Il nuovo idolo

Il nuovo idolo Il nuovo idolo L'idolo dell'America, dall'anno in cui ebbe inizio la deprcssion, s'era chiamato Garbo e Dietrich. Tutti sanno che questa depressione fu morale, prima ancora che economica, e che la circonfuse un pallido, scon solato irradiamento di proibizioni, di vagheggiamenti, di nostalgie. L'idolo •le corrispose alla perfezione nella sua spiritalità malata, nella sua mistica insufficienza, nella sua espressione cupa, assente, notturna, isterilita. Garbo! Dietrich! Era l'Immagine .che ci voleva per dei tempi d'ane mia; l'altare designato del regime secco; l'essere unicamente adorabile da una società che viveva, ormai, di sogno e di rimpianto. Sogni palpitavano negli spasimanti cigli di Greta; naufragavano rimpianti nelle rabbiose pupille di Marlene. Per sei, sette, otto anni l'anima americana si specchiò in quegli occhi senza speranza. Ma la magra era troppa; troppa la mestizia. E a un certo punto fu creduto di propiziare il benessere, concedendo il vino. 11 vino, la birra e Mae West furono i tre avventi augurali dell'anno 1933. Regime umido, e Venere pasciuta! L'apparizione di Lady Lou fu il corollario inevitabile dell'apparizione delle botti. Tornando ai bicchieri colmi e alle colme donne, la società d'oltre oceano immaginò di rifarsi plenaria e colorita del pari. Benvenuti, allora, il liquore e le carni color di rosa. Nel tripudio orgiastico seguito alle concesse bevande si cercarono i numi adatti : Bacco, Sileno, le Menadi inghirlandate di fronda. Senonchè, nella prima picture celebrante il ritorno delle libazioni, non erano apparsecene le due faccie, diversamenle sconsolate, di Jimmy Durante e di Buster Kealon. In qualità di Sileno, si pensò che Keaton non fosse vispo abbastanza : e si cercò allora, nell'anelo di un'allegoria più festosa, la Baccante. Costei fu appunto Mae West, floridissima femmina, reduce da un trionfo in Broadway e da una detenzione per oltraggio al pudore. Quarant'anni. Ottanta chili. E diamanti per tutto il corpo. E piume sopra la testa: tante, tantissime piume in luogo della ghirlanda antica, come già ne portarono la Nana zoliana e i selvaggi Sioux. Avrebbe dovuto essere, la sopraggiunta, l'immagine di tutti i beni perduti : l'abbondanza, la franchezza, la letizia, la prosperità. La salute d'un tempo avrebbe dovuto riassumersi in questa femmina, che anche per la sua età era una testimonianza del passato, e nelle forme opulente, come nelle foggie fastose, smentiva a prima vista la deprcssìon stramaledetta. Malauguratamente, fausta non fu che l'apparenza. Conosciuta Lady Lou, la sapemmo creatura di vizio e di preda, di frode e d'assassinio. Un popolo ancora troppo torbo, una volta ancora, ineluttabilmente, s'era creato un idolo anomalo. Perchè non sono gli dei che ci creano a somiglianza loro; ma noi che li esprimiamo a somiglianza nostra. Il nuovo idolo americano era l'idolo degli anni in cui, revocata la proibizione, i ricatti e i linciaggi continuavano. Costei non era la salute. Era soltanto la baldoria. Da Greta Garbo a Mae West, dal regime asciutto al vinoso, l'allegoria non mutò cuore mutando volto. Da una fumosa chimera, si passò a una triviale carnalità; da un inganno mistico, si trascorse a una realtà oscena; dalla proibizione, si precipitò nella sbornia. gChi è, in arte, Mae West? Quarantanni. Ottanta chili. L'abbiamo conosciuta nel film di Lady Lou. La rivedremo presto in un altro : Io non sono un angelo. Qua come là, e come altrove, ella finge una prostituta. Nari in palpito, labbra incendiate, occhi offensivi ; e la man sull'anca, da cui il mignolo balena. E' venale. E' proterva. Può essere ladra, falsaria, omicida. Ha soltanto un suo fosco orgoglio, che le dà amarezza nel cinismo e coraggio nella sventura. Appare senza pietà ; ma soprattutto è senza gioia: e quest'ombra di scontento, di cruccio, questo sdegno di sè e d'altrui, questa croce ch'ella porta, insieme all'inutile pompa delle penne e dei diamanti, spiegata quasi a sfida del mondo che la svergogna, le conferisce umanità, quasi valendole simpatia. Allora che le porte del carcere si spalancano per inghiottirla, forse per sempre, ella non ha un palpito nè un pallore: e una tale risolutezza fa pensare ch'ella attendesse una tale espiazione; e che ora la sua anima ne sia paga; e che insomma anche quando era libera, malgrado i brillanti e le piume, ella vivesse come in galera. Dal momento in cui, nello schermo, Lady Lou fa la sua comparsa — l'annunzia, per la strada infangata in cui passa, un suono d'organetto, pomposo e sfacciato come lei — sino al tetro epilogo, il suo volto è lo stesso, immodificabile ed imperterrito: ma è una maschera unica che riassume tutto un destino. Ella ha già vissuto il suo dramma prima di presentarsi a noi. Noi non ne conosceremo che la conclusione. Ella sa la sua infamia. Se ne vanta per una disperata fierezza : ma ne ha orrore pure in se medesima, e guarda al poliziotto ch'ella crede un pastore, un salvatore d'anime, con una voglia d'amore che forse è desiderio d» purità. Fra i tanti uomini che la bramano e la contendono ella non modifica, passando dall'uno all'altro, l'espressione di quegli occhi nauseati e di quelle nari schizzinose. Oh : ella conosce la storia d'ogni amplesso, ormai. Un brivido che passa ; un disprezzo che resta. Ed ella vuol essere tutta scellerata; trionfare, almeno, nell'ignominia da cui non potrebbe liberarsi. E trionfale ella è tutta: nelle carni opime, nei parali vistosi, nello strascico frusciarne, nell'ampia veste laminata che l'inguaina e la lustra, negli appetiti che confessa, nei disprez- zi che esprime, negli ardimenti che dimostra. Dorme la cortigiana entro un velo di pizzo; e il letto, sormonato da una testa cignea, ha la forma della navicella di Lohengrin : la grassa oca vuol riposare nelle piume del cigno; la donna di tutti s'immagina mandata dal Santo Graal. Adorna dalla testa ai piedi come un feiccio, carica d'anelli, di bracciali, di collane, di fibule fulgenti, i suoi polsi vogliono sentire il peso dell'oro — ma poi sapranno anche sostenere, con la slessa superbia, quello delle manette! — le sue dita, il freddo delle gemme. Sì grande è in lei il gusto delle pietre preziose, gelide come ormai si sente gelido il cuore, che con la sua triviale ironia può chiamare Perla financo la serva negra. La sua veste è di seta, di raso la sua pelle, infinita la sua cupidigia, miserrimo il suo destino. E' la meretrice fin-di-secolo che ritorna; la femmina curvilinea di foggie e di membra; Sapho; Nana; là grossa trottola di piacere roteante nei turbini circolari del valzer; la peccatrice che poteva ancora, per espiazione, finire in carcere o all'ospedale. Non è tutta ignobile. Il birro che s'è finto prete per aver ragione dei- l'anima sua, e quindi della sua libertà, è certo più immondo di lei. Ma è tragica. Cosi tragica, che, guardata una volta, non si può che ricordare: lungamente, incancellabilmente, come un vero incubo che debba aver pesato, venti e trentanni or sono, sulla sorte dei padri. * * * Chi è Mae West, nella vita? Trascrivo dalle cronache ch'ella lascia pubblicare. E' la figlia d'un boxeur, nata in fondo ai ponti di Broocklyn, cresciuta nella polvere di carbone e nei sentori fradici dei docks. Debuttò, giovinetta, sollevando pesi; passò alle danze, alle scene; e un giorno, slacciato oltre misura il corpetto in una commedia che si chiamava Sex, fu imprigionata per oltraggio al pudore. Poi scrisse canzoni, le cantò; scrisse drammi, li recitò: e fu celebre e ricca; ma non si ricorda ch'ella abbia mai inventato, o rappresentato, altro personaggio all'infuori della grassa etera lin-di-sccolo, che per altro ella plasma con un'arte insuperata, con un'evidenza meravigliosa. Questa unicità del suo tipo è certo il motivo della sua perfezione. Tutta America l'onora. Mary Pickford la riceve ai suoi tè, e gli istituti d'infanzia abbandonata fondano lettini nel nome suo. Invitala da uno di questi consorzi benefici a esprimere un pensiero, ella avrebbe scritto che « una donna deve tutto perdere e niente dare » ; dimenticandosi, cioè, che in quel momento ella era Mac West e non Lady Lou ; ch'era la signora pieosa, non la femmina spietata: tano ella è trasfusa, ormai, nel suo personaggio, e tanto la maschera le preme sul volto! Ma tutta la Repubblica l'onora, donna od attrice, signora o cortigiana, donatrice di denaro o del corpo suo proprio; l'onora — è naudito! — senza quasi distinguere 'una dall'altra. Nelle cronache senza pudore, nei rumors che tutto sveano di quel che si rappresenta o si vive, i due nomi sono identificati; e quasi si direbbe che Lady Lou non faccia torto a Mae West, mostrando nelle fotografie sia della realtà che della scena la stessa mano sull'anca, a stessa fronte indiamantata, lo stesso seno ricolmo, lo stesso riso spregiatore. C'è in quell'adorazione qualche cosa che supera il fatto artistico : e appunto ne abbiamo accennato la ragione. In quella carnale abbondanza l'America ha creduto di vedere un simbolo. È un augurio. Ha visto Cerere e Pomona. Non era che Nana risorta; non era che Lady Lou. Non sempre il larpo grembo è il grembo della fecondità. Nè l'America è ancora uscita dai mali della magrezza, come non è ancora uscita da quelli della proibizione. Magrezza viziosa o viziosa opulenza, fa lo stesso. Questa carne che si prodiga è ancora carne di peccato, come quél vino che si beve è ancora vino di contrabbando. I vecchi idoli perversi non hanno fatto che gonfiare di volume. Ora mostrano la grossa epa del beone, il pingue seno della baccante : ma le proporzioni sono le stesse, identico è il significato. I rapimenti di fanciulle e gli assalti alle banche continuano nella repubblica non più asciutta, anche con la bottiglia in tavola e con Mae West sullo schermo. E il nuovo idolo, malgrado il suo valore artistico, e il suo richiamo nostalgico a un miglior tempo che fu, non avrà migliorato niente e nessuno : povera gloria futile di gemme e di piume, che comincia con una sonata dell'organetto, e finisce con un verbale della Questura. MARCO RAMPERTI

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