Il traforo del Monte Bianco nel quadro delle comunicazioni transalpine

Il traforo del Monte Bianco nel quadro delle comunicazioni transalpine Il traforo del Monte Bianco nel quadro delle comunicazioni transalpine La concorrenza: diversione o aumento di traffici? (DAL, NOSTRO INVIATO) BELLINZONA, aprile, [• Il problema del traforo del Monte bianco non sarebbe compiutamentetrattato se si tralasciasse di fare ac- ! eenno anche alle preoccupazioni ed al- te ostilità sollevate da questo progetto >91 tratta come è intuitivo del timore delle eventuali diversioni di traffico che potrebbero essere provocate dalla mio-i ga linea transalpina, timore che. come i è naturale, è particolarmente sensibile negli ambienti svizzeri interessati al xaantenimento della supremazia delle prandi vie dl comunicazione attraverso j le Alpi Centrali. • Questa delle diversioni è la grande minaccia che sempre viene agitata tigni qual volta si parla di un nuove traforo alpino. Qui nella Svizzera Italiana dove l'esistenza di tre grandi vie transalpine parallele crea dei motivi vivacissimi di concorrenza tra le popolazioni delle diverse vallate, vi si dirà che ila un buon mezzo secolo a questa parte, cioè da quando si è aperta la linea del Gottardo, non si è fatto altro che parlare di questo famoso problema del- te diversione delle correnti tradizionali ! dei traffici. E alla luce di questo feno- Mmeno che si può comprendere come ilieuddlvidersl della popolazione di una i«tessa regione geografica in gruppi i ostili di gottardisti e antigottardisti, di aanbernardiniani e di gremisti, a secon- i da che si sia fautori del passaggio per | Il 'San Gottardo, il San Bernardino o la Grelna, non sia cosa del tutto risibile, ina trovi il suo fondamento nelle rcal-1 tà d'ordine storico ed economico. I 'Previsioni Ammessa la veridicità in linea genetale della teoria del decadimento delle vallate di montagna in conseguensa del trafori alpini, quali sono praticamente le ripercussioni che se ne possono attendere nel caso dell'apertura della grande via del Monte Bianco'' Non occorre essere particolarmente Versati nelle questioni di geografìa e- ^omìca7pVpòter~ tomediatamente j concludere, da un rapido sguardo alla «arta della regione alpina, che il tra- foro del Monte Bianco, lungi dal por- tare pregiudizio alla prosperità delle ! due regioni montane circostanti, è de- i étinato a fomentarne potentemente io ! •viluppo, sia che si tratti delle due vai- j late principali della Dora Baltea e del- ! l'Arve, sia che ci si riferisca alle nu-janerose valli secondarie che in quelle : conflulscono. Ed è appunto questa par- ttcolare struttura orografica dei due ▼ersanti del Monte Bianco, e special-1 mente di quello valdostano — caratte- j rizzata dall'esistenza di un grande al-1 veo di fondo e dall'andamento trasver- |■ale, rispetto all'asse della vallata principale, di tutu gli altri bacini — che appare tale da autorizzare delle | previsioni decisamente contrarie alla ; suddetta regola generale. Non ci si | nrta cioè più, come succede nella zona ; delle Alpi Ticinesi e in quasi tutte '.eiatre regioni a sud dello spartiacque, avlpino, di fronte ali ostacolo di una se rie di valli parallele, facenti quasi tutte capo ad altrettanti valichi e per que ■to fatalmente destinate ad entrare in concorrenza runa con l'altra. Nella regione del Bianco la linea del bacino !principale è inequivocabilmente delini-,ta dalle due grandi vallate della Dora e dell'Arve, che si incidono profonda- h... r mente sullo stesso prolungamento Idea le fino ai piedi del massiccio. I due so li valichi alpini esistenti nella regione sono quelli valdostani del Piccolo e del Gran San Bernardo, diretti, per il suddetto tipico irradiamento delle vallisecondarie del bacino balteo, a versan- ti completamente opposti, come sono quelli dell'Isère e dell'Alto Rodano. Laapertura della linea del Monte Bianco deve logicamente lasciare intatte le prerogative di questi due colli, dato che essa porterebbe a sua volta ad un ver-lante diverso, ouello dell'Arve. Pensa- re poi ad una possibile concorrenza dì«juesta nuova via transalpina con le due grandi linee ferroviarie esistenti oelle Alpi Occidentali, cioè il Fréjus ed Si Sempiane, è completamente fuori luogo, date le caratteristiche della li- nea del Monte Bianco, che sarebbe -li Itipo autostradale Timcri elvetici Evidentemente se si dovesse credere che per disperdere tutte le preoccupa- siionl natili sollevate d-ii nrnirpttn HpI 3te?£ Bianco, ba'su Sc£io£ dei più elementari motivi di giustizia distributiva - e cioè che questa via assicura un collegamento diretto e per- manente delie regioni poste al di quaari «l Hi là dei p-r&nrie nrrn delio Orale ■t^£^SS^-iS^SL si era mai osato aprire finora nessuna galleria - si peccherebbe di Ingenuità. TaU preoccupazioni e tali ostilità con-tinuano ad esistere e precisamente co-me. rfà si è «v^tTBMrSJS SveS love non cu. sa capactore eie 3>er passare la catena alpina si possaao scegliere dei punti situati al di fuo- ri de! territorio della Confederazione...Benchè non si pure del timori renza delle lince _ ferroviarie — e questo spiega la fred- [dissima accoglienza che ha avuto re centemente in Svizzera il progetto di "autostrada attraverso il Semplone ! ~ 110n Si tratta tant0 dl preoccupazio nl sollevate nel campo specificatamen>^ ferroviario, ma in quello turistico ge nerale. Per quanto riguarda il campo ferroviario la Svizzera si è infatti già i posta al riparo con la famosa conveni zione franco-elvetica del 1909, che im pone alla Francia una serie di gravami a favore del Senipione, nel caso che es sa pensi di dar seguito al progetto di j una linea attraverso il Monte Bianco, Nuovi circuiti Quello che si teme negli ambienti elvetici è che il traforo de! Monte Bianco abbia per risultato di deviare tutto i'imponente traffico automobilistico che passa attualmente attraverso i valichi alpini svizzeri. Ma su questo punto è facile rispondere che le possibilità di transito offerte da questi colli sono limitate a! periodo estivo e che è una pura li! !uf,ionB quella di pensare di trattenere M correnti di traffico anche durante i11 periodo invernale col sistema del tras ibordo den° vetture a mezzo della fer i rovia: 6 un sistema che ripugna alla mentalità dell' automobilista, il quale i preferisce, o restarsene a casa, o assog | gettarsi al lungo giro attraverso il li- torale mediterraneo. Tutte queste obbiezioni — che rile- 1 riamo soprattutto per l'analogia di inI teressc esistente tra i suddetti casi e 'taluni dei nostri valichi transalpini, co- me il Moncenisio, il Sampione, lo Spluga, ecc. — peccano d'altra parte su di un punto importantissimo, ignorando, cioè, che una delle maggiori prerogative dl una linea autostradale del genere del traforo del Bianco, è quella di creare automaticamente dei nuovi circuiti, con un incremento generale del traffico automobilistico e di conseguenza con vantaggio per tutti. E' logico j apporre infatti che V automobilista il <lua]e ha seguito una volta nell'andata la llnea de' Monte Bianco, preferisca, invece di rifare il percorso della gai! leria, che sarà piacevole ed interessani te fino ad un certo punto, passare al ri ! torno per un'altra via, come potrebbe j essere il Gran San Bernardo, il Sem ! pione, il Gottardo, ecc. L'automobile jnon è infatti costretta dalla ferrea leg : ge dei binari e può quindi dirigere do ve vuole la sua corsa. E questa consi derazione che deve eliminare ogni om1 bra di dubbio anche da parte di quei j centri della pianura padana, i quali, a 1 prima vista, potrebbero essere indotti |a temere chissà quali pregiudizi da una realizzazione del traforo del Monte Bianco. Le correnti turistiche che si te | canaleranno per la via del Monte Blan ; c0 a]la vo]ta dell'Italia, saranno in pre | vaienza formate da elementi della Fran ; cia del Nord e della 20na renaoai )a iquale sfruttando il percorso Basilea, Gin si trovera aotevolmente riavvicinata all'Italia: in ogni modo, correnti in gran parte nuove, e come tali destinate a riuscire di beneficio per tut- ^SSS^^'SSSm !S0Pra nlefvate- «™rtt nuove possibili- , P« «empio, qui nel Ticino, do-e già si hedeJa formazione, grazie al traforo An\ QinHnn M nnn.anH A\f atta An ni- , , dov.»*>be servire oltre che a transito "J™1"50- a.ncho al tra"lco °;eUe raer^jE ln «3uest0 tamP° allora cne 301,0 da o ! temersi le diversioni e le concorrenze ; ruinose? Ad un primo esame, tenuto e lCODto dell' attrezzatura delle quattro -|srandi linee ferroviarie esistenti (Mo- j dauc-Bardonecctia-Torino - Digioneì; Vallorbe-Semplone-Milano - Delémonte Berna-Loetschberg - Sempione-Basileai j Gottardo) e del carattere estremamend 1 te ingegnoso degli orari e delle tariffe ri ' rispettive, non sembra che ciò possa ve- ' rificarsi, tanto più anche per il fatto i che la linea autostradale del Monte . Turismo e commercio Ma si sa che ii traforo del Bianco Ita sono state perfettamente comprese, del Bianco, di correnti dirette da Ginevra e da tutti gli altri centri romandi alla volta della Svizzera italiana. ! Bianco finirà praticamente per servirequasi esclusivamente per determinatecategorie di merci leggere e tali da ne-e i cesatare un trasporto ultra-rapido, co-- irne 1 Iesumi. ì don, le frutta fresca, ecc. I Cne Pur non cercando profitto nella £ ! concorrenza con le altre linee transal-a IP.1"0' la "onte Bianco abbia ina se le Possibilità ai un prospero svilup- - P°. non e dubbi°- -Non è soltanto una a\ooutadc reclamistica quella di precisa-e re che la direttissima Parigi-Roma siL {«S esattamente a passare per il Mon-a !ts ^anco e che una tal linea coincide. Hi4." co? quarantaelnquesimo paralle--1 Una. v,la cne èJse/n,?ta da cosi chla_-ìri termlnl non Può falllre al scopo.S C«M 41 San Gottardo, la famosa c viae ! P°P°» » deI ventesimo secolo, ha- ; iniziato una nuova fase nelle relazioni : tra Nord e Sud, la linea a!i^LJH aei .monte faian- .00 e destinata * segnare un epoca sto--j GUIDO TQNELLA

Persone citate: Bianco, Blan