Uns pilots e ventitre anni di volo

Uns pilots e ventitre anni di volo Uns pilots e ventitre anni di volo Da! primo monoplano di Blcriot agli attuali velocissimi t caccia italiani - « Record » ed imprese memorabili Un compito delicato: il primo volo dei nuovi apparecchi Francesi o Brach Papa, medagliad oro di lunga navigazióne: vola dal 1911. Ventitré «inni, dalla giovinezzampetuosa dei ventanni alla matura e-sperieiiza dell'uomo, attraverso un bus-seguìrsl di difficoltà, di ardimenti, di mprese memorabili. Pensò di volare a quindici anni, nellaela in cui nessuna impresa pare abba- stanza eroica, quando si vorrebbero vi-vere tutte lo avventure. Si era nel 1906.P giovane Brach, che viveva a quel tem- po con la famiglia a Lione, si estasiavadavanti alle illustrazioni dei giornaliche riproducevano le prlni' favolose av- venturo dei fratelli Wright, gli oscuri IN«> modesti fabbricanti di biciclette del- cla Carolina del Nord, di Santos Du- : fmor.t. il giovane brasiliano emigrato din Francia spintovi dalla passione del pvolo, dei Farman. dei Blériot... ;oSognava ad occhi aperti e ammiran-; vdoli invidiava quel pionieri. Poi voUejnimitarli applicando un paio di ali ad duna comune bicicletta. I risultati furo- Uno riuttosto magri: grandi sudate nel- Kle Imitili corse fatte... a terra con la bicicletta volante e qualche scappellot-1yio paterno. cVti brevetto a Versailles nL'idea del volo ossessionava però U giovane, aumentando col passare degli I anni. Il suo entusiasmo, la sua febbre S^,c*° SIS^^^'PHigUo del 1909, improvvisa corse per li,^mondo la notizia che Bleriot aveva at- msogno lungamente accarezzato, si mu-| t ava in realtà. A 19 anni, nella stessa I Lione e con lo stesso tipo di apparec- ehio - il Blériot che aveva vinto la fManica - Brach Papa apprendeva i r* 1 * i olcprimi segreti del volo. Tutti possono | ^immaginare che cos'era una scuola di aviazione nel 1911: pochissimi gli apparecchi e sempre in riparazione. Le <-apitele erano numerose. Il nostro giovane mal sopportava le lunghe soste inattive e da Lione decideva dl trasporU:rJ*firitende a Versailles, alla scuola <ii Farman. Qui prendeva il brevetto di pilota nel 1912 e poteva finalmente avvicinare gli uomini tanto invidiati nei primi sogni giovanili. In Italia Brach Papa venne sul flnlTe del 1912, incorporato nelle prime squadriglie militari « Farman » che volavano al campo dl S. Maurizio, in allenamento per la guerra libica. Sopragiriunlo l'armistizio, gli alleuamenLi con•inuarono e nel 1913 Brach riceveva l'incarico di Uaddestrare i piloti per i!pnmi voli in pattuglia. Si pensava già,.flintanto al crecords> e nello stesso 1918 l'niln'-a piovane nlIntR riusciva, con unino più di 10 minuti (oggi bastano 4 minuti) ed il massimo della velocità che si poteva raggiungere era di 70 Km. all'ora. I piloti facevano le gare con i treni è si potevano chiamar fortunati ] •nielli che gareggiavano con gli omni-]l'US. I diretti, infatti, il più delle vol-|'e si lasciavano dietro i pachidermici Farman Al principio del conflitto mondiale, sul finire del lll.ll, Bradi Papa, che era passato a Mirafiori al comando di una pattuglia staccata di « Farman 14 », veniva mandato istruttore alla MalpenBa. Più di 100 furono i piloti che egli, istruì, e tra questi Locateli! e 'ÓtK&\approntiti pe Ja città. Era un po' il « mago» allora, il pilota che la sapeva più lunga e veniva chiamato un po' ovunque, dove ci fosse qualcosa di nuovo da provare, qual■ osa da istituire. Lo troviamo infatti /■è tardi, a Torino, alla sezione tecni dell'Aviazione militare per la messa punto di numerosi tipi di apparecch iitari, poi aita-> Fiat » che aveva inizia-to a quei tempi la costruzione dei « Far-man». Il bombardamento di Pola Xel 3917 andava al fronte con gli■ S. P. >■ e poi con gli apparecchi da bombardamento diurno, i .-. 8 B. .v. Con imo cii questi apparecchi, nel luglio del iPIS, partecipava al bombardamento urno di Pola^ recando a bordo, quale isservatore mitragliere, Gabriele D'An-nunzio. L'apparecchio di Brach (il bom- bardamento era stato effettuato da unasquadriglia di sei « 0 B. ») lasciò cadere bile fortificazioni nemiche otto bombe, -uscendo facilmente a sfuggire ai caccia » nemici che non potevano rag- giungere i nostri .bombardamento-, ve-.' scissimi pei quel tempi. Muniti del fa-uioso motoa- . Fiat A. 14 » di 600 HP. i 9 B. • riuscivano infatti -ma velocità di circa 200 r.«.. «r..r.-ier.tre ì < caccia -. facevano dai 180 al180 Km. Km-ita la guerra, Pnfti „ ,mi.„ „hjnn t- 7-00 Kl"- .aJ'° ;ancora militare,Brach ritornava alla Fiat, iniziando unaIntensa attività. Batteva numerosi < re--e compiva interessanti < raids ».Basta sfogliare la lunga lista per ren-iersene conto. Oltre i « records » nazioni battuti in ; -.cedenza, troviamo tori ili nel 1910 il • record» uondia.'? di velocita con passeggero a 270 Km. al j passeggeri a 7250 metri; il « record .Tonni.-.-toma in 2 ore e 15 minuti, ed iprime < Laid P.onia-Parigl senza scalo. ora • ttenuto con un « Fiat B. R. > dJ00 li',' c sempre nello «tesso anno i- record : mondale di altezza con tre j di Km., con la traversata del Mon | te Bianco, tutti voli effettuati con 11 i i B. R, » di 700 HP. I voli continuano con intensa attività negli anni succes givi. Nel 1R20 batte il « record» di ve locità fra Parigi e Londra durante Hi Uraid» Parigi-Londra-Bruxellos-Am-j 'sterdam, poi a 260 Km. all'ora il «rc-i csvd j cord » mondiale di velocita con quattro j passeggeri con apparecchio transatlan- ! ajtico Fiat di 700 HP. Nel 1921, durante) i la Coppa « Deutsch de la Meurthe * 'cIbatte il « record » del mondo di velocitai K|«ul 100 Km. a 300 Km. di media ora-1 Ì|Al ria, con un apparecchio Fiat * R. 700 » rNel 1922, al meeting di Nizza, vince la gara di velocità contro IV; asso >, francese Sadi Lecointe col «Fiat B. R.»jwdi 700 HP., poi, nello stesso anno, com- !0pie il « raid> Torino-Strasburgo in duei'ore conia traversata del Monte Bianco, : f vince al meeting internazionale di Bpi-\tnal, il «Circuito del Vosgi» e la gara Itedl velocità Epinal-Strasburgo, e batte\rU«reCord» mondiale di velocità a W JKm. all'ora col « Fiat R. 700 ». -NoUamo Mcora ncgU anm successi-!8yt a rald attraverso l'Italia e la Fran-'Cc|a compiuto con la squadriglia del-' V ass<.' • trancerò, capitano Mndon, una qnuova vittoria nella « Coppa Baracca», s dellc Capitali» con una pat- c tu«uf %l apparecchi «Fiat B. R.» assie-, S^jgS Se!, iS^pSl P Torino ed ancora la partecipazioneI^ crociera m 12 apparecchi al co- mando di S. E. Balbo sul percorso: Ro- i Q li « B. R. » dì pasta frolla \ , Brach non P*rla molto- ° almeno per farl° Parlare bisogna saperlo... porta re su un argomento che gli sUa molto a miniiA A llnwi lnntamaiifn «ri fi don IM Q un argomento cne gii sua mono a i cuore. Allora lentamente si... riscalda 1 ^ i|BÌtelldagI| appaTeccbi che por- ta in volo e racconta, intercalando le \sue parole, con brevi ma acute risate. | Un giorno alla palazzina del campo-1 volo dell' « Aeronautica d'Italia », dove I attualmente Brach copre il delicato ruo-|lo di capo-pilota, descriveva la sua ga- contro kasso» francese Sadi Le- ;ra cointe. « Il francese — diceva Brach — si iera presentato con uno speciale appa- j recchio da corsa, il « Nieuport », e tan-1 to l'apparecchio quanto il pilota erano \ considerati ì più veloci del mondo. Ioi"Il ho dato la polvere con un «Fiat i BP idi 700 hp e non vi so dire ouan- 'ito auesta vit-1to scalpore abbia provocato questa vit tona del tutto inattesa, negli ambienti,aviatori francesi. Ma il bello venne al- 1* scra- al banchetto. Un cuoco Italia-jfl^J^S trolì che'ripraduce^a ì S?f «Srlvielia lì?«*B R » ed un altro ~., r. ° .. . 'morosa risata del pilota che n-lv,,a col ricordo il grande trionfo quel giorno. Un'altra Volta si parlava coti Brachdei tecnici di aviazione: progettisti e ] costruttori, e lui spiegava come nei pri-]mi tempi non vi fosse comunione tra |questi ed i piloti. Venne dopo, più tar-di, durante e dopo la guerra, t Ho co- nosciuto molti tecnici a quel tempo diceva — specialmente dell'aviazione militare. , \^*5i!!Ì^ alla direzioneVI era l'ing. S.V.A. il meraviglioso insuperato ap parecchio dell'epoca della guerra. Poi l'ing. Nardi che quantunque semplice tenente aveva un compito molto dell-calo: li montaggio ed il collaudo degli : volo sui «caccia» che rappresentava-|no a quel tempo il « non plus ultra » della perfezione aviatoria. Ed ancoral'ing. Rc^atelli che era pure lui alla di-:rczione f^^S^J^Shi^^Sipiù geniali e brillanti progettisti non ;solo d'Italia. I suoi apparecchi batterò- ino numerosissimi « records >. Quel giorno Brach era in vena, e ne ì avevo approfittato per avere qualche jsua impressione. Ho voluto sapere ad ! esempio cosa prova il pilota che si ac-| cinge a volare su un apparecchio che non è mai ancora andato in aria. Vi è :mi P0' di patema d'animo — mi ha ri sposto il pilota con una piccola smor ;fia della bocca che gli e abituale — ei ««g*«■*«g^^^ « » «e » co""]™ _lunSte rul--,"0; Ma de,.r.°*to \ -n, de"H" - 'a e e c0.n ,Jcl d«wlu !c«e.n^ lede STUJ ' se n « centraggio . • — e l'aviazione di domani che cosal|„„_» -, h frase finiva con una piccola scrollata7]di testa. ;i — E ''aviazione di domani che cosalle ponolarizzar-Jea Tm2 jea avremo ior-'sarà? Oltre all'inevitabile , I Sj dell'aviazione turisti a; se l'aviazione stratosferica per le co-- jmunlcazionl trai continenti. Nelle ve-.| locità attuali, che chiameremo a terra-jvi è indubbiamente un limite che po-i trebbe essere i 1000 Km. stabiliti daBK-riot per la sua Coppa... Ma, ripeto| vi è il domani con la stratosfera... Un rombo di motore rabbioso e prò- im„„„ /—a „„ m,mm «nn-irprrhin rin . sempre. Cè un nuovo apparecchio doil collaudare... „,„c.r,„„^ ^rt„„,, o' QIL'SEPPE T0INELL1 di lungato ed una voce che chiama il pi-l Iota Brach si infila il paracadute, me saluta e se ne va, flemmatico come Il 4 Farman 12 » velocita 69 km. all'ora col quale Brach Papa stabiliva il primo record nazione le d'altezza nel 1913 (3050 metri)