Panorami storici dagli spalti d'un castello

Panorami storici dagli spalti d'un castello A. F F RICA ~R O .A. 3KT Panorami storici dagli spalti d'un castello DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ) TRIPOLI D'AFFRICA, aprile. — Adesso andiamo a visitare l'antico Castello. La morosa protestò: — Ma quello è nuovo, fatto adesso. Non vedi la calce fresca tura? — Anima di poca fede, — la rim- beccai: — s'io ti affermo ch'è an-ico, crederai tu di più alla colori- tura e al calcinaccio che non a me? Mi si presentò quindi il destro di ripigliare la storia ab ovo: l'uovo romano. (La morosa può fingere all'occasione quel personaggio di comodo delle vecchie commedie, il quale, cir- co. la meta del primo atto, deve far- si raccontare l'antefatto, per filo eper segno, dall'amico di famiglia, odal fedele servo di casa; perchè, ssno, l'autore come potrebbe renderneedotto il pubblico?... — Ascoltatemi. Correva l'anno... — Maledetta abi-ndine degli anni, di correre, anni, secoli, sempre correre. O non 6c meglio se n a.^ero myece pian pianino, come costuma ento pede?... Bastai. il sn'jgì0,Carriere politiche sbagliate Dunque, correva l'anno... Ma no, non lo so, cara. Forse il professore Guidi, che sovrintendecon tanta competenza e passione, direi persino con geloso ardore, agli scavi e al superbo patrimonio archeologico della Tripolitania, Giacomo Guidi, che sa tutto, per cui non una pietra, che ricada nel suo campo archeologico, non una ha segreti nè di età nè di origine nè dell'anico impiego, soltanto lui, forse, porebbe parlare. Quello che io mi sento autorizzato ad accertarti, o quasi, che i Romani, qui, avevano già fortificato il luogo: quando Tripoli si chiamava — Oca. — Inwginerei, n quel torno della campagna di Cesare contro i pompeiani e il loro aleato, prepotente e fastidioso alleao, il re Giuba di Numidia: la campagna che si concluse con la giorna-a campale, e veramente cesarea, di Tapso, e con la conseguente presadì Utica: là dove Catone, confortato dalla lettura in extremis del Fedoneplatonico, scontò con lo stoico sui-cidio e riscattò la serie di errori di cui aveva seminato la sua corrieracoprirc le defìcenzé c gli scarsi crupoli che dimostrò in questa am^ politica, e la sua intestata incom-vrensione dei temiti nuovi H anelprensione aci tempi nuovi, in «M«TnLTfueJrtl Sì^l~ofZ% ^ i paese fu eretto ut provincia, no- minata aeU Africa nova; e ne ebbe l governo un dei minori ufficiali di Cesare Cajo Crispo Sallustio. Gran- de scrittore, come ognuno ha appre- o dal ginnasio, questo primo grouer-natore della nuova provincia de?- VAtfrirr, rnmnnn• * in f„m„ m i*t Ajjrwa romana, e la rama ai tei- erato gli varrà presso 1 posteri aproteggere il loro emporio di Uai-àt, o Macar Uiat: che fu il primo een-ro urbano su questa spiaggia. oors'anche, la colonia jemciu inizia te, con la quale si rimonta ai limitistremi della storia, si era stabilita.dove già sussisteva un villaggio deiLibi aborigeni; che si considerano 1progenitori lontanissimi, pressoché ministrazione; ma come uomo polì-ico, i contemporanei non ebbero tor- o a silurarlo. Ma in via di > -ionevole presun-ione, si può a-iche ritenere che ilastello romano sostituisse un altro]preesistente, costruito dai Fenici, aavolosi, di questi Bèrberi, che oggi itroviamo, raccolti in numerose tribù, per tutta la zona affricana setentrionale, dal Marocco all'Egitto, postati in genere verso l'interno. Si arriva dunque alla preistoria, ci i affaccia sul bujo preistorico. Perhè no gli stessi Libi avessero qui un oro castello, come a Zabratho — Sabratha, — a L'pti — Leptis — ? Più antico di così, questo Castello di Tripoli... Si può proprio dire, più antico di così si muore. Poi interviene, col tocco della sua bacchetta magica, l'architetto Armando Brasini, tra gli anni di grazia 1922 e '23, Giuseppe Volpi Governatore della Tripolitania italiana. li tomba di Germa Certo esisteva, castello romano, — io lo credo, finché il professore Guidi non mi smentirà, — quando il console Lucio Cornelio Balbo, detto —il Minore — per distinguerlo dalo zio omonimo, tra il 20 e il 19 avanti Cristo, conduceva la sua memoranda spedizione a Cydamus, osia a Ghado.mes, c attraverso la '.miserabile villaggett, 'panne di fango e ram \l'odierna Germa cremenda Hammada el Homra —I<■■ praeter caput saxi », — nel prò- \ fondo della Phasania, ossia nel Fez- zan, contro ì Garamanti: tribù ber-'[Angelo Lanari, e c'era Corrado Zoli, L c'-er0 anch'io, — ritrovammo miiZ-uadi Agiàl, nel tratto che viene \chiamató El Gharbì. davanti all'ou- !sj di Qerma u monumento funera- ì e\rio rommo 'già aeacriHo da Enrico\ \DuwSyrier, che lo scoprì nella sua\rr.. Ecco. Quasi due millenni dopo, nel [ '914, tornando laggiù le armi Italia- ^esplorazione sahariana del 1860 e L, >r{. ti „«v meridionale che si cono-' aS'dei^SSSS^a^WcT^ ,ac« aei ,noni..neim ucu ajj.ici io \ne, guidate dal colonnello Antanio Miani, ritrovammo — c'era il Mia- 7ii stesso, il suo facente funzione di j aiutante maggiore, allora tenente, \ I ,mam. E una costruzione m formai,\di parallelepipedo, di blocchi squadrati di tufo vulcanico, tutto dal prossimo scoscendimento montano, che costituisce il fianco meridionale deK'uadi; e misura due metri per uno e mezzo, di base, all'incirca, ed l e\è alta un quattro metri e mezzo. Al i n à i , i \tesse contenere, Vpoi scriveva: ! <- ... il monumento conserva le sue ilinee esterne pure, rigide, maestose: I intorno ad esso tutto è caduto, tutto 'è ruinato, tutto s'è appiattito al suo- sommo si svolge un cornicione, di poca sporgenza; e sotto di esso, ai quattro angoli, sono scolpiti altret- tanti capitelli m altorilievo. Lo zac-blocchi una breccia vaneaaiava inoiocciu una. orecua vaneggiava iU;alto. E si riconosceva eie mani sa- crileghe avevano violato il loculo, \sforzando e rimuovendo le pietre detta parete di chiusura: certo, co-\me di quasi tulle le antiche tombe appariva rovinata in parte: caduti in Libia, da Cirene a laggiù, per ri-, cercare misteriosi tesori, depredare'^'\ogni oggetto di valore, che vi si po-\Ricordo che Zoli I due Balbo Laggiù, a milleduecento, milletre- ■ P «n caotico disordine di maceiie, li* di detriti irriconoscibili, oppure e;.g{ t assorbito e livellato dal fondo SBbbVao ^alle?"utto quel cheU ■ H uomln{ costrusaero dipoi ecredet-ì tero duraturo è crollato: solo esso ii resta, geometricamente semplice e i : solenne: l'ingiuria del tempo e la se-\ colare barbarie degli uomini nulla\1poterono contro questo segno di unal civiltà destinata a superare i se-, Icoli » \ «• [\ | rilla Balhn I j cosl/u„ gcne'rale dì complemento. È\ \nel rricn/0 figuravano vinte genti di\\cui ; Romani non avevano fino allora nemmeno conoscenza, assoggettate , contrade e città i cui nomi si udivano ! R 7o prima V0Ua. Tanto \\ìontano 1 andal,0 usl Balbo_ 0men ' .cento chilometri dalla costa, primo, j che vi piantò le insegne romane, Lu-' \cio Cornelio Balbo. E Roma gli de- \creta il trionfo; e che fu l'ultimo] i trionfo celebrato da un borghese,' ]come egli era, cioè non militare di\i carriera: lui, se si possa definirlo\o nomen : C'è un altro Balbo, oggi, che reg-\ ge l'Affrica nova, ma un po' mu-\ tilata da occidente; e forse è parente che ha bisogno di espandersi, e di-,lata gli orizzonti, davanti a sè, m-tomoase; e va e va con teaquileUimperiali, a piantarle trionfalmente dove jen non si supponeva, dove jen :di quello; certo è di quella schiatta,: animosa, intraprendente, pervicace,^ ignoravamo, e non avremmo nemme¬ no sognato. Omen nomen. Tanto lon- , tana andò quel Balbo, dacché 0«>- vinetto era cresciuto alla scuola di Cesare, aveva combattuto sotto Ce- sare, segnalandosi per ardimento e spirito di avventura. E tanto più lon- tano andrà il nostro, Italo, al comando di Mussolini. Le vie dell'avvenire sono come quelle della misericordia di Dio: infinite. L'imperatore tripolitano Questo castello di Oca. Era centro di secondaria importanza. Dea, dapprincipio, in confronto di Sabratha e di Leptis; ma crebbe con l'Impero, diventata — cirfà libera — sotto Augusto, e con diritto di bat- j ter moneta. Guerreggiò aspramente contro la rivale Leptis, specie ì primi anni del regno di Vespasiano, chiamando anche in ajuto i Berberi bdaiudieì alternarono antichi r modèr 9n ITZ e^4 " ItuMtoZa ™' mU" cele"T~l0-e euiu~Mt«u cisamenie di Lepi is, i cui abitanti\pavevano già ricevuto da Trajano la|'cittadinanza romana: quel Settimio,' ichc all'esame dello storico presenta t'putstmseQralla condanna. Vedilo adesso la, la\lL..„ ^,.t„„ hrm-i-n nl-rt,, «*l — t/ * , d\.:?°.Tfta. nel T t — « %^to^,A^toa o,,„5/0 Castello, secondo l'tntelli- tgente e decorosa rmstema&ione del-[bcosi varia c complessa l'opera sua imperiale, per circa un ventennio, tra il secondo secolo di Cristo e il terso, c per cui cesi difficile riesco formulare un giudìzio riassuntivo; talché i più disparati, coritraditiori * questo Castello, secondo l'inteZfó.|t^ e dccoros„ 'risistemasione tó-i bl'architetto Di Fausto: quest'omag-ì raio gli ha reso là nuova Italia, Roma rreduce su questa sponda. *L'Arco di Aurelio r:e, j „ ... . , E quando Settima aveva assunto l'Impero, già si levava tra. 1 monu-Kmenti cittadini, da giusto Cent'anni,!forse il più notevole, certo che du- perebbe più dì tutti, il giano quadri- |™1 ^gatoLttedw Marcello agh ini-Uperatori Marco Aurelio, U filosofo, ejo£ - Vero « l'Àrmeniaoo ■■ — l'or, d^Aurelio - co» c si eh «ma co- » rhTJw,~£vt,^ ! C%™rZJS^ilrtiiAkM f,5 ,p ' » Pù" ..'""''" Isvano Mahsen er Ruhàm, di marm0 ^ magassiil che dice abba- asstanza anche delle depredazioni che\tguoì. c { TurcM „ „„„.,.spregiarono, come non era da aspettarsi diversamente; c per lunga pezza restò deturpalo, incorporato tra costruzioni meschine, insozzato; finché gli ultimi tempi del dominio turco, ci allogarono un cinematografo. Dalla nostra conquista, tvropcrqsmd0 P!M"°£«? riacquisto ai legittimi eredi, l'abbiamo restituito alla digmU che conviene, liberandolo da sovrastrutture e brutture, c con moderati restauri. Sennonché il livello stradale da creilo clic era guandoì0Varco /a erEtto, all'incrocio di due vici?dl1 'ittà ro1)[am decumanus efè„e;-a^'-'a 'P'^''^.;, "'l SrinF"» cardo. venuto magando »!|squesti più che rhc'osscttc secoli f cmezzo, addirittura di oltre tre metri;'sJJSSS Quella forche è stato «e- scessano scavare, per rimettere in 1luce la parte inferiore del monumen- fio, e riscoprendo insieme il lastricato^della base, che si riconosce già ri- fatto in tempo successivo. Il più oe?-jlo degli archi onorari dell'Affrica ro- il maggior segno della roma- ss Ma 9«araa> di «»«/ quella rete ««Mf™arc che naviga al tramonto. Le rfei Rom™> f.f correvano e do- minavano il Mediterraneo, e coni- merctalì< e du guerra, non erano, ™nte più grandi di quel barcone ^ pesca, e assai meno attrezzate. man"> na,yea- MARiO BASSI