I musei di Vercelli riordinati di Marziano Bernardi

I musei di Vercelli riordinati L'ITALIA NUOVA PER LA SUA GLORIA ANTICA I musei di Vercelli riordinati , ( DAL NOSTRO INVIATO ) VERCELLI, settembre. I l| a: lMuseo Leone; museo Borgogna. Il dturista che s era deciso a dedicare una dgiornata a Vercelli per la fama del1 bel ; rSant'Andrea, per la gloria di Gauden zio Ferrari, gettava con rammarico ancora uno sguardo sulle lunette di Benedetto Antelami, ultima opera del più grande scultore del rinascimento romanico, sulla snella facciata dell'antica cglise verte, sulle musicali loggette dei fianchi, accordi d'arpa fissi nella pietra sopra il laterizio degli archi rampanti. A malincuore lasciava il cortiletto, fresco nel chiaroscuro degli svaniti dipinti, della cinquecentesca Casa Centori, gemma incastonata con voluta umiltà nei muri sordi del vecchio edificio. Con gli occhi indugiava ancora un istante, in San Cristoforo, sull'Assunta gaudenziana e sulla Crocifissione tumultuosa che a Varallo ha il suo degno riscontro: restavano i due musei, tedio di cose avulse dalla vita, dopo tanta eroica volontà di creazione; e con un sospiro s'incamminava allora pel silenzio delle stradette provinciali che la gran vampa estiva faceva deserte. Ne riportava un'impressione non sgradita ma confusa: oggetti stupendi frammisti e quasi soffocati da un prò- daracVfsnlrlpsdctzbfluvio di costose rigatterie, tele e ta- 1 evole rare da far invidia a gallerie insigni — ma quasi tutte grossolanamente restaurate o ingenuamente ridipinte — sperdute fra dozzine d'opere insignificanti o brutte addirittura, e, peggio, di copie tanto banali quanto inutili. Oome in una polverosa bottega d'antiquario l'amatore ha da ricercare con pazienza in mezzo alla paccottiglia il pezzo prezioso che arricchirà la sua collezione, così qui lo studioso doveva scovare un eccezionale Baldung Grien sotto la ridicola attribuzione verrocchiesca d'una tavola vituperosamente riverniciata, fermarsi a tempo davanti al più antico Giovenone che si conosca, stupirsi dell'opulenza pittorica dun Sodoma magnifico, della soavità d'un Bis- lsolo eccellente, porsi il problema di due, potentissime pitture tizianesche, prò- nunziare .1 nome di Palma .1 Vecchio per una Sacra Conversazione figurante i per una Sacra Conversazione figuranti sotto quello del Lotto, passare da un Maratta a un Jan Steen, da uno Zuccarelli a uno Steenwyk, da un Terborch a un Tenier Giovane, da un Favretto a un InUuno, da un Palizzi a un Morbelli, concentrare il suo interesse su alcurii Defendente Ferrari — ma sempre con l'irritazione di vicinanze offensive, croste o mediocrità. Quanto al visitatore comune, costui, si sa, tirava via, e soffocando uno sbadiglio per un dittico di scuola avignonese andava in estasi per un falso Guido Reni. Comunque, se pel primo era fastidio, pel secondo era inganno. Non si scambi verità con ingratitudine e irriverenza. Il notaio Camillo Leone che nel 1907, morendo, legava le sue collezioni col bel palazzo settecentesco in cui han sede all'Istituto di Belle Arti, e l'avvocato Antonio Borgogna che nel 1906 lasciava alla città di Vercelli quadreria, mobili, oggetti e l'edificio che li contiene, poterono avere le loro debolezze come tutti i racco- glitori: soggiacere talora al malgusto.del tempo cedere a consigli dubbi, al !, . ' r . ?. . ' iri nei rinvi n rii f nifrtvivn mi a lo Vi n avricranldesiderio di favorire qualche artista o Imercante, soddisfare infine l'innocua !1 j manìa dell'acquisto per l'acquisto. Il \ loro nobile gesto di donatori generosi | non fu e non è per nulla menomato, se 1 tracce di quel triste gusto fine Otto- a'cento qua e là inquinarono (soprattuttoo i„«u„ —i». o .„™, o;nelle raccolte Borgogna) la purezza e a d a . e e! a -} „f,. . , SU u a i e l a d'un insieme di opere d'arte autentiche Quelle tracce, accettati con la dovuta riconoscenza i lasciti cospicui, bastava sopprimerle abilmente, isolare il vero dal falso, l'ottimo dal mediocre, per ottenere due musei di prim'ordine. E' appunto ciò che ha fatto oggi Vercelli, dopo una pigrizia culturale e artistica di quasi trent'anni, durante i quali ; s'era lasciato che le due gallerie vivessero una vita di « ordinaria amminiazioue », accontentandosi di far qual¬ che acquisto, di costruire nuove sale, ma rimandando di stagione in stagione l'indispensabile totale riordinamento. Vercelli l'ha fatto e lo compie ora, facendo coincidere, il 13 di questo settembre, l'inaugurazione della nuova Pinacoteca Borgogna con l'inizio del Congresso Storico Subalpino che S. E. De Vecchi di Val Cismon presiederà dal 13 al 15; ma non è onestà ricordare ch'è sotto la trascorsa attività podestarile del senatore Adriano Tournon che la città delle Medaglie d'Oro si ripropone i suoi problemi artistici, salva da certa rovina — con ardita soluzione tecnica dell'ingegnere Giberti — la facciata del Sant'Andrea, ripristina il portico del- l'Ospedale e l'antichissimo affresco, acquista da un privato la Casa Centori, la restaura e l'assegna a sede dei Sin- dacati e adesso appunto mentre man- loda .nnanzj , ]av^. ffl riment0 e' riattamento del chiostro dugentesco della basilica, riordina i suoi due musei, a quello Leone aggiungendo la restaurata Casa Alciati dove certo dipinsero artisti romani qui emigrati dopo il Sacco di Roma (è il giovane ingegnere Verzone che sopraintende ai lavori), e fornendo quello Borgogna di nuove sale spaziose e luminose quali Torino, ahimè, non possiede ancora per mettere in valore le sue opere d'arte? Non è doveroso riconoscere nel conte Tournon l'uomo di gusto che ha voluto Vercelli più bella, e finalmente degna della sua stòria artistica? Egli trovò nel dottor Vittorio Viale, direttore dei civici musei di Torino come di quelli vercellesi, il collaboratore dotto, animoso e scrupoloso. Ed il Viale stabilì fra i due musei una partizione netta ed avveduta: lasciare al museo Leone le collezioni — armi, bronzi, ceramiche, vetri, stoffe, oreficerie, monete, miniature, incunaboli, documentazioni archeologiche, cimeli, ecc. — più proprie al suo carattere di museo di arte antica; riunire in quello Borgogna tutte, o quasi, le pitture in modo da farne una vera e propria pinacoteca, preziosa soprattutto per lo studio della pittura piemontese e vercellese del Quattrocento e del Cinquecento, ma non inutile allo studio di quella fiamminga e delle altre scuole regionali italiane fino a tutto l'Ottocento. E rigorosamente poi segui un altro criterio: scartare tutto ciò ch'era scadente per far risaltare le cose veramente degne. Certo più d'uno scrupolo tradizionalistico si dovette far tacere, e più d'un ostacolo burocratico fu necessario superare — specie per la dualità amministrativa dei due musei — per compir l'opera; ma nominato un commissario prefettizio alle due amministrazioni nella persona del dott. Severini, capo gabinetto di s. E. „ prefetto vittorelli anche ]e « pratiche » scivolarono come sull'olio; ed oggi il riordinamento è al (emi„. scpipiritruml'allecogGncvladrate« nsctQi1cqrct1siDf(cvvsgfstdfmzlnlvlrngmsiostermine. Il Baldung Grien, pezzo rarissimo, la raccolta defendentiana, due •Adorazioni di Girolamo Giovenone con una Crocifissione che il Viale intende restituirgli dopo che fu attribuita a scuola lombarda, un Afarrinionio di S. Caterina del Giovenone figlio, un affresco di Gaudenzio Ferrari già al Museo Leone e proveniente dalla Chiesa di S. Marco, il bozzetto d'una Deposizione, pure di Gaudenzio, ch'è quasi una copia di quella peruginesca di Pitti, la bellissima! pO i.71,1 -1 c.1 _u.._ - , _ Sacra Famiglia del Sodoma, altra glo ria vercellese, i numerosissimi affre- pdalle chiese di S. Francesco e S. Caterina e fino a ieri al Museo Leone, la raccolta degli affreschi vercellesi del secolo XV, due dittici e una Piera probabilmente di scuola avignonese, la grande Sacra Conversazione che quasi certamente è di Palma il Vecchio, un Bissolo e un Francia o Boateri, uno Spagna e un Bergognone, due dipinti misteriosi che il Viale scruta con tre- . ! P«*h* l'uno è un Doge Ori- imam e 1 altro è un evidente conia (...< l i ^ I '"";"'(•••<> ! ™Pllc*? ' a Depos'~wne ^1 Louvre, 1 ma che comunque pongono nel Museo Borgogna un affascinante problema in "'"'?,!} rJSiSSJ tl quadri di vedutisti 3 è e a e a a l schi di Bernardino Lanino provenienti! 1 imlvper tutti gli studiosi del Tiziano, la ricca sezione fiamminga del Sei e Sette! cento, un bel Maratta e due interessanveneziani troppo riverniciati per poter far qualche gran de nome, un bozzetto che potrebbe esser del Maffei, un Favretto, due Induno michettiani, un discreto Palizzi e un Morbelli eccellente oltre due Quadrone, vari Chierici, un Pugliese-Levi ed altre pitture più recenti fino ad Ambrogio Alciati, costituiscono, diciamo così, la ossatura della rinnovata Pinacoteca vercellese; ma un centinaio d'altre opere la completano dignitosamente. Dove trovare in Piemonte, dopo Torino, un museo altrettanto interessante? Non solo: quante altre città italiane di quarantamila abitanti vantano j una galleria cosi ricca — e cosi linda luminosa, accogliente? D'ora innanzi il Museo Borgogna, mercè le cure del riordinamento, mercè le concessioni fatte dall'Istituto di Belle Arti e dal Museo Leone, che a sua volta risulta più libero ed omogeneo, prende un posto non indifferente nella cultura artistica italiana, diventa una tappa indispensabile per chi batte le vie della storia dell'arte. Ciò che forse va oltre le stesse ambizioni del valentuomo che un giorno lo donava alla sua città. Marziano Bernardi Museo Borgogna: Hans Baldung Grlen (scuola alsaziana del sec. XVI)t MADONNA COL BAMBINO