Passività per la politica interna inquietudine per la politica estera

Passività per la politica interna inquietudine per la politica estera Disorientamento francese Passività per la politica interna inquietudine per la politica estera Parigi, 23 notte. Le tre elezioni potitidie di ieri non mancano di suggerire qualche osservazione. Dopo lo sforzo di risanamento finanziario intrapreso e dono l'anione svolta per restaurare l'autorità dello Stato e per iniziare uno politica estera che maggiormente lusinghi il sentimento nazionale, il Governo si atteri-1 vdeva di vederne uscire un indizio più netto del favore delle masse per l'orientamento da esso rappresentato. In realta questo indizio non lo si è avuto. Bergery in ballottaggio A Mantes, collegio ilei sobborghi parigini, il radical-comunista Bergery è in ballottaggio, mentre le destre facevano assegnamento su una netta vittoria del candidato del blocco nazionale Sarret. La campagna vivacissima sVolta in queste ultime .settimane per mettere gli elettori in guardia contro i pericoli dell'elezione di Bergery. animatore del «fronte comune» fra ra-[cdicali, socialisti e comunisti, non è riti-1 cSlcgdtcnfEntrlSrznliscita a procurare al candidato borghese se non 26S voti di più della volta precedente. Più di ottocento voti si sono dispersi su un secondo candidalo non ufficiale, un israelita per nome Dreyfus. Le destre si augurano che domenica prossima questi voti si concentrino su Sarret; ma sta di l'atto che. siastmmmalgrado la grande prevalenza degli belementi benpensanti in questo colle-1sgio parigino, l'elezione si annunziai sstentata e che il successo di Bergery non è del tutto escluso. L'elezione del Morbihan ha fruttato ancora una volta la vittoria a un dcmopopolare, vale a dire l'orientamento degli elettori non è risultato nemmeno laggiù per nulla modificato dagli eventi degli ultimi mesi. La sola delle tre elezioni che fornisca un'indicazione confortante è quella del nono collegio di Parigi dove fra due candidati del blocco nazionale la vittoria ha arriso a quello che non era massone, sebbene l'altro fosse un consiglic- ' re comunale assai popolare nel quartiere. Evidentemente l'etichetta di massone non è di quelle che servano nelle campagne elettorali: ma non bisogna dimenticare che si trattava di due avversari dello stesso partito e di un collegio parigino. Se si fosse trattato di un collegio provinciale, le cose sarebbero andate forse diversamente. Un altro particolare non privo di significato è che nel collegio di Mantes lì numero degli astenuti invece di diminuire è passato da 2419 a 2004. Nemmeno la paura di veder trionfare Bergery, l'uomo che il Governo addita come l'avversario più pericoloso dell'ordine di cose esistente ha scosso l'apatia degli elettori. In complesso, se da tre sole elezioni è lecito trarre una conclusione, si sarebbe indotti a pensare che la trasformazione dello spirito pubblico francese è meno profonda di quello che comunemente si crede e che la tendenza a seguire la spinta dell'abitudine è ancora quella che domina il paese. Qualche giornale, probabilmente in previsione dei risultati del congresso radicale del prossimo maggio, nonché della riapertura delle Camere che avrà cevcepnemmnrbTtrvp:ltcseUtsenrfqmlrmaluogo quasi contemporaneamente, rile-llva che l'entusiasmo per la politica dell sgabinetto Doumergue non è molto grande. Il letargo in cui sembra caduto cnnPsrodecesl'affare Stavisky dopo il fallimento della manovra di Bonny, l'assenza di un'energica politica di riduzione de! costo della vita in margine alla deflazione del bilancio statale, la "tessa offensiva di Barthou contro il disarmo non suscitano grandi speranze nella massa onesta che lavora. Un'allocuzione pronunziata sabato da Doumergue davanti al microfono è parsa d'altronde essa medesima animata piuttosto dalla volontà di mostrarsi ottimista che non da ur ottimismo veramente sentito. Le alleanze orientali In quanto alla politica estera, in molti ambienti essa viene severamente giudicata. Gli osservatori della stampa radicale manifestano la stessa preoccupazione che Barthou a Varsavia per riottenere l'appoggio della Polonia si lasci andare ad assumere impegni anche più gravi di quelli del trattato del 1921. B trattato in questione prevedeva che « se uno dei contraenti venisse attaccato senza provocazione da parte sua, i due Governi si concerterebbero in ordine alla difesa del loro territorio ». Tale testo sarebbe giudicato a Varsavia troppo aleatorio e si vorrebbe ottenere dalla Francia un impegno più tassativo per un intervento militare immediato e tale da garantire in modo assoluto la frontiera della Vistola. Le sinistre si augurano che la Francia non ceda a questa domanda, ma è innegabile che la decisione del 17 aprile si accompagna a tutta un'impostazione della futura politica francese in Europa che sembra tirare il Governo di Parigi verso intese militari sempre più categoriche cogli alleati orientali. UEcho de Paris, i cui legami con la Piccola Intesa non sono un mistero per nessuno, si esprime oggi al riguardo della fedeltà italo-britannica al principio della convenzione sugli armamenti e del colloquio avuto ieri da Suvich con Doumergue in termini di cui solo le ripetute ed entusiastiche allusioni a Titulescu e all'azione da lui svolta a Parigi possono spiegare il tono provocante. « La frase pronunciata nel brindisi di Varsavia da Barthou a proposito del disarmo — scrive questo giuri dc— è la migliore risposta che si potesse dare alle istanze del signor Suvicìi 6 1CÌ ?uolll™andataH * (?<■■>: . ,f |Anche il Tcmps .alludendo al ,«U. balcanico opera d, Titukscu, scrive che il ravvicinamento della Russia so- sstdtcdztdvsmI'vietica con la Polonia e domani con Piccola Intesa e con l'intesa balcanica completa la barriera degli accordi regionali destinati ad assicurare la sicurezza dei popoli dal Baltico ad Angora e che è significativo che Tìtulo scu sia ,venuto Parigi alla vigilia cella partenza di Barthou per Var.-ava Ma questo giubilo della stampa nazionalista e della stampa ufficiosa che in questo momento si confondono, non sembra prossimo a comunicarsi alla massa dell'opinione la quale resta al contrario convinta che la politica estera dei governi precedenti fosse più consona cogli interessi della pace europea. Dobbiamo credere che questo senso di turbamento non sia estraneo al carattere di indecisione profor.'a tradito dalle tre elezioni politiche- di ieri? C. P.

Persone citate: Bonny, Dreyfus, Piccola Intesa, Suvich