Tra Spagna africana ed Africa spagnuola di Riccardo Forte

Tra Spagna africana ed Africa spagnuola Le vere Colonne d'Ercole Tra Spagna africana ed Africa spagnuola (dal nostro inviato) GIBILTERRA, agosto. Tornano in mente le chiare e verdi campagne d'Italia. Effetto di contrasto: qui tutto è sole infocato, tinte cupe dì una vegetazione selvaggia, fiumi nariditi, sasso, cielo troppo azzurro, mare. Siamo partiti di mattina presto. Puntiamo su Gibilterra. Ecco S. Fernando, più bianco di Cadice. Conti, più bianco di San Fernando. La strada costeggia il mare, che in certi momenti par diventato un lago: di là dal braccio d'acqua sono altri monti, identici 0 quelli alle cui pendici scivoliamo; altre case, case petree come quelle che noi fiancheggiamo; altri villaggi, così candidi e gessosi come quelli che noi attraversiamo; un'altra terra, ricca di alberi e di fronde come quella dell'Andalusia, ma spigolosa e ossuta, nel suo profilo orografico, come la costo di Spagna. E' il Marocco. Storia di Guzmàn Pochi spettacoli sono così suggestivi. A nove miglia, l'Affrica lascia distinguere le sue strade, gli alberi, le abitazioni; e quell'approccio inatteso, così vicino, così immediato, così reale, per poi subito dileguarsi, appena passata la punta di Tarifa, è una delle coincidenze significative della geografia. Nelle corriere viaggiano famiglie che vengono da Tetuàn, nell'interno del Marocco, a due ore di automobile e di vapore di qui. Non c'è in realtà una soluzione di continuità tra l'uno e l'altro mondo, fra Spagna affricana e Affrica spagnola. Le glorie moresche, 1 monumenti della civiltà musulmana, sotto in questi paesi glorie e monumenti nazionali: in realtà, c'è una comunanza di pensieri e di sentimenti fra le due popolazioni che appartengono a una stessa razza: l'arabica. Tarifa, il luogo dell'Europa più vicino all'Affrica (il vero stretto è qui e (imi a Gibilterra) è la più mora città di Spagna, cioè la più bianca di tutte sospesa su un promontorio rupestre, le sue strade a saliscendi, strettissime, fiancheggiate da case d'un candore accecante, pigliano il sole attraverso tutti i pertugi. Un accesso imponente e severo, per una porta arabica, ove un'iscrizione in lettere azzurre reca: Muy tioblc. mny lcal Y eroica eludati de Tarifa (lanario, a loa moros tei un urlo Sancito IV EL bravo, el 21 de septiembre de 1292. C7te storia, e che passato, pensi di fronte a queste date, ai ruderi, ai ricordi! Tarifa è un capitolo della storia di Spagna. Lasciamo andare la curiosa leggenda di quel suo capo, Gib-el-Tarif, il quale avrebbe imposto un diritto all'accesso della città: da cui sarebbe venuta la parola spagnola tarifa, che vuol dire appunto tariffa. Nell'epopea della Riconquista, questo sfavillante blocco di gesso occupa un gran posto. Tutti i bimbi di Spagna studiano a scuola la vita di Guzmàn el Bueno, l'eroe tremendo che difese Tarifa contro l'assedio dei Mori, dopo che il Re Sancho la ebbe a questi strappata. Un principe fellone castigliano, ch'era passato al nemico, e comandava le truppe andaluse, aveva in suo potere un figliuolo di Guzmàn, che ai tempi in cui egli ne era alleato e collaboratore gli era stato affidato perchè ne completasse la educazione mentre il babbo era alle armi. Il vile sperò di indurre Guzmàn alla resa portandogli il suo ragazzo sotto le mura di Tarifa già affamata dal lungo assedio, ed annunziandogli che il fanciullo sarebbe stato trafitto se i cristiani non si fossero immediatamente arresi. Guzmàn il Buono udì l'atroce sfida, e senza tremare rispose che Dio non gli aveva dato un figlio perchè fosse strumento contro la patria; e brandito un coltello, lo gettò al crudele personaggio dicendo: « Se vi fa bisogno un ferro per mettere a effetto il vostro progetto, ecccAielo ». JB ritornò neZ suo palazzo. Poco dopo, un gran clamore s'alzò dal campo cristiano. Guzmàn, che era a tavola per cenare, s'interruppe e uscì per vedere di che ai trattava. « Me lo immaginavo », ritornò dicendo dopo un minuto. Stavano sgozzando il suo figliuolo, e i Castigliani, frementi di ira e di sdegno, assistevano a quel terribile spettacolo. Guzmàn, freddo, mu- to, duro, si rimise a tavola e continuò,la cena. li giorno dopo dei Mori non c'era |più neanche l'ombra. L'orrore e Vindi-\gnazione patriottica suscitata da quell'episodio di crudeltà inutile avevano fatto di ogni soldato spaglinolo un leone. In un'eroica sortita tutti gli assediarti erano stati debellati, pagando il giusto fio del loro misfatto. Oggi non si può leggere questa pagina di storia, di vera storia senza fremere; a Ch.ì hn. 'ììÌKrPVf. Hi nhAfa Vtmntiro-n+n chi ha viscere dì padre l'apparente in sensibilità di Guzmàn, il suo gesto, le sue parole, il suo silenzio, che non erano se noti una sfida al destino che gli imponeva l'orrendo sacrifizio, appaiono d'una grandezza atroce, agghiacciati te. La moglie di Guzmàn, poi, donna,Marta Coronel, volendo rimaner fedele al marito lontano e non sapendo resistere agli impulsi d'una innata sensualità, si bruciò con un tizzone ardente una parte del corpo, rimanendo gravemente deformata. Inclita Konia, si de està pupieras! canta un poeta: quale tempio avresti innalzato a questa superba vestale, se tu ne avessi saputo la storia! Era grande la Spagna di allora. Ed occorreva perciò ricondurla al livello dei tempi moderni; e se n'è incaricata, non la critica storica, ma la letteratura politicheg ginn te del secolo passato, descrivendo Guzmàn come un crudele e un sanguinario amante di gesti teatrali e Maria Coronel come una mostruosa baccante. Da Algesiras a Gibilterra Algesiras è una gran borgata, piut-tosto sudicia e volgare. Nessun ricor- do della famosa conferenza che dettò lo statuto del Marocco. Nessun hit e-resse. Semplice trasbordo per Gibilter-ra, la cui sagoma fantastica apparedi già, di fronte a noi, all'altro lato del mare, come se fosse essa stessa un pezzetto d'Affrica. Il disegno che la natura ha fatto della rocca è dei più singolari. Come a Cadice, è tin'isola che si ricollega alla Spagna mediante un istmo piano e stretto, sorto dal mare in epoca relativamente recente. Ma qui l'isola non è piatta co-—„7 j.-* x me quella gaditana, è un bubbone alto e grosso, dalle pareti scoscese, che cadon giù a picco sul mare che l'isolatutto; e là dove la rocca si congiunge all'isimo, è uno stacco netto fra la, motitagna e la lingua bassa di terra acquitrinosa che la uncina non si sa come alla penisola. Prima osservazione, dunque: Gibilterra, geograficamente, quasi noti è spagnola; è un prolungamento dell'Affrica staccato in realtà anche dall'Europa, e la sua occupazione è una faccenda puramente militare, che non ha nulla a che vedere con l'etnica. Sotto il festoso portico d'entrata al-, la cittadella, un poliziotto che parla lo spagnolo con un forte accento britannico s'informa della durata del nostro soggiorno. E' anche lui di Gibilterra, come tutti, qui, salvo il governatore, gli alti ufficiali e una parte della guarnigione. Parlano il castigliano a stento. Non esiste, nè può concepirsi irredetitismo. La popolazione indigena è britannica. L'irredentismo è un'invenzione di alcuni circoli di Madrid, dove si fa della retorica a proposito di Gibilterra, si compara l Andorra francesizzata a una Gibilterra zsspdentccvVrzrdei Pirenei, eccetera. Ma i gibralterregni si piccano di noti essere nè spa¬ (inoli, nè iberici. Naturale, in fondo, La vita ardente, ma disordinata, de¬ spersa, sciatta della terra natia non piace a questi Andalusi, a questi discendenti dei Mori, i quali profferiranno, impettiti e cortesi, cavallereschi e riservati, la vanitosa bugia: « Io sono Inglese ». Non basta loro neppure l'etichetta di britannici. E vi danno del sdualvnistlforeigner.con quel tono particolare eli e; fstntn Kìlhìfr, O, r1r>ar.ì'iitr\ Artriti of »•/»_ i è stato subito e descritto dagli stranieri dimoranti nel Regno Unito. La rocca senza segreti Noti c'è dogana. La polizia si limita a chiedere se il forestiero porti seco] un apparecchio di radio, un ferro eZet-J bacco inglese, I trico o un cinematografo. I segreti della roccaforte non c'entrano, perchè po- \ tete cinematografare anche le batte-j rie. Si tratta soltanto di pagare eroi- tualmente il piccolo dazio interno che c'è su certi oggetti, e che sostituisce t'tt certo modo i diritti doganali. Lei sigarette, che una volta si fumavano per nulla, sono esse pure tassate Zie-.veniente; ma il contrabbando è sem-jpre attivissimo verso le coste spagnole, letteralmente inondate di buon ta- Niente bilinguismo. Gibilterra è un pezzetto d'Inghilterra caduto nell'Atlantico, di faccia alla terra dei Mori. Nella Main Street, nella Rogai Street, s'aggira una folla che cerca di copiare quella di Londra anche nei ge sti. Le signore vanno vestite leggeris simamente, di pezzetti di tela, scollate e sbracciate come a Londra, perchè qui, come a Londra, si teme straor dinariamente il caldo, anche quello immaginario. Temperatura massima: ventisei gradì, J* %™ luaet Altissimo e biondo come Albione, il cameriere dell'alberghetto ove sono disceso ha intercesso perchè, alle due suonate, potessi sfamarmi a forza di palate frìtte. A un chilometro di qui, nella Spagna ospitale e indolente, immagino le grandi imbandigioni, ancora intatte, le olivine ripiene d'acciughe e il generoso vermut piemontese che preanno al classico pranzane viter¬ minabile. Ma a Gibilterra non vi sono affamati. Riccardo Forte GIBILTERRA: IL PROFILO DELLO SPERONE ALGESIRAS: VEDUTA DEL PORTO

Persone citate: Bueno, Cadice, Main, Maria Coronel