Gli "assi" si arrendono i giovani cedono e Demuysère vince con distacco la "Sanremo"

Gli "assi" si arrendono i giovani cedono e Demuysère vince con distacco la "Sanremo" Uno straniero primo nella " classicissima „ d'apertura dopo vent'anni di ininterrotti successi italiani Gli "assi" si arrendono i giovani cedono e Demuysère vince con distacco la "Sanremo" Binda e Guerra sono travolti dall'offensiva iniziale di Grandi, Cazzulani, Orecchia, Verwaecke, Cassin e Sieronski che comandano la corsa per 190 chilometri - Cazzulani giuoca audacemente la sua carta sulla salita di Spotorno, ma il « leone delle Fiandre » ne frustra il tentativo e stacca gli avversari su Capo Berta - Martano e Olmo fermati dalla sfortuna - La media oraria : Km. 36.012 - Guerra si ritira dopo Diano e Binda arriva 47° Sanremo, 20 notte. Che h prima corsa dell'annata, e la più classica, la più bella, quella che ha sempre rappresentato il sogno dei più grandi corridori. d'Europa, sia stata vinta da uno straniero, non può certo far piacere agli sportivi italiani. Pur senza esagerare il significato di simile sconfitta, bisognerebbe essere di ghiaccio e non sentire un briciolo di quell'amore che oggi è passione di ogni italiano, per rimanere indifferenti allo smacco dei nostri colori, anche in campo sportivo, specie quando esso ci viene inflitto in casa nostra, da un avversario che poi non è un fuori classe e ■in un momento in cui ci sorride ancora la fiducia negli anziani e più vive si nutrono le speranze nei giovani. Eppure Demuysère, nostra e vostra vecchia conoscenza, non ha rubato niente del suo successo, e i nostri non hanno scuse da mendicare ella aorte per giustificare la lezione ricevuta. Tutto è andato regolarmente e la corsa, attraverso le sue fasi movimentate c alterne, ha avuto il omo logico c limpido sbocco. Voi dunque dovete essere presi 'dalla curiosità di sapere perchè ha vinto un uomo che in linea di classe ■non sovrasta i nostri migliori, e perchè questi sono stati cosi clamorosamente battuti. E io soddisfo subito questo vostro desiderio, un po' raccontandovi come sono andate le cose e un po' commentandole strada fatende La botta iniziale La corsa ha avuto una sua prima impostazione a pochi chilometri dalla partenza. Siamo partiti dalla Con cPHca Fallata con la promessa, che saràìpoi mantenuta, d'unamagnifica gior-[nata di primavera. Dopo l'acqua dei <giorni scorsi e la minaccia che ci ha gravato sul capo sino a ieri sera, (mesto era di buon auspicio e dì genera- 7e soddisfazione. Come al solito la\■partenza, data dal gen. Vaccaro, do-\po la promessa di un bel biglietto da mille per il vincitore, alle 7.30 precise era stata una volata degli uomini che avevano ì primi numeri. Poi, dopo una decina di chilometri, l'impeto sembrava smorzai^, quando si vide una niaglia bianco-nera saettaTe in capo all'interminabile fila dei duecento concorrenti: era Grandi, di solito tutt'altro che irrequieto e impetuoso, che dava una violenta frustata alla comitiva, forse senz'aura speranza in petto che dì farsi notare dai cronisti della scena. A-Ua botta violenta risposero immediatamente Cazzulani e Venoaecke e i tre formarono un terzetto che impresse nuovo slancio e in breve si videro gli altri a duecento metri. Demuysère tentò di far parte della pattuglia, arrancò per un poco fra il trio e il gruppo che si. disordinava nella reazione, poi fu du questo inghiottito. Se ne staccarono, invece, altri cinque uomini che filarono per direttissima siti primi tre, lasciando il grosso semimbambolaio dalla sorpresa e occupato a risolvere il poderoso dilemma del <- tocca a me :>, .« rocca a te >■. Questi cinque nomini che preferi . Z 12„JÀ pmito.vfp che fare iconti, erano Orecchia, Sieronsky. Cassili,Rossi c Bergamini, cioè il sempre■pronto c volonteroso « Groema », unjtedesco abituato a non prendere maile cose per scherzo, due giovani ita-liani residenti in Francia e... un cani- «ioin£ittvetoettàiPèrgamtoLVnprì-nw rilievo a Pavia, dopo 29 chilomc-chifra i-prinaìreTi IZcondì cinque c'erano di mezzo già 45 tri, diede modo di constatare che ifuggitivi avevano marciato sin quirt 42,500, " mezzo già », secondi e fra questi e il gruppo in-dolente, affidato alla debole riscossadi Piubellini e Giacobbe, quasi due convincerà che "quelli avanti "ce"làmettevano tutta, e quelli dietro pcn-minuti Quando si pensi che tutto ciò era 'avvenuto in circa 18 chilometri, ci si savana che la fiammata si. risolvesse presto in un fuoco di vaglia. La calma dei favoriti - Tra Pavia e il Po, Rossi fu climinato dalla rottura di una ruota, Bergamini da... esaurimento di carburante e Orecchia, Sieronsky e Cassin piombarono su Grandi,'Cazzulani o Verwaecke. Allora la situazione ■precipitò, perchè questi sei, per merito specialmente di Grandi, Vet■ivaecke e Cazzulani, continuarono a ■niarciarc a quaranta all'ora, e quelli dietro continuarono a fare orecchie da mercante. A farla breve dirò che in- altri venti chilometri il distacco salì a sei minuti e, in trenta, a quasi nove. Si aveva un bel fermarsi ogni tanto a controllare la progressione geometrica del vantaggio che andava pretulendo il sestetto e informarne Binda., Guerra, Bovet, Martano e tutti quelli che più dovevano essere preoccupali della piega cheprendeva la gara; nessuno se ne da-va per inteso. Qualche grigio «»da-va, sì, ogni tanto a tirare in testa,tifa lo faceva per poco c quasi svo-giratamente; qualche isolato comeGaioni r, Marchiò, contribuiva del] suo meglio a non far andare alla de-riva la corsa, mu i campioni, gli■■.assi.-, i favoriti, sene stavanocheti cheti alle ruote e non si vede-vano manovrare decisamente lesquadre. .- E così mise le sue prime radici lanpstra sconfitta; le mise in quellospìrito dì guardinga attesa, di reci-pi-oca preoccupazione di lavorare■per gli altri che distingue i nostricorridori di vecchio stile, in quellaincapacità di vigile sorveglian ■ edi pronta azione alla ipialc ha abi-fuato il correre senza slancio, senzasenza iniziativa. Vorrei do-rttre a coloro che domani prenuno le difese di questo modo di èòniportarsi, perchè Guerra e Binda /t'òn feamio dato in questo momento quattro pedalale per accelerare ia marcia di inseguimento, e a costoro se non hanno sentito i fischi coi qua- i la folla commentava la non su-perbd figura che essi andavano fa-cendo con così inverosimile distacco. E Bovet, e Olmo. Barrai e DiPaco, Martano e Bertoni, aspetta-vano forse che li riportasse sotto Hiarchiò o Pirovano, Tagliolini oMancinelli? Fu solo in vista di Novi che i« bianco-celesti si, decisero a preti-derc in mano le redini della mischia,e il più energico fu Rinmldi: ma in-anto il distacco ero. aumentato fino a quasi undici minuti, e ciò in circuSO chilometri! Lo strappane degliuomini, di Cavedini scrollò di dosso alla compagine non poche unità:Alieni/urger furò dopo Novi ma ri-prese prima di Basalnzzo, mentre Zucchi ni dovette abbandonare perguasto di macchina. Si inseguiva ab-bastanza energicamente, ma nonproprio disperatamente, cosicchéprocurò non poca sorpresa il fattoche il grosso si dividesse nettamelite in due parti, nella prima delle quali rimasero, fra gli altri, Bovet, Olmo, Camusso, Martano, Mara, Bertoni, Rogora, Macchi {nonostante la rottura della scila che poi doveva eliminarlo), mentre GuerraBinda e Barrai furono confinati nella seconda. Orecchia si prodiga Fu, questo, un colpo di notevolissima importanza agli effetti dello sviluppo della corsa e, forse, del suorisultato. Ancora una volta, i nostrdue « assi » non seppero p sto colpo a tempo giusto e sì puòdire che da questo momento furonomessi fuori gara. Bastarono infattaltri dicci chilometri per porre, fra le due frazioni di inseguitori, ben''due mimiti di distacco, quanti, aOvada, la prima di esse era riuscitaa riguadagnare sui fuggitivi. A questo punto si presentava «difficile, per non dire l'insolubileproblema di rendersi conto di quanto avveniva nel sestetto d?avanguard-la, nel gruppo di 29 uomini che loseguiva a otto minuti, e in quello nonmeno numeroso di Binda e Guerrain ritardo di dieci. Ma, grazie, alianostra spettacolosa «. Ardita-Siatu »guizzunte poderosa, su-per le rampedel Turchino e grazie anche alla relativa calma con la quale la salita fu fatta, du quasi tutti, credo di potervi illustrare abbastanza chiaramente anche questa fase che, del resto, nulla decise. I sei di testa fecero la scalata aglordini, quasi sempre, di Grandi e Orecchia. TI primo sembrava già risentire della sua precedente prodigalità, come Verwaecke, mentre isecondo saliva disinvolto, senza neppure -perdere il suo buon umore e la vena delle sue scappate. « Li facciamo piangere, oggi, quesignori, vedrà; elei si prepari a farmi l'intervista a San Remo perchè oggi vinco io. Largo ai giovani! » e accennava alla testa già mezzo pelata di Grandi... Che i suoi propositi non tenessero allegri quel tali signori, era pocoma sicuro; m quanto pai a vincerechi l'avrebbe potuto escludere, uelvederlo salire con tanta facilita? Equelli erano i giovani? Sicuro, giqvani d animo, se non danni, comeè sempre stato questo onesto lavonuore del pedale, che più tardi pretiderà la sua « colla :., ma intentepensa, e si diverte quasi a correresul seno, ejula corsa bella. Non t-«lo dicevo, l'altro giorno, che e inu tilc andare a tirar fuori i libri delVtmagnfe per criticare: e quasi. ^dicolizzare il grido che invoca li, '"0 suo^go passato se ancora non l'ha vecchiaia, se non gli ha smorzatogiovcntù? Anche Demuysère anziano, ma che cosa .conta il l'ardore innato, il senso onesto della profcssiorc, l'amore al combaitimai to' può chi, chiaia vera, quella dello spirilo, nonè concepibile uè ammissibile. , Quando < sei furono alle ultimedei Turchino. Orecchia si porto in testa con Cazzulani a ruota e attaccò»;i™'"'7 •«»•>'••' ~« ~—■•- — t? Si può nascere vecchi coinè sno essere giovani coi capelli bumu, c nello sport praticatitela vca ',;',„'• 1 ■ ,• <-,-. 'u e °" così, anche la sod-ere t ino ia vetta al colle; lo seguitoti volala. Volle, così, anche la sod-onc di essere acclamato prì-»oCazziàanhVerwaeckeicàsMn, Gran-co celesti» continuarono a forzare. 9*S&* Ì^JSm ', aisiaccm non en.no .tensioni, itti *orzo, Binda cadile ma senza conse- Scense, allvitzio della salita. Nessuno i;o//e dar battaglia e la situazione non muto. Guerra insegne inutilmente ronskfi nell'ordine, e tutti diuna ventina di metri. Nel gruppo che seguiva i « bian- in discese: Orecchia e Cazzulani cercarono di salutare la compaqnìa. Ma Grande e Cassin, ripartiti ia rifardo, li riacciuffarono a metà, men tre Sieronsky e Vervaecke, meno pratici del percorso, perdettero ulcu-ne centinaia di metri, riconquistandoli poco dopo Voltri. Più sensibili effetti produsse la discesa nel secon-do gruppo. Rimoldi, Olmo e Rogorasi staccarono nettamente e si riavvi-cinarono sensibilmente ai sei primi,tanto che a Voltri essi non auei;aiioche due minuti e 45 secondi dalla avanguardia. Seguivano a 3'20" Ca-■musso; Canazza, Canavcsi. Graglia, Stretti, Grassi, incalzati da Demuy-sère, Romanatti e. Mara a breve distanza. Guerra, sboccando sulla ri-vicra, guidava energicavienteìl sMOjplotone ed era solo più a 6 30 daiprimi. Comic vedete sui due versanti delw v ,ww - « ■.-. v ». wv%, ~ v • • ^ ■ ■ v. . Tnrchin.q i fuggitivi avevano perdu-te terreno e ì distacchi ormai erano tali da non potersi più considerareincolmabili. Ma. mentre nel secondoqmppo presto accresciuto dalle uni-là immediatamente seguenti, ognunolavorava a tutt'uomo per colmare ildistacco nel terg0 sì può dirc chcGucrra rinmncsse so/o nell'ardua /a- fica gJ j, ColleU forò Marchisio, ma. -u u incidente toccò a MartanoVnic„?rr con Demuysère si affannava all'inseguiménto: enti ebbe un nuu.sto irreparabile alla catena e così fut^-j^^^r^Z^°£^^'.olT0 pruscameue ai me..o. L,asjoi tttna invece colpì Olmo nella discesa Varazze conia rottura di una ruo-\9^ tfli fece perdere il tempo suf-f^enteper essere sorpreso dal grup ohe inseguiva e la mise in condili di non poter più ricuperare. dorè della preda, sembrava un iude-moniato, tanta era la foga coti la quale pigmea sui. pedali e si accani- va contro il vento contrario che ri- ruva a raffiche. Questo, del vento, è_ n-„„7.. n ' ..„„J.,„;; f„ Dtmoldi e Rogo,u. rimastiisoli, fu- '°"P assorbitidai'gruppo di .Demuy- serc, che, sentendo ormai vicino lo- un elemento da tenere in considera un elemento da tenere in considera-zìone per valutare la media raggiun-te che non batte il record dell'annoscorso. Intanto, avanti, il nucleo cheancora faceva da battistrada avcvaperduto Grandi, colpito da crampalle gambe. L'iniziatore dell'offensi twerite'i'a davvero simile ricompensaalla sua gencrosua.I cinque, e ciocCassin, Sieronsky, Verwaecke, Orecohia c Cazzulani, si presentarono perva die ancora non era aomata non , _ , - P™>\i «.' rifornimento di Savona. A<if»ei7o co» Gaer2 50 seguirono Demuysère, Roma nalti, hvmoldi. Grassi. Lanuvcsic*raal>"' Iio!>?ra,; Camusso, Mara »Canazzu; a 4 30 il gruppo con Bovet e Olmo; a 8 oO n», Bwda e Barrai. Queste cifre vi dicono che si anda1'? m9n man° innalzando una mura olia fra » primi due qruppi c qh altr} d"£>' date \c.Voco buone condizio"1 di Bovet e 1 isolamento di Giierra si Poteva già prevedere che solo da due primi sarebbe uscito il vincitore/*»«*._ '«ilio;!» che Demuysèreàfpariva ora. nel pieno sfoggio de , 8"01 "'.f28? di f°*a~oe nella sua imV^caln^mnenm. Fo trse informatoW'^»^ dapo dodjci chilometri egli guadagnato l'15" sui 'suoi ex-com pagH- avev 3-25'« sul gruppo che {«tento aveva perduto Grassi alle spalle, Cazzulani cerco di sviticolarsi dalla presa che si stringevaaddosso al nucleo che da ore dominava la corsa. Sulla salita, breve c non difficile, prima di Spotorno. l'atletiCQ , g(irì0(adwo - scattò e piantò gl alM qmUro ;„ ass0t A mkale, e cioèlicevaEntra in scena Demuysère A questo punto brillò nettamente la superiorità di Demuysère, corridore di fondo e di potenza, che uveva saputo condurre una gara regolare e progressiva, e ora si trovava d avere le maqgiori riserve di ener- ola. Egli condusse il suo gruppo «d-dosso a Cassin. Verwaecke^Sjeron-ky e Orecchia M'entrata àiLoano.1, da prendere, che Luz-Non rimaner, sulani. E Demuysère ci si mise d'ini pegno, con Sieronski/. La sua fuga u fatale a Rimoldi .■Jhe cedette àua-, ti JfJ;.Z.„%/hSnÙTt0; e rfU^?J-r Ì^Zid Atassia „ un solo minuto, AneMOrecchiaperdette contatto£?oian-che Canavesi, Romanatti, Sieronskye yerwnec/ce. Ma quando Demuyse-re, con Camusso, Canazza, Mara «o-gora e Graqha riusciva a prendereiniumcnte Lazziuani. bieronsity, La- nuce.su RomunatU e Verv.cccKe si ri-congiunsero prima di Capo Mele, sia- a cui salila comandò Rogora. poi Demuysère, poi di nuovo Rogora;ma nessuno perdjtte contatto, Al-\frettante fu su Capo Cervo, che ilsorprcndentc Gragha regolo con&rio. . La decisione venne a Capo Berta.come non avveniva da anni. Sieron-sky scattò subito e prese cento me-ch' prenderc una paio d'i macchineal oeigUi n quale, visto che il famosoarrampicatore dèi Galibier non potc-va fa/e 0l piu l)ÌOco ìa HUa carta de-tri; Camusso conDemuysère aruotalì annullò e il tedesco apparve suo-naio, tanto da vedersi superato an-che da Cazzulani e Rogora. Demuy-sère trovava pane per i suoi dentisull'ultima severa difficoltà dellagiornata: cercò di dare hi botta aCamusso, ma l'italiano rispose a to-no anzi contrattaccò, ma non potèl'U. /UH/ Wi' Hill l/H/U/ II* OKU1 tlllllf Ut."dsiva, e se ne andò solo, demolendoh'ultima resistenza di Camusso. Allaftlle si rìfecc sotto Cazzulani, chetòeeò la vetta a cinquanta metri ilaDemuysère; Camusso era Gmqiia- Mara e Verwaecke. Sembrava impossibile che Demniisère potesse mantenere si»o alh'idtimo i pochi passi che aveva quadaqnato in salita, e invece fu proPr;0 cosi. Cazzulani, per quantostringesse i denti, ride allontanarsdavanti la muglia biatico-bleu. ine-a centometri;viù indietro, nell'ordine, ite-manata. Canazza. Cassin. Rogora,sistibilmente, progressivam ..lite. Lacorsa era decisa.'Demuysère, senza mollare credendo, e istante, rompi gli ultimise indisturbato, tagliando il Ira-guardo fra i cordiali se non calorosapplausi della folla che pareva qua-si non voler credere ai pro.iiri occhnel dover salutare, dopo vent'anniuno straniero vincitore della suat.orsa. Isolati giunsero Cazzulani musso, poi un gruppetto di sul culaie ebbe ragione Cuna:, gitilo da Graglia, poi altri i isolati ni ell di c Casetteza, secinque tlto qruppo in cui Di Paco si lasciò .«/io-iDsare all'ultimo momento da Alien- fburqer. Quasi inosservato giunse]^z>u.'!i,. „„7 <„;j j„/ „..„ „_,.i„„ «1 abinda nel folto del suo gruppo e-SGuerra preferì non (arsi neppure vc-pAere da quel pubblico che lo aureo-; bc con tanto calore salutato trionfa-', st.orc. Ai piedi di Capo Berta preferìiscambiar-c le due ruote con ciuattro e \ lscomparve dalla scena. | m. ' nPosizioni da Conquistare ; pAll'arrivo erano presenti il gen. \ nVaecaro. che aveva sequìto tutta /aIs Offra, il comm. Marni che attende-1,™va, il comm. Bo.v.si che era stato Pc.ompuqno di gita da Ovada a San ™Remo/I gerarchi non potevano es- lsere e non erano lieti del. risultato zdella giornata. belio sport bisogna &semprc essere pronti alle delusioni se saper perdere; ma perdere in que-, sto modo non è bello, perche si ha la sicurezza che si sarebbe potuto vincerc sol se si fosse da tutti /er-'inamente voluto; perchè si ^ 7a ; sensazione che nel conmmmentomt..tt- i^Ai~,ì^ lnon tutti hanno fatto intera dedino-Kne di se. A sottilizzare m analisi e\ in critica tecnica, si potrà dire che. Binda non è parso mai padrone di sè, che Martano ha avuto sfortuna,, come Olmo; che Bovet era legger-: mente indisposto, che altri Mommi non erano ancora in forma o lo era-\ '.no troppo, che si. sono commessi er- '!f'*° „n-tn„„-,a1p rhe si deve trarre ,S'°"«„*Xa^}f crfte 1 - ,^-.—^ oor'M-dori difettano del-\\Vn^.l^ii lWÌ rn„,ìlflHe„tp T.ti. riam. p [roridi tattica. Ma tutto ciò non mi ^ Jfarebbe perdere ai vista la conclu-1sione sostanziale che si deve trarre da questa corsa, e che è questa: iroppi nostri corridori difettano del- l'anima del combattente. La qara è stete dura, lo r.o; ma fra ì corridori \fle ho vi*to ]9Hure cM cu°re in 'lu mi. pare di " pare (ti averne riconosciuti ;\oen pochi dei nostri dal nome fama- Ì E vorrc[ essere in cio d'accordo] \0- miei coneqhi, perchè finché i;, f ■ f/ Peranno chi li scusa t. ? n.,gP roro debolezze j^ o & L. eaoistici> non potremo sperare di- amhiar fucom ui nostro sport, che da /empo r[ dà seri dispiaceri e non risponde all'atmosfera in cui •ui-" ,.;a~0 Perchè non dovrebbe essere \di tutti u saìdezza e il coraggio di-\„ Cazzulani, oggi confermatosi^'atleta più solido di quello che fino-, m conoscevamo; di un Orecchia, d* [cui n0 già parlato: l'impegno di un,[Camusso, che credo debba ancoraiUnìgiiorare, di un Canazza e di un -ÌGraglia, iìbrio e la sicurezza di «nje\poira darci egualmente la ■provao\che queste speranze non sono m/o»- -ìdate. E poi dovremo guardare più- in là, perchè, dimenticato prestoiCassin, che si è rivelato corridore -\di buon avvenire? La trasformazio--,ne spirituale dei nostri corridori,-iche è in marcia, non deve arrestar- i si, e deve allargarsi anche agli ana\ziani, a coloro che hanno già gloria a,e quattrini -\ Fra una settimana ci ritroveremoè'a Napoli: sarà lotta in famiglia, ma " .ni' C*-' V"»v| ^ . ........ ... (- o'.questo non lieto episodio di casa no-aìstra, dobbiamo assolutamente Tie conquistare le posizioni temporaneaarmente perdute in campo internazio o naie: il ciclismo italiano non può e - non deve retrocedere: /e sue mete ,'sono segnate sempre più avanti e più in alto GIL'SEPPE AMBR0S1NF. Demuysère non deve impegnarsi sul traguardo Remo: Cazzulani arriverà minuti dopo. Demuysère dopo la vittoriosa fatica, CAZZULANI