I DISCHI

I DISCHI I DISCHI , ! J°no st*te "cordate il Tancredi (la sin | » £SE? £*!8E& Repertorio rossiniano Le odierne celebrazioni marchigiane rendono più che mai attuale il nome di Rossini. Ma si cercherebbe invano nella più recente discografia una registrazione nuovissima di un'opera, magari di un solo pezzo men noto, che resti a ricordare l'annata commemorativa. E' fatale, ci sembra, che la discografia, come le trasmissioni radiofoniche, seguano le sorti del repertorio teatrale di ciascuna nazione, salvo il caso che gli ideali della cultura intervengano fattivamente e vincano la pigrizia del pubblico, degli esecutori, degli impresari. Fra noi il repertorio rossiniano è tenuto nei limiti di due o tre opere soltanto. I dischi rispecchiano tale condizione. Una speranza ci è offerta dall'Eiar, la quale, allestendo fra un paio di mesi La gazza ladra sotto la direzione di Tullio Serafin, potrebbe fissare intiera quell'opera, o almeno in parte, nei dischi della Parlophon italiana. Avendo nominato il maestro Serafin, è tanto opportuno quanto spiacevole rilevare ancora una volta l'assenza nella nostra discografia dei migliori nostri direttori, di quelli cioè che garantiscono, con la studiosa concertazione, con le esigenze severe, la bontà della esecuzione. Il nome di Toscanini appare infatti una sola volta nei cataloghi rossiniani, e non è necessario dire quanto vivace, minuziosa e travolgente, bella, infine, risuoni la sua interpretazione della sinfonia del Barbiere di Siviglia, fissata dalla Voce del p. in AW 171. Pel resto, accanto a qualche raro saggio di bUona concertazione, si trovano troppe esecuzioni orchestrali affidate a direttori di terzo o quarto ordine e condotte secondo le usate convenzioni. Non mancano invece eccellenti esecuzioni vocali, alcune veramente esemplari. Nell'attesa dunque di una degna rifioritura discografica rossiniana, segnaliamo ciò che di più notevole offra finora l'incisione; abbondiamo, un poco, per cortesia, ma non tanto da citare anche gli assoli di cornetta, le riduzioni per banda e le velleità di cento e una Rosine rossignoleggianti, accolte, e non si sa perchè, dalle indulgenti | case editrici. Fra le opere più obliate dal pubblico Odeon 5097 E), L'assedio di Corinto (la sinfonia, diretta dallo stesso Albergoni, Odeon 5064 E, dal Sabajno, Voce del p. S 10041, dal Molaioli, D 14473), La gazza ladra (la sinfonia diretta dall'Albergoni, Odeon 5067 E, dall'Orchestra Victor, Voce del p. R 8085, dal Weissmann, Parlophon 9307). Pochissimo, anche della Semiramide: « Bel raggio lusinghier », cantato dalla soprano A. Alessandrini, Odeon 3779 B, e la sinfonia diretta dal Guarnieri, Voce d. p. S 10102-3, dal Weissmann, Pari. 8517, e dall'Albergoni, Od. 5086. Assai poche pagine dello Stabat Mater (il Cujus animam cantato da Caruso, D B 138, da Gigli, D B 1831, il Pro peccatis cantato dallo Journet, D B 1457), della Petite messe soldinelle (il Domine Deo cantato da Caruso D B 138), del Afose («Dal tuo stellato soglio », ottimamente cantato dal Pinza, Voce d. p. D B 698; anche dal De Angelis, G Q X 10207). A due opere resta legato il nome di Conchita Supervia, l'eccellente fra le cantanti rossiniane del nostro tempo. La cenerentola: L'aria e rondò « Nacqui all'affanno, al pianto » occupa magistralmente il 6656 N. dell'Odeon; il duetto con l'ottimo basso Vincenzo Bettoni « Signore, una parola » sta nel 6664 N della stessa casa, che ha pur inciso la cavatina di don Magnifico, cantata dal Badini 6559 M; la sinfonia è registrata dalla Voce d. p. 10161, diretta dal Sabajno. L'italiana in Algeri: tre pezzi mirabilmente interpretati dalla Supervia: il recitativo e rondò « Vedi per tutta Italia », Od. 6647 M, il duetto con lo Scattola « Ai capricci della sorte », B 6658 N, il quartetto « Per lui che adoro » con Ederle, Scattola, Bettoni, 6666 N; la sinfonia è stata diretta dal maestro Bellezza, orchestra del Covent garden, Voce d. p. S 10221, dal Weissmann, Pari. 9103, dall'Albergoni, Od. 5643 F. Un poco più numerosa è la fortuna del Guglielmo Teli. « Selva opaca » si ascolta dalla Toti dal Monte, sempre squisita e precisa, Voce d. p. D B 831, dall'Arangi Lombardi G Q X 10281, da A. Marcangeli, Od. 5604. F. Pertile e Franci cantano egregiamente « Ah, Matilde io t'amo » V. d. p. D B 1480. « Resta immobile » è stato eseguito dal Franci D B 1393, dall'Andreoli Od. 5603 F. « O muto asil del pianto » è inciso da V. Lois, Od. 3762. La sinfonia: diretta da Mascagni, Od. 5608 F, da Panizza, R 10636-7, da Weissmann, Pari. 12044-5, da Sargent, R 8837-9, da Albergoni, Od. 7769-70. Più abbondante è naturalmente la discografia del Barbiere di Siviglia. Fra le protagoniste ve n'è di oggi e di... ieri. «Una voce poco fa»: ecco i documentarii della Tetrazzini, V. d. p. D B 690, della Galli Curci D B 1355; ecco la Toti dal Monte, D B 830, la Sari, R 11088, la quale canta anche « Io sono docile », R 11088. Conchita Supervia riconduce la parte di Rosina all'originale registro del mezzo soprano e dà un gran saggio di bel canto nella cavatina, Od. 6657 N; di cui si hanno altre esecuzioni, di T. Poggi e di W. Barone, della stessa casa. «Ecco ridente»: molto grazioso i'o Schipa, V. d. p. D A 874, pregevole |u Man^tta odp 5058 E, ^e § mio ìome > Mirella col Pini òd. 10515. « La ca. lunllla, ha tre vigorosi interpreti, di |vergl ne, temperamento e nella maniera di canto: l'Autori, Od. 6570 N, il Pascro, Od. 6574 N e lo Scialiapin, D B 932. « Largo al factotum » sì ascolta dallo Stracciari, Od. 5516 (che con il Carpi canta anche « All'idea dì quel metallo», Od. 55057 F) e . da Titta Ruffo, D B 405. Il Badini reca la sua arguzia abituale nella dizione di «Manca un foglio», Od. 6643 N. A una edizione completa parteciparono lo Stracciari, il Borgioli,' il Bettoni. Non un nome insigne di concertatore e direttore. La sinfonia è presentata, oltre che nel citato disco toscaniniano, dal Cloéz, Od. 7547, dal Weissmann, Pari. 8514. Tutto sommato, è un po' poco, per una produzione vasta e per una gloria grande quanto quella di Rossini. Ma la colpa è soprattutto del sistema. O reagire alla pigrizia del repertorio, in nome e per gli ideali della cultura; e si dovrebbe contare sulla adesione, sulla propaganda degli intellettuali, dei dirigenti la cultura musicale; o seguire la lenta e magra corrente. Auguriamoci che, conchiusi ì discorsi commemorativi, resti, viva e sonora, qualche non comune traccia dell'occasione e della ammirazione italiana. a. d. c

Luoghi citati: Algeri, Italia, Siviglia