I campionati atletici europei

I campionati atletici europei FEBBRILE PREPARAZIONE ALLO STADIO MUSSOLINI I campionati atletici europei II giardiniere e il professore TI costume non si può dire non siilelegante: camicia, pantaloni, scarpecandidi e finissimi. La struttura fìsicaè splendida, anche se la statura è ap-pena normale: spalle larghe, toracevasto, gambe robuste. Eppure Janus Kusocinski, astro di prima grandezzadell'atletismo mondiale, campione olimpionico dei diecimila metri, non piaceC'è qualcosa di disarmonico nel suocorpo dalle linee perfette, qualcosa che urta, che rompe quell'incantesimo che si sprigiona da ogni grande atleta. Forse la testa, il volto. Un testoneenorme, triangolare, su cui i capelltengono un contegno disciplinato solo in grazia ad un abbondante uso di cosmetico; un volto testardo, a cui l'occhio piccolo dà un'espressione sfuggevole e su cui la bocca serrata che raccoglie la linea aspra delle mascelle disegna un senso di ostilità. In Polonia, pur essendogli riconoscenti per i trionfi raccolti, non l'hanno troppo in simpatia. Dicono che assumadegli atteggiamenti da superuomo poco conciliabili con la sua onorabilissimama non certo eccelsa, condizione digiardiniere. E, se quelli di casa sua la pensano così, non avranno tutti i tortiCerto il suo modo di fare non è adat-to a creargli troppa simpatia. A tutteìe domande che abbiamo sentito rivolgergli in italiano, francese, tedescosempre l'abbiamo udito rispondere con un solo vocabolo: «Ja!». Un ja asproche aveva il suono d'una manata inpieno volto. « Va bene? ». « Ja! ». « Vamale? ». «Ja!». «I giornali danno favorito Virtanen». «Ja!». «1 suoi compagni quando arriveranno? ». «Ja!»Non esiste, a quanto pare, che questo monosillabo nel vocabolario del taciturno Kusocinski. Di domande, lui, per conto suo, ne riVolge assai poche. «Alpi?» e il suo braccio teso mostrava, lontana, la corona delle nostre montagne già chiazeate di neve. «Stadio?» e il suo occhio si fermava senza espressione sulla Torre di Maratona e sulla monumentale sagoma del nostro campo. Ma tutto questo si dimentica, quando Kusocinski corre. Allora non è più il giardiniere borioso, ottuso e taciturno che si ha davanti, ma il campionequel campione che, nello Stadio di Los Angeles rigurgitante di folla, spezzò reni e muscoli agli assi dì Finlandiaeredi della gloria di Nurmi, colla sua corsa implacabile. Allora le linee desuo corpo e della sua azione si compongono in quella suprema armonia che fa di ogni grande atleta un'opera d'arte. Il suo stile non ha nulla a chfare con quello dei maestri finnici: lspalle quasi non si muovono e il bustimmobile fende l'aria con un impetche dà il senso dell'irresistibile; le gambe si piegano morbide e si stendonpossenti; la pista è sfiorata dalla punta dei piedi. Con quest'ultima particolarità del suo stile, Kusocinski fa di sé il più antitradizionale dei corridori su pista di lunga distanza. ~ La testa, sempre eretta, si china solo per leggere il cronometro che portacome Nurmi, nel cavo della mano. Ma il sorriso, che questo plagio al più grande corridore che sia mai esistito suggerisce, è ucciso dall'ammirazione e dallo stupore. TI giardiniere Kusocinski è un «omo parecchio indisponente; ma l'atleta Kusocinski è una gran bella cosa!... Dopo aver conosciuto questo campione sbalorditivo ed irritante, a trovarsi cogli atleti francesi ci si sente rinascere. Vivaddio, questa è gente denostro sangue, della nostra razzagente che parla, che spera, che rideche vive, insomma. Gente intonata con questo nostro stadio dalla costruzione romana, con questo nostro sole che tutto indora, che tutto fa bello. Prima, cento parole di una tua domanda ricevevano, in tutto e per tuttoun ja di risposta. Qui non hai ancora chiesto «come va?» che tutti e con cento parole ti rispondono: gli atletBoisset, Keller, Rochard, Petit, Mathiotte; i dirigenti Alibert e Bonenfant. Non hanno segreti di allenamento, costoro, e non nascondono le loro speranze. Le gare, nelle loro previsioni, le senti vivere veramente nella loro essenza agonistica e nella loro appas¬ sionante incertezza. Si presentano tut-to d'un fiato: Keller, aspirante giornalista; Rochard, meccanico; Petit e Ma-thiotte, studenti: Boisset, professore inlettere. Quest'ultimo è il più simpatico edanche il jiiù interessante. Un professo-re in lettere che faccia dell'atletica nonè cosa di tutti i giorni. Per lìti, invece,è naturalissimo, come è naturalissimo essere il capolista con quarantasei te secondi e sei decimi dei quattrocenti-sti europei. Attende le gare con ansia ed una cosa, sola lo conturba: essere tra i favoriti. «Non porta fortuna'...» dice e il suo sorriso, che gli illumina il volto bruno e vivace, si spegne per un istante. Boisset ritorna allegro, quando si riparla della sua professione e. prima, di scattare per una veloce « tirala » di duecentocinquanta metri, grida ridendo: «Pensate che, se non ci fossero i campionati europei, sarei a Parigi ad insegnare greco e latino ». Forse, nelle ore di attesa, il professor Boisset sognerà un novello Pindaro, che venga a tessere per lui quell'inno di vittoria che gli tocca ora far tradurre alla riluttante scolaresca, non troppo partecipe degli entusiasmi suscitati dai trionfatori di Olimpia... Biondo, fragile, con un volto fine e fanciullesco, Rochard non denuncia le sue doti di fondista di classe internazionale; gentile, distinto nel tratto e nella, parola, non lo si direbbe un lavoratore d'un rude mestiere. Quanta distanza tra il meccanico francese ed il giardiniere polacco'.... C'è un abisso tra i due atleti, un abisso che la razza Ita scavato. Kusocinski e Rochard, figure in primo piano di questi campionati europei, che ognora più appaiono un grandioso confronto di popoli e di stirpi, che a sostenerlo mandano i loro più perfetti esemplari. La battaglia sportiva, ancora una volta, dovrà adempiere alla sua più alta funzione sociale e politica: affratellare, nell'ansia per la vittoria lealmente perseguita, uomini estranei, e avversi. Enzo Arnaldi Saltatori e lanciatori Se le prove di eorsa piana, che ieri abbiamo attentamente esaminato una ad una, costituiscono la parte più spettacolare dell'avvenimento che terrà fisso su Torino, per tre giorni consecutivi, lo sguardo degli sportivi di tutto il mondo, le gare dei salti e dei lanci non si prospettano certamente meno interessanti delle altre. Faremo domani l'esame dettagliato della situazione per quanto riguarda le prove con ostacoli, di resistenza e staffetta, oggi ci occuperemo delle prove che vedranno, purtroppo, i nostri rappresentanti impegnati più contro i records italiani che contro gli avversari. Battersi in queste specialità significa quasi esclusivamente andare alla caccia del buon risultato, ma non inquietare 1 nostri avversari, assai meglio attrezzati in tali branche dell'attività atletica. Seguendo quella che, ormai, è una consuetudine della vigilia, inizieremo con la prova del salto in alto, dove la lotta appare a tutta prima circoscritta tra i finlandesi Kotkas e Pcrasalo ed il tedesco Weinkotz. Altro concorrente dalle molte possibilità è, indubbiamente l'ungherese Bodosi, assai vicino, come risultato, ai migliori. I nostri Degli Esposti e Dotti dovrebbero poter migliorare i loro risultati ultimi, arrivando almeno a m. 1.90. Dei quattordici atleti ammessi a disputare la gara, sia per il salto in alto come per quelloin lungo non vi saranno prove di qua-lificazione, i nostri due rappresentanti non potranno tanto facilmente piazzarsi tra i sei che troveranno posto nella classifica finale. Speriamo molto in Dotti, che durante gli allenamenti collegiali ha attirato più volte l'attenzione su di se per il migliorato stile e la buona forma dimostrata. Per la vittoria non è facile fare un nome, certo che le maggiori probabilità le hanno 1 finlandesi; il risultato dovrebbe arrivare ai due metri. Ben ventisei sono i partecipanti alla prova di salto in lungo, specialità per la quale i tedeschi partirebbero largamente favoriti se l'ungherese Koltai non consigliasse una certa prudenza nella scelta di un favorito. Ragione per cui sarà meglio non prendere posizione ed aspettare pazientemente gli eventi. Tabai e Maffei sono i due italiani che scenderanno in gara; essi non possono avere la pretesa di entrare tra i primsei della classifica finale, ma hanno buone speranze di far bene. Scompariranno forse assai presto dalla lotta, ma ciò non toglie che essi possano avvicinarsi sensibilmente al record Italianose non attaccarlo a fondo. Migliore sorte ci attende, invece, nesalto con l'asta, dove Innocenti ha certo più possibilità di piazzarsi nei primsci. Il toscano è in bella forma e non ci stupirebbe che egli riuscisse a compiere l'ultimo balzo che, per cinque centimetri, lo tiene distante dai quattro metri, misura di notevole valore internazionale. Il record italiano che Innocenti ha ottenuto a Milano, in occasione dei campionati italiani di quest'anno, dovrebbe crollare, almeno questa è a nostra speranza ed il nostro augurioSono esattamente diciassette i partecipanti alla gara, dei quali ben cinque hanno superato, in quest'ultima stagione, i quattro metri. Il tedesco Wegnersempre che la forma lo assista, dovrebbe avere la meglio sul finlandese Lindroth, sull'ungherese Zsuffka e sui due svedesi Liundber e Lindblad. Dopo questi cinque, il nostro Innocenti dovrebbe trovare il suo posticino. Sedici specialisti del salto triplo tenteranno la sorte nella gara che vedrà mpegnati i nostri Guglielmi e Milanese, quest'ultimo una brillante recluta balzata fuori in tempo per rimpolpare e file dei saltatori. Se Guglielmi troverà domenica la giusta carburazione e non avrà incertezze di stile potrà, forse, finire tra i primi sei anche se buon ultimo della compagnia; ma la cosa non è cosi facilmente realizzabile come può apparire sulla carta. Ci sono molti pretendenti alla vittoria in questa speciaità: l'olandese Peters appare il meglio quotato per realizzare il successo. Nel lancio del disco l'attuale recordman mondiale Andersson si impone cosuoi m. 52,42, come Matti Jarvinen ha già la vittoria in tasca nel tiro del giavellotto. Oberwegher e Mignani non possono nutrire che modeste speranze nel disco, mentre Agosti e Ricci li imitano per quello che riguarda la gara del giavellotto. Il polacco Heljasz è il grande favorito nella prova del getto della palla dferro, dove Bononcini, l'unico rappresentante italiano, non potrà certamente trovar posto tra i primi sei. Nel lancio del martello, le cose sono diverseLa buona forma di Vandelli e Poggiolidimostrata anche durante gli alicnamenti allo Stadio Mussolini, lascia adito alla speranza di vederne almeno uno n finale. Gli svedesi sono molto fortn questa specialità; Jansson e Skold sono ben capaci di dare una lezione all'irlandese O'Challagan, se quest'ultimo non saprà tirar fuori le unghie in tempo. C'è posto per Vandelli nella finale? E' probabile, ma bisognerà che oltrepassi i quarantanove metri perchè anche i finlandesi Porhola e Parni hanno i titoli per piazzarsi più che onorevolmente. Poggioli, se sarà nella sua miglior giornata, potrebbe anche lutrovare un posticino. Ma non è facileperchè la lotta sarà assai dura. Questa, in linea generale, come si presenta a situazione nelle prove dei salti e deanci. Nel nostro prossimo articolo diremo delle altre gare che ancora ci restano da esaminare e che vedranno in otta gli ostacolisti, i decatleti, i maraoneti ed i velocisti nelle prove a staffetta. V. z. Durante gli allenamenti allo Stadio Cario In piena azione. Mussolini: Tavernarl, Turba e Fer.CFOTO GHERLONE)

Luoghi citati: Los Angeles, Milano, Parigi, Polonia, Torino