La ripercussione della parola del Duce nel mondo

La ripercussione della parola del Duce nel mondo La ripercussione della parola del Duce nel mondo nevi e consensi della stami» internazionole alle reolisOcne direttive della polca fascista Verità dure La firma degli accordi fra l'Italia, l'Austria e l'Ungheria, il vigoroso discorso del Duce nell'Assemblea Quinquennale hanno posto l'azione italiana al centro della politica internazionale. L'eco di tali avvenimenti è vastissima; in ogni Paese s'incrociano i commenti e le impressioni più diverse. Non c'è da maravigliarsi di ciò; anzi se mai bisognerebbe stupirsi del fenomeno contrario: quando si fa una politica di grande Potenza, si seguono delle direttive autonome che possono coincidere parzialmente con le vedute di questo o quello Stato, ma. che debbono necessariaménte possedere una propria individualità. Cogli accordi danubiani abbiamo dato inizio pratico ad un ampio piano di collaborazione medio-orientale ed europea che fatalmente suscita delle apprensioni e delle gelosie, perchè si urtano tutti i preconcetti che finora hanno impedito lo sviluppo di una solidarietà pacifica e feconda. Il Duce parlando secondo lo stile fascista contrario a qualsiasi velo retorico e sempre pronto a mettere i punti sugli i, ha toccato qualche falsa suscettibilità rendendo a ciascuno quel che si merita. E' questa un'opera necessaria di chiarificazione, anche se il proclamare delle verità dure possa riuscire poco gradito; ma da dodici anni le affermazioni mussoliniane non si sono sempre dimostrate alla luce dei fatti successivi, delle formidabili anticipazioni storiche? Dalle riparazioni ai debiti di guerra, al problema degli armamenti, e così in infinite altre questioni laterali, l'Italia ha preceduto sempre; così avverrà certamente anche per l'ordine di problemi attualmente agifati. E si finirà per riconoscere che se non si vuol sommergere il bacino danubiano e l'Europa nel caos, si dovrà entrare nelle direttive di marcia proposte da Roma; • Realismo mussoliniano Londra, 19 notte. Si apre una settimana nella quale il Governo dovrà, lo voglia o no, definire la prooria posizione di fronte agli eventi diplomatici del continente con una chiarezza che, sembra deliberatamente, ha sino ad ora tenuto lontana dalle sue decisioni'. E ciò perchè sono state prese posizioni decise e fors'anche decisive nei riguardi del problema del disarmo dall'Italia, dalla Francia e dalla Germania. La prima mediante le chiaroveggenti dichiarazioni di Mussolini; la seconda, mediante la Nota di replica al * memorandum » britannico ; la terza mediante la Nota di risposta al documento francese del 14 febbraio scorso. Il monito di Roma Gli aspetti del problema del disarmo sono ormai definiti e certe posizioni sono state prese dalla Francia e dalla Germania le quali dimostrano l'assoluta inesistenza di una volontà di giungere ad un accomodamento. Da Roma poi giunge l'avvertimento solenne che queste trattative diplomatiche in luogo di preparare una ripresa delle discussioni ginevrine hanno preparato la bara ove sarà messo a giacere il cadavere della Lega. Certamente Londra farà un ultimo sforzo per raddolcire i sentimenti francesi e per indurre Hitler a non chiedere troppo se non altro in un primo tempo. Non è davvero diffìcile prevedere che queste fatiche lodevoli come quelle che le hanno precedute rimarranno senza effetto. « La Conferenza del disarmo è fallita nel suo obbiettivo generale e principale, ha dichiarato Mussolini, il supremo realista fra tutti gli Stati d'Europa. Mentre dalle futili peregrinazioni di Ministri e delle discussioni erano in lento cammino — afferma il Daily Mail — Egli ha iniziato e condotto a termine l'accordo danubiano le cui implicazioni politiche hanno cambiato interamente l'aspetto dell'Europa meridionale. Alla stregua del Patto tedesco-polacco, negoziato da Hitler nel mese di febbraio scorso, questa nuova importante convenzione è un fatto compiuto. E' tempo che anche questo Paese comprenda che il sogno disarmistico è svanito, cosa che era ovvia da molti mesi in qua. Per assicurare la pace non esistono quindi ormai che due passi da compiere, l'uno è la conclusione di una alleanza difensiva anglo-francese, l'altro è la creazione di una potente milizia aerea britannica per rendere effettiva tale alleanza ».. Evento capitale Lo 3t.esso giornale, nella sua edizione vespertina, torna sull'argomento, dichiarando anzitutto che la firma dei protocolli a Roma rappresenta un evento d'importanza capitale nell'Eurona del dopoguerra. « Il nuovo Patto significa semplicemente che i realisti, i quali conducono gli affari dell'Europa centrale, considerano il disarmo come un bel sogno e la Lega delle. Nazioni quale la suprema fornitrice di pericolosi stupefacenti ai fumatori di sentimenti ■». L'opinione pubblica inglese, così come essa si esprime nei commenti editoriali dei giornali londinesi, è senza eccezioni favorevole alla sistemazione del problema austriaco e di quello ungherese, alla quale i Capi dei Governi d'Italia, d'Austria e di Ungheria sono giunti a Roma. Vi è qualche leggerissimo dissenso nel giudicare le remote implicazioni politiche del Patto e lo si riscontra, strano a dirsi, nel Daily Télegraph, mentre un altro giornale che spesso ha frainteso la politica estera italiana, il Timesl si dimostra oggi ammirato dinanzi ai risultati della diplomazia mussoliniana. L'opinione del Times può considerarsi senz'altro la opinione delle sfere responsabili. Infatti, certi atteggiamenti polemici assunti ultimamente da Berlino sul tema del disarmo e sul terreno della espansione germanica in Europa, hanno determinato in questi circoli inquietudini e anche allarmi con la conseguenza, che Berlino avrebbe potuto facilmente presagire, di per¬ mettere al Governo inglese di con-templare con occhi favorevoli qual-siasi sistemazione del problema au-striaco ideato da Roma, e con occhi sospettosi il più semplice suggerì- mene di sistemazione emanante da Berlino. Ad agevolare poi questa comprensione inglese dell'attività diplomatica di Mussolini nei riguardi del problema danubiano, vi è il fatto estremamente importante posto in rilie-vo oggi stesso dal Times decidenti-tà della situazione geografica del l'Inghilterra e dell'Italia. Italia e InghElterra Il giornale dice che nei confronti della stabilità dell'Europa centrale come sotto tanti altri aspetti, la po-litica italiana corre parallelamente a quella britannica. v L'analoga posizione geografica dell'Inghilterra e dell'Italia, l'una e l'altra appartenenti all'Europa, ma da questa separate la prima da un braccio di mare e la seconda dalla massiccia barriera delle Alpi — dice il Times — rende i due Paesi staccati dagli affari europei e nel contemrjo ad essi interessati partecipanti. Ambedue i Paesi sono ansiosi di appoggiare il Governo del dott. Dollfuss nella sua coraggiosa resistenza a qualsiasi interferenza del nord e di iniziare una fresca vita economica nell'Europa centrale. Siccome l'Italia si trova molto più vicina all'Austria e maggiormente interessata materialmente alla prosperità di quest'ultima, essa si trova in una migliore posizione per adottare misure pratiche di aiuto: nel contempo però la sua azione più di quella inglese si presta ad essere fraintesa ». Il Times però aggiunge come la firma dei protocolli di Roma è la prova evidente di quanto false siano certe accuse rivolte all'Italia di volersi assicurare una posizione egemonica in Austria. La politica di Roma non è diretta contro una Nazione qualsiasi e d'altronde ciò risulta dal fatto che la politica del Governo italiano quale è definita dai protocolli romani, è « fortemente pro-austriaca — afferma il Times — ma allo stesso tempo conciliativa verso la Germania ». I collaboratori diplomatici di questi giornali pongono in risalto, dal canto loro, il fatto della rigorosa continuità della politica estera italiana e la dimostrano ricordando come gli accordi di Roma siano la con¬ ,. , ..seguenza diretta e 1 attuazione degliaccordi di Stresa. Non si conosce qui in questo momento l'opinione ufficia- le del Governo sui protocolli roma-ni e una interpellanza in Parlamento fatta da un deputato desideroso diannrenderp ciò che di tali nrntnrnìl apprendere ciò die di tali protocollipensa il Governo, ha ottenuto unarisposta negativa, nel senso che il Gabinetto non ha ricevuto una co- municazione ufficiale dei documenti e quindi non ritiene ancora corretto emettere un giudizio. Tergerli o™v,foT,f; tr„i?j-j„i 4„„i„„; „„ Negli ambienti politici inglesi, pe- ro, ciò che ha destato forte sensazio-ne e il discorso del Duce, ampiamen- te riprodotto da tutti i giornali e spe- eie quella parte di esso ove Egli ha definito l'opinione sua e dell'intera Italia fascista nei riguardi del leghi-smo, e quella in cui ha accennato con la consueta assenza di frasi fatte e di demagogici riguardi per chicches- sia, quella che deve essere la politi- politi ca coloniale italiana. Il collaboratore diplomatico del Daily Télegraph si mostra un '.antino sgomento di fronte a tale esattezza di idee. A giudicare però da una corrispondenza romana della Morning Post, dedicata per intero alla nuova « idea imperiale » dell'Italia, si deve concludere che la presa di posizione del Duce sortirà l'effetto di imporre al mondo esami di coscienza che finora ha considerato inutili o pericolosi. Le nuove vie del Fascismo Il corrispondente romano della Morning Post riconosce che la politica coloniale dell'Italia si avvia su un terreno nuovo nel senso che se i prò- blemi di politica rimangono immuta- ti, la capacità di risolverli * è passa- ta dalla teoria politica alla realtà di-plomatica ». L'Italia, in altre parò- le, ha una ^orza militare che le per mette oggi di giustificare la propria politica estera e ha la forza militare che le occorre nell'Africa settentrionale, e ciò — riconosce lo scrittore — è appunto il fattore che contraddistingue la nuova dalla vecchia epoca coloniale italiana. Il collaboratore diplomatico del Daily Télegraph asserisce stasera che negli ambienti politici britannici si è in grado di contemplare il discorso di Mussolini con una serenità alla quale non possono aspirare la Francia, la Germania e la Piccola Intesa. In questi circoli responsabili, dice lo scrittore, si scorge nel discorso del Duce una prova eloquente del fatto che l'Italia persegue una -.politica puramente indipendente e -j italiana, una politica che non in-[ tende avanzare nel solco traci ciato da altre Potenze. Anche - ! per questo « essa può approva¬ a -ì -! disarmo * re la richiesta tedesca di riarmamen to, resistendo strenuamente al controllo tedesco dell'Austria e per questo può trovarsi d'accordo con la Francia nei riguardi del problema austriaco, uur essendo in opposizione alla sorella latina nei riguardi del i Circa poi la dichiarazione fatta dal Duce in appoggio alla richiesta revisionistica dell'Ungheria, lo scrittore del Daily Télegraph sostiene che tale appoggio potrà irritare la Piccola Intesa, ma non costituisce un fatto -ì nuovo nella politica fascista. Il Duce e i — ri l l e i e e a o a o a l a ¬ ila probabilmente ritenuto oppor tuno definire un'altra volta la sua posizione in questa occasione — dice l'informatore diplomatico del Daily Télegraph, allò scopo di ostacolare l'influenza economica che la Germania si è ultimamente acquistata in Ungheria ». R. P. Due atteggiamenti in Germania Berlino, 19 notte. I giornali tedeschi commentano questa sera tutti insieme i due grandi avvenimenti italiani che li interessano da vicino, e ohe per la vacanza domenicale non avevano ancora potuto commentare, cioè la conclusione delle conversazioni romane a tre, e il discorso di Mussolini, quest'ultimo — del quale recano ancora ampi riassunti — sopra tutto per quanto riguarda l'energica affermazione fatta del diritto della Germania alla parità; e si I può facilmente immaginare come alquanto diverso sia l'atteggiamento di essi di fronte all'uno e all'altro dei due aspetti della politica italiana, come cioè contro l'appoggio dato ancora una volta dal Capo del Governo alla tesi tedesca sul disarmo riscuota la più incondizionata approvazione di questa stampa, non altrettanto si possa dire dei Patto a tre che la trova invece piena di riserve, di diffidenze <: E" chiaro — scrive la Deutsche Tayen Zeìtùnn che è di quelli più ragionevoli che fanno ogni sforzo per armonizzare i due atteggiamenti cercando quando possono dimostrare che in fondo an ..che per il Patto a tre il diavolo non è, i|cosi brutto come lo sj dipinge — che! i j la linea politica di una grande Poten- ] - za, quale l'Italia è diventata sotto lai -! direzione di Mussolini, possa occasio-j o nalmente urtare con quella di altre, i'Potenz,e' anche se gli interessi politici i generali coincidono. Una divergenza di i.questo genere esiste oggi fra la Gcraimanla % yrtaiia per quanto riguarda l j l'apprezzamento della posizione inter- nazionale dell'Austria; e sarebbe vano! i volerci ingannare sul fatto che il pri-j o m° dei tre Protocolli romani, quello po m)co' non è proprio fatto apposta per colmare questa discrepanza. L'Italia - parlande0\ un punto^i vista pura-1 mCnte politico ha per il momento il so- ! - j pravvento, ma con ciò le incombono - anche gravi obblighi. Bisogna ora ehie-j a dere se riuscirà ad adempierà nel cama P° economico con i Protocolli due e tre. -!Noi ne dubitiamo ». n A °.uesto Pùnto esso continua dicene d° che 1 tre Protocolli devono essere - Siudicati ^ luce de grande discorso; - dl Mussolini, e che 1 impressione gene- rale che ne rimane è quella che lltaha1 continui a fare la sua politica, politica di grande Potenza che, sotto la direzione di Mussolini, non subisce deviazioni. E in riguardo al punto del disarmo il giornale è cosi soddisfatto che si lamenta che l'Agenzia ufficiosa dell Reich non lo abbia riportato con sufficente larghezza, cosa alla quale esso rimedia: Quindi rileva che se la pubblica opinione tedesca era in qualche modo preparata all'esito della Conferen- I za a tre, non cosi si può dire che la pubblica opinione francese fosse preparata ad ascoltare gli accenni di Mus-1 solini al necessario armamento della' Germania. In Francia si nutriva la spe e i a e e o a n - i ranza che ie difficoltà italo-tedesche a - ! causa dell'Austria, zelantemente fo-1 - j mentate dalla diplomazia francese, a-j -jvrebbero potuto modificare le diretti-1 - ; ve di principio di tutta la politica ita¬ a e liana nei riguardi della Germania e del disarmo. «E' da sperare che in Germania al[ apprezzino realisticamente le dichiarazioni del Capo del Governo italiano ». La Deutsche Allgemcinn Zeìlung rileva come la fine di settimana sia stata contrassegnata dalla conclusione della Conferenza a tre, e contemporaneamente "dalla consegna della nota francese sul disarmo all'Inghilterra. Quest'ultimo documento, a quanto se ne sa, consiste in uri altro « no ». Non altrettanto però si può dire della politica di Mussolini dimostrata nel Patto a tre: k A Roma — dice il giornale — il Patto a tre si è sforzato di tener aperte delle porte e, a parte quanto è stato affermato nei comunicati ufficiali e quanto ne ha accennato Mussolini nel suo discorso, vi è anche un giornale come il Popolo d'Italia il quale parla di collaborazione offerta, ad altri Stati». Anche questo giornale rileva che i Protocolli a tre non possono essere letti separatamente dal discorso Mussolini. « Per la Germania — dice polemizzando con la Beichspost di Vienna — non si tratta di questione di prestigio. Nessuno in Germania si sentirebbe urtato dal fatto che a un regolamento delle cose della media Europa collaborasse quell'Uomo di Stato il quale per primo, fuori della Germania, ha riconosciuto il diritto del nostro Paese, e che appena ieri ancora ha ripetuto chea un popolo come quello tedesco non si possa a lungo negare l'armamento per la sua difesa ». Il giornale quindi, per quanto riguar- da la parte economica, osserva come la Germania sia sempre stata dell'opi-nione essere assolutamente necessario un miglioramento del regolamento della regione danubiana. « Quello che ora ci rimane — con- , tegralmente Oca estera, alla Conferenza a tre il giornale osser- :va comc essa seSni un nuov° Passo I nella Pitica europea, l eausa delIa Pace elude —• è di continuare a difendere i nostri interessi contro una eventuale politica esclusivista altrui e contro i danni economici, e data la nostra forte posizione economica in quelle regioni possiamo attendere con tranquillità il proseguimento delle trattative fra i tre Stati ». Dopo questi giudizi piuttosto equilibrati vi sono giornali un poco più inalberati. Tuttavia anche il Boersen Zeirì tung rileva come l'esito della Conferenza abbia indubbiamente portato a un aumento grandissimo del prestigio del Capo del Governo italiano. Il Berlincr Tageblatt, che batte falsa strada, crede di rilevare un predominio dell'Italia nelle contrattazioni con l'Austria e l'Ungheria, predominio che si concluderà — profetizza — da parte della politica italiana con un controllo continuo sulle altre due. Le Miinchener Neueste Nachrichten, sotto un grande titolo di prima pagina: «Mussolini per la parità germanica. Parole chiare del Duce »., metto- ! no in rilievo l'importanza storica della seconda Assemblea Quinquennale del Regime, definita un imponentissimo voto di fiducia al Capo del Governo italiano. Dopo un accenno alla parte di politica interna del discorso del Duce, il giornale sottolinea, e riporta quasi inle dichiarazioni di poliRiforendosi in proposito e conclude: la stata favorita dalla forma sobria del Protocollo politico, e sarebbe errato giudicarlo secondo la sensazione o meno cui dia luogo. 0. P.