Avventure eroismi conquiste

Avventure eroismi conquiste I missionari salesiani nelle terre di Magellano Avventure eroismi conquiste (Dal nostro inviato speciale) MAGELLANO, marzo, -.Scrive Monsignor Maggiorino Bor-\gatello a un certo punto del libro\delle sue memorie: « Invocato l'aiu- to di Dio, provvisti del puro necessario, il giorno 16 gennaio 1894 partimmo da Punta Arenas e, dirigendoci verso nord-est, seguitammo per il nord, poscia ad ovest e ritornammo alla nostra residenza, che si trova al sud, dopo di aver toccati i quattro punti cardinali di questa prefettura apostolica di Monsignor Fognano e descritta una circonferenza di oltre cinquecentocinquanta leghe, ossia duemilasettecentocinquanta chilometri, sempre a cavai- lo; tutto questo nello spazio di soli due mesi ». A farla anche oggi, in automobile e per comode strade, sarebbe certo una bella passeggiata; hìà allora si trattava di 2750 chilometri del più aspro e inospitale deserto; una regione così tragica e desolata, che lo stesso Darwin, il quale ebbe occasione di percorrerla nei tratti più selvaggi, scrisse nelle sue note di viaggio: « Sembra che Dio non sia mai passato da queste parti ». Ma i Salesiani son tutti di questa tempra; mandati per il mondo a divulgare la fede, nessuna difficoltà li ferma più; e qui nella Patagonia e nella Terra del Fuoco hanno fatto davvero miracoli. Pensate: fra territorio argentino e territorio cileno, quest'ultima punta dell'America del Sud ha una superficie ch'c quasi tre volte quella dell'Italia; eppure anche nei tempi delle più dure e difficili battaglie, quando cioè non esistevano ancora le belle parrocchie e le pacifiche scuole e bisognava passarla accampati sotto la tenda e c'era da tener a bada i selvaggi da una parte e gli avventurieri bianchi dall'altra, i Salesiani non erano mai più di una trentina, tra sacerdoti, catechisti e maestri d'arte e mestieri, con una ventina di Suore di Maria Ausiliatrice per le Missioni femminili. Vien fatto di pensare a quelle nostre pattuglie di arditi che in guerra riuscivano a tener testa anche a un reggimento di nemici facendo credere di aver dietro interi battaglioni. Pattuglie di avanscoperta Così i figli di Don Bosco; li trovi dappertutto; pattuglie mobili, cele rissi7ne, in trenta è come se fossero almeno trecento; sempre pronti a spostarsi dalla Patagonia alla Terra del Fuoco, dai fiordi del Cile allefrali dove nei nrimiultime isole australi aoic nei prtmxtempi non si arrischiavano neppure - j; /collii più temerari cacciatori marini; e se le terre erano sconosciute e gli uomini ostili, si affidavano alla Provvidenza e andavano avanti senza jiaura per essere i primi a portare anche nei più remoti paesi la bandiera della Cristianità.Qui come in tante altre parti deh mondo i Salesiani sono stati forse gli esjiloratori più audaci e avventurosi; ma tranquilli e sereni seni--pre c senza le smanie e i chisciotlismi di tanti moderni Tartarini Se guardi le stampe e le fotografie che adornano le pareti del museo di Magellano, vedi sempre qualche Salesiano a cavallo, in mezzo al de serto, fra toldos di indii, sui montidella Cordigliero, a guado di fiuini,lungo sentieri d'intricatissitne fore-ste; c se invece dì cavalli sono spes-so mule, non importa; avanti lostesso; la Patagonia è grande, ma,quando c'è la fede che guida, si ar-riva anche a dorso di mula. Nei primi tempi che MonsignorFagnano si trovava in Argentina,dovette da un giorno all'altro parti- re da Patagones, sull'Atlantico, e re-carsi fin sulla Cordigliero delle An-jde, attraverso il vastissimo territo-\rio di Rio Negro, per andare in soccorso di Monsignor. Coglierò, elici in . rni caduto malamente e si era rotto ;!ff_^„ *e Paura; non ap- lue Salesiani viaggio, rag-viaggio a dorso di mula alla voltaAi Santiago del Cile dove andava afondarc la prima Casa Salesiana, " pena fu possibile, 1 proseguirono il loro giunsero le coste oilenc del Pacifico e tornarono a Buenos Aires per lostretto di Magellano; fu ami in quel- l occasione che, non essendo possi-mie sbarcare a Punta Arenas perchè il mare era troppo agitato, presero possesso da bordo della Missione benedicendola e ponendola sotto la protezione di Maria Ausilialrice. A Pataganes era allora il Comando su- i premo dei Missionari Salesiani; ora che attraverso lu regione di RioNegro c'è la ferrovia che va fino allago Nahuel-Huapi, la stazione chevien subito dopo Patagones porta inome glorioso di ■■■■ Cardinal Cagli*-ro ». Monsignor Fognano per partesua ha dato il suo nome al vastissi-tilo lago che separa l'Isola Grandedella Terra del Fuoco dal Territoriodi Ushuaia; poco lontano poi c'è an-che il fiord De Agostini che porta ildorne del valoroso Salesiano il qua-le è al tempo stesso il più illustregeografo delle terre australi. Ma torniamo alla prima esplora-zione della Patagonia cilena e ai-gentina compiuta a cavallo da Mon-signor Maggiorino Borgatello, laPorte chiuse quale è di per sè tale eroica c stupenda impresa, da poter dare materia a un lungo libro d'avventure. Diciamo tra parentesi che i veri libri d'avventure dovremmo chiederli ai nostri religiosi, ai nostri Missionari, più che ai viaggiatori e agli esploratori di professione; questi hanno sempre i loro programmi, i loro itinerari e sanno già alla partenza citel che dovranno vedere e scoprire e rome dovranno mettere a fuoco, secondo l'estro e la fantasia, casi, vicende e incontri; quelli invece sono i veri pellegrini romei; vanno alla ventura, senz'armi e con scarso bagaglio, guidati da Dio e sorretti dalla fede; e tutto per loro è nuovo e imprevisto: non si tratta insomma di cercare il colore e il pittorescoma di portare per il mondo la loro sete di carità e di martirio. Il giorno 16 gennaio del 1894, partivano adunque da Punta Arenas Monsignor Maggiorino Borgatelloil chierico Picho ìlarabini e un giovanotto cileno che aveva cura de!\ha^a91'10 c dei cavalli: un altare por-t » » aualche \laule> >lna fc."«a «a campo, quaicnticapo di vestiario, un po' di viveri'alcune coperte e un sacco di Oallet-ta. Erano i tempi che .tutti facevanoguerra ai Salesiani e gli estancievosnon appena li vedevano in disianzascioglievano i cani e sbattevano loro la porta in faccia, — A7o» c'è posto, non c'è posto per i preti! Pazienza. ! ire Cristiani erranti montavano la tenda fuori, mangiavano un po' di carne in conserva c di pan secco e dormivano per terra su un po' di paglia che serviva alle pecore ] h j , Ospitalità in prigione '.Ricordavamo il rifiuto chei betlemmiti fecero a Maria Santis-sima e « San Giuseppe la vigilia del-ca nascita del Bambino Gesù — rac-<e°nta Monsignor Borgatello — e ci\eonfortavamo di essere trattati alla\siessa maniera ». \ \ l La mattina presto alzavano l'al- ]tare e, anche se non compariva nes-\suno e le case restavano dispettosa-]mente chiuse, dicevano la loro Mes- sa all'aperto e poi si rimettevano in1 cammino. Ogni giorno dovevano fa-j re almeno cinquanta chilometri e ap-\pena avevano il tempo per riposare,Spesso però le donne delle estanciasportavano a battezzare, i loro figlioli , ..„ „. l'altare e la cerimonia in pieno de- \serto aveva tanta solennità che toc-Vcava anche i cuori più duri e selva-i tici. al- le allora si faceva gran festa; catto \Uei, protestanti, indii, vinte le prime .diffidenze, accórrevano intorno I Una volta, in un piccolo villaggio \d> pastori sulle rive della Laguna Bianca, dovettero dir Messa iti un ^negozio di generi alimentari; mal 1 non c'era di meglio; l'altare venne] | preparalo sul banco e la gente prese oosto fra i sacchi di riso, di fagioli, di zucchero e di galletta e i barili di\pesce salalo e le balle di lana. Piiì'avanti, a Gallegos, erano tutti man- giapreti, e U padrone dell'unico ah',bergo non volle dar loro ne da man- ' giare nè da dormire. Chiesero allora\ospitalità in qualche casa privata,* nessuno voleva accoglierli; Salesiani a dormire in prigione. \— Non se n'abbiano a male, maiè l'unico locale disponibile in paese;'vuol dire che... non li rinchiuderemo]a chiave. |c t • \ 1 !bperdut: ne» deserto ' Andarono infatti in prigione e fu-[reno alloggiati nella stanza di un\carceriere; Monsignor Borgatello /;o-|tè mettersi a letto, ma il chiericoìMarabini dovette accontentarsi di sdraiarsi su alcune pelli, di pecora. Nel cuore della notte, mentre dormi ivano tranquillamente, furono sve gitati di soprassalto da un tale che 'entrava nella stanzada padrone: era \H carceriere che tornava a casa, : — Chi va là? ', Chiarito l'equivoco, il buon carce riero ebbe compassione dei suoi ospi ti inattesi e li lasciò dormire in pa \ ce; non solo, ma l'indomani li au- 1torizzò a rimanere nella sua camera 1 per tutto il tempo che si fossero trat- ' tenuti in paese. ] Partiti da Gallegos, dopo aver «t- [traversato il fiume e la valle délCoyU\lc, si avviarono verso Santa Cruz;iUna siccome non c'era nessun segno\\di strada e la campagna senz'alberi, arbusti, arida c nuda, era tut-\ta "tf»«?ej di lì a qualche ora si Iro- vai'ono smarriti nell'immensa piani:-ra. Per maggior sventura, comÌmiò\a soffiare un vento furioso che sci- levando nembi di polvere acc uomini c cavalli. A cavallo che portava il bagaglio iti „;;■,-,„, ,;; c": « co.rac allimpazzata c ai \P°co> scivolatogli il carico " ava >i certo punto ilic- lì a sotto Hventre, dando calci e sgropponi, fe- ee cadere ogni cosa. L'altare andò in pezzi, le bottigliette dell'olio .tanto edel vino per la Messa si ruppero ecàmìci, messale e piancte vcnncroportati via dal vento. Raccolto alla mcglio quel poco che poterono sai-v-urc. dovettero montar la tenda per-che intanto era sopraggiunta la notte e non era il caso di proseguire co-\sì alla cieca. L'indomani mattina, con l'apparir della luce, la situazione apparve anche più tragica: nella immensa pianura nessuna traccia di sentieri, nes s!tn segno di vita; dopo aver cele0rata \a Messa e invocato l'aiuto di Dio, i tre sperduti accesero un gran fuoco e stettero ad aspettare fidu tissime, la paura della solitudine e del silenzio cominciava u calare nei loro cuori, quund'ecco che all'imbrunire apparve improvvisamente in di stanza un cavaliere che correva a! verso l'accampamento. Era cio.si che lu Provvidenza venisse a salvarli. Le oro trascorrevano len¬ galoppo . un pastore inglese, il quale aveva vi- sto II fuoco e veniva in loro soccor- so. Dopo che si furono rifocillati con un po' di carne di guanaco e di ieouej puma, si rimisero in cammino sulte via giusta indicata dal pastore, e sìavviarono alla volta di Monte Leon e di Santa Cruz. Attraversarono ilMlaggio di Barrane a Bianca dove battezzarono alcuni bambini di indii Tewelce, e proseguirono.il loro viag- ti arbusti di mata negra dalle foglie amariss ime, e riuscirono a salvarsi gio verso il mure; ma l'immensa pia- nura non finiva più; un'altra voltafurono sul punto di smarrirsi fra al- mettendosi dietro una mandra dì] buoi affamati e ischeletriti che fuggivano dalla selva maledetta in cer-ca di un po' d'erba. Per due giorni rimasero senza una goccia d'acqua; un cavallo morì e altri due scampar- vero una notte dopo aver rotto le fu- ni alle quali erano legati. Si trova- vano orinai senza denari, sema vi-sa di uno strano individuo che aveva fama di essere fiero nemico della Chiesa e dei preti; ma quando costui, che era italiano, sentì parlare nella lingua della sua patria, si commosse tanto che mise a disposizione dei po- veri Missionari tutto quel che aveva, denaro, cavalli e viveri, Preghiera e azione; si può dire an^' che la VCra « forma salesiana» e iatt.a dl P,eta> dl dolcezza e di atti vità inesauribile; e dovunque sono passati i Salesiani hanno lasciato qualche segno della loro intelligente operosità. Costruttori e agricoltori Dopo l'incendio che distrusse nel 1S92 la prima chiesa di legno di Punta Arenas, Monsignor Fagliano pensò subito di costruirne una nuova rfimattoni. Ma dove trovare i mattonia Punta Arenas? Tutti dicevano ohe era un'utopia, non solo perchè non esisteva la terra adatta, ma anche perchè nessuno aveva la minima idea c/i quel che fosse una fornace; e im- portarli dal nord del Cile voleva di-re apendere un patrimonio. Ma Monsignor Fagnano non si perdette d'a nino; riuscì, dopo molte ricerche, a trovare la creta presso il Rio de lasMinas e lui stesso, insieme con Don Giovanni Bernabò, insegnò ad alcunioperai a fabbricare la prima fornace, Di V: a qualche mese i mattoni erano 1 beli'e pronti e Monsignor Papuanoìportò i primi campioni a Santiago al- l'ufficio governativo di architettura. Così si potè costruire non solo la>ehies'j, ma anche il palazzo del Go- verno e poi molti edifici pubblici e privati, sempre coi mattoni fabbri-'coti nella fornace dei Salesiani. i Anche il primo ponte in legno sul^Pio de las Minas fu costruito nel 1S93 dai Salesiani, sotto la direzione'-di Monsignor Fagliano c di Don Ber-] nabè; per ventisei anni fu il ponte ..- agricol-tori. Se ad Ushuaia, capitale argen-Una della Terra del Fuoco, il paese più- australe del mondo, si raccolgono oggi delle eccellenti patate, lo sideve ai Salesiani. Fu infatti Don Giuseppe Boido, che per aiciotto anni diresse quella lontanissima Missione.il primo ud introdurre la coltivazìo- di maggior traffico di Punta Arenas e tutti lo chiamavano ■ ci puente delos Padres », Esploratori, costruttori. • « falche tempo ebbe la soddisfazio- "c mostrare uiiinicrcuai , primi la ,erIa_f c,','ra ,- 'IJ"ne delle patate; tutti lo sconsigliava- no e gli dicevano che- sprecava tem-po e denaro perche ad Ushuaia nonpoteva crescere nulla: ma il bravoSalesiano non si perdette d'animo;preparò lui stesso il terreno e di l'i *"M avare c <»<J™lc del mondo, j ETTORE DE ZUANI Dovei Salesiani hanno costruito: Ushuaia, calle Gobernzdor Godoy. Lupi marini sulla spiaggia di Santa Cruz (Patagonia)

Luoghi citati: America Del Sud, Argentina, Buenos Aires, Cile, Italia, Santiago, Ushuaia