Un giardino in palazzo Ducale

Un giardino in palazzo Ducale La Mostra dei fiori a Venezia Un giardino in palazzo Ducale VENEZIA, aprile. I giardini di Venezia — cosi strani, chiusi, serrati, talora nei cortili profon di c dunque segreti e misteriosi, talora in cima alle terrazze ed alle altane, ae rei, fra terra e cielo — al cader dei- l'inverno sono quasi in flore. Passando da,le fondamenta e dallo calli, uscendo da!la sola dei canali e dall'arco dei pon u si È assaliti da un profumo stanco: mogli. Giardini a àanTrovaso, alle ^at'f0 ~ Ia Passe8-lata che Pierre Loa sono le serre dischiuse e le brevi aiuole che donano ai visitatori e agli stranieri che già arrivano in città i primi ger-chiamava <'. divina » dell'Orto (il Casino degli Spiriti ccn il,uoco fieMc suc fontane ò più lontano) a Santa Maria del Giglio, ma assai di più, fra il piazzale Roma e San Seba stiano, ai Tolentini e ai Carmini, spes so giù dai veroni dei vecchi palazzi, op pure — una magia che non riusciamo a spiegare — costretti fra le case, an gusti, mentre i più grandi e i più cele bri sono a Murano ed a Burano — i diademi di questa sovrana — e in città, soltanto alla Giudeccn dove !e comitive degli ospiti, passato il canaio, si avviamo due volte ogni mattina e, più tardiI quando cade il sole con un barbaglio di tuniche tremanti fra lo Spirito Santo e|San forgio in Alleghe. \ (> pjazzajje jjB Buccari 1 rrìmi ,-0„estieri fJi t ,ml I inContralr- a! r.ia7?alo d„i RC-'en jore d0V(? ,a Beffa "di Buccari sembra p,;ù viva"(, ponente che mai; i • mas > èrano ancorati — nell'attesa — di fron te alla cattedrale. Recavano i numeri «84.», «95?, « 06 » (1» febbraio del '15,ora 11) a rimorchio dei caccia Abba, l'BUa avvistava le coste della Farasi- ot-e xxi a rimurcniu uei caccia Aopa, Andare, Animoso e più tardi delle torpepiniere 1C0 8», ;18.:, •. 712 PN <>; ""* 22 la piccola e meravigliosa flot- °a- Passando di fronte al cippo-per trovare ì giardini pittoreschi della Giu-decca — vecchie memorie gloriose riem-mergono improvvisamente; i nomi dei condottieri eroici e dei volontari oscuri sono sulle labbra di molti; la divinità marina scolpita sul pilo quadrato di pietra d'Istria da Napoleone Martinuzzi sembra un vvertimento e un richiamo. Il rapporto di Costanzo Ciano ha il suo stile di guerra alle ore 1,35 fuori della baia, nella formazione ordinaria, muovevano a 22 miglia di velocità per la Farasina ». Quattro navi erano alla fonda. La canzone del Carnaro è risaputa da tutti gli abitanti dall'Isola; tutti tornano n nessuno — se no» torna uno dei trenta — torna quello del trentuno. Lavanda e rosmarino Del resto alla Giudecca c'è ancora qualche « antico » marinaio che saprebbe ricantare la strofe più alata di quei giorni: Se non ci conoscete — guardateci la ?nano — noi siamo i marinai — del Comandante Ciano, ed è talora il vecchio marinaio seduto nel selciato o ! accosto alla riva che insegna alla gente come si fa a trovare il giardino di lalyanda e di rosmarino che fu di Mister Edened è della Principessa di Grecia. Rose, geranei, garofani, gigli, iridi, vio ,e> narcisi, anemoni, ma sopra tutto la vande e rosmarini, distribuiti festosa mente e riccamente sulle prode delia laguna, a viluppi e a traisi, che cadono fuor delle murc-tte nell'acqua. Di que sta stagione il Re del Siam venne un tempo per trovarvi un po' di riposo. Ma Lord Kitchener, governatore delle Indie? ""^^^Jf0^^^^ leva stabilirsi alla Giudecca « ui una casa sempIice ed umile dove i0 non pos. La ascoItare cne ]a piccola musica del- t'acqua», come scriveva a Lady La- yard; il destino gli fu crudele perchè "nel 1913 egli doveva perire in mare do- po che la nave era stata silurata da un sommergibile tedesco. Alla Giudecca — poco lontano dalla casa Frollo così cara a Gabriele d'An- nunzio, questo è il giardino stupendodella ,citta, che anche d inverno ha un K"° «scino, quasi a ridosso del con vf.nto df 'f^ntoristi, ma che adesso, alle porte della primavera, s ammanta tutto di robinie e di mortelle, raggian- te e !umil,0s0 non0 specchio dell'acqua: più fosco, dove Bisetta, Cocky, Jerri, ~ i tre celeri cani di Vene-. - dor " v^vS spesso' -speci0 ll'estat8' ka questo fu sopra t,ltt0 n *lardin° « «cantato» di Dusc quando vi giunse la pri- *™ >? Pifl be»a Vbipndaamericana:-, la signora che a Venezia lavorava di calchi e di sculture per il I museo di .\e\v \oik. nsolanon poco lontano da"quell0"ven dramiiì della Rotonda che ricevette Mi ohelangelo - abbandonata Firenze pri ma del ritorno dei Medici - che, più tardi, presentava o! Senato un modello del Punte di Rialto. I giardini neppur alla Giudecca sono tanti come un tcr.i-jo quando dovevano costituire^a soli una piccola industria tata dall'onda. Fiori su Tacqiua Questa che si inaugura, presto costituisce virtualmente un angolo della città — un gioiello nel quadro d'assieme — e arrivando dal bacino o dal Liston ci sembrerà che la fioritura sia susci¬ In faccia alla scalea. l'arco Foscari eleva al cielo inalberato su le guglie un popolo di statue; iniziato dai Bon, tu terminato sotto il dogado di Cristoforo Moro - il gotico e la »«entre verso le ultime are rinascenza rileggono sulle lastre di bronzo il primo saluto del tesoro di San Marco. «Vota- ziono plebiscitaria con cui Venezia si ^^^. vit- tona delle armi Italiane a Vittorio Ve¬ neto ». Neil intercolunnio uel Palazzo _ • • _,iu.<iu Ducale, col concorso del Ccnsiglir, Pro vinciate dell'Economia Corporativa e dell Federazioni della Agricoltura e *' Commercio, il Comune°ha indenta questa gara primaverile con alcuni premi di medaglie d'oro e d'argento riser- vate alle più belle varietà, alle più belle esposizioni d'assieme, con un prò- _ , , . ... =rami"a che comprende tutti i fiori. dalla fresia alla mimosa, dalla peonia alla reseda. 0, 0. GALLO

Persone citate: Abba, Beffa, Costanzo Ciano, Cristoforo Moro, Foscari, Liston, Murano, Napoleone Martinuzzi, Pierre Loa, Seba