Mussolini inaugura stamane la V Fiera del Levante

Mussolini inaugura stamane la V Fiera del Levante Mussolini inaugura stamane la V Fiera del Levante Il Capo del Governo giungerà dal mare a bordo dell'"Aurora „ - La fervida attesa di Bari - La partecipazione di cinquemila produttori italiani e milletrecento stranieri rappresentanti di quaranta nazioni (DAI NOSTRI INVIATI) Bari, 5 notte. L'impressione che vi fa Bari arrivando questa sera è quella di una grande città in fermento. Ogni termine di paragone con altre giornate della sua storia, pur così ricca di eventi, viene a mancare: non si erano viste mai tante e così nutrite fiumane di popolo scorrere nell'alveo delle sue strade, dilagare dai marciapiedi e sfociare nelle piazze spettacolose e tumultuose; non si era mai visto ai crocicchi un così febbrile movimento di veicoli, un tale incalzarsi di comitive, di cortei, un tale affollamento nei- locali pubblici, una tale ressa agli ingressi degli alberghi. Aggiungete a tutto questo la pittoresca animazione delle divise, il gran palpitare delle bandiere, lo scintillìo delle luci, il vivo mosaico delle scritte degli striscioni dei manifesti multicolori e avrete completo il quadro della città questa sera: un quadro sfarzoso con qualche cosa di irreale e quasi di allucinante. E' Bari, alla vigilia dell'arrivo del Duce. Promessa mantenuta Mussolini giungerà prima di mattina, dal mare. Egli viene a mantenere la Sua promessa dell'anno scorso. Puntualmente come sempre. La quinta Fiera del Levante sarà inaugurata da Lui. Quando l'Aurora che lo porta quaggiù disegnerà la sua sagoma lontano lungo la linea dell'orizzonte, allora sulla penisola di San Cataldo — là dove la città dei traffici eleva le sue linde costruzioni bianche rosa e azzurre — le bandiere di quaranta Nazioni saliranno sugli alti pennoni sventolando alla brezza marina. Poi il Duce scenderà a terra, riceverà l'omaggio delle autorità, salirà in automobile per recarsi sul piazzale sormontato dall'aguzzo profilo di un gran Fascio Littorio, varcherà il recinto della Fiera. Prendendo contatto con il popolo pugliese Egli comincerà col visitare quella iniziativa che meglio di ogni altra non solo ne esprime e riassume le capacità organizzative e la superba intraprendenza, ma che pare. simboleggiare i destini stessi della Puglia e caratterizzarne le particolari funzioni nel quadro della vita nazionale: funzione di emporio commerciale del Levante, di grande centro di scambi commerciali e culturali con i Paesi balcanici danubiani e del Mediterraneo orientale. La Puglia aspettava da tempo questo giorno. Se le visite del Duce non sono un premio convenzionale e fortuito ma il riconoscimento di meriti passati al vaglio di un esame rigoroso, bisogna dare atto ai pugliesi che rare volte la presenza del Duce è giunta a compensare benemerenze più spiccatamente fasciste. In realtà, da quando il nuovo costume nazionale, ripudiando molte storture dell'antico, riportò al rango di valori supremi di un popolo la concordia operosa e il lavoro di lunga lena, e suscitò comunque un anelito virile e fattivo verso un avvenire migliore, e alimentò in tutti la fede nella possibilità di crearlo con la fatica potente e continuativa di tutti i giorni; da allora si può dire che qui i canoni della vita civile sono diventati norma viva e operante di azione. Nel clima determinato dal Fascismo — clima, come disse il Duce, di alta tensione ideale — le innate qualità del popolo e le solide e animose virtù di una classe dirigente eccezionale, cospirarono a produrre quello che va considerato a giusta ragione e senza ombra alcuna di retorica esagerazione, un miracolo: il miracolo di una città e di una regione che hanno marciato con ritmo bersaglieresco, senza precedenti nella storia, sulla via del progresso. Ma l'atteggiamento spirituale di Bari, in questa sonante e clamorosa vigilia, non è tanto quello di chi si appresta a ricevere un premio, quanto quello di chi si accinge a scio gliere un voto di gratitudine. Tutti sanno che le salde qualità e la temprata volontà di un popolo non sarebbero bastate da sole a compiere quello che qui si è compiuto, senza l'aperta e chiaroveggente legislazione del Regime che alla Puglia è stato largo di aiuti materiali e morali. Il Duce è qui atteso non solo come si attende un Capo e un Condottiero di tempra straordinaria, circonfuso di una luce di potenza e di gloria, ma anche come si attende un amico che alla Puglia ha dato fino dai temili lontani delle sue prime battaglie nazionali segni non dubbi di simpatia e di benevolenza. « Il grande benefattore » Fra i manifesti di ogni colore che hanno coperto le facciate dei palazzi baresi, sovrapponendo fragili architetture di carta stampata alle ar; chitetture di pietra e di mattoni, c'e un manifesto della Città di Bari che in Mussolini saluta « il grande benefattore ». Senza bisogno di scomodare Gioacchino Murat, a cui risale il merito di aver fondato Bari nuova, accanto al nucleo di antiche casupole raggruppate intorno alla Cattedrale di San Nicola, basta riandare con la memoria a dieci, dodici anni fa per misurare l'enorme distanza che separa la vecchia Puglia e il suo capoluogo da quella confortante realta che è la Puglia attuale. Una rete stradale insufficiente, numerosi Comuni tagliati fuori dal mondo, i porti ridotti in pessime condizioni dal superlavoro della guerra, Interi abitati sotto il pericolo immi¬ nente di franare, plaghe estese investite dalla malaria, l'edilizia statale e scolastica assolutamente neglette: ecco il quadro che offrivano le Provincie pugliesi come peraltro molte altre Provincie del Mezzogiorno intorno al 1922. In poco più di un decennio con una spesa complessiva di due miliardi (ivi compreso mezzo miliardo di opere tuttora in corso di esecuzione) tutti i problemi fondamentali della Puglia sono stati o risolti o avviati a soluzione. Importanti lavori di riadattamento e di ampliamento sono stati compiuti nei porti di Bari (oggi dotato dei mezzi più rapidi e moderni) Manfredonia, Barletta, Trani, Molfetta, Monopoli, Brindisi, Gallipoli, Taranto; i Comuni minacciati da frane, da alluvioni, sono stati consolidati e difesi; città sprovviste di fognatura ne sono state dotate ; importanti opere stradali di vitale interesse per la regione sono state eseguite: bonifiche colossali sono in corso per la redenzione igienica e la valorizzazione economica di vaste terre; l'acquedotto pugliese, alla cui costruzione è stato dato un potentissimo impulso, ha portato l'acqua a popolazioni di decine di migliaia di abitanti che l'invocavano da secoli. Imponente aopra ogni altro il bilancio di ciò che è stato realizzato nel campo dell'edilizia statale. In una regione, dove fino al 1922 lo Stato non aveva costruito che qualche caserma, sono sorti in pochissimi anni edifici postelegrafonici, sedi di uffici giudiziari e finanziari, ospedali, aeroporti, scuole, spesso con grande vantaggio anche del decoro esteriore delle città che si sono ampliate, abbellite, modernizzate. Di questa febbre di rinnovamento Mussolini vedrà domani in Bari i segni tuttora accesi. Dopo aver visitato la Fiera del Levante, il Duce inaugurerà un complesso di opere destinate a far più bello il volto della città, ad assicurarne il più largo respiro di centro in continuo incremento demografico, a provvedere ai crescenti bisogni della sua dinamica popolazione: Palazzo delle Poste e dei Telegrafi dell'architetto Narducci, grandioso e monumentale nella sobria modernità delle sue linee, Palazzo della Provincia con la sua torre dedicata ai Caduti, il Palazzo del Provveditorato delle opere pubbliche, sulla cui fac ciata campeggiano le parole del Duce sintesi della civiltà fascista: « si redime la terra, si fondano le città »; il Sanatorio antitubercolare e il Policlinico, vasti e ariosi, dotati di moderni impianti, e infine lo Stadio, capace di quarantamila spettatori dove domani al cospetto di Mussolini i Giovani Fascisti di tutta Italia, convenuti qui per i campionati nazionali, daranno un saggio ginnico sportivo imponente per numero di partecipanti e che si concluderà con la superba sfilata. L'arrivo dei radunisti torinesi Intanto Bari si va sempre più affollando. E' notte e il flusso immigratorio non rista. Da tutti i centri della provincia giungono automobili, cortei, gruppi di lavoratori, di famiglie coloniche, di studenti. E' gente che non troverà da dormire e passerà la notte all'aperto. Colonne di Camicie Nere battono in cadenza il selciato delle strade. Fanfare e fanfare lanciano all'aria le loro note frementi. Scritte luminose si accendono a incorniciare enormi ritratti di Mussolini. Festoni e gran pavesi inquadrano le vetrine dei negozi. Al porto, ha attraccato il Biancamano proveniente da Genova, carico di gi tanti. Il Segretario del Partito Achille Starace, ovunque acclamatissimo, ministri, sottosegretari, senatori, deputati, hanno preceduto qui il Duce e saranno domani ad attenderLo sulla banchina del porto. Negli alberghi hanno preso alloggio personalità commercianti e produttori di ogni paese. Girando per la città è dato im-i battersi continuamente in torme di giornalisti, cinematografisti, fotografi stranieri. Un arrivo che ha dato luogo a entusiastiche manifestazioni e stato quello della carovana automotociclistica torinese giunta poco dopo le 19. La guidava il Segretario federale Piero Gazzotti. La colonna costituita, come sapete, da cinquanta automobili e cinquanta motociclette ha raggiunto Bari facendo tappa a Forlì, Ancona e Pescara. Da Pescara la carovana è partita stamane alle 7,30. A Foggia si è fatto sosta per la colazione e il rifornimento ; poi via fino a Bari. Nessun incidente, grande entusiasmo, viva riconoscenza per le accoglienze trovate dovunque. Quelle di Bari — dove i gitanti prenderanno alloggio sul Biancamano — sono state come era da prevedersi le più calde di tutte. A ricevere i camerati torinesi dinanzi al Palazzo del Governo erano i rappresentanti della Federazione Fascista di Bari e altre autorità lo cali. Poi la colonna ha sfilato per le vie della città fendendo fiumane di popolo festante. Il saluto di-Torino non avrebbe potuto giungere più gradito a Bari in così solenne circostanza. Enrico Matte!