Il discorso al popolo

Il discorso al popolo Il discorso al popolo Elogio a Torino " baluardo dell'unità e della liberti della Patria „ BARI, 6 notte. Dal balcone del Palazzo della Prefettura, il Duce ha pronunziato il seguente discorso : ((Camicie Nere di Bari! Al termine di questa ardente e solare giornata, quindi fascista, voi non vi attendete certamente un discorso politico nel senso ormai tradizionale della parola. Sono venuto fra di voi per mantenere la mia promessa (applausi prolungati) e sono veramente He to di questa giornata che mi ha messo in contatto col generoso po polo di Puglia (applausi vivissi mi), popolo di agricoltori solidi e di marinai intraprendenti, due categorie di italiani che sono particolarmente care al mio cuore (acclamazioni vivissime). La Fiera del Levante è una realizzazione superba di Bari fascista. E' un magnifico esempio di volontà tenace e di spirito di organizzazione (applausi prolungati). Questa parola pareva che non trovasse posto nel dizionario della lingua italiana. Ma si trattava del l'errore di gente che non ci cono sceva (applausi altissimi). Il Popolo Italiano ha dato nella sua tre volte storia millenaria, esempi formidabili di organizzazione giuridica, politica e sociale (acclamazioni vibrantissime). Il Mediterraneo è un mare cer tamente meridionale. E' sulle rive del Mediterraneo che sono nate le grandi filosofìe, le grandi religioni, la grande poesia e un Impero che ha lasciato traccie incancellabili nella storia di tutti i popoli civili (applausi vivissimi). Trenta secoli di storia ci permettono di guardare con sovrana pietà talune dottrine di oltre Alpe, sostenute dalla progenie di gente che ignorava la scrittura con la quale tramandare i documenti della propria vita, nel tempo in cui Roma aveva Cesare, Virgilio e Augusto (acclamazioni altissime). Non è dunque una sorpresa per me la prova di questa Fiera del Levante, che oggi io metto all'ordine del giorno della Nazione e addito a tutti i popoli civili. Desidero alla vostra presenza ringraziare tutte le Nazioni che sono intervenute, e con particolare simpatia quelle che ci hanno dato una prova di amicizia mandando qui loro Ambasciatori e loro Ministri (applausi), lo dico a tutti, e particolarmente ai popoli dell'Oriente che è cosi vicino a noi e che noi conosciamo, coi quali abbiamo avuto contatti per tanti secoli, io dico: « Credete nella volontà di collaborazione dell'Italia fascista, lavorate con noi, scambiamoci le merci e le idee, vediamo con lo sforzo soli dale di tutti, vicini e lontani, se sia possibile uscire da questa depressione che attanaglia gli spiriti e mortifica la vita». Che cosa era la Puglia prima della Rivoluzione? Una regione nella quale un passato glorioso aveva lasciato monumenti di una bellezza incomparabile. Questo è il passato. Ma noi fascisti siamo tesi verso l'avvenire che sentiamo come una creazione della nostra volontà tesa nell'obbiettivo della vittoria (applausi). Di quando in quando, la Puglia occupava le cronache della Nazione attraverso i più o meno pittoreschi ludi cartacei. Questo appartiene a un passato che noi abbiamo profondamente sepolto e che nessuna forza al mondo può resuscitare mai più (acclamazioni altissime). Oggi la Puglia, con Bari alla testa, è una terra profondamente fascista, che ha dato delle magnifiche squadre d'azione, che ha dato dei Martiri la cui memoria vive perennemente nei nostri cuori. Oggi voi la sentite parte intima dell'organismo del Popolo Italiano. (La folla risponde unanime: Sì, sì). Non è senza significato il fatto, e voglio segnalarlo, che da Torino sia partita una carovana per venire a Bari. Con questo, Torino ha dimostrato ancora una volta quella sensibilità patriottica e nazionale che la fecero, nei tempi del Risor gimento, il baluardo dell'unità e della libertà della Patria. (Applausi) . Gioverà ricordare anche che uno dei più intimi amici e collaboratori di Camillo Cavour fu il barese Massari (applausi), che ha lasciato un diario dove giorno per giorno egli fa vedere come Cavour vivesse e combattesse per l'indipendenza e l'avvenire della Patria. Camicie Nere! La Rivoluzione fascista, nel set¬ tore politico, è andata molto innanzi. C'è ancora da fare. Non per niente abbiamo introdotto nei vostri spiriti il concetto della Rivoluzione come modo perenne di conquista (acclamazioni). Nel settore economico, abbiamo posto le basi fin dal 1926: le premesse ci sono. Ora marceremo. Voi mi domanderete: « Qual'è l'obbiettivo? » Vi rispondo: a L'obbiettivo della nostra marcia sul terreno economico è la realizzazione di una più alta giustizia sociale per il Po polo Italiano» (applausi vivissimi e insistenti). Camicie nere di Bari ! Nel segno del Littorio, noi ab biamo vinto. Nel segno del Litio rio, noi vinceremo domani. Ne siete convinti? ». (La folla prorompe in un grido altissimo : Sì, sì). Il Capo e la folla Bari, 6 notte. E' sera, la città sfavilla di migliaia di luci, le voci fragorose delle fanfare si chiamano da una strada all'altra, l'immensa marea di folla che poco fa flagellava, con le ondate del suo entusiasmo, il Palazzo del Governo, oscilla, si scioglie, si dissol ve in fiumane e rivoli infiniti. Ognuno torna alle sue case. Automobili polverose procedono caute tra la folla, strombettanti, processione interminabile, muovono con marcia con centrica verso la stazione. E' la sino bilitazione, dopo la colossale mobilitazione di stamane. Domani Bari riacquisterà il suo aspetto consueto La giornata barese del Duce è compiuta. Maschia e crepitante eloquenza Poco fa, in questa piazza ancora congestionata, il Duce parlava al popolo di Bari. Una eco di quella maschia e crepitante eloquenza sembra fremere ancora intorno a noi come sospesa nell'atmosfera. Chi assistè allo spettacolo della immensa folla adunata e ne condivise l'attesa e ne sentì i fremiti e ne udì il grido prorompente allorchè una mano aprì l'invetriata del balcone centrale e la presenza del Duce fu prima che un fatto una sensazione e un presentimento; chi vide il Duce affacciarsi al balcone, chi mirò la figura di Lui delinearsi prima immota, nel controluce della finestra, e poi avanzare e protendersi infuori, irrigidirsi nel saluto romano e sciogliersi in un gesto cordiale illuminato da un aperto sorriso; chi vide Mussolini al centro del quadro indimenticabile preso nel cerchio magnetico di una devozione e di un affetto avvampante mentre il grido Duce! Duce! martellato da migliaia di voci con veemenza appassionata, squassava l'atmosfera; chi nel silenzio più religioso udì le Sue parole nette scandite fendenti accompagnate e sottolineate dal gesto vigoroso scendere sulla folla adunata, signoreggiarla, suscitarne moti di fervido consenso, strapparne gli applausi, accendervi fiammate di entusiasmo; chi, quando il Duce ebbe infine parlato, vide il disfrenarsi della commozione popolare e si trovò preso fra le raffiche delle ovazioni e il turbinio dei labari e il fra¬