Gli atleti in gara di Enzo Arnaldi

Gli atleti in gara Gli atleti in gara o r a o a i e a , n i . H sole inondava ieri mattina lo Stadio Mussolini: sole sui policromi vessilli delle Nazioni in gara piantati a corona delle gradinate, sole sulle scalee grige, sulla rossa pista rigata dallo candide rotaie delle corsie, sul verde del prato, sullo scheletrico castello d'acciaio dell'apparecchio Kirby, sole ovunque. In tribuna un pubblico discreto; una centuria di giornalisti italiani e stranieri nei seggi della stampa; una legione di giurati biancovestiti in campo. Cosi, in una tranquilla e lieta atmosfera, sono incominciati i primi Campionati europei di atletica leggera. La cerimonia inaugurale è venuta al pomeriggio, ma la vera inaugurazione delle loro gare se la son fatta gli atleti. Hanno incominciato i saltatori coivi l'asta con la prova di qualificazione. I dieci che si sono presentati hanno superato tutti la misura prestabilita (m. 3,60) ed hanno ottenuto la tessera di passaggio per la gara vera e propria. Ecconi i nomi: Lindroth (Finlandia), Vintousky e Ramadier (Francia), Ljundberg e Lindblad (Svezia), Gustav Wegner (Germania), Innocenti (Italia), Zsuffka (Ungheria), Arman (Estonia), Doytchcff (Bulgaria) e Meyer (Svizzera), Dopo questa prova a scopo dimostrativo ecconc una sul serio: le batterie dei 1500 m. Nella prima c'era Beccali. Curiosità generale. E' in forma? non è in forma? passione degli italiani. Le cose rimasero al punto di prima: Beccali se n'andò calmo, calmo dietro il lungo Schaumburg, solo preoccupato di entrare in finale. Ci riusci facilmente con una passeggiata d'allenamento, arrivando secondo dopo il tedesco e precedendo Normand e Jurlau. Un altro italiano nella seconda batteria, Cerati, che è in compagnia anche di due campioni olimpionici: Kusocinski (Polonia), primo nei 10.000 metri a Los Angeles, e lo svizzero Paul Martin, vincitore degli 800 ni. a Parigi nel 1024.1 Anche qui lotta per modo di dire c premio di consolazione al belga Geeraert che arrivò primo. Martin. Kusocinski | e Cerati lo seguirono nell'ordine e si [ classificarono con lui per la finale. La terza batteria la si disputò « prò forma ». Solo tre atleti si presentarono, infatti, all'appello sugli otto iscritti; essi percorsero la distanza a passo moderato e passarono il traguardo in quest'ordine dopo una volatina finale: Szabo, Mattilainen e Goix. Cosi si chiuse quello che potremmo chiamare il preludio dei campionati. La cerimonia inaugurale H primo atto si apri con la cerimonia inaugurale. Al suono dell'Inno degli Universitari fascisti, tutti i concorrenti, divisi per nazionalità, uscirono dal sottopassaggio dei popolari, attraversarono il campo o si schierarono dinanzi alla tribuna d'onore per ascoltare il discorso d'apertura pronunciato n italiano dallo svedese Sigfrido Edstrom, presidente della Federazione atletica internazionale. Questi esaltò l'iniziativa italiana, ebbe parole di viva simpatia per Torino e per l'organizzazione, solennemente riconobbe l'ascesa gagliarda dello sport fascista. Il breve discorso fu applaudito calorosamente dal pubblico e dalle autorità presenti. Tra queste, oltre ai presidenti di tutte e Federazioni atletiche europee, notati il Podestà di Torino sen. Paolo Thaon di Revel con i vice-Podestà ing. Silvestri e avv. Gianolio, il gen. Spiller, gli on. Gastaldi e Orsi, il gen. Vaccaro, segretario generale del C.O.N.I., e l'on. Ridolfi, presidente della F.I.D.A.L. Terminato il discorso di Edstròm, le rappresentative sfilarono, tra gli applausi del pubblico, precedute dalle bandiere nazionali. Chiusero la schiera gli italiani in tuta azzurra, che sfilarono con Mastroieni portabandiera, Facelli ed il dott. Pucci in testa. Quando le alte figure dei lanciatori italiani Mignani e Oberweger, retroguardia del corteo, scomparvero ingoiate dal sottopassaggio, rientrarono in campo i saltatori con l'asta, impe¬ I1 gnati, questa volta, nella vera gara,durata tre ore buone. L'assicella fu da tutti superata a 3,60 e a 3,70. A 3,80 ci furono i primi caduti: Meier (Svizzera) ed il bulgaro Doytcheff. A 3,90 si ebbe l'ecatombe; scomparvero dalla scena Vintusky, Innocenti, Lindblad, che pure di quest'anno ha già saltato 4 Pietri, e Arman. Rimasero ancora In lizza Liundberg, Wegner, Lindroth, Zsuffka e Ramadier, che si misurarono con l'asta a 4 metri. Solo i primi due la sorpassarono e si giocarono la vittoria a 4,5; fallirono entrambi e solo nel bai-rage il tedesco Wegner ebbe la meglio. Incominciato molto dopo, ma, per contro, finito molto prima, si era frattanto disputato il salto in alto, in cui gli italiani Degli Esposti e Dotti cad-dero rispettivamente a m. 1,80 e 1,85. Rimasero presto in lizza per il primato i finlandesi Kotkas e Periisolo ed il nor- vegese Halvorsen. Periisolo ed Halvor- scn rimasero bloccati a 1.97, mentreRabaglino e Tavernari Poco dopo, il vessillo della prodigiosaKotkas superò i 2 metri. Questo mera-viglioso atleta nordico — cento chili perfettamente distribuiti su un corpo alto 1,98 — apri la serie dei campioni d'Europa e fu il primo a veder la bandiera del suo Paese levarsi sul pennone della vittoria. Finlandia "sventolò nuovamente trion-fatrice. Questa volta il successo fu ac-compagnato dal risultato d'eccezione:il record del mondo del lancio del già-vellotto, ancora battuto da Matti Jar-vinen. Che questo occhialuto oste fin-nico dovesse vincere tutti lo si sapeva,poichè da anni non v'è al mondo già-vellottista che lo possa superare, maegli volle siglare il suo titolo europeocol risultato di marca. E non attesetroppo a compiere la prodezza: il pri-mo ed il secondo lancio fecero volareil dardo 56 cm. oltre la gialla fettucciache segnava i m. 76,10 del record mon-diale. Scrosci di applausi accompagna-rono la prodezza, che fu compiutaconi-aio n«f,,™i»,7rrtn fori» -nno.-ir» f ».lale naturalezza da farla apparire facilmente realizzabile. Miracoli dello stile imparato fin da quando gli occhi hanno cominciato a vedere e a capire, giacché, se non lo sapete, Matti Jarvinen è figlio di quel Jarvinen che vinse il giavellotto alle seconde Olimpiadi di Atene. Un suo connazionale, Sippaia, sipiazzò alle sue spalle, superando negliultimi tre lanci il lettone Jurgis, il te-desco Weimann e l'estone Sule. Ed eccoci alle gare di corsa, che sonstate quelle che più hanno appassio-nato il pubblico numeroso presente, an-che perchè in alcune di esse gli italiani si sono brillantemente affermati. I.o hatfpriP p le -ipmifinHli iìpì 1(M m nohlZo^^ewatotoSSe ^ozioSMpchèimi^ iatroDDa^^ ™^m,,5S3K nSih„ Bn ='( cTf»;, ™£»tro 'iSn "S"no, si son fatti, come era previsto, eliÌa'6"1?0,^1 e ne è U3cit0 è stat0 ottimo10 e 6/10. • Superata agevolmente la batteriacon una facile vittoria, Caldana e ri-masto fuori nella semifinale per unacaduta al penultimo ostacolo, quandof là pareva sicuro di passare il secondoturno. Non cosi per Valle che è entratoin finale dopo due belle prove. Qui ì duefavoriti Ervin Wegner (Germania) eKovac (Ungheria) son terminati m testa alle due semifinali. Magnifiche lo jrove di Tavernari eche, tolto il francese Boisset, coll'anziano Barsi aveva da dire la sua parola per il secondo posto; e l'ha dettain modo eccellente, dominandolo senzatroppo sforzo. Per Rabaglino, impegnato con Metzner e Stromberg nonc'erano speranze. Il goliardo torineseInon pensò a Metzner e guardò solo lo1 svedese, partito in corsia avanti a lui Andò forte nei primi 50 m., tenne il passo in dirittura, forzò in curva, e, sul rettilineo finale, gli mangiò terreno centimetro per centimetro, fino a superarlo nettamente, fra il giubilo della folla stupita ed entusiasta. La vittoria di Beccali Ed eccoci al trionfo sui 1500 di Lui- Szabo alle spalle. La lotta era circo scritta ai due fin dall'inizio dell'ultima curva. Prima del rettilineo, Szabo ten tò l'attacco, ma Beccali gli ^rispose a tono e, a 50 m. dall'arrivo, aveva la vittoria in pugno. Chiuse la riunione la più lunga ga gi Beccali, conquistato in un'atmosfera' di entusiasmo e di passione. Dopo bre- 6vi apparizioni al comando di Geeraert ; Ve di Szabo, passò a condurre Kusocin- mski, senza troppa fretta. Dopo 600 m.,1 si mise in testa il tedesco Schaumburg e la musica accelerò il ritmo. Beccali gli si tenne alle calcagna fino a metà^della dirittura, dove lo sorpassò con sgLnFmtper la vittoria: i finlandesi Salminen e Askola ed il danese Niclscn, da poco recordman mondiale dei 3000 metri. I due finlandesi, passando a condurre ad ogni giro, imposero un'andatura velocissima per sfiancare l'avversario, che, impassibile, li seguiva, senza assumere i-ira su pista: i dieci chilometri, in cui, ! dopo tre chilometri percorsi in 9'7" e|8/10, tre atleti si videro soli in lotta " l'iniziativa. Dopo cinque chilometri, il [ tempo era di 15'23" e 6/10 ed il da-, nese era sempre con i due coalizzati; Iavversari. Il pubblico tutto in piedi.! Dopo sette chilometri, la situazione1 non era mutata. Chi avrebbe vinto que- sta battagHajHj»10?^,„LdlÌe j,p°c!?"i rosi i'nni in maglia azzurra, o il pic colo danese dai pantaloncini rossi? Questi ebbe un attimo di vivacità al diciottesimo giro, quando passo m tola per 300 m. Fu 1 ultima sua prodez za. Ali ottavo chilometro Askola acce lero e solo Salminen lo segui. Nielsen ;3! stacc°- D uomo dai pantaloncini ros' f av|va Pfrso la 3Ua S,ande &ara: -1 j *«^.PTf/ù™ ', S,^ ! 2ìt«*J&£, * *Lfà ™rr? ila. vittoria negli ultimi cento metri. I Vinse Salminen con una poderosa volata. Enzo Arnaldi Il rito inaugurale: L'ingresso della squadra italiana — Passa, salutando romanamente, la rappresentanza francese— Il fronte delle bandiere — Entrano gli atleti topeschi