Il Prefetto Bonnefoy-Sibour non ha visto e non ha udito nulla

Il Prefetto Bonnefoy-Sibour non ha visto e non ha udito nulla I FATTI PARIGINI DEL 6 FEBBRAIO Il Prefetto Bonnefoy-Sibour non ha visto e non ha udito nulla a o I a e . Parigi, 25 notte. Le grandi sedute si succedono alla commissione parlamentare d'inchiesta del 6 febbraio. La sedut antimeridiana è terminata dopo le 12,30 per poter esaurire la deposizione dell'exprefetto di polizia Bonnefoy-Sibour, Gli è che la data della ripresa dei lavori parlamentari si avvicina a grandi passi e siccome l'ufficio di presidenza della commissione ha fissato al 15 maggio la fine dell'inchiesta, occorre accelerare 1 lavori poiché numerosi testi sono ancora iscritti sulla lista. Quantunque un certo numero di questioni secondarie siano sempre in sospeso, la commissione è giunta ora al punto capitale dei suol lavori, cioè quelli con cui cerca di definire le terribili responsabilità incorse da alcuni la sera del 6 febbraio. Ma la luce non è stata fatta nè sembra prossima a farsi. Due testimoni, la guardia Pecheux e il col. Simon, avevano designato il direttore aggiunto della polizia municipale Marchand (il direttore Paolo Gulchard era stato operato il giorno prima d'appendicite) come colui che aveva dato ^ordine di sparare. Interrogato ieri, Marchand ha negato con ogni energia di avere impartito tale ordine. L'on. D'Andigné, membro della commissione di inchiesta, che era stato udito prima di ui a titolo di informazione, aveva affermato sul suo onore che 11 Marchand gli aveva detto la sera del 6 febbraio : « E' lui — cioè il prefetto di polizia — che ha fatto tirare >. Una sbrana deposizione Confrontato col Marchand, questui timo ha negato in modo assoluto di avere pronunziato quelle parole e di averlo indicato con la mano. Ma vi è di meglio. Mentre ]a sera del 6 febbraio verso le 19,45, alla Camera, De Taste, Scapini, Lerolle e Franklin Bouillon scongiuravano invano 11 Presidente del Consiglio Daladier di intervenire per far cessare un massacro ed accennavano al fuoco iniziatosi al Ponte della Concordia, il Prefetto di Polizia, chesl trovava sul posto e che aveva l'alta sorveglianza del servizio d'ordine, ignorava questo tragico evento. Tale è infatti, per quanto strano possa apparire, il senso della lunga deposizione fatta stamane davanti alla Commissione d'inchiesta. Bonnefoy Sibour non ha visto le cariche delle guardie a cavallo; non ha saputo che si sparava; non ha saputo che vi erano vittime. Marchand aveva deposto di avere informato il suo capo di tutto quanto avveniva e che il prefetto non gli aveva dato nessun ordine per far cessare 11 fuoco; ma Bonnefoy-Sibour dice di non ricordare, preoccupandosi solo di ripetere che in nessun momento egli aveva dato ordine di sparare nè aveva visto tirare! Per contro egli ha dichiarato che, recatosi a mezzanotte al Ministero degli Interni dove si discuteva circa la proclamazione dello stato d'assedio al quale si rinunziò perchè sarebbe stato necessario votare una legge, sentì parlare di un invio a Parigi del reggimento di carri d'assalto di Versaglia. Egli si ricorda di aver detto al riguardo che ciò era una fiazzia e che, dal punto di vista morae, sarebbe stato un disastro. Egli consenti che i carri di assalto partiti dal campo di Satory si avviassero fino al bosco di Saint Cloud a condizione che venissero dissimulati il più possibile e che a bordo dei carri non vi fossero ne armi nè munizioni. A domanda di un commissario il teste- dice che coloro che insistevano per l'invio dei carri d'assalto erano Frot, Col e Mistier (i ministri degli Interni, dell'Aria e del Commercio). Circa i tentativi di arresto di Pujo e di Leon Daudet, rispettivamente redattore capo e condirettore dell'Action Francaise, egli dice che se ne parlò vagamente ma che, per quel che lo concerne, la sua intenzione era di vederli e dire loro molto cortesemente di non continuare nella polemica. L'on. De Taste avendo chiesto al teste se nessuno gli avesse detto che le guardie repubblicane manifestavano 11 desiderio di sparare, il teste risponde che era assolutamente certo di no. — Ebbene signor prefetto — replica De Taste — sono lo che sono venuto a dirvi: la guardia sta per sparare. Sono tornato poi alla Camera ed ho ripetuto a Daladier la breve conversazione che avevamo avuta. L'ex-Prefetto di polizia dà la sua parola d'onore di non ricordarsi di questa conversazione. Ad un'ultima domanda 11 teste conferma che non gli è stato reso conto 11 6 febbraio del colpi sparati e di non averli uditi. — Nessuno è venuto a chiedervi quello che bisognava fare? — Nessuno, risponde. Ed ha terminato dicendo che malgrado le ingiurie e le minacce che gli sono state rivolte da un funzionario repubblicano egli èSersuaso di avere fatto tutto il suo overe. Il Ministro Frot Nel pomeriggio, la Commissione ha udito rex-minlstro degli Interni Frot, che si era già presentato una prima volta per deporre in merito alle circostanze nelle quali 11 Prefetto di Polizia Chiappe era stato improvvisamente sostituito da Bonnefoy-Sibour. Dopo essersi diffuso a lungo sul progetto attribuitogli di costituire un Direttorio, mentre egli non aveva pensato che all'intesa di uomini venuti da ogni punto dell'orizzonte politico per fare la congiunzione di buone volontà e difendere un governo destinato a fronteggiare le più gravi difficoltà, venendo a parlare degli incidenti del 6 febbraio, dichiara di assumere tutte le responsabilità difendendo l'opera svolta dalla polizia. Domani verrà udito l'ex presidente del Consiglio Daladier. L'on. De Corbuccia, deputato di Ajaccio che si trova in Corsica, non avendo potuto essere confrontato lune¬ di scorso con Patenotre davanti alla commissione, ha inviato un telegramma per annunciare che mantiene formalmente i termini della sua deposizione, ed in particolar modo che Patenotre gli ha dichiarato di avere ricevuto la visita di Bergery il quale gli aveva chiesto grosse somme per armare gruppi di estrema sinistra. L'aw. Giorgio Goulier, ex difensore di Stavisky, il cui stato di salute si era sino ad ora mostrato allarmante, è stato trasferito dall'infermeria di Fresnes alla prigione della Sante ed è stato interrogato dal giudice istruttore Ordonneau. De Lussatz a Parigi Si rammenterà che l'avvocato era stato arrestato dopo il rinvenimento durante una perquisizione nella camera della sua domestica, di valori di Stavisky e di cinque carnet di talloni di assegni. L'avvocato, che ha conosciuto Stavisky nel 1927, ha fatto una lunga storia degli affari del suo cliente, ha parlato del passo fatto dal senatore René Renoul presso il giudice istruttore Decante e il procuratore della repubblica Prouharam e si è spiegato sui diciannove rinvìi del processo di Stavisky. Ha pure riferito in merito ai passo fatto dal senatore Odin al Ministero delle Finanze. In quanto a una lettera trovata in casa sua datata 23 settembre 1933 e che diceva: «Ho transatto col ministro, l'affare si accomoderà », l'aw. Goulier ha dichiarato di non ricordarsi di che cosa si tratti. Partito stanotte da Digìone, il barone De Lussatz è arrivato stamane a Parigi quasi inosservato. Molto compiacentemente, il barone, che aveva l'aria melanconica e il viso stanco, ai è lasciato fotografare inquadrato da due gendarmi. Ad una domanda rivoltagli sull'incolpazione che gli è mossa ha risposto con aria disinvolta: «Ricettatóre di un anello di valore, io? Che scherzo! ». E docilmente ha seguito i due gendarmi che lo hanno fatto salire su di una vettura partita immediatamente per le carceri del Deposito dove, dopo una breve sosta, 11 barone è stato accompagnato nel gabinetto del giudice Istruttore Peloux, che gli ha notificato la requisitoria presa contro di lui dall'autorità giudiziaria della Senna e contemplante 1 reati di furto, complicità e ricettazione. Il barone è stato tradotto poco dopo alla prigione della Sante. L'ispettore Bonny, da parte sua, ha passato tutta la mattinata alla Sicurezza Generale, ove ha conferito con Berthoin direttore e Mondanel capo del controllo delle ricerche. Non sembra ohe egli debba continuare le sue ricerche sulla riviera. Conseguentemente, la pista del barone, di Carbone e di Spirito sembra definitivamente abbandonataSs

Luoghi citati: Corsica, Parigi, Versaglia