Imponente rassegna di Alfio Russo

Imponente rassegna Imponente rassegna r a , ¬ Bari, 5 notte. Cinquemila produttori italiani e milletrecento stranieri, rappresentanti quaranta paesi, diciotto mediterranei e ventidue occidentali, partecipano alla quinta manifestazione fieristica barese, la quale si apre domani mattina nel nome e alla presenza di Mussolini. Dinanzi al mare, sono stati inalzati cento e cento padiglioni, diritti viali s'aprono tra lisci muri di cemento, squadre di operai s'affaccendano intensamente entro e fuori le ampie aule, i colori di quaranta paesi avvampano sotto il sole, trepidi nel sottile vento marino. I preparativi, diremo, per la messa in scena di questo grande spettacolo del lavoro, sono intensi e affannosi e, se non si sapesse il tempo necessario appunto a simile messa in scena, parrebbe improvvisazione come in teatro, quando si allestiscono all'ultima ora nuove rappresentazioni. Eppure si lavora molto seriamente da dodici mesi, ma il tempo non sembra sufficiente: la Fiera di Bari prende lo stile della città dove ogni anno si trova qualcosa di nuovo, strade e piazze ariose, edifici di buono stile, iniziative audaci, insomma si assiste anno per anno alla crescita meravigliosa di questa città; e la fiera, dunque, segue la città nel suo sviluppo e ricerca tutti i modi e tutte le forme di ingrandimento e di abbellimento. Del resto, città e fiera come punti d'incrocio di correnti commerciali dei tre continenti, naturalmente obbediscono a questa loro funzione caratteristica di ospiti attive e diligenti, o meglio di centri di raccolta e di irradiazione. pvLuogo pittoresco e suggestivo La manifestazione economica barese si svolge sul mare; la scelta del luogo pittoresco e suggestivo si deve non soltanto alla fantasia degli organizzatori ma sopra tutto alla natura stessa della Fiera, e alla sua funzione, e ai suoi compiti precisati dalla caratteristica di Bari, porto e limitare d'oriente. Anticamente questa città ebbe contatti mercantili assai intensi coi paesi d'Africa e d'Asia e coi balcanici: veneziani, pisani, amalfitani, sebbene possedessero grandi porti e folte marine la elessero a sede dei loro traffici, come i mercanti fiorentini e i milanesi e quelli greci, catalani e provenzali; le galere baresi corsero lo Jonio e VEgeo, si spinsero fin oltre Gibilterra. Non troppo vicina all'oriente, e tuttavia non lontana, la città è ap punto luogo opportunissimo tra oriente e occidente e sebbene questa definizione di Papa Urbano II si riferisca alla questione religiosa, vale egualmente e per la stessa ragione per la questione commerciale. Vrba no II dunque radunò a Bari il suo Concilio appunto in epoca in cui si manifestava lo scisma greco per meglio avvicinarsi a quella terra la quale usciva dal grembo di Roma; Federico II designava Bari per la sua posizione geografica e per la sua importanza mercantile come sede della quarta fra le sette grandi fiere del reame; Mussolini, fin dallo storico discorso di Nàpoli dell'Ottobre del ventidue poneva Bari in cima al triangolo meridionale destinato a operare sulla via della rinvigorita espansione italiana. Il pensiero mussoliniano del resto, ritorna frequentemente in questi ultimi anni sulla funzione e sui compiti di Bari via via definendoli fino a darvi vita e caratteri precisi e sopra tutto attivi e fattivi. Questi venuti a Bari d'oriente, nei vsnptbteliV primi cinque anni della Fiera, vi tro-lvano molto di se stessi, delle proprie \ vicende, della loro storia; le orme sono palesi e inconfondibili. Gli albanesi vi cercarono rifugio durante le persecuzioni e perfino vi ebbero potenza e feudi come l'eroe Skandemberg signore di Barletta e altre terte, e tanti furono tra il decimosesto e il decimosettimo secolo da formare l'Albania salentina; qui ne vennero in tempi recentissimi da Scutari, da Valona e da- altrove, perseguitati dall'ira del sultano, e nuovi rapporti d'amicizia e d'interesse si crearono tra Puglia e Albania sopra tutto attraverso le scuole italiane istituite in quel paese dal Crispi e l'università commerciale di Bari, e tuttora in terra pugliese si ode la parlata albanese e soavi canzoni d'amore piene di malinconìa s'odono nei campi durante i lavori Bulgari greci e serbi conoscono da secoli questa terra; i primi mandano tuttavia pellegrini di devozione a San Nicola e numerosi giovani alle due università di Bari; a Monopoli aleggia ancora la leggenda- greca di Minosse; l'ellenica Dameta Paleologo instaura nell'abbazia di San Bene detto di Conversano il dominio delle badesse con mitra e pastorale; Elena, tanto diversa da quella d'Argo, muore per non tradire la memoria del tragico re Manfredi; e sulle leggende e sulle memorie splende il sorriso soave della Madonna di Costantinopoli, nel quale si consolano i cuori devoti delle genti di Puglia e di Grecia e si erge la potenza di San Nicola m cui si confonde e riassume lo spirito latino e orientale. Gli jugoslavi coi loro quattrocento altari dedicati appunto a San Nicola dì Bari non sono legati a questa terra con forti vincoli spirituali'! E come potranno dimenticare le accoglienze affettuose dei pugliesi all'esercito e alla popolazione serba salvati dagli italiani durante la grande guerra7. Storica funzione E altri legami di sentimento, d'amicizia e d'interesse esistono tra Puglia e altre terre e altre genti. Dai mussulmani prende nome molta storia pugliese, tra lotte aspre e sanguinose di religione in fondo alle quali erano piani di conquista: gli egiziani sono da millenni in comunione commerciale con questa terra e la prima nave a passare nel canale dì Suez ebbe vele d'Adriatico; fu la piccola celebre paranza molfettana: la rinata Palestina, ebraica e cristiana, prende da questa terra molta parte della sua vita e vi lascia molte sue parole ancora in uso; gli armeni vi sono numerosi e alacri lavoratori, siriani ebbero mercati cospicui coi baresi. Non solo questi orientali, ma i popoli occidentali ebbero in terra pugliese numerosi incontri e intensi commerci, e questa è storia nota, quasi di ieri. Terra d'incontro tra i popoli, Bari intende consacrare questa sua storica funzione e ora la esprìme attraverso il suo sviluppo edilizio veramente meraviglioso e la sua manifestazione economica. La crescita di questa città, appare tra i segni più caratteristici del tempo mussoliniano, la creazione della Fiera appartiene a quegli atti di volontà possibili soltanto nel clima fascista. Rapidità d'azione e passione di uomini. Nel 1927 V iniziativa fieristica veniva presentata all'esame e all'approvazione del Duce, nel '28 si costituiva l'ente autonomo e se ne redigeva lo statuto, nel '29 venne il decreto dì conferma e nel '30, dopo sette mesi d'opere, il quartiere fieristico apriva le sue porte alla prima, manifestar \ zione. Nel primo anno, per la costruzione dei padiglioni, furono interrati quarantamila metri quadrati di mare, lavoro immane compensato dal successo più incoraggiante sebbene la situazione economica mondiale apparisse in crisi. La seconda fiera confermò il successo della prima superandolo di gran lunga; le adesioni infatti si moltiplicarono, fu istituito l'ufficio scambi allo scopo di realizzare le finalità commerciali della fiera, furono promosse adunate di agenti commerciali balcanici, africani, asiatici, iniziativa questa veramente importante ai- fini degli sviluppi della Fiera del Levante. Cifre eloquenti La terza fiera del 1932 ebbe nuova affermazione per il maggior numero di espositori e di iniziative. Fu compiuta la rivoluzione della funzione fieristica; la Fiera del Levante appunto per questa rivoluzione, invece di restare mostra di campioni, istituì, allo scopo di provocare, agevolare e assistere gl'incontri tra venditori e compratori, il reparto commerciale e le giornate di contrattazione, l'uno per intensificare gli scambi internazionali, le altre per stipulare contratti diretti ai fini della' realizzazione delle possibilità di espansione italiana oltre i confini e dell'avviamento di nuovi traffici tra paese e paese. In questo modo produttori e commercianti s'incontrano, si scambiano le loro idee, contraggono e fanno contrarre nuove relazioni, procedono a necessarie indagini dirette e personali, avviano le trattative, concludono in definitiva gli affari. Grandi case commerciali nazionali e straniere sono rimaste in questi brevi anni assai soddisfatte dei risultati i quali non, sì sarebbero potuti realizzare così perfetti ne attraverso costose e diffìcili informazioni ne attraverso la solita corrispondenza. La quarta edizione fieristica ebbe nuovo successo: del resto basta guardare le cifre dalle quali il successo risulta in modo eloquente 1930: area generale metri quadrati 115.400, area occupata metri quadrati 36.798, partecipanti italiani 1221, partecipanti esteri 134, paesi esteri rappresentati 16; 1931: area generale metri quadrati 174.400, area occupata metri quadrati 69.015, partecipanti italiani 3227, partecipanti esteri 331, paesi esteri rappresentati 21; 1932: area generale metri quadrati 182.200, area occupata mq. 73.102, partecipanti italiani 4145, partecipanti esteri 716, paesi esteri rappresentati 33; 1933: area generale mq. 186.700, partecipanti 4983 di cui- 3674 italiani e 1309 stranieri, paesi esteri rappresentati 36; 1934: area generale mq. 186.700, partecipanti 4996 di cui 3669 italiani e 1327 stranieri, paesi esteri rappresentati 40. Il continuo e progressivo interessamento dei paesi stranieri, come le cifre dimostrano, viene a stabilire definitivamente il successo, e sopra tutto conferisce a Bari la specifica funzione di centro di convergenza e di irradiazione ecmiomica. Il compito della Fiera del Levante, di penetrazione italiana nei mercati orientali, compito certamente preminente, si accresce con quest'altro di centro di raccolta e di avviamento dei prodotti di tutta Europa. Il carattere principale della Fiera è difatti quel lo mercantile e appunto perciò sono mn stati istituiti il reparto commerciale a i i a , e e a a e , o e o e le giornate di contrattazione. I ceti produttivi e commerciali di tutto il mondo, trovando questa manifestazione non come morta esposizione campionaria, ma come mercato vero e proprio appositamente creato e attrezzato per la valorizzazione dei campioni esposti, avranno modo di lanciare convenientemente i loro prodotti e avviare nuovi notevoli traffici, di ravvivare insomma le correnti mercantili tra l'Europa e it prossimo Oriente. Queste sono le linee generali e le iniziative particolari della Fiera del Levante le quali anno per anno si intensificano e si sviluppano. Quest'anno, l'afflusso delle do mande di partecipazione sia italiane che estere fu tale e così rapido, da provocare il rigetto di quelle pervenute all'Ente autonomo nell'ultimo mese. La saturazione dello spazio disponibile nell'ampio quartiere fieristico si è verificata con notevole anticipo sull'andamento delle partecipazioni dello scorso anno. Tutta l'attività produttiva italiana è quest'anno largamente rappresentata. La confederazione degli agricoltori, riunendo i prodotti delle varie categorie in essa organizzate, presenta in compiuta sintesi la produzione agricola nazionale in apposito padiglione, in speciale reparto del quale è stata ordinata la mostra particolare della Federazione provinciale degli agricoltori di Terra di Bari coadiuvata dagli altri enti agrari della provincia. Questa mostra, curata fin nei più minuti particolari documenta ampiamente la rinascita agricola nazionale. Le industrie produttrici di generi alimentari partecipano in numero così rilevante da esaurire lo spazio destinato dall'Ente a tale sezione merceologica. Non sono certamente estranee a questo successo le realizzazioni conseguite dagli espositori negli anni scorsi e i nuovi provvedimenti adottati dalla Fiera per l'afflusso di compratori qualificati. L'apporto dell'industria delle forniture d'albergo all'attuale manifestazione è notevolissimo per il numero delle adesioni e l'importanza delle ditte partecipanti: ditte francesi e americane sono presenti insieme alle nostre in questa sezione della Fiera L'artigianato allinea ì suoi tradì zionalì prodotti mantenendo intatte le linee del gusto e della bellezza italiana. Dall'arredamento passiamo ai ricami e ai tessuti a ynano, dai lavori in cuoio sbalzato a quelli in ferro battuto. tmdssqmsPvildacdstcLa partecipazione della Fiat La mostra dell'automotociclo si presenta assai ricca e dimostra il primato raggiunto da questa nostra industria. Le automobili sono largamente rappresentate, come ì veicoli industriali. Il salone dell'auto quest'anno dichiarato internazionale, offre la più completa rassegna della produzione italiana alla quale l'attrezzatura mercantile dell'istituzione barese consente quel successo già delineatosi nella manifestazione del 1933. La Fiat espone tutti gli attuali tipi di vetture da turismo, dalla nuova « Balilla » all'« Ardita » nei suoi diversi tipi a 4 ed a- 6 cilindri; una completa gamma di veicoli industriali di piccola e media portata e molto veloci, con motore a benzina; ed una serie di modelli più grandi e potenti con motore a nafta funzionante secondo il ciclo Diesel. Di particolare interesse nel campo dei vei coli con motore a nafta, che tanta importanza vanno assumendo nella economia dell'autotrasporto: l'autocarro « 621 N » di media portata ("2500 kg.) di nuova concezione e non ancora introdotto sul mercato, e il colossale autotreno costituito dall'autocarro « 634 N » con relativo rimorchio, capace di portare complessivamente 17.000 kg. Non meno interessante un grande autobus interurbano — « 635 RNL » — « 41 posti a sedere, con motore Diesel di nuovo tipo che elimina assolutamente il fumo e lo sgradevole odore dei motori a nafta. La serie degli autoveicoli Fiat per ogni applicazione si completa con i due modelli di trattrice agricola Fiat a- nastri di aderenza attualmente prodotti dalle Officine Costruzioni Industriali di Modena (OCI): il modello 20, il più piccolo, particolarmente adatto a lavorare in terreni collinosi e difficili, e il modello 30, il maggiore, per grandi culture e scassi profondi. Di ciascun tipo di queste trattrici, che per genialità di concezione, elevato rendimento e solidità di costruzione, nulla hanno da invidiare ai più famosi modelli stranieri, vengono presentati due esemplari: uno fermo ed uno in azione su terreno rotto da notevoli ostacoli. Speciale importanza riveste la mostra della sezione tessile comprendente tutta l'ala destra del primo piano del Palazzo della Moda. Particolare rilievo è stato dato alla seta naturale, tipico prodotto italiano. Non mancano naturalmente le altre industrie, tutte ampiamente rappre sentale, come non mancano le mostre speciali, quella del mare, sulla quale particolarmente c'intratterremo, la mostra forestale e montana sotto il patrocinio del Segretario del Partito S. E. Starace, mostra notevolissima per la partecipazione di imprese industriali e organizzazioni le quali svolgono attività nel campo della produzione forestale e montana. Il quadro, insomma, è dei più eloquenti e suggestivi, è come il grande poema del lavoro umano il quale domani, iti questa città di audacia e di ardimento, aprirà le sue splendide pagine dinanzi al Duce, animatore e condottiero di popoli. Quaranta bandiere straniere sventoleranno a fascio sul più alto vertice insieme al tricolore issato sulla colonna terminale della via Appia, riprodotta nel padiglione di Brindisi, a indicare e consacrare la romanità di questa impresa pugliese gagliarda e rigogliosa, appunto perchè nata nel clima fascista, cioè nel clima di Roma. Alfio Russo

Persone citate: Crispi, Duce, Federico Ii, Mussolini, Paleologo, Starace, Vrba