Che cosa fa Trotzki in Francia?

Che cosa fa Trotzki in Francia? Che cosa fa Trotzki in Francia? Parigi, lfj notte. in un momento in francesi dàimo prova di un'innega' bile ripresa di attività, è un fatto clie non poteva mancare di provocare nell'opinione francese un'impressione profondamente sgradevole. La stampa di sinistra si affretta naturalmente a prendere le difese del «proscritto» sostenendo che egli è venuto a stabilirsi nella foresta di Fontaineblean per accudire in pace ai propri studi storici e si è ben guardato dall'immischiarsi nella politica francese. Ma queste asserzioni contrastano nettamente con quelle della popolazione di Barbizon secondo cui la villa Ker Monique, nascosta dentro il suo bosco, era al con-trario il centro di un frequente an-dirivieni di motociclisti aventi tuttil'aria di staffette incaricate a tenerel'esule in collegamento costante col mondo esteriore'. Protezione massonica Rievocando l'azione svolta da Trotzky in Germania al tempo in cui il partito comunista era colà più aggressivo, le sfere moderate si di La scoperta di Trotzkv nascosto ììn una villa a pochipassi da Parigi !l!chiarano persuase che dal suo ere- 1mo forestale il compagno Bronstein lavorasse all'organizzazione della ri voluzione in Francia. Secondo le ul time notizie, Trotzky avrebbe ripre so il bordone del pellegrino e sareb be scomparso da Barbizon notizia, che d'altronde alcuni nali danno finora sotto forma dubitativa, non soddisfa l'opinione la quale domanda al contrario che l'indesiderabile ospite venga pregato senz'altro di lasciare la Francia e le sue dipendenze. L'autorizzazione di e sareb- Ma tale ni gior-r'ésidenza rilasciatagli dalla polizia durante il ministero Chautemps co-Stituirà d'ora innanzi un nuovo capo d'accusa contro .quest'ultimo; maSarraut non agisca come il suo pre queno-c,.^ decessore e si ricordi in tempo del la famosa frase : « Il questo è il nemico! ». La Liberté scrive che se Trotzky vuol preparare la quarta internazionale, vada a prepararla altrove. Il Journal des Debuta nota che, alla fine dei conti l'esilio di quest'uomo è molto sospetto, dato che egli non ha affatto l'aria di un proscritto abbandonato e ridotto a vivere di espedienti, ma dispone di larghi mezzi finanziari e di tutto uno stato maggiore di cui non è certo senza ragione che.i Soviet sopportano le spese. t Dobbiamo credere giornale — che Trotzky si dedica a analogia » scrivo questo un lavoro non senza tóloj&f %*lquello di Blum. Una mano misteriosa noè miei» fl^ a. massonerin. — 10 — cioè quella della massoneria — lo protegge. Speriamo che essa non abbia presso Sarraut la stessa influenza che aveva presso Chautemps ^. h'Echo de Paris, pigliandosela non la solita chimera francese della « ospitalità ai proscritti », scrive che una folla di rifugiati cosidetti ■politici ha impiantato in Francia maggio alla testa delle forze edmu•aJle sue agitazioni politiche, e che questa insensata manìa deve finire. « Chiediamo a Sarraut di togTiere senza indugio a Trotzky l'autorizzazione scandalosa di risiedere sul nostro suolo. Noi non vogliamo tol.'erare in casa nostra questo agitatore professional? che lavora a creare la rivoluzione allo stato endemico. Non vogliamo trovarlo di Tronto, il primo maggio alai testa delle forze comuniste t. Mentre la scoperta di Barbizon, nome caro al ricordo di una celebre scuola di pittura del secolo scorso, richiama l'attenzione sull'azióne infida della massoneria nei riguardi dell'attuale crisi politica francese, l'affare Stavisky passa, attraverso una nuova fase di scoperte rocambolesche che ci trasportano in pieno romanzo. Le prime contraddizioni ispirate dall'arresto di Bruneau po-trebberò far credere ad una macchi-na montata dai ■ marsiglieìi * per mettere nell'imbarazzo l'ispettore Bonny accanito a raccogliere prove ti carico del ■ baróne . f'J' noto, infatti, che la priinn. dichiarazione dell'oppile dello scozzese Watson tendeva Fournief, inestinto assas-ny. Il nuovo colini eli "cena potrebbe venire messo in rapporto con la minaccia a suo tempo lanciata dal deputalo Sabiani di fare sul conto dell'ispettore rivelazioni destinato a metterlo in grave postura. La versione fornita dal Brulicati non confermava la supposizione fatta più di una volta, secondo cui Bonny sareb- Sliesi » vengono-rfttittete parttcera^mente da Pars fioir. l'organo che Si è maggiormente distinto nell'uccrc- ditale le versioni preferite dalla Si- curezza Generale. Dobbiamo vedere be stato uno degli organizsai ori P'"','1' cipali della Iragedià di Pigione? ììe.nonchè, subito dopo il SUO arresto, ledichiarazioni di Bruneau sembranotutto rnricntamento: cambiarc del esse tendono infatti al contrario a passare sotlo silenzio Bonny e a mettere in causa il barone De Lussatz, e indirettamente anche Carbone, vale a dire i due grandi avversari dell'ispettore. Toròidi retroscena Tali accuse a carico dei • marsi- nell'episodio di Chatou un nuovo to della lotta che si svolge da mesi fra le quinte della me des Saussais? La parte dell'inglese Watson appare in ogni caso difficilmente esplicabile. Come mai coutui nega tutto quello che il Bruneau ha asserito circa il nreteso tentativo di ricatto? Presumibilmente affinchè non venga in mente a nessuno di ricercare su quali basi il ricatto potè essere tentalo. Giacchè per ricattare qualcuno di mezzo milione bisogna pure che questo qualcuno :ibbia qualcosa da nascondere. Siamo di fronte ad un aspetto molto torbido del mistero.e non c'è da meravigliarsi se molti già sussurrano che il Watson sia un agente dell'Intelligence Sei-vice, organizzazione di cui agli inizi dello scandalo Stavisky venne segnalata la presenza nello sfondo del medesimo. In ogni caso, a conferma della versione dell'ispettore Bonny, va notato che il 3 aprile scorso, ossia la vigilia del giorno in cui il Bruneau avrebbe ucciso il Fournier nelle condizioni bizzarre riferite dai giornali, la Liberté pubblicava una notizia da Nizza secondo la quale il 16 febbraio un abitante di Mentone, incontrato il Fournier nelle vicinali ze di Montecarlo, avrebbe appresoda lui stesso die partiva per Mar- sigha per parlare con Carbone cir- ca « un affare grave » che lo avreb- be vtjrosimilrnenc obbligato a recar- f1 flno a Parigi. Fournier sarebbe tornato a Nizza il 21 febbraio. Con-vocato dal commissario di Mentone pochi giorni fa in seguito ad una *?ttera: anonima a suo carico, il bfamo^ond^ Dob:la. Presentalo semplicemente per-che davvero vittima delle rivoltella; te del Bruneau? E' questa una tesi cui la Sicurezza Generale sembra te-nere in modo speciale. La « pista di Metz » ,T , „ , , ,, . . , Nel pullulare delle «piste» rela- Uve a l'affare Prince, un interesse speciale crediamo menta, sebbene probabilmente destinata a restare anch'essa senza seguito, quella indi-gli non si |cata oggi dalla gendarmeria di Metz. Secondo essa-un certo Simian, viagjgiatore di commercio, dalla fedina ! penale poco pulita, avrebbe dichiaraito che due mesi addietro, trovandosi ,a Parigi in cerca di lavoro, venne icondotto da un amico al Frolic's la i famosa bisca .della Rue de Gràm|mont, dove avrebbe conosciuto Tri -aer dettoli comandante. Questi gli i avrebbe fatto subire un interrogato rio alla fine dc, , avrebbe sen! cenziat0 che « per -j colpo di r^rfone jnon era il caso di contare su di lui ». di Metz riporta l'attenzione sulla figura del «comandante» di cui gi è fatto iu volte u nome du_ rante i-istruttoria Prince, ma sempre 8Vitando di insistervi, i c- "• : bout e un altro personaggio, tale Rie-