Le caratteristiche delle macchine e le particolarità del nuovo percorso

Le caratteristiche delle macchine e le particolarità del nuovo percorso IL GRAN PREMIO AUTOMOBILISTICO DI MONZA Le caratteristiche delle macchine e le particolarità del nuovo percorso . 11 nuovo circuito di Monza, con le aue dieci curve atl angolo retto_ un dietro front e quattro curve larghe, I su un percorso di quattro chilometri, risponde pienamente, come abbiamo J™j?„ta un recente scritto a quei re¬ quisiti che abbiamo definiti * umanitari ». Ma sotto altri aspetti ancora ci siamo riservati di esaminare il nuovissimo tracciato, che conferisce alla gara di domenica prossima un carattere to- talmente divèrso dal consueto, tanto ene delle tradizionali giornate di Mon za care alla passione delle nostre fol 'e non ritroveremo quest'anno che la festosa cornice. Sotto l'aspetto tecni- C0, sotto 1ue,1° sportivo, sotto quello spettacolare, il Gran Premio d'Italia del 9 settembre nulla avrà in comune con le dispute precedenti. Tecnicamente, le accidentalità intra-dotte a tormento del circuito in misu ra e valore cosi rilevanti, trasformano la gara da velocità pura (l'autodromo di Monza nel suo tracciato originario e in condizioni di buona manutenzione stradale è considerato tra i più veloci del mondo) in « circuito misto », eufemistica espressione che in linguaggio povero suona generalmente come « corsa agli ostacoli ». Vale a dire che se, un tempo, Monza valeva specialmente come collaudo di motori, e difficilmente la macchina più veloce in senso assoluto e più resistente al lungo sforzo continuato si lasciava carpire la vittoria, quest'anno saranno messi alla prova — ad una prova formidabile, estenuante, decisiva — molti altri elementi, non meno interessanti. Per-intanto, del motore, verrà messa a partito, assai più che la velocità, la facilità di accelerazione, come è na- turale dovendosi circa millequattrocen-to volte durante il nercorso totalp ri- partire tovtt a nel momento di ral- so (50-60 Km.-or lentamente massimo) per attingere, se condo i casi, 100-150-200. Un secondo impiegato in. più in ogni ripresa — ed un secondo è presto perduto — significa un ritardo, a fine gara, di qua si mezz'ora. Per aversi un analogo di stacco in un circuito non soggetto a rallentamenti accentuati, su un percor- so di 500 chilometri, le due ipotetiche macchine del nostro esempio dovrebbe-i^° marciare rispettivamente a 200 e a165 km. all'ora: differenza, come si ve-\de subito- fuor d'ogni possibile realtà, i Conclusione: ha molto più importanza la ripresa quest'anno, che la velocità gli anni scorsi. Le,due caratteristiche, si noti, non sono affatto legate a filo doppio: la velocità dipende essenzial- mente dall'elevata potenza assoluta, Kalì? Prof"atll.ra aerodinamica, dalla \imdrata in un maggior numero di cilindri unitariamente piccoli, dall'aderenza su cui possono contare le ruote motrici. Sotto quest'aspetto, è facile constatare come le vetture tedesche, e specialmente le Auto Union, colla loro leggerissima struttura d'alluminio che ha permesso di destinare la- maggior parte del peso totale consentito dalla formula internazionale al grosso motore, di circa 4 litri; coi loro 16 cilindri; col motore piazzato posteriormente, a incremento del peso insistente sulle ruote motrici e quindi dell'aderenza, si trovino avvantaggiate dal nuovo percorso.Ma la favolosa serie di curve strette mette a prova spietata un altro complesso di caratteristiche tecniche: la frenatura, i cambi, le trasmissioni. La resistenza dei freni veri e propri è fuori discussione per tutte le vetture im¬ pegnate: ma non altrettanta fiduciameritano i sistemi di comando, esposti ai rischi di scompenso, di sregistrazioni, di inceppamenti. Anche più sollecitati i cambi di velocità, che funzioneranno, può dirsi, pressoché ininterrottamente; e la tecnica di questi organi sulle vetture da corsa non è sinora progredita in modo speciale, cullata dalla relativa tranquillità di questi organi sui circuiti di vecchio stile. Infine i rabbiosi strappi delle riprese e delle frenate a motore innestato — nao»^ rie per la buona tenuta di strada — si ripercuotono sulle trasmissioni: al beri cardanici, frizioni, giunti, diffe renziali, semiassi: tutti ricordano quanto, ad esempio, peccassero le Bugatti di due anni fa sotto questo riguardo. In questo gruppo di caratteristiche le macchine italiane, provatissime, possono sperare nelle incognite offerte dalle vetture tedesche. E in pareggio, stando alle prove sinora raccolte, può ritenersi anche il bilancio della tenuta di strada e della facilità di sterzo — requisiti anche questi essenziali dato il tipo di circuito — benché le ruote indipendenti delle Mercedes e delle Auto Union vengano vantate (rimane anco ra a stabilirsi con quanto fondamento) particolarmente vantaggiose sotto questo ultimo duplice aspetto, In conclusione, le caratteristiche te- cnlche del nuovo circuito di Monza tenderebbero, rispetto al vecchio, a favorire leggermente le doti delle vetture tedesche, assicurando loro qualche maggiore probabilità di vittoria. Naturalmente questa impressione — esclusivamente teorica perchè basata sui dati tecnici delle vetture — vede subordinata la propria fondatezza a molti altri fattori: primo di tuttti l'elemento uomo. Ci occuperemo anche di questo prima del gran giorno. A. F.

Persone citate: Kalì

Luoghi citati: Italia, Monza