedelissima ns'è tutta pavesata di tricolori: e le fer-jdvide accoglienze che la popolazione ha fatto al Gerarca han testimoniato an-1 gcòra una volta della sua salda fede pa- ltriottica, della sua fede ardentissima sn Mussolini. |nS. E. il conte De Vecchi di Val Ci-j esmon giunge col figlio conte Giorgio itn automobile, da Torino, poco prima tdelle 11, ed è ricevuto al suo ingresso j an città dal Commissario prefettizio ; fcomm. Stefano Mastrogiacomo e dal gsenatore Tournon, che gli porgono il jfprimo devoto saluto di Vercelli Allorché l'automobile del Quadrumviro— percorse, tra vive acclamazioni, le vie Carlo Alberto. Borgogna e Gioberti — giunge al Largo del Littorio, squillano le note della marcia di ordinanza e di Giovinezza. Scrosciano nutriti e insistenti gli applausi, e alte si levano le Invocazioni al Duce. Ossequiato dalle autorità presenti, il conte De Vecchi — che veste la divisa di generale della Milizia — entra quindi nel Palazzo del Littorio e poco dopo, salutato da una nuova calorosa ovazione, fa il suo ingresso nell'ampio saone, gremito degli studiosi convenuti a Vercelli per il Congresso. Prende per primo la parola il Commissario prefettizio Mastrogiacomo, che rivolge il deferente saluto della città — nera di essere stata prescelta a sede di si importante convegno di studiosi — all'illustre Presidente del Congresso, il quale « nel nome del Re e del Duce è stato prima l'assertore e il paladino infiammante delle glorie recenti e presenti di nostra gente, e ne è oggi l'esaltatore e l'araldo ». La parola di S. E. De Vecchi S'alza quindi a parlare, fatto segno a nuove fervide acclamazioni, il conte De Vecchi. Egli ringrazia anzi tutto il Commissario prefettizio, e gli ricambia il saluto anche a nome dei congressisti. Fa quindi un vivo elogio di Vercelli ospitale e fedele, che ha dato oggi una nuova prova del suo nobile fervore patriottico; e ancóra ricorda come Vercelli abbia sempre saputo dare un cospicuo apporto agli studi storici. Proseguendo tra la più viva attenzione dell'uditorio, l'insigne oratore ilustra brevemente il nuovo indirizzo che il Governo Fascista ha testé se¬ tsqiRrlldnlpzHnnmt«srugldscpl.afa^ciefà^ j __ _ . —. , A.* ime, fondata da Ferdinando Gabotto, vanta tradizioni mirabili, si da poter essere considerata la prima fra tutte e consorelle — avrà, mercè il riordinamento cui ha posto mano il Regime, nuovo e vigoroso sviluppo. Accenna quindi il conte De Vecchi ai tre nuovi Istituti storici di carattere nazionale: 'uno per gli studi romani, l'altro per a storia medioevale, il terzo per la storia moderna e contemporanea. In una o più di queste tre branche verrà ad essere inquadrata la Società Subalpina, che dovrà dirigere — fra l'Istituto per gli studi di storia medioevale e quello per la storia moderna — tutti gli studi storici in Piemonte. Alla fine del suo dire, il conte De Vecchi è salutato da nutrite acclamazioni. Egli si reca quindi, accompagnato dalle autorità, nella Cappella votiva dei Caduti fascisti e, la mano levata nel saluto romano, vi soBta in raccoglimento. Distribuisce poscia la tessera dell'Associazione feriti fascisti a tredici valorose Camicie Nere della vi- filia. Allorché lascia il palazzo del Litorio, il Quadrumviro e accolto, dalla folla ch'era in attesa, con vibranti applausi. Nel pomeriggio, il folto stuolo dei congressisti si riunisce nella bella e armoniosa c Sala delle Tarsie », a palazzo del Governo, per la prima seduta. Sono presenti anche il Prefetto, il Commissario prefettizio, il Segretario federale. Assume la presidenza il conte De Vecchi di Val Cismon, cui gli studiosi presenti tributano nuovi applausi. Il vice-presidente della Società Subalpina, prof. comm. Armando Tallone, fa una breve relazione sull'attività socia-1 rnsqiafvcpgasftsdle nell'ultimo anno, e commemora.con ; brevi commosse parole i soci defunti, avv. Antonio Favero e prof. Francesco rr^,„„„ „v,„ rfDn0 atollo annoi™™ fu. I Trucco, che della storia subalpina fu rono entrambi cultori appassionati e dotti. Egli si compiace poi che il XXVII Congresso della Società si celebri a Vercelli, illustre per glorie antiche e nuove, per magnificenza di monumenti, per squisita gentilezza di abitanti; e dà poi conto delle principali pubblicazioni edite nell'ultimo anno dalla Società, fra cui La polemica sul Medio Evo di Giorgi Falco — opera che raccolse larghissimi consensi —; La Rivoluzione italiana da Vittorio Alfieri a Mussolini del nostro collega Carlo Antonio Avenati — vincitore, com'è noto, del concorso nazionale bandito dalla Subalpina per iniziativa del Comune di Vercelli —; Lo finanza sabauda del Chiaudano — secondo di una serie di volumi che illustrano il ricco materiale di con- ti esistente nell'Archivio Camerale di Torino —; il primo volume de / Biscio ni, in cui sono raccolti gli atti relativi alla storia medioevale del Comune di Vercelli. n presidente prende poi la parola per lodare l'operosità intelligente del prof. Tallone, cui è affidata la direzione delle pubblicazioni della Società, e del prof. Falco, che ha saputo dare al « Bollettino », di cui ha recentemente assunto la direzione, un nuovo illuminato indirizzo scientifico. Accennando poi alla ricorrenza del centenario dell'istituzione dell'Ordine Mauriziano, rileva l'opportunità che esso venga celebrato in Italia. Ricorda inoltre che nel 1936 ricorrerà il secondo centenario della morte del Principe Eugenio di Savoia, una delle più vivide glorie della nostra Casa Regnante; rileva che la figura di questo Principe prode è stata finora solamente studiata sotto il punto di vista militare, mentre la sua attività si esplicò anche in altri campi: nel governo, nella diplomazia, nell'arte. Questi diversi volti del Principe offrono allo studioso un singolareLa Società Subalpina — dice l'illustre presidente del Congresso — assume l'impegno di celebrare degnamente il secondo centenario della morte del Principe Eugenio di Savoia: degnamente, cioè con la pubblicazione dei documenti riguardanti la vita dell'uomo. Dal canto suo, il conte De Vecchi ha già raccolto un copioso materiale Iconografico. Le comunicazioni Si inizia quindi la trattazione delle comunicazioni. Ha per primo la parola il prof. Pietro Vaccarf, dell'Università di Pavia, il quale riferisce su « Una frase singolare nella storia del Comune di Vercelli ». H prof. G. C. Faccio fa successivamente una comunicazione sulle origini dello Studium generale di Vercelli, ricercando la ragione per cui le fonti padovane non fanno alcuna menzione dell'esodo di scolari e maestri di Pa-1 dova, per venire allo Studio vercellese. ; Una importante, dotta e lucidissima tcomunicazione fa poi il prof. Silvio Pi' vano, Rettore Magnifico della Università di Torino, il quale manda anzitutto un commosso saluto alla memoria di Luigi Schiaparelli, storico e paleografo insigne, nato nella vicina Cerrione Biellese e spentosi nel gennaio scorso come professore dell'Ateneo fiorentino. Il prof. Pivano, fra la più deferente attenzione degli studiosi presenti, inizia quindi la sua relazione — che ha por argomento l'Origine del Comu- ne ài Vercelli — con un esame profonjdo, ampio, veramente mirabile Applausi schietti e prolungati i con1 gressisti tributano aj prof. Pivano per la sua invero mirabile e importantis sima e convincentissima comunicazio |ne; e S. E. il presidente, che si asso- j eia agli applausi, esprime poi al rela itore il proprio vivissimo compiacimen to per il cospicuo apporto da lui dato j agli studi, e anche gli esprime, con ; fervide parole, la gratitudine dei con gressisti per la dimostrazione da lui of jf erta, in modo si dotto, della persisten- te tradizione romana nella vita dei nostri Comuni. Altra interessante comunicazione è quella del prof. Mario Attilio Levi, che intrattiene l'uditorio su Carlo Promis. Rileva l'oratore che la « Storia di Torino romana » del Promis è un libro oggi ancor vivo, e che la figura dello storico, archeologo, architetto, profondo conoscitore delle discipline epigrafiche e del materiale antiquario piemontese, ideatore di insigni costruzioni (fra le quali i torinesi ricordano la piazza Carlo Felice da lui progettata) e forse meno nota; e rileva ancóra che non si ha tuttora un giudizio approCondito ed equanime sull'opera e sulla passione storica dello studioso piemontese. Anche il prof. Levi è molto applaudito. Chiude la serie delle relazioni il dott. Francesco Pezza, che parla sulla « Sede geografica del Comitato Bulgaeriense ». 11 presidente dà quindi lettura — fra gU entusiastici applausi del'assemblea — dei telegrammi inviati a S. M. il Re, al Principe di Piemonte, al Capo del Governo e al Ministro dell'Educazione nazionale. « A S. E. il Generale Di Bernezzo, San Rossore. - Il 27.o Congresso storico subalpino, riunito in Vercelli, fulgida gemma della Corona Ducale Sabauda, invia al Re Vittorioso devoto fervido omaggio. - De Vecchi di Val Cismon ». Chiusa la seduta, il Quadrumviro sì è recato, con lo autorità e i congressisti, in Municipio dove è stato offerto un ricevimento in onore degli oppiti. E pure in onore degli studiosi convenuti a Vercelli, s'è svolto stassera un concerto al Teatro Civico. Domani proseguiranno, e si concluderanno, i lavori del Congresso. E domenica i congressisti, coi mezzi posti a loro disposizione dal Comune di Vercelli, si recheranno ad Oropa per visitarvi il Santuario, R. Scaglia