Punti deboli sul nome industriale

Punti deboli sul nome industriale Punti deboli sul nome industriale L'esportazione nipponica di molti prodotti procede a gonfie vele : resta a vedere se potrà estendersi anche ad altri rami (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) TOKIO, marzo. Ho sentito dire da diversa gente, »i« soprattutto dagli americani, che il giapponese è xenofobo. Potrà anche essere cosi: per ora, salvo qualche piccolo attentato alla borsa perpetrato da guidatori di tassì, non mi sotto accorto di xenofobie. Al contrario, la mia breve ma intensa esperienza mi autorizza a pensare che se i giapponesi fanno dei con discorsi in un certo inglese che „0H c qUell0 di Oxford nè quello di Chicago. Hanno la manìa dei-•\ meetings ■> che sarebbe come chidicesse quell'abitudine importata dal-l'Inghilterra di invitare il «oi;Ì2!o «tavola, farlo sedere alla destra delpresidente di questa o quella associazione, e costringerlo a un pasto che, in qualche caso, è deglutibile. Fin qui la cosa può anche passare forestiero auesti consìstono l0>11 01 l0Tesnero, questi consistono precisamente in una ospitalità tropncl larga e complicata; complicata, 7 jfi dn Jt d colazioni e i". . . ' . pranzi senza sedie e senza posate, e uno tira un po' di accidenti controtili piatto che non sa se & di carneo di pesce, c quando decide con qualiposate affrontarlo, scopre che sonuova, ma poi si accorge che, se asinistra ha il presidente, alla destragli hanno messo la donna più at-'fa, il visconte Uyoda. onorevole pre-1aitfent come sopra interrompe contraente della compagnia. Allora, quasi quasi uno dimentica le uova, l'onorevole presidente del Club polo Studio dello Sviluppo Industriale e persino la sua colazione. L'esempio dell'America Senonchè, mentre siete alla fmi¬i- "^"^ f'mez,...nl'vostro\pruoenZa ma con jeime^a U vostro jconversare con la vicina, avverten- J^, cjie g ajunf0 per lui il momento „„„,.„-;„_„ „; rnmmFniali l'arac « annunciare ai commensali l arge -ento intorno cui vertira il discorsoi"1 ' c^e, come ospite d'onore, — dice lui si suppone che terrete. argo-Ho cercato di vincere la sorpresa [inghiottendo una fragola ed ho tro\vato la forza di rispondergli: i! — Naturalmente, parlerò, per una ; diecina di minuti, sull'industria giap noncse l'y'^" : — Ecco, veramente, — ha mer conteggiato lui — i nostri ospiti «sa , variare almeno ver un quarto "y °~ . Ho guardato il mio piatto: per «• dunque filo lungo i far correre un discorso, non \™evo che cinque fragole di tempore ho spezzate a metà, poi in quatt in ottavi. Il presidente seguiva ■ «il la coda dell'occhio c controllavairoii quanta lentezza facevo durare qMCj pasto; alcuni degli ospiti aveva 9là Posato le salviette sulla ta ; vola, giralo le sedie nella mia dire!S;onc e mj guardavano con un'aria,chg fl me ^mòràva cannibalesca. Ho\Preso H coraggio a due mani: hoà ; trangugiato di un colpo gli ultimi ot-1 taui di fragola ed ho mormorato an j capn deUn oancla c;,e cro pronto. o — Ladies and Gentlemen: — ha-[detto lui. — Il nostro illustre ospit-]ci mriera. dell'industria giapponee>. --Ed ha dato il segnale dell'apH ìplauso di .alzata, cui hanno fatto- ; coro un centinaio di onorevoli mem erano troppi e non potevo na scappare nè prenderli a pugni. ^ ~ Most honourable Chairmain^ Ladies and Gentlemen: — ho attaci\cato io. — E credo di aver continua- ì t0 press>a poco, così : e; \ Q. duelìbrì che se rsisiesi «.otto dettaaliatn deU'indust ria ameicaiia dalle origini ad oggi, ed uniesta molto recente sullo svilupndustrialc giapponese. La prim-1 - [ : n IHCftl l no h - : jn£eresaa per 7a' s,(f( evoluzione idee e mezzi colonial- : con poco ed antiquato macchinarie ; iaaIe' c con um mentalità semplici ' 1 .i, ed ingegnosa come quella di Robin v l'America, scoprì de i . . „ '. , ' ,' -iaL'er materie prime a stravendere, e\si affretto a produrre a gran forza- ma piuttosto alla carlona: alla ore-;cisio)ie di lavoro non c arrivata cha molto tempo dopo esattamenteiquando seppe creare la macchini pe"\cucire, arnese piccolo ma di grandissima precisione meccanica c, sopraa tutto, senza motore. Potenza e orecisÌGne i ,.pare cì,c esistano due tradizioni .,r!1a civiM meccanica: potcn,a puo _ steve demotiva, mana . ,-reci-ion macchina à- [«avi e previstone maccnina oo scrivere, da cucire, da far conti. L'Aa- j merica sembrava fatta soltanto pea la prima, invece è riuscita a combaIaumento, non altrettanto costanm mn a he o ni ma. egualmente certo, delle per la manodopera. « Dell'industria giapponese ovecimo niiha detfo mirabilie:; da altr,peho sentito dire che si tratta di uncopia più o meno buona delle cose dei sistemi d'Europa e d'America; altri sostengono che i risultati conseguiti dalla vostra industria vengano da una assimilazione parziale della tecnica occidentale e dalla combinazione di circostanze favorevoli, ma transitorie. Quale di queste tesi sia, secondo me, più vicina al vero ve fo potrò saper dire, forse, fra un mese: quello che invece si può constatare oggi è il fatto che l'industria giapponese ha raggiunto il suo grado di sviluppo attuale seguendo il sistema inverso di quello americano. <■■ Sono ormai dodici mesi che le vostre officine producono ed espor tano a gran forza; a prima vista i risultati sembrano magnifici: in un anno i vostri cotonieri hanno larga'mente raddoppiato — in tempi di piena depressione mondiale — il val/ore delle loro esportazioni, il che \vuol dire che sono riusciti a vendere in quantità quasi tripla ». A questo punto volevo dire ai commensali ascoltatori che ogni ammirazione si sfascia tenendo conto che Iquelli che sembrano risultati brillan^tissimi, sono falsai! dalla enorme svalutazione dello yen, oltre H 60 per \cento, svalorizzazione che, lo si dice \liberamcnte anche in Giappone, fu ]premeditata ed organizzata da qusl\ja dozzina di persone che hanno una |s« iai niano in tutti gli affari del paese e l'altra sul collo della jiouera gente, in modo da poter fare larghi acquisti di materie prime e macchinario a moneta alta e poi vendere i prodotti — e soprattutto pagare i salari — a moneta ridotta quasi al terzo del suo valore. Tutto questo mi è passato di fronte alla mente e di fronte cuore, ma non lo ho detto per la \semplice ragione che dubito ancora i J \c^ie' nell industria giapponese, esista {addirittura un salario nel senso fili , . ... anaare avanti. [ ropeo della parola. Ed ho preferito I lìmiti del (( dumping » Secondo me, uno dei problemi di grande importanza è quello di ricercare se le stravendite che siete riu¬ a'''"'* ùcx' - 'scttl a farc netlc cotonate, nella seta o \coscrilte ad una certa qualità di prodotti, per voler omettere la, per voi artificiale, nei giocattoli, nei lapis ' nelle gomme da bicicletta, eccetera, : potranno estendersi ad altri rami \ dell'industria, o se riinarranno cir- non ottimista, supposizione che si abbia a registrare una contrazione nelle vendite dei manufatti che ora vanno a gonfie vele. * Perche, signore e signori, l'adat- r l n . iì a] a, amento industriale ai un paese si e compie attraverso stadi distinti e ci -\ sono dei paesi che sono refrattari al-\Vevoluzione completa. La prima tap¬ - di questo cammino e caratteriz- a -'''fa dall'importazione dì macchine o destinate alla fabbricazione di ogget- o !> d'uso; il secondo stadio è raggiun- to quando il paese impara a riparare l 'c macchine e comincia a costruirle : importando dall'estero quegli utensia\U ìf- precisi e più complessi che so¬ e »o le macchine per jabbneare le mac- - chine: infine la terza e più evoluta -.tappa della vita industriale di un po- o Polo è raggiunta soltanto allorché - esso può produrre ed «inventare» è h macchine da destinare alla pro- • duzione di oggetti o per così dira, n .alla riproduzione delle macchine. -, Questo studio non si può raggiunge- ™ facilmente: esso implica ricerche di laboratorio, dosaggio esatto di le- -lOhc al nichel e al cromo, perfezione e- c,a,; implica una costruzione costa»- a tc ed clastica di tomi per metalli, di - "'«e speciali c, oltre a tutto il rea sto, una finezza eccezionale di misu- : ra e di controlli. i,, « Non sono molti i paesi che sono o'giunti a questo stadio di perfetto e'sviluppo industriale e di completa. !.,.* 4 . n- ma.pendenza nazionale: prendete un, di esempio, la macchina da scrivere, ,■ ,.lt ,• • e meccanismo di alta precisione c soga, getta a sforzo limitato ma al gravise- Simo logorìo che esercita sui carate ieri la silice contenuta nella carta: e ebbene, le macchine da scrivere oterniine, e se non sono ottime non val- s-\gono niente, si contano sulle dita di t- una mano: due sono inglesi, una ita 1/iana, d»c aniericniic, una tedesca; ila Francia, che pure c una nazione in cui di acciaio ne sanno qualcosa, ni']'10'1 è ancora riuscita a produrre una u.Una macchina da scrivere. di ■ « Qualcuno ha proposto un siste- ànima oriamole e soltanto in avvaren- a,"«- u"!'"'" o uppuren A-\~a paradossale, per misurare il grado erlai civiltà industriale raggiunto dai i-li'cri paesi: si tratta di calcolare e te'. quale posto fosse assegnato e! tr se ' Giappone [So di aver detto almeno il 95 per cento cu verità, ma devo confessare d\ aver deliberatamente taciuto, per na non urtare l'amor proprio degli ospi e iti, quel cinque per cento che mi a-

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