L'Italia celebra nel Natale di Roma la Festa del Lavoro

L'Italia celebra nel Natale di Roma la Festa del Lavoro L'Italia celebra nel Natale di Roma la Festa del Lavoro Riconoscimenti onorificenze e premi a operai e produttori - La consegna di 60 mila certificati di pensione di invalidità e vecchiaia - Inaugurazione di opere pubbliche Il Popolo Il Popolo italiano celebra oggi, nel giorno del Natale di Roma, la sagra nazionale del lavoro. Chiunque con l'onesta fedeltà, con l'assiduità operosa, con l'acume dell'ingegno, abbia bena meritato della produzione nazionale e abbia favorito la prosperità o il progresso del Paese con la fatica, delle braccia, con l'intraprendenza organizzatrice, con lo studio, riceverà dal Regime, rappresentato dai suoi più alti esponenti, un attestato in segno tangibile di pubblica riconoscenza, un premio. Dai supremi gerarchi dello Stato ai più umili gregari del Partito, tutti sono fisicamente e spiritualmente mobilitati per questa festa solenne e significativa che nel lavoro vuole onorare ed esaltare la premessa indispensabile, l'elemento fondamentale della grandezza della Nazione. La giornata di oggi sarà quindi una di quelle giornate in cui il popolo, raccogliendosi intorno al suo Capo, offre al mondo una immagine compiuta di sè, del suo nuovo modo d'essere e di pensare, della sua originaria e inconfondibile civiltà; una giornata, diremmo più brevemente, di quelle che rivelano in maniera mirabile, con profondo rilievo, i connotati fisici e "morali dell'Italia Mussoliniana. Che l'Accademia, supremo istituto culturale del Paese, creazione del Regime, riunita alla presenza del Re, segnali e premi con l'assegnazione di circa un milione, quanto c'è di vivo oggi nel campo degli studi; che 310 stelle al merito rurale e 105 al merito del lavoro enucleino dal seno del gran popolo dei campi, delle officine e dei commerci una nobilissima aristocrazia, aristocrazia della perseveranza, della fede, della volontà costruttrice; che 60 mila libretti di pensione mettano al coperto dalla morsa dell'indigenza la vecchiaia o la invalidità di altrettanti lavoratori; che tutto ciò avvenga è grande, è bello, ma quello che conta è soprattutto l'atmosfera in cui queste cerimonie si compiono, è la partecipazione che il popolo prende ad esse, è l'adesione che le masse danno alle istituzioni che il Regime ha creato per la loro prosperità e il loro elevamento. Ed è appunto questo che risalterà nella giornata odierna, insieme con la fraterna unità delle moltitudini sotto i segni del Littorio: la libera e viva circolazione del popolo nelle nuove forme di esistenza civile e politica create dalla Rivoluzione d'ottobre. Lumeggiando, su queste colonne, le origini del movimento fascista, noi ricordavamo una volta che nel discorso di Dalmine che precede la stessa fondazione dei Fasci di Combattimento, c'è già in germe quella concezione del lavoro, la quale poi sviluppandosi porterà allo Stato corporativo che si sta faticosamente costruendo. Dalle sue lontane origini il movimento fascista si poneva come movimento di popolo, e sui suoi stendardi battezzati fin dalle prime battaglie dal sangue purissimo dei contadini, operai, artigiani, piccoli impiegati, scriveva a lettere d'oro le tre sillabe di questa grande parola: t Lavoro ». Divenuto governo, il Fascismo non tradì mai le sue premesse ideali, e non c'è esempio nella storia mondiale del dopo guerra di una legislazione così coerentemente vòlta alla valorizzazione del lavoro c al benessere morale e materiale della massa. La crisi economica, se ha provocato qualche forzata momentanea battuta di arresto in questa azione, ed ha imposto anche ai nostri lavoratori, come del resto ogni altra categoria sociale, dei sacrifici talvolta duri, non ha mutato lo spirito originario nè affievolito la volontà iniziale del Regime che si è anzi venuta sempre più configurando come Regime di popolo, nato dal popolo, aperto a tutti i bisogni e le aspirazioni del popolo, intimamente ideato nella coscienza del popolo. Le cerimonie odierne, che onorano il lavoro non già nel suo simbolo astratto e convenzionale, ma nelle persone concrete dei suoi artefici più benemeriti, costituiscono una solare riprova di questa verità. Nessun Regime può, come il nostro, accostarsi al lavoro con la coscienza netta e pura: non lo possono i regimi liberali che praticamente ignorano il lavoro, inducendolo a combattere contro uno Stato che gli nega formale diritto di esi- stenza politica; non lo può il regime comunista che nella sua cieca statolatria, ha rifoggiato al lavoro sotto nuovi nomi una disciplina che risen-! te delle antiche e superate forme dij schiavitù. Di tutte le cerimonie che oggi, inlonesta lnr-p Hi Ipti7in r>ii« l'orbilo ri:F ; questa luce di letizia che l aprile art- ;tone^ sulle case e sui campi dellaj- j . ...... v** w ,j vmui w della Nazione, una, particolarmente significativa, si compirà a Roma do- ;no eh* l'intero nonnina rJuu Penisola, faranno vibrare il cuore Ipo c'^r- l'irir-r i-p„ r-.vi-i« jju cne 1 inteio popolo della capitale, a cui si mescoleranno le rappresen- tanze delle Camicie Nere della oro-i vinci-, Ivri .« c f »1? n P vinca avrà assistito alla consegna. dei libretti di pensione ai vecchi la- voratori: gli operai e i contadini dei I Sindacati fascisti monteranno la■ |, ... ,. . . ,che e sulle miserie delle divisioni in- terne trionfasse, nell'unità operosa idegli animi, la maestà 3erena e re- dentrice del lavoro soesretto e non ., e , ' auBseiio e "uu più oggetto della nuova economia. S. E. Starace inaugura domani i Liftoriali della cultura ! Firenze, 20 notte. j Ne] pomeriggio di domenica, alle ore 15, alla presenza di S. E. il Se-lsretario del Partito e con la parte- ; «Dazione di tremila fascisti univer- ;gitari di tutu ,. atcnd d>IlaIiai jaVrà iuogo l'inaugurazione dei Lit- bw*.*u*« annuiti <" \avu u.b l.w i i >_ . Palazzo delle esposizioni. Nello stes- ;£? Pomeriggio S. E. Starace presen- "^'^ 5:?V u/\ W 0 iK Itoriali della cultura e dell'arte nel'""') a Prato e visiterà 1 lavori per la si- stimazione della tomba dei Caduti i fascisti fiorentini, nella cripta di Santa Croce. . Lq spettacolo di ma5Se che dove. Va svolgersi la sera della domenica I è stato rimandato al giorno 29 apri- |lC Alle ore 21,30 S. E. Starace pre- ,festazioni dei Littoriali, il concorso per una pellicola cinematografica ha ivisto altrettanto pronta e spontanea 'a partecipazione di giovani forze operose j" u? tip°, di attìvità oggi tanto notevole e dovunque sempre più interessante. Il primo gruppo di :rSo«SsS?|iS^^rittlImentario sperimentale. Al concorso 'sono state presentate, finora, 18 pel jlicolec 1 Gli universitari ammessi a parte cipare al concorso dei Littoriali dei la' cuItura e dell'arte, che assomma no complessivamente a k. \ jo i „j li ».i i ii v i . ww**wui fj^à. uni.*. composizione poetica 187; per una;. composizione narrativa 107; per una composizione artistica 59; per851, sono .'eosì suddivisi: concorso per una llnn cT:r,|-,opi~inì!e -n< 1ìna mnnnprnfia nolifie-i Qfi- ner una 1 Una mon^rana poiitca Jb, per una : monografia corporativa 98; per una ìc \cnt™ letteraria 83; per una criticaW artistica 31; per una critica musi-\p caIefl ù0,L aner una^ntica cinemato- TO g^.M^ |Per un soggetto sceneggiato -0. ,Imatògr 16; di critica letteraria 32; di cri- [ [tica artistica 16. Gli ammessi al con-|icorso per una composizione musica- j le sono 55 e quelli ammessi ad unal esecuzione sono 10 complessi quar-1 tettisti e due complessi corali. \s

Persone citate: Ivri, Starace

Luoghi citati: Firenze, Italia, Prato, Roma