«Un mese in campagna» di Turgheniev

«Un mese in campagna» di Turgheniev AI Chiarella: «Un mese in campagna» di Turgheniev Caratteristico in questa commedia drammatica è l'uso delle smorzature, delle mezze tinte, quell'impasto d'ombre e di luci attenuate che segue discreto e allusivo i moti del sentimento, e il sommesso, patetico, fluire della materia psicologica. Natalia Petrovna è la protagonista; creatura ammalata da un inconscio bisogno di amare, fine e gentile, che quando l'amore la coglie, improvviso, violento, giovanile, si sente travolta, innebriata, perduta. Ma non crediate che questa sua ansietà, che questa sua ebbrezza, che il tormento e il dramma esplodano in una scena qualsiasi, ben fatta e trascinante; no, ogni tratto o segno di passione è qui contenuto, detto con grazia pudica, con ritegno di coscienza e di intelligenza; ogni contrasto d'anime o famigliare e sociale è espresso nel sottile, macerato | progredire della gioia e del dolore, c|le scene si susseguono con una specie j di uniformità apparente, sfociano l'una j nell'altra descrittive forse più che tea-1 trali; traggono il fondo oscuro e uma-i no dei personaggi alla luce di una ve- | rita casalinga e quotidiana, crepitante tuttavla di ciò che non è detto, o è det- to appena, accennato e toccato fugge- volmente, delicatamente. Scritta nel, 1S50 questa commedia è naturallstica| e romantica, illustra un'epoca e un costume, e precorre forme, sostanza poe tica e maniere stilistiche che trionfa rono poi; è insomma complessa, nella sua semplicità, e interessante non solo!come opera d'arte, ma come documento! di cultura; l'unica cosa che non ha èjla struttura a grossi effetti, esterioriz- sati e superficialmente prepotenti, di j tanta parte del dramma — o dei dram-i monì — ottocenteschi. Ha del teatro e ! del romanzo del medio Ottocento l'ap-1 passionata grazia psicologica, l'ideali-! smo pittoresco, lo sfondo naturalistico; I hon ne ha la teatralità, V evidenza di ! composlzione. Si è voluto in ciò rico-|noscere uno stile — interiore, squisito, 1 poetico — tipicamente russo; vi si è visto qualcosa che prelude al magnifico stile teatrale senza convenzionalismi teatrali di Cechov. E ci pare che si sia visto bene. Anche qui le persone vivono di una vita segreta, che s'accresce e si rivela non in funzione di un dramma ipotetico, di un dramma da fare, ma per se stessa, per la forza misteriosa che la sospinge oltre i termini della convenienza e dell'opportunità sociale, ma anche la trattiene in certi margini, in certi limiti: intimità, verità d'accenti, soffio, respiro amabile e triste di ciò che nasce in noi, e non sempre si realizza, si concreta fuori di noi. Se in questa commedia non v'è la «cena che fa scattare il pubblico, se qualche tratto appare un po' Insistito o languente, l'interesse si diffonde poi per meandri vari e gentili, si insinua e si manifesta quando meno ve l'aspettate, e la commozione vi coglie all'improvviso, fuggevole e autentica, in brevi scene che addensano In dolce concisione il troppo del sentimento, l'impeto rapido e rivelatore del cuori. Natalia Petrovna vive In campagna — in quella campagna russa, verso il 1840-1345, con quelle compagnie, quelle abitudini morali e intellettuali, quelle malinconie che tanta letteratura ci ha fatto ben conoscere —, vive con un marito che le vuol bene senza comprenderla, e che essa non ama nè molto nè poco. E' accanto a lei un intellettuale, un amico, raffinato, romantico, un po' decadente, che l'ama con nobiltà e devozione senza pari, pago di soffrire e sognare accanto a lei. La conversazione con questo Rakitine - dice Natalia - è come un esercizio di ricamo. Ricami preziosi di sentimenti e di parole. Rakitine parla della natura, degli alberi, del cielo, parla dell'amicizia con incomparabile grazia; è riservato e trepido, comprensivo e attento. Ma tutto ciò, vero nel fondo, è estremamente artefatto nell'espressione. Ci si può annoiare con lui. Si può annoiare soprattutto una giovane donna, se una ventata di vero, selvaggio vento d'amore, la investa, la riveli a se stessa. Nella donna avvezza alla calma sonnecchiante della casa campagnola, alle parolette galanti e discrete, ai sentimenti taciuti, alle allusioni patetiche, pare allora di rinascere in una primavera incomparabile. Tutto è allora sole, è profumo, è invito alla gioia. Nella casa di Natalia è entrato un giovane, un giovane povero, semplice, schietto, lo studente Alexei, il nuovo precettore del piccolo figlio di lei. E con Alexei è entrato il grande, l'Inaspettato, l'inevitabile mistero deli'amore; è entrata ,la passione la follia. Anche una pu- ipilla di Natalia si innamora del gio-!vane e un ro' rozzo cherubino. Poi v'è il nobile e paziente cuore di Rakitine. !e quello del marito. Quanti elementi di conflitto, di dramma, di tragedia! Ma'non accade nulla di violento, nulla di 1visibilmente terribile. La passione, la follia di Natalia Petrovna si rigira su se stessa, opera, si, su se stessa e sugli altri, ma quasi silenziosamente, sommessamente, senza scosse, senza grida. Opera dissolvendo, distruggendo sentimenti, spiriti, vite, avvenire e spe- ranze di tutu, ma senza chiasso. E' laiclassica disfatta dei personaggi russi, 'che il destino, o la passione o il vizio, iannichilisce, affievolisce a poco a poco!in una malinconia, in una tristezza lan-;guida e cupa, che non reagisce più, cheisi consuma lentamente con il consu- marsi del tempo e delle cose. L'intelli-'genza riflessiva e analizzatrice, l'intelligenza che si compiace nel lungo dljlscorrere e ragionare, aiuta l'apatia e la rassegnazione: i personaggi diventa-no specchio e spettro di se stessi, e l'o- rizzonte si chiude,' mentre le voci mor-morano soffocate. La commedia di Tur- gheniev ci conduce sino all'inizio di questo disfacimento; non lo illustra.non ne traccia le conseguenze. Ma noi le sentiamo d'un tratto addensarsi nel-la chiusa dell'ultimo atto, noi le vedia-mo proiettarsi in immaginarie prò-spettive oltre il termine dell'azione.Tutti gli elementi sono, qui, prodotti c condotti con arte delicata, a conchiu-dere il dramma lappresentato, a di-schiuderne altri, lontani e segreti, fa- cllmente individuabili. E' il dramma della pupilla di Natalia che scopertol'amore della sua benefattrice per ilglòvane Alexei, e sapendo di amare inu- tilmente, si adatta a sposare un riccoe goffo e maturo possidente, che lbachiesta in ifposa; è il dramma di Ra-kitine che. avuta da Natalia la confer-ma — oh quanto bruciante per lui - Su. pascne che l'ha colta' non puòormai che fuggirsene, andarsene lungi anche da quella discreta consuetudine di vita che placava in parte l'ardore , , , ., . , nascosto del suo cuore; e il dramma di11.».! J_ll„ _i. ,1„, Alexei, sconvolto dalla rivelazione dell'amore di Natalia, cui non avrebbe maiosato alzare gli occhi, e ch'eg^vedeora come una donna divina, come„„„ mi,,» „,^™„ i „,,. =„„ una felicita suprema 'a cui privazione „„ \.o^„„„ ,,it„. a ndistrugge ogni ragione di vita è il j„? -M.t.n» dramma del marito di Natalia, quo-sf uomo bonario, leale e fiducioso, che non può pensare un'esistenza senza di lei, e che pure non può più illuderai.E' infine il dramma di Natalia, che ha conosciuto finalmente, dopo tnnta e tanto segreta attesa, l'ebbrezza, la speranza, la gioia dell'amore, che si è sentita per qualche ora all'unissono con la bellezza, con la voluttà del mondo, che ha ascoltato il suo cuore dirle co»'e ineffabili, quasi trilli e gor-gheggi, quasi voci e suoni del bosco, dei fiumi, del vasto cielo, e che ora si tro- va d'un tratto sola, abbandonata da tutto e da tutti, nella grigia oppresslo- ne della vecchia, della vuota, della inu tile casa di campagna. Bisogna ascoltare in questa cornine- dia essenzialmente questo contrappunto in sordina. I particolari veristici, le piccole scene comiche, i tratti caricaturali, i cenni che qua e là evocano paesaggi e vita casalinga e costumi del tempo che fu, ne acquistano grazia e spirito. In questo spirito e con questa grazia bisogna soprattutto rappresentare i cinque atti di Turgheniev che la Compagnia Stabile San Remo ha iersera messo in scena nella riduzione di Marta Abba. E la giovane, appassio- e là non è riuscita a intaccare la gen tile penetrazione psicologica del perscnaggio. I fremiti fuggevoli, le timidezze, gli ardori repressi, o mal repressi, la malinconia, la follia, il rimpianto hanno trovato in lei toni genUH, spesso rivelatori. I suoi com pagni hanno cooperato con molto im pegno, e affiatamento, e amabile deli catezza: ricordiamo il Calò, l'Almiran te, l'Erler, la Marchesini, Giovanni Cimara. Lo spettacolo ha avuto ad ogni atto numerosi applausi, particolarmen- nata attrice ha bene inteso e interpretato. Tutta grazia, e squisitezza di intenzioni ha voluto essere la sua recitazione. ^Qualche ^durezza ^espressiva quate insistenti e calorosi dopo il terzo e il quarto. f. b.

Persone citate: Cechov, Erler, Giovanni Cimara, Marchesini, Marta Abba, Natalia Petrovna